Sentieri da Finale a Sospel (parte 3)

modoloale

Biker marathonensis
22/2/05
4.253
-14
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55
Sanremo
www.mtbsanremo.it
ciao a tutti , innanzitutto spero di non essere OT .
visto che qui ci sono molti biker di imperia volevo farvi sapere che con alcuni compagni di uscite pian piano stiamo cercando di ripulire un vecchio sentiero una volta utilizzato per portare al pascolo gli animali.
questo è situato sopra moltedo , e può diventare un ottimo proseguimento per chi arriva dalla mulattiera che parte dal monte acquarone sopra vasia ! ciao a tutti !!!!!

Bravi!!!!

Aspetto con ansia traccia gps.

Ale
 

resina65

Biker grossissimus
18/5/06
5.191
1
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imperia
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vabbé,
ho letto tanti post, qualcuno veramente utile, ma alla fine rimango sempre un po' "così"
mercoledì sono andato a farmi un giro a piedi in un posto dove tra l'altro ero salito anche in bici e hanno trovato conferma (ma non ce n'era bisogno) tutte le mie idee/sensazioni/opinioni
 

BriDa

Biker novus
18/8/09
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casa mia
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- soluzioni non ve ne sono...se non si vuole impattare si sta a casa, sul divano e consumando la corrente per vedere Barbara D'Urso si impatta pure lì.
Il post di Bikerciuc mi sembra uno dei post più apprezzati ma seppur condivida tante delle cose che ha detto, trovo troppo generica la frase scritta qui sopra.
Io penso che una traccia la lascia tanto uno scarpone, quanto una ruota, quanto una mucca o qualsiasi essere che passi su un sentiero, ma un conto è far rotolare una ruota (che impatta meno di uno scarpone) un altro è usarla come un aratro. Quindi a mio avviso non è necessario starsene a casa, ma andare in montagna tentando di fare il possibile per impattare meno.
In ogni caso frequento la montagna cuneese/francese e se parliamo di alte quote, il problema dell'erosione da bici francamente l'ho sempre notato poco: sicuramente ho trovato molti più sentieri devastati dagli alpeggi che non dalle bici.
 

pviglietti

Biker serius
11/6/08
119
0
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alassio
plus.google.com
Il post di Bikerciuc mi sembra uno dei post più apprezzati ma seppur condivida tante delle cose che ha detto, trovo troppo generica la frase scritta qui sopra.
Io penso che una traccia la lascia tanto uno scarpone, quanto una ruota, quanto una mucca o qualsiasi essere che passi su un sentiero, ma un conto è far rotolare una ruota (che impatta meno di uno scarpone) un altro è usarla come un aratro. Quindi a mio avviso non è necessario starsene a casa, ma andare in montagna tentando di fare il possibile per impattare meno.
In ogni caso frequento la montagna cuneese/francese e se parliamo di alte quote, il problema dell'erosione da bici francamente l'ho sempre notato poco: sicuramente ho trovato molti più sentieri devastati dagli alpeggi che non dalle bici.


in effetti, stiamo spaccando il capello in 4, si che i biker sono un numero ragguardevole, ma la quantità di percorsi, fanno si che solo in rari casi, dove al limite si può intervenire, la frequentazione diventa un problema ambientale.
Se poi la maggior parte dei frequentatori si leggono e fanno proprio il codice di autoregolamentazione per il cicloescursionismo del CAI, l'impatto diventa quasi nullo.
 

bikerciuc

Biker infernalis
Il post di Bikerciuc mi sembra uno dei post più apprezzati ma seppur condivida tante delle cose che ha detto, trovo troppo generica la frase scritta qui sopra.
.

io non ho affatto scritto che occorre stare a casa...credo che il mondo sia passibile di modificazioni funzionali alla vita dell'uomo, ciò non significa però asfalto, grattacieli, antenne del telefono, crocefissi e villette coi nanetti...

