CAI e MTB: il mio pensiero !

maxgastone

Biker spectacularis
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maxgastaldi.wordpress.com
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Il mio discorso sul fatto che sia fisiologico passare dall'uso degli impianti al passare a pedalare è dettato dal fatto che alla lunga stare solo nei Bike park annoia e si va alla ricerca di spazi aperti. Ma come lo si fa: andando come nei BP o come si dovrebbe (stile CAI per intenderci)? E chi va a dire ai possibili ex frequentatori di BP come ci si deve muovere nel terreno libero? Da soli non ci arriveranno sicuramente da soli... si deve "evangelizzare" e qua penso entriamo in gioco noi...
 

monorotula

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Il mio discorso sul fatto che sia fisiologico passare dall'uso degli impianti al passare a pedalare è dettato dal fatto che alla lunga stare solo nei Bike park annoia e si va alla ricerca di spazi aperti. Ma come lo si fa: andando come nei BP o come si dovrebbe (stile CAI per intenderci)? E chi va a dire ai possibili ex frequentatori di BP come ci si deve muovere nel terreno libero? Da soli non ci arriveranno sicuramente da soli... si deve "evangelizzare" e qua penso entriamo in gioco noi...

Il concetto è ineccepibile, io però continuo a mantenere qualche dubbio sulla effettiva possibilità di concretizzare l'idea: chi nasce nel bike park è probabile che trasmigri al furgone; il passaggio all'attività pedalata, e per di più "regolamentata", la vedo più difficoltosa.
Ciò non toglie tuttavia che ci possa provare.
 

maxgastone

Biker spectacularis
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scusa l'ot, cosa intendi per errori con lo snow e arrampicata?
Semplice

Arrampicata: con le prime gare di bardonecchia nel 85 era venuta fuori una demonizzazione della specialità. Risultato aventino e formazione della FASI quasi un'intera generazionale sparita dal CAI visto che non era ben vista... poi i vertici quando si sono accorti della stupidata han cercato di correre ai ripari creando la figura dell'Istruttore di Arrampicata sportiva... ma se vai nelle Falesie oramai gli iscritti al CAI sono visti come i CAIANI...

Snow: la specialità è stata riconosciuta da pochissimo nonostante la tavola saranno 20 anni che esiste... i primi istruttori di snowboardalpinismo (:smile: che nome del piffero) li hanno formati due anni fa
 

DR_Balfa

Biker grossissimus
scusa l'ot, cosa intendi per errori con lo snow e arrampicata?

Quando in Italia arrivò l'arrampicata libera, o meglio la sportiva, il CAI cominciò una pippa allucinante sull'uso o meno degli spit, sul fatto che si andasse in montagna con le superga senza scarpini e staffe ecc. ecc. fatto detto i giovani e forti scalatori scapparo tutti e rimasero i "tromboni" a pontificare (riassunto grezzo e feroce).

Snowboard ci sono vouluti non so quanti anni per dire che in effetti si poteva salie con le ciaspole e scendere con lo snow e che anche quello era scialpinismo intanto i giovani "tavolari" erano già scappati...

Ciao :-)

PS prova a leggere "i falliti ed altri scritti" di Motti

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DR_Balfa

Biker grossissimus
Semplice

Arrampicata: con le prime gare di bardonecchia nel 85 era venuta fuori una demonizzazione della specialità. Risultato aventino e formazione della FASI quasi un'intera generazionale sparita dal CAI visto che non era ben vista... poi i vertici quando si sono accorti della stupidata han cercato di correre ai ripari creando la figura dell'Istruttore di Arrampicata sportiva... ma se vai nelle Falesie oramai gli iscritti al CAI sono visti come i CAIANI...

Snow: la specialità è stata riconosciuta da pochissimo nonostante la tavola saranno 20 anni che esiste... i primi istruttori di snowboardalpinismo (:smile: che nome del piffero) li hanno formati due anni fa

Come sei diplomatico :smile::smile:
 

maxgastone

Biker spectacularis
17/10/05
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Il concetto è ineccepibile, io però continuo a mantenere qualche dubbio sulla effettiva possibilità di concretizzare l'idea: chi nasce nel bike park è probabile che trasmigri al furgone; il passaggio all'attività pedalata, e per di più "regolamentata", la vedo più difficoltosa.
Ciò non toglie tuttavia che ci possa provare.
Provare non costa nulla, sicuramente meno che chiudersi subito a riccio non prendendo in mano il discorso...

