Opinione Trail illegali? Sì, grazie

BOGIA NEN

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la cosa che trovo paradossale è che spesso queste mezze bufale (perchè nel caso specifico non si hanno riscontri oggettivi di incidenti ma sembrano tutte cose successe 'all'amico di mio cugggino') è che partono proprio da altri biker, così come i problemi. Invece di godersi in pace qualcosa di fatto da altri (e magari quando serve aiutare per tenere pulito) si mettono di traverso con problemi più o meno inventati, scoraggiando un pò tutti.
Personalmente le uniche lamentele le ho appunto ricevute da sedicenti biker tipo ‘’poi pensano che siamo stati noi’’… :azz-se-m:
 

Keru

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A Zurigo i trails “illegali “ dell’ Uetliberg sono stati oggetto di una trasmissione della SSR e conseguentemente sono stati chiusi
Non tutte le ciambelle vengono col buco, soprattutto in una zona attaccata ad una grande città. Intanto la problematica è stata posta.
bei trail chiusi per essere sostituiti da un trail/autostrada mediocre costato più di 100.000CHF (non è un errore di battitura), subito riaperti dai singoli e richiusi attraverso il taglio di numerosi alberi sanissimi (come se le tempeste di quest'estate non ne avessero abbattuti già abbastanza...). Il problema qui a ZH c'è da anni e l'associazione Züritrails ha lavorato molto per la convivenza tra bikers, pedoni e riserve naturali, peccato che abbiano sempre e solo considerato una tipologia di rider e combattuto quelli a cui piace un tipo di riding più naturale e tecnicamente sfidante. E' sempre impossibile accontentare tutti, ma qui anche i rider si stanno spaccando in sottogruppi...
 
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Biker d'acqua dulza
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E se posso aggiungo un altro esempio. Esistono altre “piccole” realtà, poi neanche tanto piccole, dove si riesce da subito a legalizzare i nuovi trails. Ovvio che ci si limita a sentieri e tracce esistenti oramai in disuso. Poche tracce ex novo! Con Il piglio giusto si è riusciti a far crescere il numero dei tracciati per mtb. È un esempio della crescita/sviluppo che si sta portando avanti. Il tutto in modo ufficiale e legale. Non è scontato, e non è stato facile all’inizio ma pian pianino si arriva a risultati insperati. Il municipio ha capito e sostiene i volontari che arrivano da noi per costruire sentieri.

Mi allaccio all'esempio virtuoso della Valposchiavo per fare due precisazioni sull'argomento, anche perché sono stato tirato in ballo da @marco :mrgreen:

Mi riferisco soprattutto alla Svizzera del sud, lavorando in questo ambito che conosco meglio, anche se alcuni aspetti sono "universali".
  • I trail illegali possono servire da stimolo per far capire alle autorità politiche che vi é un bisogno (domanda) non soddisfatto (offerta). Ma non significa che si possa legalizzare quanto fatto abusivamente, anzi, pochi casi di trail nati dal nulla hanno le caratteristiche per essere legalizzati in seguito, per tutta una serie di motivi.

  • La proprietà privata va rispettata a prescindere! E ci mancherebbe. Altrimenti si chiama anarchia.
    Molti proprietari di boschi, se interpellati, darebbero il consenso per realizzare qualcosa di legale ma, se messi davanti al fatto compiuto, la storia cambia. Per la serie: "Se me lo avessi chiesto ti avrei detto fallo li, non qui. Quindi adesso lo smonti." (bastava chiedere).

  • Nella nostra regione (Ticino) ci sono più di 4000km di sentieri, dei quali un buona parte poco utilizzata e di competenza comunale. Basterebbe rivolgersi al comune, intavolando la discussione in base al primo punto e con serietà rimboccarsi le maniche (Poschiavo docet). Poi raggruppare tutti quei biker che sanno soltanto lamentarsi, ma che di metterci un po' del loro tempo per ripulire un sentiero non se ne parla (@marco ne sa qualcosa). Ognuno potrebbe contribuire in modi diversi, anche senza sporcarsi le mani di terra, magari scrivendo lettere ai politici locali, alle autorità competenti, raccogliere firme per una petizione in favore dei trali ecc... e non scrivere per vomitare la propria frustrazione soltanto su FB!