il significato del modificare l'ambiente da parte dell'uomo sta nel giocare sulla sottile linea di cresta fra l'utilizzo consapevole, intelligente e funzionale e quello distruttivo. Imparare dalle montagne a capire dove è importante avere così tanto rispetto da non passarci su -magari nè a piedi nè in bici- è basilare.
Il resto tende ad essere un'estremizzazione di concetti di salvaguardia che è propria di taluna cultura conservativa del nostro paese...c'è chi vorrebbe imbalsamare i centri storici (per fare un esempio) e chi è disposto ad accettarne un certo adattamento agli usi e costumi contemporanei pur di vederli vivi ed attivi.
Ho qui riportato un concetto estremo ma che vale anche per le montagne...anche la conservazione può diventare dannosa quando in nome di un filo d'erba si finisce per impedire altre attività che avrebbero sì distrutto quel filo ma contribuito a creare, magari, un bene superiore fatto di presenza continuativa (magari sto parlando di montanari con le loro bestie sulle montagne o anche di gente che siccome ne trae lavoro è interessata a preservane l'integrità) e di tutta una serie di piccole e preziose azioni di salvaguardia compiute dalla presenza umana sulla montagna.

Non c'è una salvaguardia buona ed una cattiva...ne esiste una intelligente ed una fallace ed oltranzista che fa più danni di un cattivo uso...proprio come "l'eresia può nascere dal troppo amor di Dio" (U.Eco- il nome della rosa)

La cultura montana della società tradizionale ha lasciato borgate stupende che, senza studi di VIA o architetti paesaggisti hanno un inserimento ambientale talvolta esemplare ed un rapporto con la natura mediato in maniera fantastica...i montanari sapevano per esperienza cosa potevano prendere alla natura e cosa le andava lasciato...non sono i "codici di autoregolamentazione" a fare il biker intelligente...è il biker a doversi porre in atteggiamento umile e a mente aperta di fronte alla montagna, quando i singoli capiranno il perchè un comportamento è scorretto si sarà fatto di più per la montagna che in anni di manifestazioni "ripuliamo il mondo".

utopia... questo è certo... ed è il motivo per cui non tutto va diffuso, sviscerato, tracciato e caricato su openmtbmaps e altro.

salutz.
 

kikhit

Biker incredibilis
9/12/03
12.732
696
0
Torino
www.thegroupmtb.it
Bike
Occam Lt, Alma
io non ho affatto scritto che occorre stare a casa...credo che il mondo sia passibile di modificazioni funzionali alla vita dell'uomo, ciò non significa però asfalto, grattacieli, antenne del telefono, crocefissi e villette coi nanetti...

il significato del modificare l'ambiente da parte dell'uomo sta nel giocare sulla sottile linea di cresta fra l'utilizzo consapevole, intelligente e funzionale e quello distruttivo. Imparare dalle montagne a capire dove è importante avere così tanto rispetto da non passarci su -magari nè a piedi nè in bici- è basilare.
Il resto tende ad essere un'estremizzazione di concetti di salvaguardia che è propria di taluna cultura conservativa del nostro paese...c'è chi vorrebbe imbalsamare i centri storici (per fare un esempio) e chi è disposto ad accettarne un certo adattamento agli usi e costumi contemporanei pur di vederli vivi ed attivi.
Ho qui riportato un concetto estremo ma che vale anche per le montagne...anche la conservazione può diventare dannosa quando in nome di un filo d'erba si finisce per impedire altre attività che avrebbero sì distrutto quel filo ma contribuito a creare, magari, un bene superiore fatto di presenza continuativa (magari sto parlando di montanari con le loro bestie sulle montagne o anche di gente che siccome ne trae lavoro è interessata a preservane l'integrità) e di tutta una serie di piccole e preziose azioni di salvaguardia compiute dalla presenza umana sulla montagna.

Non c'è una salvaguardia buona ed una cattiva...ne esiste una intelligente ed una fallace ed oltranzista che fa più danni di un cattivo uso...proprio come "l'eresia può nascere dal troppo amor di Dio" (U.Eco- il nome della rosa)

La cultura montana della società tradizionale ha lasciato borgate stupende che, senza studi di VIA o architetti paesaggisti hanno un inserimento ambientale talvolta esemplare ed un rapporto con la natura mediato in maniera fantastica...i montanari sapevano per esperienza cosa potevano prendere alla natura e cosa le andava lasciato...non sono i "codici di autoregolamentazione" a fare il biker intelligente...è il biker a doversi porre in atteggiamento umile e a mente aperta di fronte alla montagna, quando i singoli capiranno il perchè un comportamento è scorretto si sarà fatto di più per la montagna che in anni di manifestazioni "ripuliamo il mondo".