Vediamo come un tentativo di plasmare nel bene le nuove generazioni... i tromboni come me oramai sono irrecuperabili ma un giovane se gli dai dei buoni stimoli potrebbe diventare la nostra arma vincente sul fatto che si possa fare tutto nel miglior modo possibile :celopiùg:
 

maxgastone

Biker spectacularis
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Quando in Italia arrivò l'arrampicata libera, o meglio la sportiva, il CAI cominciò una pippa allucinante sull'uso o meno degli spit, sul fatto che si andasse in montagna con le superga senza scarpini e staffe ecc. ecc. fatto detto i giovani e forti scalatori scapparo tutti e rimasero i "tromboni" a pontificare (riassunto grezzo e feroce).

Snowboard ci sono vouluti non so quanti anni per dire che in effetti si poteva salie con le ciaspole e scendere con lo snow e che anche quello era scialpinismo intanto i giovani "tavolari" erano già scappati...

Ciao :-)

PS prova a leggere "i falliti ed altri scritti" di Motti

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Le pippe sugli spit non sono mai morte... anzi ora si inizia a parlare di vie plaisir o di vie di montagna: la storia come la moda è ciclica :smile:
 

tato

Biker serius
22/3/03
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Mah, io non la vedo tutta questa "fisiologicità". Non sono nemmeno d'accordo sulla caccia alla tessera a tutti i costi, e a essere proprio onesti mi viene anche da sorridere al pensiero di una gita di FR in cui il capogita controlla che nessuno blocchi le ruote, che non si facciano tagli per prati, che non si superino certe velocità, etc.

Ovvio che se sali in cattedra alla prima uscita coi FRider, dall'alto di quella cattedra, in stile accademico CAI, vedrai scappare tutte le nuove leve... Tatto, educazione progressiva, tolleranza... anche se qualche volta si fa fatica.... Però ne ho visti di Freerider "rifluiti" (da riflusso, perchè, come già detto, le mode e la storia e i topic dei forum, sono un eterno ritorno:medita:) nell'All Mountain vicino allo spirito CAI. Magari basta una frattura... o una botta in testa...

Quanto al tesseramento, non me ne potrebbe fregare niente, ne ho già abbastanza dell'ansia prestazionale da quota target e del marketing in ambito lavorativo per cercarlo anche in quello ludico/culturale. Però quando vedo che le mie figlie di 7 e 9 anni sono le uniche a camminare in montagna nella loro classe, le uniche bambine alle gite CAI, Le uniche a fare fondo, mi viene da pensare e da preoccuparmi: fare proselitismo del nostro "credo" sociale aiuta la montagna, a proteggerla e a viverla meglio, ma aiuta anche i nosti figli a crescere e vedere la natura con occhi nuovi e non attraverso un tubo catodico. Se le mie figlie abbandoneranno il CAI quando adolescenti, sarà per una sconfitta per me, forse anche per il CAI. Il tesseramento è una conseguenza del giusto proselitismo, non un fine.
 

tato

Biker serius
22/3/03
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Come ben sa Max, con cui sono pienamente d'accordo, nel CAI convivono varie anime riasusmibili in:
1) tipicamente lunghi percorsi non tecnici e tanta salita
2) Percorsi lunghi e tecnici
3) Percorsi fondamentalemnte ludici :-) o gravity
4) gare

Ebbene si ci sono anche il 3 e 4 meno ben visti ma ci sono, eppure io li reputo fondamentali ovvero servono per avvicinare le persone al CAI e a far si che anche chi svolge discipline tipicmaente gravity lo faccia con il corretto rispetto della montagna.
.....

Io sono pienamente in accordo con Max se vuoi avvicinare i giovani hai bisogno di cose divertenti :-)... anche per i vecchi che come me sono passati dall'immaturità al rincoglionimento :-)

Sono d'accordo con Max e Dr. Balfa in tutto.
Come già scritto prima, se l'obiettivo è portare i giovani nel CAI i punti 3 e 4 sono fondamentali.

