Sì, ci sono dei limiti "oggettivi"... ma più che nei termini tecnici, grazie al cielo già utilizzati a sufficienza in questi anni, lo scoglio vero e sostanzialmente insormontabile a volte (da cui l'esigenza di "evolvere la ns. lingua"...) è l'efficacia straordinaria del loro slang, intesa come capacità di espressione di un concetto con un numero minimo di vocaboli. Ci si trova quindi di fronte (per fare un esempio pratico) a frasi come "Clunky, but not funky" ed altre che si può anche essere "bilingue" (io non lo sono... ma ho comunque già due articoli pubblicati negli USA a dimostrare non un risultato... ma credimi un grande "sforzo" in tal senso
) senza riuscire a trovare nulla che realmente abbia la stessa "efficacia" espressiva. Il patron
Trek/Comar in Italia, Phil Edwards, è invece bilingue... e conosce molto bene questo problema... e infatti mi ha dato del "pazzo" (con molto affetto, ricambiato) per quello che stiamo facendo, anche conoscendo il carattere/font piccolo utilizzato già dalla rivista ed il ridotto interspazio, che quindi poco/nulla lasciano di "margine di lavoro" senza stravolgere l'impaginato, cosa che infatti non viene fatta.
Non notato da molti, causa il solito italico vizio "ferie fiume" e soliti ritardi nella preparazione dei file pubblicitari... ci troviamo a dover alcune volte tradurre pure le pubblicità... ma lo facciamo volentieri quando si tratta di pubblicità/informazione