  • Da ultimo il fattore delle ricadute economiche, come detto da @sembola , è una leva molto efficace e andrebbe utilizzata laddove un vero indotto la MTB già lo crea o lo potrebbe creare nelle regioni a vocazione turistica.
Ma continuiamo a lamentarci e a rimanere nell'illegale, che é molto più semplice e veloce da realizzare ma che, finita la passione di pochi, va quasi sempre in vacca.
Le grandi "imprese" che hanno portato a dei veri cambiamenti, sono state il frutto di determinazione, sudore e molto tempo investito da chi ci credeva, mobilitando chi aveva lo stesso interesse. Oggi siamo più social, ma molto meno organizzati di chi ci ha preceduto. Pensiamoci.
 

Keru

Biker superis
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colline romagnole distanti pochi km da Cesena, sentiero abusivo in un boschetto abbandonato lontano da casa abitate, lungo 600mt di 150mt di dislivello ma che attraversa 7-8 proprietà diverse, alla fine dei lavori c'è un grande passaggio di biker perchè da noi l'offerta di un qualsiasi sentiero per mtb è davvero scarsa e nel corso delle settimane viene anche usato da chi cammina. Dopo poco per caso vedo su fb che molti biker contestano il fatto che non siano stati chiesti permessi, che è proprietà privata e non possiamo andarci, inizia una specie di "boicottaggio" e inviti a non passarci più ...tutte cose giuste e vere ma a chi davamo veramente fastidio ? Credo a nessuno, neanche ai cacciatori una volta tanto e ancora oggi a distanza di tempo non capisco il perchè di tutto quel sentimento contrario proprio da parte dei biker.
Arriva la catena all'ingresso del sentiero.
Dopo 2 anni costruiscono una casa nei pressi dell'ingresso, nel sentiero non ci passa più nessuno per mesi e il bosco si riprende il trail. Fine dei giochi.
Altra esperienza sui monti poco distanti (Quarto di Sarsina), un gruppo di biker sistema, pulisce e costruisce qualche saltino in una zona boschiva e per qualche anno tutto ok, si fanno raduni, c'è un bel passaggio di biker sia in estate che in inverno vista la buona offerta di sentieri ben mantenuti.
Si narra poi che qualcuno si sia fatto molto male (ma su fb o sui giornali locali non c'è traccia dell'episodio) e abbia fatto causa a non si sa chi (visto che i proprietari della zona sono più di uno) e che si sia deciso di chiudere tutto.
Ci sono anche realtà più positive per fortuna ma credo perchè ci sia di mezzo il comune di una piccola comunità montana (Talamello), da soli è un bel rischio mettersi a costruire.
Sono cresciuto"ciclisticamente" attorno a Talamello, mi sono trasferito a Zurigo pensando che Talamello rappresentasse il mondo mtb - la verità è che Talamello è un caso quasi unico e isola felice, grazie ad un amministrazione (e i ristoranti) che hanno visto un ritorno dai riders, ma soprattutto grazie ad un gruppo di trailbuilders (Wolf, Luca, and co.) che ci mette molto tempo, risorse e fatica propria, altrimenti non esisterebbe per niente. E c'è anche da dire che i boschi di Talamello sono usati solo dalla MTB a parte quelle 2-3 settimane di raccolta delle castagne - le opportunità per contrasti sono molto ridotte rispetto ad altri posti
 
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valerio_vanni

Biker grossissimus
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Cambia "poco", nel senso, so che forse non è un paragone giusto...ma anche fosse solo un sentiero di uso pubblico, con diritto di passaggio, il proprietario sia esso privato o pubblico ha il dovere di mantenerlo libero da ogni sorta di pericolo, se c è una servitù di passaggio si deve rendere più sicuro e fruibile tale passaggio altrimenti facile cadere in qualche denuncia, oltre che per terra...

Le servitù di passaggio riguardano i proprietari dei fondi, che a quel punto se dicono "si passa male" dovranno contribuire alle spese o ai lavori.

Una strada carrabile deve avere certi requisiti di percorribilità, per un sentiero non puoi dire la stessa cosa. Ci sono dei solchi formati dall'acqua? Ci sono degli scalini o delle buche? Stai più attento, oppure scendi.
Per cosa "pretendi" la percorribilità? Per uno a piedi? Per uno in carrozzina? Per un campione di mtb? Per uno che non sa scendere uno scalino di 10 cm? Si fa complessa la cosa.
Resta a parte il discorso del pericolo messo volontariamente, come i chiodi o i fili tesi.
Ma pensare di chiedere i danni perché si è caduti su un sentiero non ha alcun senso.
 