Come ho fatto, subdolo genitore, a far amare lo sci di fondo più della discesa (le pratichiamo entrambe) alle mie figlie under 10 e gettare il seme dello sci alpinismo?
1. Gare: pur non amando l'agonismo ho fatto fare qualche garetta alle piccole.
Una volta salite su un podio di una garetta locale di fondo si sono talmente gasate da cominciare a chiedere di fare sempre più sci di fondo, percorsi sempre più lunghi, per allenarsi per la prossima garetta. Ora macinano chilometri con facilità e soprattutto ora scoprono angoli nascosti di piste che li avvicina alla montagna più vera. lontani dal Foyer sovraffollato.
2. Aspetto ludico/gravity: lontano anni luce dallo sci di fondo? Non è vero. I bimbi hanno energie nascoste.. dopo 15 km a tecnica libera ritornano al foyer e li ci piazziamo su una discesina con un saltino naturale: salti, curve a telemark, su e giù dal pendio.. e si divertono come su una nera di discesa.
Se riusciamo a fare questo con dei bambini e degli sci di fondo, vi immaginate cosa possiamo ottenere con la MTB?

Ovvio che se porti nuove leve sul Col Chavannes, o non ci arrivano o si rompono talmente le palle durante la salita (è noiosa anche per me) che non basta lo spettacolo incredibile che si apre oltre la cresta per giustificare la faticaccia per qualcuno abituato ad un Bike Park. Se invece da La Thuile lo porti sul Col Croce e per la massima pendenza lo fai scendere al Buic, scomettiamo che a fine giornata si sarà goduto pure i 700m di dislivello in salita? E la prossima volta verrà pure al Col Chavannes (se lo fai scendere in Val Ferret, naturalmente...).
 

ApoBike

Biker serius
14/9/06
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Venaria
picasaweb.google.it
personalmente NON proporro' mai in programma gite CAI come gruppo MTB una uscita in Bike park o men che meno una gara, spiego il perche':

1- e.... a quelli che attualmente fanno parte del gruppo MTB (e da noi NON sono tutti matusa, scusate !), che non hanno mai espresso la necessita' di 'chiudersi' in un bike park o andare a fare una gara, che gli racconto ?

2- se ho desiderio di fare delle gare Vi partecipo ! Cio' esula dall'essere iscritto CAI... posso essere anche ed in contemporanea iscritto alla benemerita societa' "pedale del Bar dello Sport" nessuno me lo vieta. Diverso e' mettere gare nel programma gite, cosa fai quando poi Ti chiedono il tesseramento alla Federazione piuttosto che all' UDACE, e poi cosa fai, entri nel giro delle visite mediche agonistiche?! non comprendo l'esigenza in ambito CAI

3- ogni anno come gruppo MTB abbiamo una crescita costante del 10% circa di nuovi tesserati CAI (bikers), e sapete bene che non e' poco. Certo sono sicuramente -tutti- con eta' sopra i 25 anni e -certo- bisogna faticare, cercarseli, proporsi, promuovere, muoversi, scrivere, faticare, ma se c'e' la passione...

4- sarebbe interessante farsi raccontare le esperienze e le adesioni (in CAI) che raccolgono quelle Sezioni CAI (es. Pinerolo) che ogni anno -pazientemente e con perizia dico io- organizzano corsi di MTB per ragazzi.... LORO sono le vere nuove leve, e non venitemi a dire che in BP si impara ad apprezzare la montagna...e' quasi come dire che in palestra indoor in artificiale si apprezza la vera arrampicata in montagna...

5- quoto pienamente 'monorotula' nel suo messaggio di ieri, in un paio di escursioni non diciamo quali ne' se sociali ne' con chi, ho visto dei 'cinghiali' FR abbastanza estremi fare delle robe mettendo a rischio se stessi e gli altri e ro-vi-nan-do l'ambiente (!!) e in un caso anche spaccare quasi in due un telaio (e gli e' andata di lusso che non si e' aperto anche lui !) perche' un tizio ha fatto un taglio 'impossibile' giu' da un mezzo dirupo senza controllo su dei roccioni dove nemmeno i camosci si sarebbero avventurati... siamo realisti, vogliamo dare certi esempi !?! e POI l'Accompagnatore di Cicloescursionismo non fa ne' il Carabiniere ne' il Poliziotto, scusate quando ci si iscrive ad una Associazione e' perche' si condividono obiettivi e finalita', senno' si girano i tacchi si saluta e si ringrazia e si va da un'altra parte...

questo e' il mio pensiero, non sono d'accordo che per 'formare nuove leve' e 'fare tessere' si debba partire "dagli impianti di risalita", proprio no...

