Ecoincentivi: altri 14 milioni in arrivo!

antobike

Biker grossissimus
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Che l'operazione sia passata "in sordina" non ci credo. Posso capire che la notizia degli incentivi non sia arrivata ai non addetti ai lavori o a quelli che non sanno neanche cosa sia una bici, ma che certi negozianti o certi produttori non ne sapessero nulla non ci credo neanche se me lo dicono direttamente. E se fosse vero farebbero bene a cambiar mestiere di corsa. Io stesso sapevo da subito che c'erano nell'aria questi incentivi perchè mi era arrivata la notizia da più parti; un negoziante se anche non lo scopre da se, ha sicuramente la notizia per vie terze, magari dai suoi stessi clienti. Sui produttori, soprattutto se esteri il discorso può cambiare fino ad un certo punto; un produttore estero si appoggia a dei distributori in Italia, e questi sono sicuramente informati e interessati a vendere; figuriamoci se non hanno orecchie tese a notizie del genere. Propendo più per la tesi di Sembola riguardo alla gestione delle vendite in un periodo in cui generalmente è già buona senza alcun incentivo. Magari molti produttori avrebbero preferito un incentivo in periodi più morti, commercialmente parlando.
 

saio85

Biker popularis
Se fosse vero che tutti gli operatori del settore lo avessero saputo, perchè non si sono attivati in tempo per rientrarci? Ammettiamo pure la sfiducia di qualche ditta nella nostra italy, ma tutti gli altri? Di fondo cè qualcosa di poco chiaro, e io sospetto i soliti favoritismi agli amici degli amici con i magazzini strapieni, non per colpa della crisi, ma per loro scarse capacità... (vedi bianchi con modelli 2007) :arrabbiat:

come disse il saggio Andreotti :il-saggi:, e lui la sa lunga, a pensar male si fa peccato ma non si sbaglia!!!
 

Ircano

Biker infernalis
27/8/07
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Se il dato che è stato riportato di 1.600.000 bici vendute in Italia ogni anno è vero, allora bisogna dire che gli incentivi sono stati predisposti in maniera assolutamente sbagliata e demenziale.
1.600.000 biciclette all'anno vuol dire 133.333 biciclette vendute in un solo mese, oltre 33.000 alla settimana.
A questo punto, si pongono alcune questioni:
a) Vorrei quindi sapere chi è che ha pensato di incentivare l'acquisto di un numero così esiguo di bike (si parla di 40.000 bike)
b) Come mai erano in lista solo le case italiane;
c) Come è stato possibile che gli incentivi, con il complesso meccanismo di avvio per i negozianti, siano stati esauriti in poco tempo.
Sul punto b) la spiegazione che l'associazione ha favorito gli iscritti non regge più di tanto.
Il ministero avrebbe dovuto accertarsi che tutti gli aventi diritto fossero stati avvisati ponendo un termine adeguatamente pubblicizzato per aderire alla campagna.
Io purtroppo sono sospettoso.
Secondo me, qualcuno si è organizzato bene ed ha espletato un mucchio di pratiche in poco tempo.
Troppo poco tempo.
Dalle mie parti, neanche quelli che vendevano bike italiane erano attrezzati per le vendite con gli incentivi....
Ovvero, qualcuno, avvisato per tempo, ha predisposto tutto per "vendere" un gran numero di bike...
Io penso che adesso non ci sia lavoro per gli avvocati, ma per la Guardia di Finanza....
 

ParkWayDrive

Biker extra
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nella landa veronese
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Transition
a) Vorrei quindi sapere chi è che ha pensato di incentivare l'acquisto di un numero così esiguo di bike (si parla di 40.000 bike)
non si può ragionare in questi termini per due motivi:
- si stanzia un incentivo di un tot di milioni di € , non per un tot di bici da vendere. finito il fondo finita la sagra.
- l'incentivo non era solo stanziato per le bici ma anche per altri mezzi a basso impatto di emissioni.

b) Come mai erano in lista solo le case italiane;
gli associati ANCMA in primis. altre case si sono aggiunte poi. sul perchè del ritardo di alcune possiamo solo formulare delle ipotesi, sulle quali ognuno ha la sua opinione. considera che altre case hanno liberamente deciso di non aderire.

c) Come è stato possibile che gli incentivi, con il complesso meccanismo di avvio per i negozianti, siano stati esauriti in poco tempo.
per la quantità di richieste probabilmente.

b) la spiegazione che l'associazione ha favorito gli iscritti non regge più di tanto.
Il ministero avrebbe dovuto accertarsi che tutti gli aventi diritto fossero stati avvisati ponendo un termine adeguatamente pubblicizzato per aderire alla campagna.
il mio sivende mi ha detto chiaramente che il distributore di alcuni marchi da lui distribuiti era già al corrente da un bel po' di tempo. poi su alcune, molte lacune informative e di organizzazione possiamo anche essere d'accordo. ma della cosa si sapeva.
 