Mauro-TS

Biker d'acqua dulza
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bei trail chiusi per essere sostituiti da un trail/autostrada mediocre costato più di 100.000CHF (non è un errore di battitura), subito riaperti dai singoli e richiusi attraverso il taglio di numerosi alberi sanissimi (come se le tempeste di quest'estate non ne avessero abbattuti già abbastanza...). Il problema qui a ZH c'è da anni e l'associazione Züritrails ha lavorato molto per la convivenza tra bikers, pedoni e riserve naturali, peccato che abbiano sempre e solo considerato una tipologia di rider e combattuto quelli a cui piace un tipo di riding più naturale e tecnicamente sfidante. E' sempre impossibile accontentare tutti, ma qui anche i rider si stanno spaccando in sottogruppi...

Col tuo post metti in evidenza il fatto che un associazione riesce (anche a smuovere capitali pubblici) dove il singolo invece viene cazziato. Ma anche il fatto che se l'associazione fosse più allargata potrebbe (e dovrebbe) considerare le esigenze della maggior parte dei biker ( non si può sempre fare contenti tutti).

L'altra cosa importante da non sottovalutare é la convivenza con gli altri utenti. Se n'è parlato a lungo anche su questo forum e basterebbe un po' di sale in zucca e rispetto per il prossimo... ma anche i biker sono lo specchio della nostra società!
 
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lumerennù

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Provo a dire anche la mia.
Dalle mie parti sono sorti alcuni trail illegali, che non danno fastidio a nessuno e finora nessuno ha detto niente, tranne quando qualche biker con poco buon senso ha cominciato a costruire le rampe per i salti. Dopo un "cazziatone" informale da parte dell'Ente pubblico che ha in gestione il bosco demaniale, le rampe sono fortunatamente sparite e la situazione è tornata tranquilla, nonostante qualche incidente non grave ma che ha richiesto l'intervento del 118. Il traffico di bikers è notevolmente aumentato in questi ultimi anni, ma siamo fortunatamente lontani dall'affollamento che c'è sulle Alpi. Spero continui l'equilibrio attuale, soprattutto spero non ci siano incidenti con gli escursionisti, se no i politici ci metteranno un attimo a vietare tutto.

Una considerazione sul concetto di "illegalità": da che mondo è mondo, da secoli se non da millenni i sentieri vengono aperti dai passanti per i più disparati motivi, senza chiedere nulla a nessuno, semplicemente a forza di passarci. Se anche noi bikers ci comportassimo allo stesso modo, scegliendo le linee più adatte e aprendo il trail a forza di passarci, senza abbattere piante, scavando il minimo indispensabile, senza creare rampe (soprattutto usando i bancali, che sono a tutti gli effetti dei rifiuti abbandonati nei boschi) e, cosa molto importante, senza andar giù a manetta come nei bike park…. tanti problemi (non tutti) si risolverebbero da soli.
Purtroppo l'orgasmo della velocità, l'adrenalina dei salti (che non mi appartengono) sono la droga di tanti bikers che, unitamente all'arroganza di chi crede di essere il padrone e non un ospite, fanno danni irreparabili per tutti.
 

Gigispeed3

Biker urlandum
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Perfetto il paragone con il nord America, le bici che tanto amiamo sono fatte per girare in posti come quelli in realtà!
E' una cosa che ho sempre pensato, tanta cura alle nostre bike per poi girare su un sentiero del CAI a passo di lumaca?
La differenza quando si gira su trail preparati appositamente per enduro/freeride o che dir si voglia è abissale. Senti di usare la bici per quello che è stata fatta. E non parlo di bike park, quella è un'altra cosa.
Sicuramente qualcosa si sta muovendo anche in Italia, ma siamo indietro come i culi!
Ancora sento parlare di aree dedicate alla MTB in luoghi di enorme potenzialità e interesse e poi, quando si va a vedere in fondo, si parla di strade forestali che collegano da una malga all'altra o di ciclabili, che se trovi anche solo un pezzetto di single track interpolato in questi percorsi gridi al miracolo!
Costruite ragazzi, costruite!
Che chi rovina la natura è ben altra gente!!
concordo al 100%
 