Ah: in ultimo, l'agonismo -permettetemi, e questa e' realta'- in diversi casi torna negativamente sui giovani, SPECIE per come e' vissuto a livelli estremi oggigiorno (in molti sport arriviamo a 4-5 allenamenti la settimana poi piu' la gara nel w.end con ragazzi dagli 8 ai 12-14 anni ai quali poi a 16 anni propongono gia' i -misculi magici-, ma siamo impazziti ?!), io sarei molto piu' cauto a fornire certi proseliti...

Beh, ora mi darete del matusa..... :il-saggi:
 

maxgastone

Biker spectacularis
17/10/05
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personalmente NON proporro' mai in programma gite CAI come gruppo MTB una uscita in Bike park o men che meno una gara, spiego il perche':
Ognuno è liberissimo di fare come meglio crede e penso che anche questa debba essere la "forza" del CAI

1- e.... a quelli che attualmente fanno parte del gruppo MTB (e da noi NON sono tutti matusa, scusate !), che non hanno mai espresso la necessita' di 'chiudersi' in un bike park o andare a fare una gara, che gli racconto ?
Non è mica obbligatorio, se uno pensa che nella sua realtà possa aiutare ad avvicinare persone che in un secondo tempo potrebbero essere guidate ad un uso "responsabile" dell'ambiente montagna penso che ci possa stare...

2- se ho desiderio di fare delle gare Vi partecipo ! Cio' esula dall'essere iscritto CAI... posso essere anche ed in contemporanea iscritto alla benemerita societa' "pedale del Bar dello Sport" nessuno me lo vieta. Diverso e' mettere gare nel programma gite, cosa fai quando poi Ti chiedono il tesseramento alla Federazione piuttosto che all' UDACE, e poi cosa fai, entri nel giro delle visite mediche agonistiche?! non comprendo l'esigenza in ambito CAI
Ovviamente... comunque la visita medica agonistica non è che ti prepara a diventare un amatore dopato ma serve ad un minimo controllo, e io che la faccio alla fine del test mi sento un pelo più sicuro... semai io non comprendo come si possano fare gite sezionali senza richiedere almeno il certificato di sana e robusta costituzione fisica per tutti, lo sappiamo tutti che non vale un fico secco ma almeno qualcun altro si prende la responsabilità di portare in giro gente che potrebbe al limite fare sport da divano

3- ogni anno come gruppo MTB abbiamo una crescita costante del 10% circa di nuovi tesserati CAI (bikers), e sapete bene che non e' poco. Certo sono sicuramente -tutti- con eta' sopra i 25 anni e -certo- bisogna faticare, cercarseli, proporsi, promuovere, muoversi, scrivere, faticare, ma se c'e' la passione...
Il problema sono gli adolescenti... hanno esigenze diverse e difficilmente li terrai con te...

4- sarebbe interessante farsi raccontare le esperienze e le adesioni (in CAI) che raccolgono quelle Sezioni CAI (es. Pinerolo) che ogni anno -pazientemente e con perizia dico io- organizzano corsi di MTB per ragazzi.... LORO sono le vere nuove leve, e non venitemi a dire che in BP si impara ad apprezzare la montagna...e' quasi come dire che in palestra indoor in artificiale si apprezza la vera arrampicata in montagna...
Nessuno dice che nei BP si apprezza la montagna assolutamente, ma si parte da lì per poi finire in montagna. Io ho iniziato a sciare su pista, tutto il giorno "chiuso" in località con impianti... poi ho iniziato ad amare qualche uscita a bordo pista e ora anche se saltuariamente faccio scialpinismo... con me in molti hanno fatto questo percorso... ancora adesso le prime uscite per far gamba le faccio in pista. Non mi piace + di tanto ma se c'è poca gente torno a casa felice come un bimbo, e a me piace faticare lo sai. Con questo poi il fine settimana dopo mi sparo il gitone di scialpinismo...