sembola

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Se il dato che è stato riportato di 1.600.000 bici vendute in Italia ogni anno è vero, allora bisogna dire che gli incentivi sono stati predisposti in maniera assolutamente sbagliata e demenziale.
1.600.000 biciclette all'anno vuol dire 133.333 biciclette vendute in un solo mese, oltre 33.000 alla settimana.
A questo punto, si pongono alcune questioni:
a) Vorrei quindi sapere chi è che ha pensato di incentivare l'acquisto di un numero così esiguo di bike (si parla di 40.000 bike)
b) Come mai erano in lista solo le case italiane;
c) Come è stato possibile che gli incentivi, con il complesso meccanismo di avvio per i negozianti, siano stati esauriti in poco tempo.
Sul punto b) la spiegazione che l'associazione ha favorito gli iscritti non regge più di tanto.
Il ministero avrebbe dovuto accertarsi che tutti gli aventi diritto fossero stati avvisati ponendo un termine adeguatamente pubblicizzato per aderire alla campagna.
Io purtroppo sono sospettoso.
Secondo me, qualcuno si è organizzato bene ed ha espletato un mucchio di pratiche in poco tempo.
Troppo poco tempo.
Dalle mie parti, neanche quelli che vendevano bike italiane erano attrezzati per le vendite con gli incentivi....
Ovvero, qualcuno, avvisato per tempo, ha predisposto tutto per "vendere" un gran numero di bike...
Io penso che adesso non ci sia lavoro per gli avvocati, ma per la Guardia di Finanza....


Ci sono tutta una serie di considerazioni interessanti.

La cifra di 40.000 bici è corretta, se prendiamo per buona (fonte: il Sole 24 Ore) la somma di circa 200 euro di contributo medio (8.250.000 : 200 = 41.250 euro). Teniamo però conto che la vendita delle biciclette non è costante nel tempo: ha dei picchi intorno a Natale e all' inizio della primavera. per questo è più che probabile che ad aprile si vendano molte più bici della media nuda e cruda, il che a mio parere conferma che si è trattato di un'operazione abborracciata alla meglio e non studiata in maniera razionale. Se si voleva veramente aiutare l'industria del ciclo era meglio, molto meglio, proporre gli incentivi per esempio a febbraio o a novembre. Allo stesso tempo non appare assurdo che in poco tempo si siano esauriti i fondi.

Sul numero delle bici "incentivate", occorre dire che gli incentivi per loro stessa natura devono essere provvisori e limitati, altrimenti diventano controproducenti. La gran parte di coloro che ne hanno approfittato hanno semplicemente anticipato l'acquisto, se gli incentivi fossero durati per molto tempo probabilmente si sarebbero vendute molte più bici nel breve periodo, ma poi i negozi ne avrebbero vendute molto meno (o quasi nessuna) per tutta la stagione. L'incentivo è come una spinta ad un'auto in panne, se il motore si avvia è stata positiva, ma non si può pensare di spingerla in eterno.

Sul discorso delle marche italiane ho già detto come sono andate a mio parere le cose: l'ANCMA si è guardata bene dall'andare ad aiutare la concorrenza estera... d'altronde si tratta di un'associazione di categoria, ma il comportamento si è ritorto contro, creando un ingorgo che alla fine ha danneggiato anche i marchi italici.

Che qualcuno si sia organizzato per tempo, è a mio parere evidente. Del resto ribadisco che io che non sono un negoziante o un importatore, pur muovendomi ai margini dell'economia teorica e pratica, sapevo che l'operazione ci sarebbe stata. Quello che è certo è che chi aveva bici in pronta consegna o disponibili in negozio ha potuto accedere al meccanismo fin da subito evitando il casino informatico, mentre chi ha dovuto fare arrivare le bici dal distributore spesso è rimasto "senza seggiola".

Preferisco non esprimermi sui dubbi e le illazioni, visto che in Italia piace molto declamarle al bar, molto meno nelle sedi competenti assumendosi la responsabilità di quanto si dice.

