Per quello sarei interessato a capire come sono fatti questi "sentieri che si inerpicano nei boschi" che loro stessi pubblicizzano. Saranno le "autostrade" del CAI o ci sono comunità del territorio che non la vedono esattamente come la vede il CAI? D'altra parte il Nevegal è proprio un chiaro esempio di territorio un tempo vocato allo sci e che ora si vede costretto a reinventarsi dalla crisi climatica.
Comunque l'"esempio Nevegal" suggerisce che non sono solo gli amanti nel gravity ad essere chiamati in causa.
La questione Nevegal è abbastanza complicata.
I sentieri sono essenzialmente i vecchi tracciati fatti quando la montagna era utilizzata per l'alpeggio, quindi la rete di tracce praticabili con il bestiame e con le slitte per portare a valle il fieno è estesa.
Poi la montagna è stata abbandonata da queste attività, è arrivato lo sci d'inverno e l'escursionismo d'estate che ha riutilizzato qualche traccia.
Ora lo sci è moribondo, direi in coma profondo, la società degli impianti è più volte fallita o è stata liquidata, adesso ce n'è una "nuova", vedremo che cosa faranno; quella citata non esiste più.
Che io sappia il CAI quasi non mette becco sul Nevegal, ma è in buona compagnia, c'è una associazione di camminatori che vede le bici come il fumo negli occhi, e ha litigato pure con quelli delle piste da sci.
Ad ogni modo, c'era il bike park, è stato devastato dalla tempesta Vaia, so che hanno ricostruito una o due piste, ma non ci sono più andato.
Tutti gli altri sentieri sono "condivisi", come al solito si tratta di avere la ncessaria educazione per non avere problemi.
Per quanto riguarda l'erosione, quei due sentieri che erano molto frequentati dalle bici si erano rovinati molto rapidamente, perché ovviamente non fatti in maniera corretta. Cioè, se il fondo è costituito da terra/organico buttato sopra alle radici degli alberi, va da sé che l'organico si decompone e la terra viene dilavata alla svelta e diventa tutto una radiciaia micidiale.