5- quoto pienamente 'monorotula' nel suo messaggio di ieri, in un paio di escursioni non diciamo quali ne' se sociali ne' con chi, ho visto dei 'cinghiali' FR abbastanza estremi fare delle robe mettendo a rischio se stessi e gli altri e ro-vi-nan-do l'ambiente (!!) e in un caso anche spaccare quasi in due un telaio (e gli e' andata di lusso che non si e' aperto anche lui !) perche' un tizio ha fatto un taglio 'impossibile' giu' da un mezzo dirupo senza controllo su dei roccioni dove nemmeno i camosci si sarebbero avventurati... siamo realisti, vogliamo dare certi esempi !?! e POI l'Accompagnatore di Cicloescursionismo non fa ne' il Carabiniere ne' il Poliziotto, scusate quando ci si iscrive ad una Associazione e' perche' si condividono obiettivi e finalita', senno' si girano i tacchi si saluta e si ringrazia e si va da un'altra parte...
Discorso già affrontato: i FR nelle gite classiche possono anche starsene a casa. E se c'è qualcuno che fa il furbo lo si prende da parte e lo si battezza

questo e' il mio pensiero, non sono d'accordo che per 'formare nuove leve' e 'fare tessere' si debba partire "dagli impianti di risalita", proprio no...
Non si deve partire da questo ma non si devono mettere paletti o alzare muri. Non servono a nulla e poi cadono sempre... ma come mai nessuno si è mai indignato per le uscite pubblicizzate di moltissime sezioni CAI a Cervinia o a Sestriere?

Ah: in ultimo, l'agonismo -permettetemi, e questa e' realta'- in diversi casi torna negativamente sui giovani, SPECIE per come e' vissuto a livelli estremi oggigiorno (in molti sport arriviamo a 4-5 allenamenti la settimana poi piu' la gara nel w.end con ragazzi dagli 8 ai 12-14 anni ai quali poi a 16 anni propongono gia' i -misculi magici-, ma siamo impazziti ?!), io sarei molto piu' cauto a fornire certi proseliti...
Si può anche fare gare senza prendere nulla se non del buon lambrusco... è proprio nell'intento di strappare gli adolescenti a questi banditi e farabutti che dovremmo interrogarci per come agire nei confronti delle nuove leve... io quest'anno sono intenzionato a fare qualche garetta di Enduro. Non mi ritengo un dopato visto che non bevo neanche caffè o redbull come fanno anche molti pedalatori... ma mi diverto, non rompo le balle a nessuno e faccio questa attività in zone non montane. E ti posso garantire che a Cartosio chi organizza ha ben presente ambiente e codici comportamentali...

Beh, ora mi darete del matusa..... :il-saggi:
Ma no a me piaci (solo sul versante CAI :smile:) ed è giusto confrontarsi e esprimere le proprie opinioni con tutta la serenità possibile...

ps. alla prima uscita del seminario mi presento con la Single speed :smile:
 

TuttinsellaMax

Biker superis
18/1/07
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Brianza
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Ciao a tutti .... tanto per portare il mio parere sull'argomento:

Credo che le proposte in ambito CAI debbano fermarsi dove (ma il confine non è certamente ben delimitato) finisce l'escursionismo o AM o il FR leggero (cioè dove si sale in bici e si scende in bici), anche con protezioni (argomento molto importante su cui si potrebbe aprire un bel topic) ma sempre con uno stile rispettoso (parlo di velocità e consapevolezza dell'ambiente dove si si trova). Da quì in poi credo che le proposte CAI non debbano arrivare se non per specifici spot tecnici necessari (credo per esempio che non si possa insegnare una buona tecnica di discesa se non si organizzano 4/5 discese con risalita meccanizzata) in ambito formativo.
Quì si ferma l'attività CAI ma si può proseguire con l'attività personale, Bike PArk, FR pesante etc. Credo che i ragazzi possano essere tranquillamente "rapiti" da attività impegnative ed emozionanti come il FR leggero (salire in bike e scendere con protezioni su percorsi molto tecnici) o l'AM.
Resta naturalmente l'autonomia sezionale, così come nessuno credo abbia mai contestato i corsi di sci alpino sezionali, ma una cosa è proporli, un'altra è accreditarli come filosofia CAI.
Un'altra cosa ..... recentemente su questo forum ho visto un video di un matto che scendeva a rotta di colla con biga da DH, casco integrale e velocità supersoniche su un sentiero molto tecnico con io con la front non riuscivo nemmeno a fare in sella. Una sentiero molto frequentato da tutti !
Credo che questo si sbagliato, e che veramente solo questo sia da demonizzare, prendere i sentieri per piste da DH ...... sbaglaito per tutti !

