Prezzi bici straniere in Italia e differenze con il resto d'Europa

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nonnocarb

Redazione
11/11/03
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Merano
www.meranobike.it
Innanzitutto vorrei lodare l'iniziativa di DSB di esporsi sul forum ad una platea di 100.000 mani non sempre connesse con il rispettivo cervello.
Può essere condivisibile o meno il canale "tradizionale "di vendita a cui tutti fino a un quinquennio fa abbiamo fatto riferimento, a mio parere se da dei plus; garanzia, pronto approvvigionamento, consigli tecnici ecc ecc allora ancora ha ragione di esistere. Bisogna però essere consapevoli del fatto che magazzini, passaggi tra distributori, rappresentati e negozianti creano un notevole aggraviodi costo per l'utente finale. Se invece ciò non accade non c'è motivo per cui dovrei affidarmi ad negoziante invece che comprare a scatola chiusa da un mail order che normalmente in 7 gg mi fa arrivare quello che voglio.

Ciao
Francesco
Giusto, il plus ci deve essere, anche perchè non dimentichiamo che oltre a marca-distributore-negozio-utente e marca-distributore-utente c'è anche la terza via tipo canyon, direttamente marca-utente e in questo modo si va a risparmiare veramente tanto o-o
 

pedro1973

Biker assatanatus
13/9/03
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perugia
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E aggiungo che da quel che si dice sarà il futuro della distribuzione. In USA marche come come Specy stanno iniziando a percorrere con alcuni prodotti questa via di distribuzione.

Ciao
Francesco
 

Varne

Biker infernalis
1/4/08
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Trieste
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Da questa riflessione di Bonandrini mi viene spontaneo dire:

Allora ha ragione CRC?

Perchè alla fine, fa i numeri, fa marketing (oggi in europa nessun distributore sponsorizza un team di Coppa, CRC si), da un servizio imparagonabile a qualunque negozio, che a meno che non si abbia il culo di trovare il pezzo in casa, può metterci da uno a sei mesi a farti avere un pezzo

Io sono un sostenitore della realtà "distributore/negozio" e infatti compro da CRC solo quello che costa o la metà (e spesso capita) che in negozio, oppure che i miei canali di normale approvigionamento non hanno in casa, o non mi assicurano arrivi in tempi brevi.
Però, ormai stiamo raggiungendo i limiti, e se i negozianti, e ancor prima i distributori, non si decidono a darsi una svegliata, in bereve i mercati più piccoli verranno assorbiti in toto da realtà simili a CRC.

Punto primo: le tempistiche
E' inaccettabile ordinare qualcosa e riceverlo dopo 6 mesi, è inacettabile già riceverlo in tempi superiori alla settimana... capisco che i costi di trasporto gravino, ma se un negozio spera ancora di vendere qualcosa, deve essere in grado di accontentare il cliente.

Punto secondo: il servizio
Se pago un po di più, diciamo una media del 20% in più di un negozio on line, voglio avere un servizio: informazioni sui prodotti e le compatibilità, consigli sul montaggio, risoluzione rapida di eventuali grane.
Invece, anche a leggere il forum, ma per farsi un'idea basta girare un po di negozi, in giro trovi tanti incompetenti, spesso gente che nemmeno usa la bici, zero disponibilità a sbattersi quando ho bisogno di un ricambio o di un intervento in garanzia (AMG a parte).
So che la colpa è del negoziante, ma siccome a farci una figura di m è poi l'azienda o il distributore, anche da parte loro ci vorrebbero due cose: formazione sul prodotto e verifica delle competenze di un negoziante.
Invece, sempre più spesso vedi anche tra gli agenti, gente più impegnata a staccare l'ordine che a creare un rapporto... creare una lista di negozi certificati, ad esempio, potrebbe aiutare nella scelta del negozio giusto, e quindi amentare la soddisfazione del cliente

Punto terzo: marketing/sponsor
Se si parla di marketing, a me, in campo bici, viene in mente solo una cosa: visibilità e sponsorizzazione.
A parte lo sporadico caso di un bravo giovane valdostano, DSB/Bonandrini ha mai sponsorizzato qualche atleta con Yeti, Intense, Rocky o Santa Cruz?
Non è solo la paginona sulla rivista che fa vendere le bici, ma vedere i mezzi in gara che vincono, e che ottengono visibilità riflessa grazie anche agli atleti che sponsorizzano.

Se uno vende 100 telai, può anche pensare, secondo me, di investirne un paio su atleti che meritano.

