Da questa riflessione di Bonandrini mi viene spontaneo dire:
Allora ha ragione CRC?
Perchè alla fine, fa i numeri, fa marketing (oggi in europa nessun distributore sponsorizza un team di Coppa, CRC si), da un servizio imparagonabile a qualunque negozio, che a meno che non si abbia il culo di trovare il pezzo in casa, può metterci da uno a sei mesi a farti avere un pezzo
Io sono un sostenitore della realtà "distributore/negozio" e infatti compro da CRC solo quello che costa o la metà (e spesso capita) che in negozio, oppure che i miei canali di normale approvigionamento non hanno in casa, o non mi assicurano arrivi in tempi brevi.
Però, ormai stiamo raggiungendo i limiti, e se i negozianti, e ancor prima i distributori, non si decidono a darsi una svegliata, in bereve i mercati più piccoli verranno assorbiti in toto da realtà simili a CRC.
Punto primo: le tempistiche
E' inaccettabile ordinare qualcosa e riceverlo dopo 6 mesi, è inacettabile già riceverlo in tempi superiori alla settimana... capisco che i costi di trasporto gravino, ma se un negozio spera ancora di vendere qualcosa, deve essere in grado di accontentare il cliente.
Punto secondo: il servizio
Se pago un po di più, diciamo una media del 20% in più di un negozio on line, voglio avere un servizio: informazioni sui prodotti e le compatibilità, consigli sul montaggio, risoluzione rapida di eventuali grane.
Invece, anche a leggere il forum, ma per farsi un'idea basta girare un po di negozi, in giro trovi tanti incompetenti, spesso gente che nemmeno usa la bici, zero disponibilità a sbattersi quando ho bisogno di un ricambio o di un intervento in garanzia (AMG a parte).
So che la colpa è del negoziante, ma siccome a farci una figura di m è poi l'azienda o il distributore, anche da parte loro ci vorrebbero due cose: formazione sul prodotto e verifica delle competenze di un negoziante.
Invece, sempre più spesso vedi anche tra gli agenti, gente più impegnata a staccare l'ordine che a creare un rapporto... creare una lista di negozi certificati, ad esempio, potrebbe aiutare nella scelta del negozio giusto, e quindi amentare la soddisfazione del cliente
Punto terzo: marketing/sponsor
Se si parla di marketing, a me, in campo bici, viene in mente solo una cosa: visibilità e sponsorizzazione.
A parte lo sporadico caso di un bravo giovane valdostano, DSB/Bonandrini ha mai sponsorizzato qualche atleta con Yeti, Intense, Rocky o Santa Cruz?
Non è solo la paginona sulla rivista che fa vendere le bici, ma vedere i mezzi in gara che vincono, e che ottengono visibilità riflessa grazie anche agli atleti che sponsorizzano.
Se uno vende 100 telai, può anche pensare, secondo me, di investirne un paio su atleti che meritano.