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morci

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Una ragionevole via, non di mezzo, è che in una riserva naturale non si costruisca un bel nulla. Uno sentiero per visitarla e morta lì, a mettere le pedane (se proprio si deve) si va da un'altra parte, possibilmente dove non ti vedono . Sempre che non interessi la sorte di Sisifo...
Mah guarda, io in una riserva naturale ci giro in bici spesso ed è perfettamente lecito (il regolamento prevede che si possano usare solo i sentieri indicati).
Ci sono molti tipi di aree naturali protette e ognuna ha le sue criticità e le sue regole di accesso.
Ciò detto ribadisco che fra un sentiero pedonale e le rampe per i salti ci sta in mezzo tanta roba che, compatibilmente con il livello di protezione necessario, può avere senso.
 

sembola

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Mah guarda, io in una riserva naturale ci giro in bici spesso ed è perfettamente lecito (il regolamento prevede che si possano usare solo i sentieri indicati).
Appunto. Un sentiero (o più di uno se la riserva è grande) per poterla visitare anche in bici, a fare i trailbuilder abusivi si va altrove. Se non altro perchè -giocoforza- la regolamentazione ed il controllo è inevitabilmente più stringente in una zona sottoposta ad una qualche forma di tutela. Per citare una roba di quando ero giovane ;-) chi si divertiva a fare le impennate col motorino non andava a farle davanti alla caserma dei caramba, almeno dalle mie parti ;-)

 
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Senza che leggo oltre 200 post. Non sono per nulla d'accordo con la tua conclusione.
I trail illegali ottengono di renderci più invisi anche perchè spesso fatti in zone percorse da altri utenti della natura ma utilizzati come fossero solo nostri (aka a palla de foco).
I trail illegali possono essere pericolosi perchè salti e quant'altro bisogna saperli costruire secondo certi crismi.
Il trail illegali possono essere pericolosi perchè spesso non vengono in alcuna maniera segnalati. In tal senso, in una zona alle porte di Roma (la famosissima Montecavo) 7/8 anni fa una passerella non segnalata, messa in traiettoria dove prima non c'era, ha causato la morte di una bikeressa che trovatasela davanti all'improvviso e sapendo che non c'era, ha frenato al culmine atterrando dopo un 180° con la testa e spezzandosi l'osso del collo. Era in traiettoria. La traiettoria che storicamente tutti facevano. Quella passerella la settimana prima non c'era. Io ci passai poche ore prima e riuscii ad evitarla per un pelo passando a lato. La povera Giuliana non ci riuscì. @tostarello ricorderà.
@marco sono sicuro che la tua retrointenzione a scrivere certe cose è delle migliori, ma non è stando fuori della legalità, senza saperlo manco fare "in sicurezza" che si smuove nulla se non a svantaggio.
Ovviamente pulire e manutenere è diverso e direi accettabile.
 
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sembola

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Ma pensare di chiedere i danni perché si è caduti su un sentiero non ha alcun senso.
Come dice spesso un famoso videoblogger di ambito giuridico (americano, ma cambia poco) "dipende".

Dipende dalle circostanze complessive. Per dire, un ragazzino o un principiante non è la stessa cosa di un biker stagionato bardato da ninja, il livello di consapevolezza e quindi di ragionevole prudenza è del tutto diverso. E non è la stessa cosa trovare su un sentiero una radice o uno scolo dell'acqua o un drop od un salto. Personalmente posso condividere l'opinione che chi va in mtb per boschi si assume dei rischi in modo consapevole, ma non posso escludere ch

Ma c'è anche un altro aspetto da considerare, che è quello che deriva dalla realizzazione dei percorsi in sè. Se arriva la forestale e trova alberi tagliati o materiale considerato rifiuto (come i pancali) non va a cercare il trailbuilder, se la prende col proprietario del fondo.

Insomma, prima di criticare i proprietari sarebbe il caso di mettersi nei loro panni.
 

