Qui ci sono alcune informazioni sul percorso... Ora che il video è stato linkato su Repubblica e su altri siti che poco c'entrano con la pratica della MTB è abbastanza facile trovare in rete informazioni e altre foto...
Si vede come la parte veramente dura per chi soffre di vertigini sia la parte 4, credo l'inizio del video, visto che i tre bikers vanno in discesa.
Su di loro qui e su internet si è ormai scritto tutto e il contrario di tutto. Personalmente non mi sono sembrati così impreparati... sanno dove frenare, dove correre un po' di più, dove scendere dalla bici... io che soffro un po' tanto di vertigini lì non mi ci porti manco morto ma beati loro che ci possono andare... e invece no, anche qui in tanti a dargli contro....
In mezzo c'è finito anche il buon 100% Brumotti, che è un po' il prezzemolo di tutte le discussioni sulle minkiate in bici... E allora mi chiedo, fa più male al movimento della MTB il 100% senza casco che salta all'ora di cena in TV o i commenti a questo video che pian piano si spande su internet accompagnato da tutti i rischio, pericolo, morte, disprezzo della vita del caso? Divertimento è stato usato solo qui, e da una minoranza...
A rigor di logica fa più danni Brumotti, che comunque ha un audience più alta ed è seguito anche da un pubblico delle nuove leve della MTB, quelle di domani o dopo. E in effetti, girando per la città, almeno la mia, il numero dei bambini con casco non supera la metà, mentre è aumentato il numero di bici in stile 100%, anche se poi fanno meno evoluzioni degli skate, saltano giusto un paio di gradini fuori dalla chiesa e non mi pare abbiano fatto più incidenti di una graziella.
Perché quando la città si ritrae, quando si inizia a fare davvero MTB, queste bici e questi bambini spariscono, tenuti lontano da paroloni come pedalare, salita, fatica... non senti come suona meglio consolle?
E chiedendo a mio figlio (13 anni) e ai suoi amichetti di Brumotti, nessuno l'associa alla MTB, resta un acrobata, un ottimo acrobata. E vorresti mettere un casco a un acrobata? Dai. Al massimo un filo che non si vede ma solo quando rullano i tamburi.
La maleducazione al casco piuttosto si alimenta, almeno nella mia città, nel parco cittadino, dove è possibile noleggiare una bici per i propri figli anche se muniti solo di pantaloncini e canottiera, altro che
protezioni.
Restano i tre sul precipizio... Se la gola fosse in Italia (e tanto lontana non è), oggi davanti all'ingresso ci sarebbe la Forestale, l'operaio che picchetta, l'assessore con la delibera di divieto... oltre a un congruo numero di curiosi e a qualche fenomeno in bici pronto al replay dell'impresa.
La prima volta che ho visto questo sentiero l'ho subito collegato alla strada delle 52 gallerie, sul Pasubio. Sentiero vietatissimo alle bici (malgrado sia meno esposto e presumibilmente più largo), credo proprio a causa di un incidente a un biker. Così come sarebbe (sarebbe perché poi ci si passa) vietato il sentiero affianco, la strada degli Scarrubi, che pure è solo un gran mazzo in salita e un continuo saltellamento in discesa. Eppure vietato perché c'è chi ha paura.
Perché le scuse possono essere molteplici, dalle razionali all'imponderabile (anche qui è stato citato il fato, il destino avverso, la cabala), ma il movente a mio avviso resta quello, la paura, quella sociale non quella propria, quella che poi giustifica tutti i discorsi sui soccorsi, sui costi, sul danno alla collettività. Per cui vietiamo, chiudiamo, imponiamo. Stop. Quanti sentieri ci restano?
Allora forse sono io, io che faccio uno sport diverso, o che non capisco... Ma scientificamente, statisticamente, oggettivamente (scusate, sono un ing., educato a ragionare sui dati di fatto) la parte dei miei KM in MTB in cui ogni volta rischio di più è... la pista ciclabile. Quando finalmente inizia la sterrata (qualunque essa sia) sono "salvo", perché dipendo quasi solo da me stesso, da quanto mi conosco, da quanto voglio mettermi in gioco. Certo, può sempre esserci l'albero caduto dietro la curva, il sasso che frana, ma sono un biker, mi sono fatto l'esperienza necessaria per metterlo in conto prima, non dopo. Altrimenti sarei solo un incosciente e a quelli non c'è rimedio, neanche con tutti i divieti del mondo.