utopia... questo è certo... ed è il motivo per cui non tutto va diffuso, sviscerato, tracciato e caricato su openmtbmaps e altro.

salutz.

tranne che per la citazione di quello scaldacattedra di Eco :smile:, ti quoto ;-)
 

robobo

Biker tremendus
5/12/07
1.275
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0
Savona
www.cicloalpinismo.com
Bike
Transition Scout carbon
io non ho affatto scritto che occorre stare a casa...credo che il mondo sia passibile di modificazioni funzionali alla vita dell'uomo, ciò non significa però asfalto, grattacieli, antenne del telefono, crocefissi e villette coi nanetti...

il significato del modificare l'ambiente da parte dell'uomo sta nel giocare sulla sottile linea di cresta fra l'utilizzo consapevole, intelligente e funzionale e quello distruttivo. Imparare dalle montagne a capire dove è importante avere così tanto rispetto da non passarci su -magari nè a piedi nè in bici- è basilare.
Il resto tende ad essere un'estremizzazione di concetti di salvaguardia che è propria di taluna cultura conservativa del nostro paese...c'è chi vorrebbe imbalsamare i centri storici (per fare un esempio) e chi è disposto ad accettarne un certo adattamento agli usi e costumi contemporanei pur di vederli vivi ed attivi.
Ho qui riportato un concetto estremo ma che vale anche per le montagne...anche la conservazione può diventare dannosa quando in nome di un filo d'erba si finisce per impedire altre attività che avrebbero sì distrutto quel filo ma contribuito a creare, magari, un bene superiore fatto di presenza continuativa (magari sto parlando di montanari con le loro bestie sulle montagne o anche di gente che siccome ne trae lavoro è interessata a preservane l'integrità) e di tutta una serie di piccole e preziose azioni di salvaguardia compiute dalla presenza umana sulla montagna.

Non c'è una salvaguardia buona ed una cattiva...ne esiste una intelligente ed una fallace ed oltranzista che fa più danni di un cattivo uso...proprio come "l'eresia può nascere dal troppo amor di Dio" (U.Eco- il nome della rosa)

La cultura montana della società tradizionale ha lasciato borgate stupende che, senza studi di VIA o architetti paesaggisti hanno un inserimento ambientale talvolta esemplare ed un rapporto con la natura mediato in maniera fantastica...i montanari sapevano per esperienza cosa potevano prendere alla natura e cosa le andava lasciato...non sono i "codici di autoregolamentazione" a fare il biker intelligente...è il biker a doversi porre in atteggiamento umile e a mente aperta di fronte alla montagna, quando i singoli capiranno il perchè un comportamento è scorretto si sarà fatto di più per la montagna che in anni di manifestazioni "ripuliamo il mondo".

utopia... questo è certo... ed è il motivo per cui non tutto va diffuso, sviscerato, tracciato e caricato su openmtbmaps e altro.

salutz.

... di cose ne abbiamo dette tante, ma questo e' l'unico commento che ho apprezzato in toto ... chapeau Matteo ...
 

pviglietti

Biker serius
11/6/08
119
0
0
alassio
plus.google.com
io non ho affatto scritto che occorre stare a casa...credo che il mondo sia passibile di modificazioni funzionali alla vita dell'uomo, ciò non significa però asfalto, grattacieli, antenne del telefono, crocefissi e villette coi nanetti...

il significato del modificare l'ambiente da parte dell'uomo sta nel giocare sulla sottile linea di cresta fra l'utilizzo consapevole, intelligente e funzionale e quello distruttivo. Imparare dalle montagne a capire dove è importante avere così tanto rispetto da non passarci su -magari nè a piedi nè in bici- è basilare.
Il resto tende ad essere un'estremizzazione di concetti di salvaguardia che è propria di taluna cultura conservativa del nostro paese...c'è chi vorrebbe imbalsamare i centri storici (per fare un esempio) e chi è disposto ad accettarne un certo adattamento agli usi e costumi contemporanei pur di vederli vivi ed attivi.
Ho qui riportato un concetto estremo ma che vale anche per le montagne...anche la conservazione può diventare dannosa quando in nome di un filo d'erba si finisce per impedire altre attività che avrebbero sì distrutto quel filo ma contribuito a creare, magari, un bene superiore fatto di presenza continuativa (magari sto parlando di montanari con le loro bestie sulle montagne o anche di gente che siccome ne trae lavoro è interessata a preservane l'integrità) e di tutta una serie di piccole e preziose azioni di salvaguardia compiute dalla presenza umana sulla montagna.