Andrea321

Biker marathonensis
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Senza che leggo oltre 200 post. Non sono per nulla d'accordo con la tua conclusione.
I trail illegali ottengono di renderci più invisi anche perchè spesso fatti in zone percorse da altri utenti della natura ma utilizzati come fossero solo nostri (aka a palla de foco).
I trail illegali possono essere pericolosi perchè salti e quant'altro bisogna saperli costruire secondo certi crismi.
Il trail illegali possono essere pericolosi perchè spesso non vengono in alcuna maniera segnalati. In tal senso, in una zona alle porte di Roma (la famosissima Montecavo) 7/8 anni fa una passerella non segnalata, messa in traiettoria dove prima non c'era, ha causato la morte di una bikeressa che trovatasela davanti all'improvviso e sapendo che non c'era, ha frenato al culmine atterrando dopo un 180° con la testa e spezzandosi l'osso del collo. Era in traiettoria. La traiettoria che storicamente tutti facevano. Quella passerella la settimana prima non c'era. Io ci passai poche ore prima e riuscii ad evitarla per un pelo passando a lato. La povera Giuliana non ci riuscì. @tostarello ricorderà.
@marco sono sicuro che la tua retrointenzione a scrivere certe cose è delle migliori, ma non è stando fuori della legalità, senza saperlo manco fare "in sicurezza" che si smuove nulla se non a svantaggio.
Ovviamente pulire e manutenere è diverso e direi accettabile.
mi dispiace molto ovviamente per l'accaduto ma, in Italia, vorrei capire come è possibile fare realmente le cose nella legalità.
Se ad esempio il sentiero passa attraverso le proprietà di almeno 7-8 persone diverse in un boschetto incolto e non curato, per essere in regola che si dovrebbe fare? un foglio scritto da ognuno ? e nel caso poi chi è responsabile del sentiero ? io che l'ho scavato ? e se venisse modificato a mia insaputa? Io ci vedo un sacco di cavilli per lo più di non facile soluzione, soprattutto se di mezzo c'è solo un privato e non una associazione/squadra sportiva quindi, in questo senso, l'illegalità è quasi necessaria (senza arrivare agli accessi di taglio alberi, salti con pedane, ecc).
Almeno dalle mie parti credo che il 99% dei sentieri collinari sia abusivo e se un biker dovesse percorrere solo sentieri legali farebbe asfalto o strade bianche.
 
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samuelgol

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mi dispiace molto ovviamente per l'accaduto ma, in Italia, vorrei capire come è possibile fare realmente le cose nella legalità.
Se ad esempio il sentiero passa attraverso le proprietà di almeno 7-8 persone diverse in un boschetto incolto e non curato, per essere in regola che si dovrebbe fare? un foglio scritto da ognuno ? e nel caso poi chi è responsabile del sentiero ? io che l'ho scavato ? e se venisse modificato a mia insaputa? Io ci vedo un sacco di cavilli per lo più di non facile soluzione, soprattutto se di mezzo c'è solo un privato e non una associazione/squadra sportiva quindi, in questo senso, l'illegalità è quasi necessaria.
Almeno dalle mie parti credo che il 99% dei sentieri collinari sia abusivo e se un biker dovesse percorrere solo sentieri legali farebbe asfalto o strade bianche.
La situazione in Italia non è facile e non è rosea per molte cose, anche più importanti dei sentieri mtb. Quindi fare le cose in regola, come minimo sottopone a tutta una trafila burocratica spesso assurda. Ora, se fare determinate cose senza curarsi troppo delle pastoie burocratiche ha un impatto, secondo me farne altre, potenzialmente con conseguenze gravi o evidenti è altro paio di maniche. Sistemare e pulire un sentiero abbandonato è una cosa. In quanto abbandonato, sarà probabilmente anche poco frequentato. Fare salti, passerelle ecc. senza criterio costruttivo e senza criterio come scelta del sentiero, fa si che certe attività possano dare fastidio a tanti e che alcuni o qualcuno ci si possa fare male richiamando attenzione negative per la fruizione anche in natura come era prima.
Quando Giuliana morì, se ne parlò in tutta Roma (Roma, non un paesino di 500 anime) e si ottenne un inasprimento dei divieti nella zona, una intensificazione dei controlli atti a far rispettare i divieti e persino delle trappole per dissuadere i frequentatori. Poi il tutto si è affievolito, alla italica maniera, scemata l'onda emotiva. Ma di certo la cosa non ha contribuito allo sviluppo della mtb.
Ciò che è illegale è lasciato al buonsenso di chi lo mette in pratica. Purtroppo il buonsenso di chi lo mette in pratica è quantomeno pari se non inferiore a chi di contro mette mille paletti burocratici, i quali almeno non fanno morti.
 