Credo che c'hai preso in pieno :celopiùg:
Secondo me DSB si sta facendo una brutta reputazione a causa di certi negozi che credono di vendere le bici a dei polli da spennare!Trovo inconcepibile che un negoziante non abbia idea di cosa sia una Summum quando viene segnalato sul sito del distributore come venditore di tale marchio :rosik:
E tutti i problemi che sono stati elencati sul topic della session 88 con le grane di garanzia che ha fatto l'ex Comar?Credo che tranne rarissimi casi l'unico motivo che spinge un biker a prendere biga in Italia sia la garanzia,il non doersi sbattere se qualcosa va storto. Adesso se certi distributori(DSB escluso da quanto ne so) si mettono a tirar su storie per la sostituzione in garanzia chi me lo fa fare a comperare in Italia?Per un sistema che mostra evidenti segni di malfunzionamento quei pochi negozi seri(lasciatemi far pubblicità a CATTIVIK e CRAZY SPORT per quanto riguarda le mie recenti esperienze) rischiano di prendersela nel c### per colpa di chi è rimasto ai tempi delle rigide!
Ah e per quanto riguarda Chain reaction dubito seriamente che abbia un rapporto negozio-distributore,visto che vende sicuramente più bici lui che il distributore.Mettiamoci vicino anche il fatto che l'unico team di coppa(o almeno il più rinomato,non mi pare che ci siano altre intense nei top 30)che corre con l'M9 si chiama CHAIN REACTION INTENSE CYCLE dubito che non abbia un rapporto diretto con la casa madre....poi :nunsacci: opinioni personali
 
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alexx89

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Secondo me DSB si sta facendo una brutta reputazione a causa di certi negozi che credono di vendere le bici a dei polli da spennare!Trovo inconcepibile che un negoziante non abbia idea di cosa sia una Summum quando viene segnalato sul sito del distributore come venditore di tale marchio :rosik:

Sono perfettamente d'accordo con te... io ho dovuto rinunciare tempo fa ad acquistare un marchio DSB a causa di un rivenditore incompetente che non era nemmeno al corrente di quello che i listini di DSB dicevano.
Ho provato recentemente a contattare qualche rivenditore per un Nomad C e sono rimasto scandalizzato dal fatto che 2 rivenditori su 7 sapessero il prezzo vero del telaio nonostante il listino fosse pubblicato sul sito di DSB.
L'ultimo esempio è un preventivo che ho richiesto quasi 2 mesi fa all'unico rivenditore DSB in provincia di BG e ancora oggi il preventivo non ce l'ho in mano perchè, a detta sua, sta aspettando che Davide passi da lui a decidere non so cosa.
 

Varne

Biker infernalis
1/4/08
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Sono perfettamente d'accordo con te... io ho dovuto rinunciare tempo fa ad acquistare un marchio DSB a causa di un rivenditore incompetente che non era nemmeno al corrente di quello che i listini di DSB dicevano.
Ho provato recentemente a contattare qualche rivenditore per un Nomad C e sono rimasto scandalizzato dal fatto che 2 rivenditori su 7 sapessero il prezzo vero del telaio nonostante il listino fosse pubblicato sul sito di DSB.
L'ultimo esempio è un preventivo che ho richiesto quasi 2 mesi fa all'unico rivenditore DSB in provincia di BG e ancora oggi il preventivo non ce l'ho in mano perchè, a detta sua, sta aspettando che Davide passi da lui a decidere non so cosa.
Infatti anche per questo credo sia impossibile aver fiducia nei rivenditori senza conoscerli,anche se trattano i marchi prestigiosi di DSB e sono appunto loro rivenditori autorizzati non vuol dire nulla purtroppo,non è un marchio di serietà e competenza(e cito DSB perchè li reputo un distributore serio anhe se muovo certe critiche/perplessità sul loro operato) come invece dovrebbe essere.
 
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Biker ultra
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Ma questo é il potere di internet! Spesso l`appassionato ha più conoscenze del negoziante. Io boicotto il mio negoziante "secolare" (lo sa e ne abbiamo anche parlato) poiché non può competere con i prezzi bassi e offerte che si trovano online! Inoltre trovare il materiale in buca-lettere non ha prezzo... Poi é ora di smettere di pensare a livello nazionale. Non lo fanno i grandi lo devo fare io piccolo risparmiatore??? L`unico vantaggio a favore del negoziante rimane la garanzia, ma anche lì........
Tutto IMHO
 

LEPUS

ModeraTROLL Shardaniensis
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Credo che il sistema mercato bici si dividerà in modo molto netto:

1) grossa distribuzione, soprattutto on line, tranne qualche piccola realtà particolare come per esempio Ancillotti.
2) servizi officina e affini.

