[Video] Stretto, strettissimo ed esposto

Teech

Biker ciceronis
25/8/04
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Zola Predosa (Bo)
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Senza nessuna polemica,
vorrei solo far notare che questo sentiero non è per nulla difficile, è solo tremendamente pericoloso.

Difficile. Pericoloso. Spesso le due cose vengono confuse.

Di certo, dei cattivi maestri.

E' vero, difficile è diverso da pericoloso, ma spesso le cose vanno a braccetto ed una cosa pericolosa diventa difficile (per approccio psicologico)...
E poi c'è un altro problema nella tua disamina: come si misura la difficoltà e la pericolosità? Sono concetti assoluti ed oggettivi (come li presenti tu) o soggettivi e relativi? Io voto per la seconda ipotesi. in quanto anche nel mio piccolo, confrontandomi con altre persone, in molti settori (non solo MTB) mi sono reso conto che quello che è pericoloso e/o difficile per me non lo è per altri e viceversa.

"Di certo" non puoi essere certo che siano dei cattivi maestri a meno che non li conosci personalmente ed approfonditamente... Giudicare da 4 minuti di video in modo così perentorio non è pericoloso, ma sicuramente molto difficile almeno per me...
 

Clab04

Biker grossissimus
25/8/08
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Roma Est
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Bhò, a me lascia un po' perplessa la sensazione di 'video amatoriale fatto per far vedere una cosa semplicemente pericolosa' che se ne ricava, tutto qua. Poi, come abbiamo ben visto, ognuno trae le proprie conclusioni con i propri modi e toni. Questa è la mia
L.
E' un punto di vista interessante che secondo me spiega perché davanti a questo video ci si schiera in modo drastico.
In effetti con il mountain biking questo video non c'entra una séga, per lo meno con il mountain biking del 99,9% di chi lo pratica, visto che in 400 messaggi nessuno ha scritto di aver fatto cose simili.
Rimane dunque l'abilità, l'azzardo, il rischio calcolato, la perizia, l'incoscienza, tutto quello che volete, ma non mtb.
E non è neanche l'esasperazione del mezzo, che fa invece gente come quel tizio che ogni quattro parole che dice una è "a" e un'altra è "bombazza".
In questo video c'è solo esibizionismo.
Ora, da qualche anno, e soprattutto da quando hanno infilato videocamere anche nei tostapane, questa parola ha assunto un'accezione negativa, ma a ben vedere deriva dalla parola esibizione, che negativa non è.
Ancora una volta, tutto dipende da due fattori:
cosa esibisce chi si esibisce e cosa piace a chi guarda l'esibizione.
E' tutta una questione di gusti, e l'approccio giusto non è né la censura in nome del rischio di emulazione, né la tesi che un soccorritore debba soccorrere solo chi se lo merita.
L'approccio giusto è molto più facile: può essere un tasto, un click, un pulsante, una spina elettrica o la scritta "Esci", ma quando c'è un modo per fregarsene di ciò che non piace, usiamolo senza fare tanto casino.
Claudio
 

kikhit

Biker incredibilis
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Occam Lt, Alma
peggio se fosse stata una ragazza ... JELLA !!!

ma va, a te basta che sia femmina e bonazza...poi il nome manco lo senti! ;-)

In effetti con il mountain biking questo video non c'entra una séga, per lo meno con il mountain biking del 99,9% di chi lo pratica, visto che in 400 messaggi nessuno ha scritto di aver fatto cose simili.
Rimane dunque l'abilità, l'azzardo, il rischio calcolato, la perizia, l'incoscienza, tutto quello che volete, ma non mtb.
E non è neanche l'esasperazione del mezzo, che fa invece gente come quel tizio che ogni quattro parole che dice una è "a" e un'altra è "bombazza".
In questo video c'è solo esibizionismo.

non sono d'accordo.... ;-) nei giri alpini può capitare di percorrere dei tratti come quelli...anche gli autori del video, mica ci avran fatto solo quello in tutto il giorno no? penso proprio che sia una breve parte all'interno di un giro molto più ampio...è una congettura, ma mi pare logica e sensata.
poi, incontrato un tratto esposto, ognuno lo affronta come meglio crede un tratto così, nel rispetto dei compagni di uscita e di altri eventuali escursionisti.
Sostenere che non è mtb è un po' troppo miope come affermazione, non fosse altro che la miopia consiste nel non riuscire a vedere il contesto in cui un tratto del genere può venire affrontato. ;-)
 