Non c'è una salvaguardia buona ed una cattiva...ne esiste una intelligente ed una fallace ed oltranzista che fa più danni di un cattivo uso...proprio come "l'eresia può nascere dal troppo amor di Dio" (U.Eco- il nome della rosa)

La cultura montana della società tradizionale ha lasciato borgate stupende che, senza studi di VIA o architetti paesaggisti hanno un inserimento ambientale talvolta esemplare ed un rapporto con la natura mediato in maniera fantastica...i montanari sapevano per esperienza cosa potevano prendere alla natura e cosa le andava lasciato...non sono i "codici di autoregolamentazione" a fare il biker intelligente...è il biker a doversi porre in atteggiamento umile e a mente aperta di fronte alla montagna, quando i singoli capiranno il perchè un comportamento è scorretto si sarà fatto di più per la montagna che in anni di manifestazioni "ripuliamo il mondo".

utopia... questo è certo... ed è il motivo per cui non tutto va diffuso, sviscerato, tracciato e caricato su openmtbmaps e altro.

salutz.


Molto, molto tempo fa, sono stato ripreso perchè lasciavo le scorze dei pomodori per terra facendo un'insalata.
Ero in buona fede, non compivo in alcun modo un atto ecologicamente dannoso, ma poi ho capito che comunque, chi fosse arrivato dopo di me, avrebbe trovato un ambiente "degradato", lo avevo trovato pulito e pulito doveva rimanere dopo che me ne ero andato.
Tanto per citare, Sant'Agostino diceva:"Ama e fa ciò che vuoi".
Ma quanti comportamenti come il mio in perfetta buona fede, sono dannosi?
Di biker che su terreni molli tirano inchiodate, senza sapere che creano le condizioni per un dissesto idrogeologico, quanti ce ne sono?
Perchè quando uno vuole apprendere come riparare la bici chiede e impara, mentre per andare in montagna ci si deve sentire maestri dopo 2 uscite?
Una persona si informa, si confronta, come per altro stiamo facendo noi qui, poi fa le sue scelte di comportamento, ma con consapevolezza di quello che sta facendo.
Se gli americani che hanno inventato la mtb, per primi hanno sentito l'esigenza di fare un codice, in verità ne conosco 2 il NORBA e l'IMBA, è perchè sono dei marziani, o perchè la frequentazione rispettosa della montagna deve essere un sentimento condiviso da chi la pratica?
 

enri le fou

Biker cesareus
Ottimo matteo, hai alzato notevolmente il livello e l'utilitá di una discussione che stava affondando nella rissa.
La differenza tra l'approccio ragionato e quello basato su intuito e sensazioni sta tutto qui...ci ricordi che stiamo parlando di problemi seri che tutto sommato interessano comunitá piú ampie dei "turisti" della montagna quali i cicloalpinisti o gli escursionisti pedestri o equestri...
C'é ancora qualcuno che in montagna ci vive ...con stile di vita incredibilmente lontano dal nostro di cittadini "sradicati" dalla natura (almeno nel quotidiano).
Mi piace molto immaginare così le montagne: pur essendo una realtá fragile stanno "al di sopra" del nostro mondo ed in qualche modo lo condizionano... lasciare un impronta su di esse paradossalmente provoca conseguenze piú ampie...
quindi faccio una scelta: la montagna la frequento e faccio in modo che la mia presenza provochi il minor danno possibile, il mio modo di fruirne consenta comunque a tutti gli altri di viverla secondo le proprie necessitá-cultura-passioni sportive ecc...
A volte, con particolare fortuna o talento, qualcuno lascia delle tracce, di vario tipo che aggiungono valore o per lo meno vengono condivise come opere d'arte o cultura (puó succedere anche x prestazioni sportive/alpinistiche)da una comunitá ampia...