Chi sa galleggia e chi non sa si estingue.

Ma questo ha poco a che fare con il topic... o no???
 
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alexx89

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Ma questo ha poco a che fare con il topic... o no???

Credo che abbia molto a che fare con il topic, specie in materia di confronto con l'europa. I tedeschi sono km avanti a noi quando si parla di acquisti online, basti vedere le case tedesche che vendono solo online.
Anche nel caso di Ancillotti credo che prima o poi dovrà guardare all'online, magari con un servizio di personalizzazione forte (prendendo come spunto il sito rose).
 

New Rider

Biker assatanatus
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mercatino.mtb-forum.it
Sempre i soliti discorsi sulla sezione DH ormai m9, bonandrini, rivenditori cari ecc...

Ognuno i soldi li spende come vuole e di sicuro non sarà certo un imprenditore che mi giustifica i suoi bilanci a farmi spendere oltre 6mila euro per una bici che solo lui la puo avere disponibilie! Ognuno spenda e spanda come meglio crede i propri soldi..
 
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sembola

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una nera e l'altra pure
Lasciatemi dire che trovo questa polemica, che ricompare periodicamente come un herpes, veramente sterile e stantia.

Chi ritiene che i prezzi di alcuni importatori italiani siano eccessivi può benissimo comperare all' estero, nessuno glielo impedisce: all' interno dell' Unione Europea esiste la libera circolazione delle merci :medita:.

Chi invece non si fida ad usare internet o le carte di credito, o non ha le competenze tecniche e/o linguistiche e/o non è disposto a gestire in proprio eventuali problemi è giusto che paghi questi servizi.
 

MXL

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Credo che il sistema mercato bici si dividerà in modo molto netto:

1) grossa distribuzione, soprattutto on line, tranne qualche piccola realtà particolare come per esempio Ancillotti.
2) servizi officina e affini.

Chi sa galleggia e chi non sa si estingue.

Ma questo ha poco a che fare con il topic... o no???

Quoto in tutto, pure l'OT.

DSB e' un distributore esclusivo in italia per i marchi che ha.
lamentarsi con dsb e' come lamentarsi con l'importatore porsche perche' la 911 e' troppo cara... se non te la puoi/vuoi permettere prendi altro.
Ma non e' un discorso della serie io ho i soldi e te no, e' un discorso di vita, io il 911 me lo comprerei domani... ma non ho i soldi, vo in giro con un monovolume e giro uguale, forse pure meglio.
DSB ha spiegato perche' ha i prezzi che ha, ci sta bene? no? rivolgiamoci altrove. Ma poi confrontiamo pure i servizi dati!

OT: i negozi "normali" andranno a scomparire solo grazie alla nostra selezione. Non vado da chi non sa o non e' interessato al mercato che costituisco io. Vendi solo XC? entro ed esco, saluti e baci. Mi devo fare 150 km per andare dal mio rivenditore? Vero, scomodo ? molto! Ma e' in gamba? Ca$$o si! Ci parlo, via forum, msn, consiglia, mi ASSISTE e io compro. Quando vado da lui vado nel paese dei balocchi. Ne vale la pena.
Lui sa benissimo che compro anche su crc, ma di sicuro non una bici o roba dove poi lui deve mettere le mani, da parte nostra ci vuole anche un po' di coerenza :-)
 
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DSB

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Il mio parere è completamente diverso sul futuro.
Il mercato si dividerà tra:
* grandi marchi tipo specialized, cannondale, scott, trek......
* piccole nicchie

Nel primo caso questi marchi hanno già scelto: NO MAIL ORDER ufficialmente ossia lasciano vendere mail order solo i loro rivenditori e con prezzi già stabiliti DA CONTRATTI SCRITTI.

Piccole nicchie.
Qui il mercato si romperà tra chi lavorerà con i mail order e chi non lo farà e chi magari sta nel mezzo.
Primo esempio fino ad oggi Intense (che però ad esempio esce da Chain Reaction), Santacruz che non vende mail order.
Parlo di Europa.

E qui solo di bici.

Sugli accessori i mail order ormai sono una realtà a cui nessuna azienda può dire di no.

Ma la vera battaglia non è mail order si o no. Questi si sono e ci saranno.
La sfida è avere prezzi che permettano ai mail order e ai negozi di vivere entrambi.

Perchè scusate la franchezza, siete degli illusi a pensare di poter vivere solo di mail order.
Non esiste mercato attuale che possa sopravvivere senza i negozi tradizionali.