Teech

Biker ciceronis
25/8/04
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Zola Predosa (Bo)
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E' un punto di vista interessante che secondo me spiega perché davanti a questo video ci si schiera in modo drastico.
In effetti con il mountain biking questo video non c'entra una séga, per lo meno con il mountain biking del 99,9% di chi lo pratica, visto che in 400 messaggi nessuno ha scritto di aver fatto cose simili.
Rimane dunque l'abilità, l'azzardo, il rischio calcolato, la perizia, l'incoscienza, tutto quello che volete, ma non mtb.
E non è neanche l'esasperazione del mezzo, che fa invece gente come quel tizio che ogni quattro parole che dice una è "a" e un'altra è "bombazza".
In questo video c'è solo esibizionismo.
Ora, da qualche anno, e soprattutto da quando hanno infilato videocamere anche nei tostapane, questa parola ha assunto un'accezione negativa, ma a ben vedere deriva dalla parola esibizione, che negativa non è.
Ancora una volta, tutto dipende da due fattori:
cosa esibisce chi si esibisce e cosa piace a chi guarda l'esibizione.
E' tutta una questione di gusti, e l'approccio giusto non è né la censura in nome del rischio di emulazione, né la tesi che un soccorritore debba soccorrere solo chi se lo merita.
L'approccio giusto è molto più facile: può essere un tasto, un click, un pulsante, una spina elettrica o la scritta "Esci", ma quando c'è un modo per fregarsene di ciò che non piace, usiamolo senza fare tanto casino.
Claudio

Non condivido la tua visione del video ed il fatto che ritieni non sia MTB (punti di vista) ma credo che hai centrato a pieno il problema (ormai prettamente sociologico mi sentirei di dire) che è scaturito da questa discussione.
Ci tenevo a complimentarmi per queste tue parole...
 

WPaul63

Biker superioris
20/8/10
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Lo farei solo se ne dipendesse il mio stipendio... ma allora sarei *preparato* a dovere, un po' come farebbe Philippe Petit (il maestro funambolo francese).
Altrimenti, laddove mancano anni di esperienza, tecnica e talento, è solo una narcisistica scommessa contro la "random walk theory" (quella del lancio della monetina, tanto per intenderci).
L'estate scorsa un biker svizzerotedesco ci ha lasciato le penne in un punto simile, dalle parti di Andeer, nel canton Grigioni. ne valeva la pena? Boh.

Pace bene e rocchenroll

Paul
 
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sembola

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una nera e l'altra pure
Il punto sollevato da altri interventi era: "avrebbero fatto lo stesso passaggio senza telecamera?".
La mia risposta era e rimane "si". Lo ribadisco perchè lo reputo importante: io nel video ho visto tre ragazzi, tre bikers, in un ambiente severo, che fanno un passaggio oggettivamente complicato, un pò per la difficoltà, molto di più per l'impegno psicologico. Bene, sono riusciti a trasmettermi quella sensazione di vuoto nello stomaco, di paura "buona" che si trasforma in concentrazione, e alla fine di sollievo "post deep experience" che ho provato tante volte. Esperienze simili mi ha fatto imparare a rispettare i miei limiti, ma a non considerarli invalicabili a priori ne da me, ne tantomeno dagli altri. Oggi è molto più facile condividere e documentare esperienze del genere, e questo è l'unico (importante) apporto che riconosco a media come Youtube.

Il punto è proprio questo. La estrema facilità di realizzazione e di condivisione consente di condividere delle esperienze con una platea enorme e conseguentemente di spingere all' emulazione un numero molto più grande che nel passato, in un ciclo che si autoalimenta (vedo, conosco, lo faccio anchh'io e lo faccio vedere). A volte il circolo è "virtuoso", nel senso che l'effetto netto è di diffondere idee o di far conoscere realtà altrimenti sconosciute come per esempio è avvenuto e sta avvenendo nei paesi arabi; altre volte il circolo è vizioso, perchè rende "popolari" attività o idee tutt'altro che positive.

Sia chiaro che il web non può essere considerato responsabile di per sè: per dire, le rivoluzioni son sempre avvenuto ed i neonazisti esistevano anche prima della rete. Trovo però ingenuo e sbagliato liquidare i dubbi di chi si peroccupa dell' emulazione santificando il ruolo della rete in un dogma.


Per tornare al nostro orticello è innegabile che esista un effetto emulativo, e lo dico senza alcuna connotazione negativa. Basta pensare alla moda delle piattaforme o dei northshore, che prima dei video di Whistler o delle foto su alcune riviste non si sono mai viste. Quello che mi dà da pensare non è il possibile effetto emulativo di attività evidentemente "estreme": credo che nessuno pensi di poter emulare le imprese di De ---ardon o Messner così su due piedi, o per restare nel nostro ambiente le evoluzioni della RedBull Rampage o quelle di Brumotti: anche perchè stiamo parlando di personaggi con una preparazione ed una professionalità che (se non li mette al riparo dall'imponderabile e dall' irreparabile) certo consente di limitare il rischio al minimo. Quello che mi dà da pensare sono invece le attività apparentemente alla portata di tutti, che sembrano fattibili senza alcuna preparazione ma che nascondono insidie meno evidenti ma ugualmente rischiose: attività che vengono viste e "propagandate" anche con i video in rete.

Per concludere e ritornare al tema del video, proprio per quanto ho detto sopra trovo sbagliato dare dei giudizi "morali" sul video e sui suoi protagonisti, sia in positivo che in negativo. Per poterli dare occorrerebbe sapere se la loro preparazione era proporzionale all' effettiva difficoltà dell' "impresa", perchè è evidente che tra chi sa quel che fa e lo sa fare e chi "si butta" c'è una grossa differenza.
 