Di sicuro questa vicenda dimostra che operazioni svolte con soldi pubblici non vanno consegnate "chiavi in mano" ad entità private. Se questo caos, creato dall'inadeguatezza dei server di Unicredit e dalla "furbizia" di Ancma, è quanto di meglio l'imprenditoria privata italiana può fare forse è meglio ripensarci su.
 

antobike

Biker grossissimus
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@sembola Daccordo su tutto tranne sull'ultimo giudizio che hai dato al comportamento di Ancma; si tratta di una associazione che interessa i produttori italiani, non certo quelli esteri. Quindi non ci vedo nulla di anomalo nel fatto che abbia informato solo le aziende nazionali(e in questo siamo daccordo) ma non capisco come mai dici che questo ha "provocato l'ingorgo"...
Piuttosto da quello che ho capito io il problema è più che altro di natura "informatica".
 

sembola

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@sembola Daccordo su tutto tranne sull'ultimo giudizio che hai dato al comportamento di Ancma; si tratta di una associazione che interessa i produttori italiani, non certo quelli esteri. Quindi non ci vedo nulla di anomalo nel fatto che abbia informato solo le aziende nazionali(e in questo siamo daccordo) ma non capisco come mai dici che questo ha "provocato l'ingorgo"...
Piuttosto da quello che ho capito io il problema è più che altro di natura "informatica".

Comprendo che ANCMA abbia perseguito i propri interessi, fermo restando che trovo un po' bizzarro che il Ministero affidi la gestione di un'operazione del genere ad un soggetto privato che è parte in causa: sarebbe come, se mi passate il paragone, se la gestione dei contributi sulle auto fosse stata affidata alla FIAT. La furbizia di fare tutto "alla zitta" ha funzionato finchè non si è sparsa la voce e sono entrati nella partita alcuni grossi nomi, a quel punto il tutto è andato in tilt danneggiando anche le vendite dei marchi che l'ANCMA avrebe dovuto tutelare.
In ogni caso il ruolo dell' ANCMA, per quanto "anomalo", è stato marginale. Se il sistema informatico avesse funzionato correttamente gli incentivi si sarebbero esauriti lo stesso, solo parecchi giorni prima, e non avremmo assistito a questa indecorosa figuraccia.
 

porfi

Biker assatanatus
13/1/08
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www.sgagnamanuber.it
Pratiche inserite in tempo che non vengono accettate e pratiche inserite fuori data che invece vengono approvate, c'è puzza di bruciato, e se davvero le cose stanno così è semplicemente VERGOGNOSO!
alcuni miei "colleghi" hanno SVUOTATO i magazzini dei marchi da loro trattati intestando le 3 bici a tutta la loro famiglia fino alla 15ema generazione, poi ci si sono messe di mezzo anche alcune squadre che hanno fatto man bassa, ed ecco che i soldi sono finiti presto... La prossima volta ho consigliato una procedura diversa al ministero, basata sulla effetiva disponibilità delle bici dal concessionario (quindi vedi data fattura, con specifiche della bici fin dove possibile) e un controllo incrociato fra quanto dichiarato (ovvero la signora tal dei tali ha acquistato 3 biciclette...) con quanto va rilevato successivamente, e qui non so come.
 

zumzuru

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16/4/04
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se vi può interessare fino al 23/05 bonandrini fa il 30% di sconto fino ad un max di 700€ su mondraker e rocky mountain. almeno così c'è scritto nel suo sito.
 

gancio

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MDE Damper-Radon pro 29
Spspetto di un bel decreto svuotamagazzini,penso di esssere uno abbastanza informato,ma possibile che appena l'ho saputo b era già tutto finito?
 

brik

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11/6/06
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Si può dedurre che oltre al Presunto favoritismo, caos informatico, e direi anche bancario, il tutto già ampiamente trattato... ci sia stata la distinzione tra il si vende "A" che visto l'affare si è tuffato di brutto inserendo pratiche all'infinito intestando bici anche al gatto del vicino di poggiolo, arruolando squadre di aker che restavano incollati al PC 25 ore su 24.... al Giusto si vende "B" che fiducioso e speranzoso di riuscire a vendere qualcosa in più, a provato a inserire pratiche restando sveglio pure di notte ma magari per inesperienza o linea adsl inadatta non è riuscito a piazzare una minch.... e ora si ritrova una chiavetta e un conto corrente che non sa che farsene!... e sopratutto un garage pieno di bici che manco dopo morto avrebbe mai ordinato.... e ora son li che non sà se le venderà... o peggio ancora lo strozzerà... e noi utenti finali che lusingati dall'affare... ci fanno pena i si vende "B"... e ora non sapiamo più che pesci pigliare..:duello:
 

spetta

Biker superioris
proprio per questo, quando fra X anni lo chiederanno, l'elettore medio dirà: "chi? cosa? non ricordo..." :smile:
Appunto, ripeto, ci sarà qualche simpaticissimo portavoce (o qualche ministro) che ricorderà a tutti il "clamoroso successo" degli incentivi per i "mezzi ecologici" e siccome l'elettore medio ha poca memoria e poca intelligenza Politica...applaudirà conpiaciuto...
 

sembola

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una nera e l'altra pure
Capisco che il caos e l'incertezza siano un fertile terreno di coltura per i sospetti di furberie, ma non riesco davvero a capire il ragionamento che qualcuno ha ipotizzato.