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Usando il buonsenso, ho ripulito qualche volta parte dei sentieri che utilizzo,
non mi sono permesso, come invece altri , di fare modifiche tipo salti o altri interventi invasivi. Primo perchè non sono un esperto, dunque potrei fare danni invece che migliorie, secondo perchè non conosco nemmeno chi sia il propietario eventuale del sentiero che percorro.
Mi sarei fidato di più almeno dopo essermi documentato a dovere, e intendo magari con il supporto di chi queste cose le fa per mestiere, che reputo veramente interessante e avvincente. Forse non valorizzato, nemmeno dal CAI, che si proclama entità suprema e dententore della verità assoluta in molti casi.
Quindi mi chiedo se, con gli opportuni strumenti si possa agire in qualche modo o se invece , dato che siamo nella bolla italiana, siamo sempre soggetti a complicazioni della madonna per nulla..

Non critico chi con fatica si mette a fare qualcosa di nuovo, perchè la buona volontà va rispettata, solo che non siamo nel paese giusto, non abbiamo la mentalià per accettare cose che in altri paesi sono radicate. E poi non stupiamoci quando chiunque si approccia a questo meraviglioso sport, è più attratto dal modello nuovo della bici che da tutto quello che gli sta intorno.. è la cosa più facile
 

BOGIA NEN

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Mi allaccio all'esempio virtuoso della Valposchiavo per fare due precisazioni sull'argomento, anche perché sono stato tirato in ballo da @marco :mrgreen:

Mi riferisco soprattutto alla Svizzera del sud, lavorando in questo ambito che conosco meglio, anche se alcuni aspetti sono "universali".
  • I trail illegali possono servire da stimolo per far capire alle autorità politiche che vi é un bisogno (domanda) non soddisfatto (offerta). Ma non significa che si possa legalizzare quanto fatto abusivamente, anzi, pochi casi di trail nati dal nulla hanno le caratteristiche per essere legalizzati in seguito, per tutta una serie di motivi.

  • La proprietà privata va rispettata a prescindere! E ci mancherebbe. Altrimenti si chiama anarchia.
    Molti proprietari di boschi, se interpellati, darebbero il consenso per realizzare qualcosa di legale ma, se messi davanti al fatto compiuto, la storia cambia. Per la serie: "Se me lo avessi chiesto ti avrei detto fallo li, non qui. Quindi adesso lo smonti." (bastava chiedere).

  • Nella nostra regione (Ticino) ci sono più di 4000km di sentieri, dei quali un buona parte poco utilizzata e di competenza comunale. Basterebbe rivolgersi al comune, intavolando la discussione in base al primo punto e con serietà rimboccarsi le maniche (Poschiavo docet). Poi raggruppare tutti quei biker che sanno soltanto lamentarsi, ma che di metterci un po' del loro tempo per ripulire un sentiero non se ne parla (@marco ne sa qualcosa). Ognuno potrebbe contribuire in modi diversi, anche senza sporcarsi le mani di terra, magari scrivendo lettere ai politici locali, alle autorità competenti, raccogliere firme per una petizione in favore dei trali ecc... e non scrivere per vomitare la propria frustrazione soltanto su FB!

  • Da ultimo il fattore delle ricadute economiche, come detto da @sembola , è una leva molto efficace e andrebbe utilizzata laddove un vero indotto la MTB già lo crea o lo potrebbe creare nelle regioni a vocazione turistica.
Ma continuiamo a lamentarci e a rimanere nell'illegale, che é molto più semplice e veloce da realizzare ma che, finita la passione di pochi, va quasi sempre in vacca.
Le grandi "imprese" che hanno portato a dei veri cambiamenti, sono state il frutto di determinazione, sudore e molto tempo investito da chi ci credeva, mobilitando chi aveva lo stesso interesse. Oggi siamo più social, ma molto meno organizzati di chi ci ha preceduto. Pensiamoci.
Usando il buonsenso, ho ripulito qualche volta parte dei sentieri che utilizzo,
non mi sono permesso, come invece altri , di fare modifiche tipo salti o altri interventi invasivi. Primo perchè non sono un esperto, dunque potrei fare danni invece che migliorie, secondo perchè non conosco nemmeno chi sia il propietario eventuale del sentiero che percorro.
Mi sarei fidato di più almeno dopo essermi documentato a dovere, e intendo magari con il supporto di chi queste cose le fa per mestiere, che reputo veramente interessante e avvincente. Forse non valorizzato, nemmeno dal CAI, che si proclama entità suprema e dententore della verità assoluta in molti casi.
Quindi mi chiedo se, con gli opportuni strumenti si possa agire in qualche modo o se invece , dato che siamo nella bolla italiana, siamo sempre soggetti a complicazioni della madonna per nulla..