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mountaindoctor

Biker superioris
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E' un punto di vista interessante che secondo me spiega perché davanti a questo video ci si schiera in modo drastico.
In effetti (1)con il mountain biking questo video non c'entra una séga, per lo meno con il mountain biking del 99,9% di chi lo pratica, visto che in 400 messaggi nessuno ha scritto di aver fatto cose simili.
Rimane dunque l'abilità, l'azzardo, il rischio calcolato, la perizia, l'incoscienza, tutto quello che volete, ma non mtb.
E non è neanche l'esasperazione del mezzo, che fa invece gente come quel tizio che ogni quattro parole che dice una è "a" e un'altra è "bombazza".
(2)In questo video c'è solo esibizionismo.
Ora, da qualche anno, e soprattutto da quando hanno infilato videocamere anche nei tostapane, questa parola ha assunto un'accezione negativa, ma a ben vedere deriva dalla parola esibizione, che negativa non è.
Ancora una volta, tutto dipende da due fattori:
cosa esibisce chi si esibisce e cosa piace a chi guarda l'esibizione.
E' tutta una questione di gusti, e l'approccio giusto non è né la censura in nome del rischio di emulazione, né la tesi che un soccorritore debba soccorrere solo chi se lo merita.
Rispetto profondamente il tuo punto di vista, però non condivido le parti in grassetto.
Nell'ordine:
1: Secondo me, MTB è andare con una bici in fuoristrada, meglio se montagna
2: È un processo alle intenzioni. Se sia lecito o meno, non entro nel merito, ognuno è libero di dire la sua. Però qui si è postato il video di un passaggio, io mi limiterei a guidicare questo.

Quoto invece questo al 100%:
L'approccio giusto è molto più facile: può essere un tasto, un click, un pulsante, una spina elettrica o la scritta "Esci", ma quando c'è un modo per fregarsene di ciò che non piace, usiamolo senza fare tanto casino.
Claudio

Ciao:prost:
(a proposito, tutti a risparmiare sul SSN, poi ci si saluta sempre con una birra... mah :nunsacci:)
 
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mountaindoctor

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Il punto è proprio questo. La estrema facilità di realizzazione e di condivisione consente di condividere delle esperienze con una platea enorme e conseguentemente di spingere all' emulazione un numero molto più grande che nel passato, in un ciclo che si autoalimenta (vedo, conosco, lo faccio anchh'io e lo faccio vedere). A volte il circolo è "virtuoso", nel senso che l'effetto netto è di diffondere idee o di far conoscere realtà altrimenti sconosciute come per esempio è avvenuto e sta avvenendo nei paesi arabi; altre volte il circolo è vizioso, perchè rende "popolari" attività o idee tutt'altro che positive.

Sia chiaro che il web non può essere considerato responsabile di per sè: per dire, le rivoluzioni son sempre avvenuto ed i neonazisti esistevano anche prima della rete. Trovo però ingenuo e sbagliato liquidare i dubbi di chi si peroccupa dell' emulazione santificando il ruolo della rete in un dogma.


Per tornare al nostro orticello è innegabile che esista un effetto emulativo, e lo dico senza alcuna connotazione negativa. Basta pensare alla moda delle piattaforme o dei northshore, che prima dei video di Whistler o delle foto su alcune riviste non si sono mai viste. Quello che mi dà da pensare non è il possibile effetto emulativo di attività evidentemente "estreme": credo che nessuno pensi di poter emulare le imprese di De ---ardon o Messner così su due piedi, o per restare nel nostro ambiente le evoluzioni della RedBull Rampage o quelle di Brumotti: anche perchè stiamo parlando di personaggi con una preparazione ed una professionalità che (se non li mette al riparo dall'imponderabile e dall' irreparabile) certo consente di limitare il rischio al minimo. Quello che mi dà da pensare sono invece le attività apparentemente alla portata di tutti, che sembrano fattibili senza alcuna preparazione ma che nascondono insidie meno evidenti ma ugualmente rischiose: attività che vengono viste e "propagandate" anche con i video in rete.

Per concludere e ritornare al tema del video, proprio per quanto ho detto sopra trovo sbagliato dare dei giudizi "morali" sul video e sui suoi protagonisti, sia in positivo che in negativo. Per poterli dare occorrerebbe sapere se la loro preparazione era proporzionale all' effettiva difficoltà dell' "impresa", perchè è evidente che tra chi sa quel che fa e lo sa fare e chi "si butta" c'è una grossa differenza.

L'effetto cassa di risonanza del web è innegabile.
Edit: "attività apparentemente alla portata di tutti". Anche questo è innegabile, però sono convinto che di fronte al sentiero visto sul video, chi non si senta in grado di farlo, dopo la ricognizione a piedi, si tiri indietro.
OT: mi capita di condividere con la mia donna video di Alex Huber (forte scalatore bavarese) e anche lei mi dice sempre che visto così sembra facile. Io le rispondo che per lui è sicuramente facile, e che il grosso del lavoro lo fa sullo studio della via (numerose ripetizioni, sessioni di memorizzazione, "mental climbing" etc) e sul controllo di quella grande assicurazione sulla vita che è la paura. Fine OT
 

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