Nemmeno la tanto citata canyon sopravviverebbe.
 
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una nera e l'altra pure
Il mio parere è completamente diverso sul futuro.
Il mercato si dividerà tra:
* grandi marchi tipo specialized, cannondale, scott, trek......
* piccole nicchie
Sono abbastanza d'accordo.


Nel primo caso questi marchi hanno già scelto: NO MAIL ORDER ufficialmente ossia lasciano vendere mail order solo i loro rivenditori e con prezzi già stabiliti DA CONTRATTI SCRITTI.
A mio parere questa è una pratica commerciale illecita all' interno dell' Unione Europea. Difficile che si arrivi alla corte di giustizia europea per qualche bici, ma non impossibile: considera che la prima sentenza europea in merito riguardava le palle da tennis...;-)


Perchè scusate la franchezza, siete degli illusi a pensare di poter vivere solo di mail order.
Non esiste mercato attuale che possa sopravvivere senza i negozi tradizionali.
Nemmeno la tanto citata canyon sopravviverebbe.
Io coi soli mail order ci posso vivere benissimo, e come me molti altri. Ma va detto per onestà intellettuale che stiamo parlando di una percentuale molto piccola della platea di consumatori.
 
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LEPUS

ModeraTROLL Shardaniensis
21/11/06
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SOUTH SARDINIA
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Davide, per pura curiosità, sempre che tu voglia rispondere, che differenza c'è, in numero bici e telai alta gamma, fra DSB e un mercato estero tipo UK o Francia?

Ovviamente il tutto per ciò che riguarda i tuoi marchi.

Credo che molto della differenza di prezzo la faccia ilvolume di vendite.

A parte tutte le cose che possono dirsi in questa discussione, credo, come Sembola, che una volta chiariti alcuni punt, sto herpes sparirà per tornare cronicamente ma, la prossima volta, ci sarà sto vacino che, fra l'altro, deve impedire, di fatto, il contaminarsi di polemiche sterili e inutili in altre discussioni.
 

marco

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Monte Bar
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TC
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Diverse
Ringrazio innanzitutto Davide per aver aperto questa discussione, visto che l'argomento è sulla bocca di tutti da diverso tempo.

Personalmente la vedo così: solo i negozi che offrono un servizio sopravviveranno, gli altri sono destinati a cambiare la camera d'aria della bici con cestello della sciura Rosamunda per l'eternità, se gli va bene.

Internet ha cambiato le regole del gioco, volenti o nolenti. O forse più volenti, visto che alla fine il portafogli ringrazia e/o il negozio è diventato più orientato al cliente proprio per questa spinta della rete.

I grandi marchi stanno tirando i remi in barca per quanto riguarda la distribuzione: Trek, Cannondale, GT, Specialized (tranne il caso italiano) gestiscono il mercato europeo internamente, e la cosa funziona. Altri marchi più piccoli, tipo Santacruz, lasciano che i distributori nazionali facciano il proprio lavoro e anche qui, dipende da chi distribuisce. DSB spinge i propri marchi alla grande - e lo dico pur sapendo che Davide investe più soldi nella carta stampata che su internet - li rende una cosa ambita, con la conseguenza che chi non se li puó permettere si incazza e sbraita sui prezzi.

Vai in Germania e Santacruz non se la fila nessuno. Avendo vissuto 14 anni in terra teutonica ho anche capito il perchè: il distributore non fa una mazza per promuovere il marchio. Tipico caso in cui SC dovrebbe dargli una pedata nel sedere e prendere le cose in mano in stile Cannondale.

Alla fin della fiera conta come si lavora, sia per i negozi che per i distributori: lavori bene, vendi. Lavori male, vai a casa.
Internet si o no.
 

alexx89

Biker forumensus
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Perchè scusate la franchezza, siete degli illusi a pensare di poter vivere solo di mail order.
Non esiste mercato attuale che possa sopravvivere senza i negozi tradizionali.

Nemmeno la tanto citata canyon sopravviverebbe.

Questa non la condivido. Allo stato attuale delle cose forse hai ragione ma la gente prima o poi si abitua ai cambiamenti.
Se torniamo allo scenario di LEPUS io non vedo perchè l'eliminazione dei sivende dovrebbe condizionare il consumatore al punto da far morire un mercato. Compro online quello che mi pare (telai, componenti, bici complete) e poi quando mi serve un intervento meccanico mi rivolgo ad una qualunque officina che non tratterà più una sola marca visto che non può più vendere nulla.
 

DSB

Aziende
30/6/05
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Dimensione dei marcati.

