Tornando seri: spero, e credo, di parlare per la stragrandissima maggioranza degli e-mtbikers, anche se nessuno mi ha dato una procura per farlo. Poi, come già detto ad nauseam, lo scemo c'è in ogni consesso, quindi non rappresenta se non se stesso.
Io ho grandissimo rispetto, e devo dire a volte una piccola punta di invidia, verso i "muscolari" (passatemelo per brevità) che riescono a fare giri che io potrei solo sognare con la sola forza delle mie gambe, e a volte persino con la mia elettrica.
Non c'è nessuna derisione, nessuna denigrazione, e soprattutto nessun desiderio di convincerli che la mia scelta è migliore, o di persuaderli a passare al lato elettrico della forza.
Ognuno ha diritto di interpretare l'azione del pedalare come meglio crede e come più gli aggrada, fintantoché non lede la libertà altrui, non danneggia, non sporca, non inquina, non infastidisce. Esistono infinite declinazioni della bicicletta, e non credo che nessuno sia titolato a dire "il mio è il modo giusto, il vostro è quello sbagliato".
Parimenti, rivendico il diritto alla scelta su come IO mi diverto di più, ed il diritto a non essere insultato, deriso, guardato con senso di ribrezzo. Se il mio fine ultimo non è la fatica o la prestazione fisica, ma il piacere di girare in montagna e vedere posti che non avrei potuto vedere altrimenti, nessuno può arrogarsi il diritto di affermare che non dovrei farlo, e che, se non ho più -o non ho mai avuto- la forma fisica per farlo, dovrei starmene a casa a giocare a bocce o a guardare la De Filippi?
Tutta la faccenda sta qui.