Di seguito alcune mie considerazioni, che riterrei valide "quasi" in tutti i casi.
Tolleranza al Lattato e
reattività neuro-muscolare
Spesso ho la possibilità di confrontarmi con utenti del forum o amici, concentrandoci sugli elementi più "critici e frequenti" in ambito discesa
La criticità più "gettonata" è:
- "tecnicamente ci sono ed il fiato ce l'ho, ma dopo metà tracciato (in gara o in discesa spingendo al max) mi irrigidisco, le gambe diventano pesanti ed anche la parte superiore inizia a soffrire".
A mio parere queste sono le conseguenze di due elementi:
1) un eccessivo accumulo di lattato;
2) una bassa tolleranza all'accumulo di lattato.
Il primo elemento dipende, soprattutto, dal proprio livello di resistenza aerobica e soglia anarobica: più sono "alti", più tardi si arriva alla produzione di lattato, minore è l'accumulo di lattato.
Ecco perchè è importante sviluppare le basi di potenza e resistenza aerobica.
Il secondo elemento dipende, soprattutto, da carenze sia in termini di allenamento specifico finalizzato a sopportare elevati accumuli di lattato, sia in termini di allenamento propedeutico a tale finalità (sviluppo della forza massimale, adeguata ipertrofia, sviluppo della potenza aerobica); inoltre lacune dal punto di vista della tolleranza al lattato incidono negativamenta anche su un aspetto di primaria importanza in DH, ossia la
“reattività neuro – muscolare”, ossia la capacità di interpretare il tracciato, le asperità del terreno e di reagire di fronte a situazioni non prevedibili a priori (utile la ginnastica propriocettiva)
Occorre quindi programmare adeguatamente la propria preparazione affinchè si possano sviluppare tutte le capacità aerobiche ed anaerobiche tipiche di uno sport aciclico come la DH (o le discipline Gravity in generale), dove il meccanismo anaerobico lattacido rappresenta circa il 70% dell'attività di discesa.