Per linee generali il mercato più grande d'europa è l'inghitera che solo a londra vende più di tutta l'italia...... ed è cmq 10 volte il nostro mercato
Seguita da germania che è 6 volte
Francia il doppio
Spagna più o meno simili.

Per i miei marchi:
Santacruz : primo UK, poi germania e poi io e francia vicini ma non nei rapporti sopra ossia più sale il prezzo più l'italia cresce. Che so se UK vende 10 noi vendiamo 2 (mentre il rapporto normale è 10 a 1).

Intense: UK primo, germania poi italia

Crank Brothers: UK, germania, italia

Mondraker: spagna of course, UK, italia, germania

camelbak: UK, germania, francia, spagna, norvegia, svezia, belgio, e poi noi :-(

Diciamo che oggi per un marchio come Intense perdere DSB o CR faccia poca differenza.

PER SEMBOLA:
non sono d'accordo che tu possa vivere solo di mail order.
Cerco di spiegarmi. il 99% dei prodotti diventano famosi o richiesti grazie al lavoro fatto dai distributori. I mail order arrivano ai prodotti solitamente un secondo dopo.
Non esiste mail order IN NESSUN SETTORE che abbia creato mercati.
I mail order appunto arrivano perchè la domanda non viene soddisfatta dal negozio tradizionale.
Ma è il negozio tradizionale che ti fa vedere la prima volta il prodotto.

Sulle politiche commerciali anche qui, le norme europee sono una cosa l'effettivo lavoro di tutti i giorni un'altra. Un cliente che lavora felice con specialized e sa che specialized non andrà mai da CR sai cosa gliene frega del fatto di non poter scontare come vuole le bici su internet ???
Lui lavora nella sua zona dove vive e tanto gli basta.

I marchi grandi stanno "ammazzando" noi distributori, non i mail order.
 
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pedro1973

Biker assatanatus
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Dimensione dei marcati.

Per linee generali il mercato più grande d'europa è l'inghitera che solo a londra vende più di tutta l'italia...... ed è cmq 10 volte il nostro mercato
Seguita da germania che è 6 volte
Francia il doppio
Spagna più o meno simili.

Per i miei marchi:
Santacruz : primo UK, poi germania e poi io e francia vicini ma non nei rapporti sopra ossia più sale il prezzo più l'italia cresce. Che so se UK vende 10 noi vendiamo 2 (mentre il rapporto normale è 10 a 1).

Intense: UK primo, germania poi italia

Crank Brothers: UK, germania, italia

Mondraker: spagna of course, UK, italia, germania

camelbak: UK, germania, francia, spagna, norvegia, svezia, belgio, e poi noi :-(

Diciamo che oggi per un marchio come Intense perdere DSB o CR faccia poca differenza.

PER SEMBOLA:
non sono d'accordo che tu possa vivere solo di mail order.
Cerco di spiegarmi. il 99% dei prodotti diventano famosi o richiesti grazie al lavoro fatto dai distributori. I mail order arrivano ai prodotti solitamente un secondo dopo.
Non esiste mail order IN NESSUN SETTORE che abbia creato mercati.
I mail order appunto arrivano perchè la domanda non viene soddisfatta dal negozio tradizionale.
Ma è il negozio tradizionale che ti fa vedere la prima volta il prodotto.

Sulle politiche commerciali anche qui, le norme europee sono una cosa l'effettivo lavoro di tutti i giorni un'altra. Un cliente che lavora felice con specialized e sa che specialized non andrà mai da CR sai cosa gliene frega del fatto di non poter scontare come vuole le bici su internet ???
Lui lavora nella sua zona dove vive e tanto gli basta.

I marchi grandi stanno "ammazzando" noi distributori, non i mail order.


Appunto e' proprio questo il punto; perché chi comanda il mercato ha deciso di ucciderlo secondo la visione più convenzionale? E non si parla solo di bici ma anche in tanti altri settori, io lavoro con la GDO e anche li incredibilmente le grandi aziende ormai importano direttamente per poi ridistribuire senza passaggi intermedi. La possibilità di poter vendere, informarsi e scegliere direttamente che e' stata data al cliente finale e' un oppurtunita che le grandi case hanno deciso di dare proprio perché un giorno non ci saranno più intermediari e a guadagnare sara solo la casa madre. Questo in parte già avviene in USA, basta guardare Niner, vende online allo stesso prezzo del canale tradizionale guadagnando tantissimo e si appoggia ai rivenditori solo per il montaggio.

Ciao
Francesco
 
Stato
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