Tmax
 

tato

Biker serius
22/3/03
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Io sposo la visione del MTBCAI, non mi interessano le gare, tantomeno il FR puro. In questo momento mi interessa combattere l'innalzamento dell'eta media della sezione. Ribadisco l'apertura a qualche pratica FR e agonistisca deve essere vista come eccezione e soprattutto come attività strumentale (ad es. miglioramento della tecnica discesistica).
Sulle osservazioni di ApoBike:

2- se ho desiderio di fare delle gare Vi partecipo ! Cio' esula dall'essere iscritto CAI...

La mia proposta di pensare anche a qualche pratica agonistica light era rivolta soltanto al "cicloescursionismo giovanile". E' innegabile che una pratica agonistica amatoriale, priva di stress prestazionali, aiuta i bambini ad imparare a gestire lo sforzo negli sport di "durata" (cosa quanto mai utile per l'escursionismo), li educa a comprendere che il raggiungimento di una meta (anche escursionistica), richiede applicazione e fatica.
Quando un bambino torna a casa tutto fiero con la coppetta di tolla sarà stimolato a percorrere più km di quanto ne farebbe per una normale gita. L'importante è che gareggino in primo luogo per divertirsi e non con la priorità della vittoria.
Concordo con te che fuori dall'ambito giovanile non serva al CAI interessarsi alle gare e sarà il socio a decidere se affiancare alla pratica escursionistica quella agonistica.

4- sarebbe interessante farsi raccontare le esperienze e le adesioni (in CAI) che raccolgono quelle Sezioni CAI (es. Pinerolo) che ogni anno -pazientemente e con perizia dico io- organizzano corsi di MTB per ragazzi.... LORO sono le vere nuove leve, e non venitemi a dire che in BP si impara ad apprezzare la montagna...e' quasi come dire che in palestra indoor in artificiale si apprezza la vera arrampicata in montagna...

Ma scusa la formazione in palestra artificale non è parte integrante della maggior parte dei corsi di AG? Pechè allora l'allenamento in un BP non dovrebbe essere un'attività propedeutica a migliorare la tecnica ciclistica sia per i giovani che i matusa MTBCAIgnotti?
Se poi con Bike Park intendiamo aree servite da impianti di risalita in splendide valli montane, non mi sembra che stiamo proponendo di pedalare su una collina-discarica di un'acciaieria... La montanga puoi imparare ad apprezzarla "anche" in discesa (pur riconoscendo che l'esperienza up&downhill sia quella + appagante) Se però facciamo della lentezza dell'andare in salita una condizione minima e necessaria per godere della bellezza dei piccoli dettagli della natura (che nella velocità della discesa sfuggono), allora perchè non estremizzare e dire che solo con la vera lentezza dell'escursionismo a piedi puoi godere appieno la montagna? Allora cassiamo la MTB!

Ah: in ultimo, l'agonismo -permettetemi, e questa e' realta'- in diversi casi torna negativamente sui giovani, SPECIE per come e' vissuto a livelli estremi oggigiorno (in molti sport arriviamo a 4-5 allenamenti la settimana poi piu' la gara nel w.end con ragazzi dagli 8 ai 12-14 anni ai quali poi a 16 anni propongono gia' i -misculi magici-, ma siamo impazziti ?!), io sarei molto piu' cauto a fornire certi proseliti...

Più che il doping il male dello sport giovanile sono certi genitori che inculcano nei giovani l'ansia da prestazione. Ciò che chiedo alle mie figlie dopo una gara è soltanto: "vi siete divertite?" "avete voglia di farne un'latra o torniamo ad andare in montagna per i fatti nostri?". Agonismo come divertimento e piacere e non "fine a sè stesso" (o a gratificare l'ego di genitori frustrati). Penso che il CAI possa aiutare e ricondurre l'approccio giovanile agli sport della montagna verso una dimensione meno estremizzata al puro agonismo. Senza sostituirsi alle federazioni il CAI può svelare come anche in uno sport ci sia spazio (anche o soprattuto) per una pratica escursionistica e di scoperta. Ma sport rimane e qualche volta il cronometro si può anche farlo partire... senza sentirsi in colpa.
 

ginogino

Biker perfektus
7/6/03
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Sarzana (SP)
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Bike
Giant Reign 2008, Gary Fisher Paragon 2008, Specialized Camber Comp 29er 2012, turbo levo 2019, Niner RLT Steel 2019
In questo momento mi interessa combattere l'innalzamento dell'eta media della sezione.

