io non ho affatto scritto che occorre stare a casa...credo che il mondo sia passibile di modificazioni funzionali alla vita dell'uomo, ciò non significa però asfalto, grattacieli, antenne del telefono, crocefissi e villette coi nanetti...
il significato del modificare l'ambiente da parte dell'uomo sta nel giocare sulla sottile linea di cresta fra l'utilizzo consapevole, intelligente e funzionale e quello distruttivo. Imparare dalle montagne a capire dove è importante avere così tanto rispetto da non passarci su -magari nè a piedi nè in bici- è basilare.
Il resto tende ad essere un'estremizzazione di concetti di salvaguardia che è propria di taluna cultura conservativa del nostro paese...c'è chi vorrebbe imbalsamare i centri storici (per fare un esempio) e chi è disposto ad accettarne un certo adattamento agli usi e costumi contemporanei pur di vederli vivi ed attivi.
Ho qui riportato un concetto estremo ma che vale anche per le montagne...anche la conservazione può diventare dannosa quando in nome di un filo d'erba si finisce per impedire altre attività che avrebbero sì distrutto quel filo ma contribuito a creare, magari, un bene superiore fatto di presenza continuativa (magari sto parlando di montanari con le loro bestie sulle montagne o anche di gente che siccome ne trae lavoro è interessata a preservane l'integrità) e di tutta una serie di piccole e preziose azioni di salvaguardia compiute dalla presenza umana sulla montagna.
Non c'è una salvaguardia buona ed una cattiva...ne esiste una intelligente ed una fallace ed oltranzista che fa più danni di un cattivo uso...proprio come "l'eresia può nascere dal troppo amor di Dio" (U.Eco- il nome della rosa)
La cultura montana della società tradizionale ha lasciato borgate stupende che, senza studi di VIA o architetti paesaggisti hanno un inserimento ambientale talvolta esemplare ed un rapporto con la natura mediato in maniera fantastica...i montanari sapevano per esperienza cosa potevano prendere alla natura e cosa le andava lasciato...non sono i "codici di autoregolamentazione" a fare il biker intelligente...è il biker a doversi porre in atteggiamento umile e a mente aperta di fronte alla montagna, quando i singoli capiranno il perchè un comportamento è scorretto si sarà fatto di più per la montagna che in anni di manifestazioni "ripuliamo il mondo".
utopia... questo è certo... ed è il motivo per cui non tutto va diffuso, sviscerato, tracciato e caricato su openmtbmaps e altro.
salutz.
Molto, molto tempo fa, sono stato ripreso perchè lasciavo le scorze dei pomodori per terra facendo un'insalata.
Ero in buona fede, non compivo in alcun modo un atto ecologicamente dannoso, ma poi ho capito che comunque, chi fosse arrivato dopo di me, avrebbe trovato un ambiente "degradato", lo avevo trovato pulito e pulito doveva rimanere dopo che me ne ero andato.
Tanto per citare, Sant'Agostino diceva:"Ama e fa ciò che vuoi".
Ma quanti comportamenti come il mio in perfetta buona fede, sono dannosi?
Di biker che su terreni molli tirano inchiodate, senza sapere che creano le condizioni per un dissesto idrogeologico, quanti ce ne sono?
Perchè quando uno vuole apprendere come riparare la bici chiede e impara, mentre per andare in montagna ci si deve sentire maestri dopo 2 uscite?
Una persona si informa, si confronta, come per altro stiamo facendo noi qui, poi fa le sue scelte di comportamento, ma con consapevolezza di quello che sta facendo.
Se gli americani che hanno inventato la mtb, per primi hanno sentito l'esigenza di fare un codice, in verità ne conosco 2 il NORBA e l'IMBA, è perchè sono dei marziani, o perchè la frequentazione rispettosa della montagna deve essere un sentimento condiviso da chi la pratica?