Non critico chi con fatica si mette a fare qualcosa di nuovo, perchè la buona volontà va rispettata, solo che non siamo nel paese giusto, non abbiamo la mentalià per accettare cose che in altri paesi sono radicate. E poi non stupiamoci quando chiunque si approccia a questo meraviglioso sport, è più attratto dal modello nuovo della bici che da tutto quello che gli sta intorno.. è la cosa più facile
Mi pare ovvio che l’invito non fosse di andare a modificare sentieri esistenti con vere e proprie trappole o cimentarsi nella costruzione di passerelle o altro se non si hanno competenze… si ricade sempre nel buonsenso…
 
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Gigispeed3

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Mi pare ovvio che l’invito non fosse di andare a modificare sentieri esistenti con vere e proprie trappole o cimentarsi nella costruzione di passerelle o altro se non si hanno competenze… si ricade sempre nel buonsenso
mi riferivo solo a me stesso. Ho visto molti lavori fatti da altri, alcuni improvvisati, altri invece fatti molto bene,
intendevo solo dire che personalmente, se non sono certo di fare un buon lavoro, non mi ci metto. Poi vedendo come vanno a finire certe situazioni, dove magari i propietari di quel pezzettino si offendono se ti vedono anche solo spostare i rami caduti ( mi è capitato più volte ) , mi passa anche la voglia.
tutto qua. Il buonsenso funziona sempre, ma quando la controparte ne è sprovvisto, c è poco da fare..
 

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Tra i due laghi e il Moncuni
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Santa Cruz HT "Orangina" - KTM Scarp prestige "scarpetta"
Mi pare ovvio che l’invito non fosse di andare a modificare sentieri esistenti con vere e proprie trappole o cimentarsi nella costruzione di passerelle o altro se non si hanno competenze… si ricade sempre nel buonsenso…
beh la discussione è partita proprio da "velocità, salti sponde doppi"... insomma una replica di bike park in zone dedicate.

io credo - e mi pare che la discussione lo confermi - che quasi nessuno sia contrario alla manutenzione dei sentieri esistenti, anche se abbandonati. E che il lavoro di pala, rastrello e soffiatore, anche quando abusivo, sia da considerarsi più che benvenuto.

discorso diverso è costruire strutture in legno, sponde artificiali molto pronunciate, scavare doppi ecc,
credo che in questi casi senza un minimo di concertazione con proprietari/enti si vada incontro al conflitto, e mi pare che molte volte sia già successo.
 

BOGIA NEN

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beh la discussione è partita proprio da "velocità, salti sponde doppi"... insomma una replica di bike park in zone dedicate.

io credo - e mi pare che la discussione lo confermi - che quasi nessuno sia contrario alla manutenzione dei sentieri esistenti, anche se abbandonati. E che il lavoro di pala, rastrello e soffiatore, anche quando abusivo, sia da considerarsi più che benvenuto.

discorso diverso è costruire strutture in legno, sponde artificiali molto pronunciate, scavare doppi ecc,
credo che in questi casi senza un minimo di concertazione con proprietari/enti si vada incontro al conflitto, e mi pare che molte volte sia già successo.
Ma infatti per me buonsenso vuol dire anche capire fin dove posso spingermi a fare certe cose non solo come capacità ma anche opportunità… l’ho già detto se è chiaro il proprietario e facilmente contattabile e non ci sono vincoli non vedo perchè non contattarlo e chiedere permesso, ma tenete presente che si è comunque sempre lontani da una vera legalizzazione…
 

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