Mi è arrivata ieri mattina, grazie Paolo!
Disclaimer: sarò sincero fino in fondo. La Cunninghamite ha preso anche me, quindi dirò quello che penso. Niente paura, non si tratta di cose brutte
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Fino a oggi non avevo mai letto attentamente MBA perchè l'ho sempre trovata troppo tecnica, poco curata nell' immagine e con una carta di poco valore. La svolta si è avuta a giugno di quest'anno, durante la presentazione
Marzocchi a Riva del Garda. Fra una foto e l'altra mi concedo una pausa, vado al buffet dove c'è tutta la truppa, giornalisti compresi, mi siedo ad un tavolo libero e comincio a mangiare. Dopo 2 minuti un tipo con barba e
occhiali mi chiede se si può sedere al mio tavolo, si presenta. Come al solito non faccio molto caso ai nomi, solo dopo 10 minuti di conversazione associo il suo nome a Paolo Galloni, che avevo incontrato poche settimane prima proprio sul Garda e che mi aveva parlato del mitico Richard Cunningham di MBA.
Nel frattempo eravamo già nel mezzo di una conversazione filosofica/antropologica, si parlava di america e europa, di guerre e di mentalità, di presidenti bambini e di ricconi prepotenti. Chi mi conosce sa che difficilmente mi metto a parlare di cose più profonde di una pozzanghera senza aver almeno bevuto una birra. Gli parlo poi dei sentieri del Garda (leggere il suo articolo su Marzocchi nel primo numero italiano per vedere cosa ne pensa) e del mio e suo modo di intendere la mtb. Finimmo poi a parlare dell'edizione italiana di mba, ma fummo interrotti da un giapponese.
Ammetto che quell'incontro mi ha affascinato per la semplicità con cui intavolammo una bella discussione pur non essendoci mai incontrati prima. Da qui la mia promessa con me stesso di provare a leggere i suoi articoli, quando mi capitasse una copia di MBA fra le mani.
Devo dire che da questi articoli traspira una passione ed un amore per il dettaglio veramente unici, passione che rende interessanti dei temi tecnici anche a chi di tecnica, normalmente, non ne vuole sapere. Ma la cosa più importante, soprattuttto in Italia dove questa caratteristica manca completamente nelle testate mtb, è l'autorevolezza di chi scrive. Leggendo l'articolo su
Shimano, per esempio, ci si rende conto che MBA non ha avuto paura in passato di criticare aspramente il gigante della componentistica, cosa che in pochi hanno osato fare.
Chi in questo topic diceva che c'era troppa
Specialized dovrebbe leggere bene gli articoli sulle novità dei californiani, per capire che l'unico motivo per cui le si è dedicato tanto spazio è il continuo tentativo di far progredire la tecnica di costruzione delle mtb, cosa che MBA sottolinea continuamente. È giusto, secondo me, lasciare spazio a chi innova e non lancia solo proclami di marketing. Certo, vedremo in futuro se queste innovazioni portano qualcosa, ma sicuramente qualcuno copierà le idee di Specialized, vogliamo scommettere?
Bello anche l'editoriale sul doping. Cunningham non si nasconde dietro il dito "Vogliamo lo spettacolo, il doping è il prezzo da pagare", ma lancia addirittura una proposta concreta per arginare questa piaga.
Basta incenso (mi sono dimenticato della qualità della carta italica, meglio di quella usata dagli americani), passiamo alle bastonate.
Quello che mi manca è la mtb come mezzo per scoprire e girare. La mtb per me non è un attrezzo ingegneristico, ma un modo per muovermi, divertirmi, stare nella natura. Questo traspare molto poco da MBA, ma non è una novità.
La traduzione è ok, ma delle volte troppo letterale. Mi sembra di sentirmi Dan Peterson uscire dalle pagine. Essendo il primo numero, è ovvio però che la cosa può essere migliorata.
FAZIT (hehe Paolo
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): una rivista che mancava nel panorama italiano, sicuramente il punto di riferimento per i maniaci della tecnica o per chi deve fare un nuovo acquisto. Chi invece ama girare per i monti senza troppe paturnie tecniche può leggerla per acculturarsi, ma non troverà nè le foto nè i posti in cui usare questo mostro di ingegneria che ci troviamo sotto il cü.