Per esempio Brik ipotizza che ci siano stati negozianti che abbiano "inserito pratiche all'infinito intestando bici anche al gatto del vicino di poggiolo". Bene, per fare questo hanno dovuto emettere fatture con numeri di telaio, a fronte delle quali deve esistere un corrispettivo incassato, ergo pagamento di Iva e di tasse. Questi soldi chi ce li ha messi? Ammettendo anche che ce li abbia messi di tasca sua il negoziante, poi come li recupera? Rivendendo le stesse bici, cioè oggetti di cui non ha giustificativi fiscali (fattura d'acquisto)? Sinceramente non comprendo, se qualcuno ha una spiegazione razionale gliene sarei grato.
 

antobike

Biker grossissimus
5/9/05
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Ragazzi non esagerate con i sospetti gratuiti(e anche un po' comici). Io ho parlato direttamente con il negoziante(e i dipendenti) del negozio(normalissimo) che mi ha venduto la bici e mi hanno confermato che le difficoltà erano solo di ordine tecnico; cioè, il semplice collegamento al sito era problematico quindi inserire una pratica diventava un odissea. Il problema era tutto lì; i negozi che avevano più dipendenti o che magari facevano orario continuato ne hanno messo uno lì fisso al PC per "cogliere l'attimo" tra un rallentamento, un blocco e una pagina 404; quelli che non avevano abbastanza dipendenti o avevano tempi più stretti di lavoro, accumulavano pratiche senza poterle registrare in rete subito, e questo chiaramente comportava problemi perchè qualcuna di queste pratiche rimaneva a bocca asciutta(con tutte le conseguenze per cliente e/o negoziante). Non direi che si possa parlare di favoritismi ma semplicemente di una organizzazione pessima a livello tecnico che ha penalizzato sicuramente in modo casuale alcuni negozi. Quando sui server si formano colli di bottiglia c'è poco da fare. Il sospetto che qualcuno abbia addirittura usato degli Hackers per poter inserire delle pratiche mi pare addirittura ridicolo...
 

Speed46

Biker ultra
23/4/07
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Padova
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Capisco che il caos e l'incertezza siano un fertile terreno di coltura per i sospetti di furberie, ma non riesco davvero a capire il ragionamento che qualcuno ha ipotizzato.

Per esempio Brik ipotizza che ci siano stati negozianti che abbiano "inserito pratiche all'infinito intestando bici anche al gatto del vicino di poggiolo". Bene, per fare questo hanno dovuto emettere fatture con numeri di telaio, a fronte delle quali deve esistere un corrispettivo incassato, ergo pagamento di Iva e di tasse. Questi soldi chi ce li ha messi? Ammettendo anche che ce li abbia messi di tasca sua il negoziante, poi come li recupera? Rivendendo le stesse bici, cioè oggetti di cui non ha giustificativi fiscali (fattura d'acquisto)? Sinceramente non comprendo, se qualcuno ha una spiegazione razionale gliene sarei grato.

Ragionamento giustissimo, ma è altrettanto vero che è difficilmente spiegabile come mai siano state approvate pratiche che in teoria erano state inserite oltre la data limite.
 

jacopo80

Biker superis
16/7/07
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Rivendendo le stesse bici, cioè oggetti di cui non ha giustificativi fiscali (fattura d'acquisto)? Sinceramente non comprendo, se qualcuno ha una spiegazione razionale gliene sarei grato.

Con il contovendita...
L'utente entra in negozio ed il negoziante (furbone) gli fa: "sai, c'è un mio cliente che si è fatto prendere dalla foga degli incentivi... ha comprato sta bomba nuova, ma poi si è pentito. Non l'ha mai usata nemmeno una volta. la vende al prezzo che l'ha pagata. In pratica è come se la comprassi ancora con gli incentivi!!!!"

così il negoziante vende la bici a prezzo di listino (in pratica); ha usufruito degli incentivi (all'origine) e può spalmare la vendita sul periodo estivo..
Ditemi se sono andato troppo fuori dal seminato con questa ipotesi.
 

cerrotorre

Biker marathonensis
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visto che una delle ragioni, se non l'unica da parte del ministero dell'ambiente era di incentivare l'acquisto di veicoli a basse emissioni (o nel caso della bici addirittura 0 emissioni) per lasciare ferma la macchina o la moto, io mi chiedo:

Ma quanti di questi acquirenti "incentivati" hanno comprato questa benedetta bici per andare al lavoro?
 

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