Dimenticavo... dei pomodori non butto via niente!!!
 

bikerciuc

Biker infernalis
(...) Se gli americani che hanno inventato la mtb, per primi hanno sentito l'esigenza di fare un codice, in verità ne conosco 2 il NORBA e l'IMBA, è perchè sono dei marziani, o perchè la frequentazione rispettosa della montagna deve essere un sentimento condiviso da chi la pratica?

ma i sentimenti non nascono grazie alla lettura di qualche codicillo...nascono dalla frequentazione, dalla condivisione e dalla sensibilità del singolo...una bestia (non intesa come appartenente al mondo animale) rimane una bestia...e siccome fatti non fummo a viver come bruti..occorre, cioè occorrerebbe, che fosse la nostra stessa volontà di documentarci e il nostro stesso buonsenso a dirci cosa sia bene e cosa sia male...
D'altro canto e fuor da ogni polemica risulta evidente che le bucce del pomodoro e del mandarino non arrecano danni particolari all'ecosistema, però è vero che da un punto di vista meramente estetico chi passa due ore dopo che le stesse sono state abbandonate ne può trarre una visione di degrado e sporcizia.

(...) Mi piace molto immaginare così le montagne: pur essendo una realtá fragile stanno "al di sopra" del nostro mondo ed in qualche modo lo condizionano... lasciare un impronta su di esse paradossalmente provoca conseguenze piú ampie...
quindi faccio una scelta: la montagna la frequento e faccio in modo che la mia presenza provochi il minor danno possibile, il mio modo di fruirne consenta comunque a tutti gli altri di viverla secondo le proprie necessitá-cultura-passioni sportive ecc...
A volte, con particolare fortuna o talento, qualcuno lascia delle tracce, di vario tipo che aggiungono valore o per lo meno vengono condivise come opere d'arte o cultura (puó succedere anche x prestazioni sportive/alpinistiche)da una comunitá ampia...

Caro Enrico... senza stare a rinvangare le disquisizioni ottocentesche e post belliche sulle teorie della conservazione che ti saranno arcinote, sottolineo due cose che il tuo intervento evidenzia con sottile sagacia:

1) l'uomo modifica la montagna (o meglio gli ecosistemi) sin dalla preistoria, è pacifico che se si fossero applicate talune teorie conservazioniste tout-court alla preistoria ligure (per fare un esempio attinente) non avremmo avuto le incisioni rupestri della valle delle meraviglie ed altre fantastiche testimonianze storiche (che oggi sono valore culutrale riconosciuto) e di lì fino ai giorni nostri la molteplicità di fantastici paesetti arroccati sulle alture sopra il mare.... modificare un ambiente non significa per forza distruggerlo, dovrebbe, deve significare utilizzarlo nel rispetto di un utilizzo consapevole e sostenibile (includo tutto, dalla quantità di legna tagliata alle eventuali nuove volumetrie edilizie ricavate al modo di guidare sui sentieri). Tale concetto, spesso annullato dalla cultura consumistica, era invece proprio delle società tradizionali e di tutti quei popoli che dalla natura traevano direttamente il loro sostentamento (nessun pescatore avrebbe stra-pescato un anno per rimanere senza nulla il successivo)...l'autoregolamentazione, quindi, è un percorso culturale del singolo non una realtà da imporsi con principi elaborati da una qualche commissione di saggi.

2) come per certi borghi alpini la sensibilità degli abitanti e la disponibilità di risorse edilizie strettamente territoriali ha consentito una simbiosi perfetta tra costruito e naturale...lo stesso tipo di equilibrio discreto, silenzioso e, in fin dei conti umile, dovrebbe essere cercato nella prestazione sportiva, specialmente quando essa finisce recensita e pubblicata. Le relazioni che si scrivono dovrebbero quindi essere più che un resoconto di metri, svolte e capacità tecniche... un invito a visitare, a conoscere, a scoprire...perchè è dalla conoscenza che proviene l'istinto di conservare ciò che abbiamo imparato a capire e (forse) ad amare.
 

heidi70

Biker serius
21/4/11
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anche a me, ma...c'è sempre un però:smile:

Chiamiamolo pedaggio, tassa, ticket, etc etc
Se quei fondi fossero destinati a tutta una serie di attività (e me ne vengono in mente tante), io sarei anche favorevole.