L'età dei soci CAI è la vera nota dolente, ieri sera riunione per approvare il bilancio 2009, quindi c'erano quasi tutti, e io che ho 44 sicuramente ero il più giovane presente.
 

Little Eagle

Biker superis
1/11/08
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Western Alps
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Giusto voler abbassare l'età media dei soci, ma il CAI non è una società a scopo di lucro dove si devono raggiungere obiettivi di crescita numerica.
Il CAI deve proporre attività nel rispetto dello scopo statutario (frequentare, conoscere e tutelare): chi condivide il nostro modo di andare in montagna è bene accetto, chi non lo condivide (e preferisce fare/farsi del male buttandosi senza rispetto su di un sentiero condiviso da altri) è pregato di rivolgersi altrove, con stima e affetto.

L'unico modo per attrarre persone è farsi conoscere. Se chi vuole andare in mtb non sa che il CAI fa anche mtb non ci pensa nemmeno. Magari invece trova il volantino di questa o quella associazione di fr o di agonisti in bella mostra sul bancone del proprio ciclista e comincia a frequentarli. Salvo poi che dopo un po' si stufa perché l'ansia agonistica lo tormenta, non ha tempo per allenarsi a suficienza, oppure si spacca ed è costretto a darsi una calmata.

Io mi inc..zo tutte le volte che leggo che la mountain bike è uno sport estremo, pericoloso ecc. Ma dove? io faccio escursioni, la velocità è bassa anche in discesa, gli ostacoli li copio e non li salto, mi diverto un casino e non rischio mai più di tanto, se ci sono passaggi oggettivamente pericolosi scendo e li faccio a piedi.

Sarebbe ora che il CAI (ma non solo!) cominciasse a divulgare questo modo di andare in mtb, che poi mi pare condiviso dalla maggioranza, puntualizzando che nel 2009 è anacronistico parlare semplicemente di mtb. Si deve specificare se si tratta di escursionismo/AM, fr, dh, 4x ecc.ecc.

A questo punto, il cai deve/può fare anche fr o dh o gare? Certo, l'immagine che il cai deve dare è quella della pratica escursionstica, che gli appartiene. discipline gravity o agonostiche non gli appartengono ma nessuno vieta di farle, nei modi e nei luoghi opportuni.
 

Little Eagle

Biker superis
1/11/08
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Western Alps
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@ Apo

sarebbe bello fare una statistica delle varie forme di proselitismo messe in piedi dalle sezioni.
Secondo me tutto dipende dalle situazioni locali e dagli interessi di chi organizza. Pinerolo è un ottimo esempio di attività rivolta ai giovani, attirandoli subito verso uno stile escursionistico e senza passare per i BP.
Magari altrove c'è invece la necessità di fare un cammino diverso.

Secondo me è meglio insegnare subito ai giovani che si deve tenere un comportamento consono alle situazioni (rispetto per l'ambiente e per gli altri), senza portarli necessariamente nei BP. La tecnica di discesa la posso insegnare benissimo in un piccolo circuito in collina senza per questo ricorrere a risalite meccaniche.

Forse la strada maestra sarà quella di collaborare strettamente con l'AG. Noi ci stiamo provando, spero che il tempo ci dia ragione.
 

maxgastone

Biker spectacularis
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Giusto voler abbassare l'età media dei soci, ma il CAI non è una società a scopo di lucro dove si devono raggiungere obiettivi di crescita numerica.
Mhmm sicuro? A tutti i consigli mi chiedono sempre quanti hanno tesserato e nell'anno che abbiamo raggiunto il record sezionale tutti erano raggianti... lo stesso GR piemonte ha messo in risalto che la nostra regione è una delle poche che nel 2008 è cresciuta...

Nessuno va a cercare nessuno per strada ma alla fine dell'anno ogni sezione fa la conta tra nuovi e vecchi... inoltre (almeno da me) dopo il 31 si fa un invio ad hoc ai "morosi" per carcare di convincerli a rinnovare...

Poi io sono della tua idea: pochi ma buoni, chi ha veramente voglia di "vivere" la nostra filosofia attivamente rimanga con noi chi invece lo fa solo per abitudine, ma poi guarda caso mette i bastoni fra le ruote, si metta gioiosamente da parte :il-saggi:
 

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