Hai riassunto in qualche riga 17 pagine di post e già solo per questo meriteresti il "mi piace". Aggiungo che questi ignoranti che continuano a combattere il movimento della mountain-bike (muscolare ed elettrico) presto si dovranno piegare alla necessità del turismo su due ruote che inesorabilmente prenderà il sopravvento sugli sport invernali (che adoro e che pratico) che a causa dell'inquinamento ormai quasi irreversibile vedranno dimezzarsi sempre di più la loro durata. L'unica alternativa sostenibile sono il trekking a piedi e la mountain-bike.Dopo aver discusso in ordine di:
- Ciclopanzoni elettrificati con lo stereo
- Il costo della ricarica di un ebike in un rifugio
- Erosione naturale o antropica con una competenza tecnica che, se questo blog fosse esistito all’epoca, non avrebbero costruito la diga del Vajont. oppure qualcuno avrebbe accusato i ciclisti di aver causato la frana
Stradini che odiano la mtb (e forse le macchine da rally) e che buttano per terra le cartine dei gel, ma non tutti perché non si può fare di un erba un fascio, che poi il fascio la notte lo buttano sul sentiero insieme ai materassi.
Come qualche voce isolata ha dette per l’appunto finché ci mettiamo a discutere sulle quisquilie non si risolve niente. Le sezioni del CAI che odiano le mtb ovvero quelle venete o in generale dal Po in su, hanno una voce che conta molto più della nostra e dovremmo fare qualcosa insieme tutti crosscoutristi, enduristi, gravelisti, gravitisti (esiste gravitisti boh?!?) con o senza batteria affinché qualcuno ci ascolti e affinché anche noi abbiamo una voce che faccia da contraltare a quella di qualche vecchio scarpone che per andare in montagna intende andare in macchina al rifugio a mangiarsi la polenta.
È una pura questione di soldi e la storia ci insegna che alla fine, purtroppo, vincono sempre i soldi...
Aggiungo una considerazione sul Cai un ente indispensabile alla fruizione di tutto quanto c'è in montagna purtroppo molto disgregato quindi abbiamo regioni super favorevole all'utilizzo della mountain-bike e regioni che per ignoranza degli elementi apicali si precludono la possibilità di turismo e di relativo guadagno per le popolazioni locali.
Ma il CAI in sé è un patrimonio italiano che va tutelato e supportato.