...:il-saggi: l'idea di pagare un pedaggio per andare in montagna mi fa accapponare la pelle...

fa accapponare la pelle anche a me...anche perchè sono idealmente contraria al tipo di tassazione diretta ed alla "ingiustizia" derivante dal diverso impatto che un qualsiasi "ticket" ha su ognuno indipendentemente dal redditto che percepisce anche quando i proventi venissero utilizzati per "una giusta causa"

- come autore di una raccolta di itinerari dirò che, forte dell'esperienza giovatami da anni di ravanamenti alpinistici e di momenti di 'crisi' in parete, ho teso a sovrastimare impegno e difficoltà perchè il non detto o il trascurato o la 'sboronata' possono indurre chi ci legge a sottovalutare un percorso o a sopravvalutare le proprie forze e le proprie abilità.


:up: grazie!

perchè è bellissimo (almeno per me) aprire una carta e immaginare, è bellissima l'incertezza che si ha quando si parte per scoprire qualcosa di mai visto ed è ancora più bella la gioia che ci invade quando ci si apre davanti agli occhi un vallone, un lago cristallino o il volo di un'aquila lassù.
La montagna, in un mondo fin troppo raccontato, è l'ultima frontiera delle nostre esplorazioni personali...non avremo scoperto niente tornati a valle, o forse avremo trovato qualche angolo incantevole e remoto della nostra anima e questo, talvolta, dovrebbe bastarci come ricompensa.

salut e pissendlov

:celopiùg:

...la prossima stagione andrò per le vie degli antichi contrabbandieri...chissà se potrò e ci riuscirò a raccontarvi qualcosa senza dirvi come e quando ;-)

:celopiùg:
 

pviglietti

Biker serius
11/6/08
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ma i sentimenti non nascono grazie alla lettura di qualche codicillo...nascono dalla frequentazione, dalla condivisione e dalla sensibilità del singolo...una bestia (non intesa come appartenente al mondo animale) rimane una bestia...e siccome fatti non fummo a viver come bruti..occorre, cioè occorrerebbe, che fosse la nostra stessa volontà di documentarci e il nostro stesso buonsenso a dirci cosa sia bene e cosa sia male...
D'altro canto e fuor da ogni polemica risulta evidente che le bucce del pomodoro e del mandarino non arrecano danni particolari all'ecosistema, però è vero che da un punto di vista meramente estetico chi passa due ore dopo che le stesse sono state abbandonate ne può trarre una visione di degrado e sporcizia.


Mi sembra che ti contraddici, prima dici:"i sentimenti non nascono grazie alla lettura di qualche codicillo" poi:"occorrerebbe, che fosse la nostra stessa volontà di documentarci", un documento fatto da appassionati che leggi, poi, fallo tuo o mettilo alla voce "fesserie", non è documentazione???
 

bikerciuc

Biker infernalis
critica un tantino pretestuosa trovo..
la volontà di scoperta di cui parlo è la stessa dell'Ulisse di Dante,non certo quella di oscuri azzeccagarbugli dalla regola facile.. il valore della scoperta sta nell'arricchimento individuale da essa garantito, non nell'ortodossia del metodo esplorativo..
son punti di vista, del resto l'etica dei codici norba,imba o che altro somiglia da vicino allamorale religiosa: esistono persone atee con spiccato senso etico e ortodossi che sono di cattivo esempio..certo anche viceversa..ma non è la bibbia a fare il cristiano.
 

pviglietti

Biker serius
11/6/08
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critica un tantino pretestuosa trovo..
la volontà di scoperta di cui parlo è la stessa dell'Ulisse di Dante,non certo quella di oscuri azzeccagarbugli dalla regola facile.. il valore della scoperta sta nell'arricchimento individuale da essa garantito, non nell'ortodossia del metodo esplorativo..
son punti di vista, del resto l'etica dei codici norba,imba o che altro somiglia da vicino allamorale religiosa: esistono persone atee con spiccato senso etico e ortodossi che sono di cattivo esempio..certo anche viceversa..ma non è la bibbia a fare il cristiano.

valutazioni pretestuose, non sono della stessa opinione.
 

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