Se il dato che è stato riportato di 1.600.000 bici vendute in Italia ogni anno è vero, allora bisogna dire che gli incentivi sono stati predisposti in maniera assolutamente sbagliata e demenziale.
1.600.000 biciclette all'anno vuol dire 133.333 biciclette vendute in un solo mese, oltre 33.000 alla settimana.
A questo punto, si pongono alcune questioni:
a) Vorrei quindi sapere chi è che ha pensato di incentivare l'acquisto di un numero così esiguo di bike (si parla di 40.000 bike)
b) Come mai erano in lista solo le case italiane;
c) Come è stato possibile che gli incentivi, con il complesso meccanismo di avvio per i negozianti, siano stati esauriti in poco tempo.
Sul punto b) la spiegazione che l'associazione ha favorito gli iscritti non regge più di tanto.
Il ministero avrebbe dovuto accertarsi che tutti gli aventi diritto fossero stati avvisati ponendo un termine adeguatamente pubblicizzato per aderire alla campagna.
Io purtroppo sono sospettoso.
Secondo me, qualcuno si è organizzato bene ed ha espletato un mucchio di pratiche in poco tempo.
Troppo poco tempo.
Dalle mie parti, neanche quelli che vendevano bike italiane erano attrezzati per le vendite con gli incentivi....
Ovvero, qualcuno, avvisato per tempo, ha predisposto tutto per "vendere" un gran numero di bike...
Io penso che adesso non ci sia lavoro per gli avvocati, ma per la Guardia di Finanza....
Ci sono tutta una serie di considerazioni interessanti.
La cifra di 40.000 bici è corretta, se prendiamo per buona (fonte: il Sole 24 Ore) la somma di circa 200 euro di contributo medio (8.250.000 : 200 = 41.250 euro). Teniamo però conto che la vendita delle biciclette non è costante nel tempo: ha dei picchi intorno a Natale e all' inizio della primavera. per questo è più che probabile che ad aprile si vendano molte più bici della media nuda e cruda, il che a mio parere conferma che si è trattato di un'operazione abborracciata alla meglio e non studiata in maniera razionale. Se si voleva veramente aiutare l'industria del ciclo era meglio, molto meglio, proporre gli incentivi per esempio a febbraio o a novembre. Allo stesso tempo non appare assurdo che in poco tempo si siano esauriti i fondi.
Sul numero delle bici "incentivate", occorre dire che gli incentivi per loro stessa natura devono essere provvisori e limitati, altrimenti diventano controproducenti. La gran parte di coloro che ne hanno approfittato hanno semplicemente anticipato l'acquisto, se gli incentivi fossero durati per molto tempo probabilmente si sarebbero vendute molte più bici nel breve periodo, ma poi i negozi ne avrebbero vendute molto meno (o quasi nessuna) per tutta la stagione. L'incentivo è come una spinta ad un'auto in panne, se il motore si avvia è stata positiva, ma non si può pensare di spingerla in eterno.
Sul discorso delle marche italiane ho già detto come sono andate a mio parere le cose: l'ANCMA si è guardata bene dall'andare ad aiutare la concorrenza estera... d'altronde si tratta di un'associazione di categoria, ma il comportamento si è ritorto contro, creando un ingorgo che alla fine ha danneggiato anche i marchi italici.
Che qualcuno si sia organizzato per tempo, è a mio parere evidente. Del resto ribadisco che io che non sono un negoziante o un importatore, pur muovendomi ai margini dell'economia teorica e pratica, sapevo che l'operazione ci sarebbe stata. Quello che è certo è che chi aveva bici in pronta consegna o disponibili in negozio ha potuto accedere al meccanismo fin da subito evitando il casino informatico, mentre chi ha dovuto fare arrivare le bici dal distributore spesso è rimasto "senza seggiola".
Preferisco non esprimermi sui dubbi e le illazioni, visto che in Italia piace molto declamarle al bar, molto meno nelle sedi competenti assumendosi la responsabilità di quanto si dice.
Di sicuro questa vicenda dimostra che operazioni svolte con soldi pubblici non vanno consegnate "chiavi in mano" ad entità private. Se questo caos, creato dall'inadeguatezza dei server di Unicredit e dalla "furbizia" di Ancma, è quanto di meglio l'imprenditoria privata italiana può fare forse è meglio ripensarci su.