...tra non molto l'emergenza sarà passata, per lo meno nella sua fase più acuta, allenteranno i vincoli e noi potremo ricominciare a fare gli sport che amiamo. Nel giro di un po' di mesi, o di un paio d'anni alla peggio, avremo per lo più dimenticato questo brutto periodo.
Qualcosa, tuttavia, a mio parere non è destinato ad essere dimenticato.
Rimarrà uno spartiacque, una linea divisoria permanente tra due categorie di persone, che questo periodo di restrizioni avrà tracciato ed evidenziato: le persone che possiedono il senso di appartenenza ad una comunità (senso civico, si sarebbe detto un tempo), e scelgono quindi per rispetto verso l'idea stessa di "Comunità" e verso gli altri che ne fanno parte di rispettarne le regole, anche se non le condividono, anche quando trovano discutibili le scelte che vengono fatte da chi presiede alla stessa; e gli individui che antepongono se stessi, il proprio interesse, il proprio tornaconto ed il proprio piacere a tutto il resto, scegliendo scientemente di trasgredire alle regole di comportamento della comunità di cui sopra, adducendo pretesti di ogni genere a giustificare quella loro particolare situazione grazie alla quale se ne considerano esenti; salvo però, invariabilmente, sentirsi in diritto di condividerne i vantaggi (e anzi essere i primi a levare alte grida quando se ne credono privati).
Appartenere all'una o all'altra categoria è una scelta di campo che viene fatta adesso, e che è definitiva. Si potrà cambiare idea a parole, si potrà dirsene pentiti in un senso o nell'altro, ma la scelta rivela un sistema di convinzioni di fondo - un modo di essere, meglio - radicato, irreversibile e mutuamente incompatibile tra i due schieramenti.
Meglio pensarci bene adesso, dunque. Questa è una di quelle decisioni che spostano senza ritorno l'individuo da una parte o dall'altra di come si intende una comunità di persone ed il viverci, e conviverci, assieme.
Parlo per me ma sono convinto di non essere il solo. So per certo fin d'ora che non avrò più alcun desiderio di scambiare parti della mia vita, dei miei interessi, dei miei pensieri, delle mie emozioni - qualsiasi forma di interazione empatica, insomma - con chi intende il senso di "comunità" in modo così diametralmente opposto al mio, e col mio così incompatibile. E quelli a cui tutto ciò non interessa nulla, con ogni evidenza hanno già implicitamente dichiarato da quale parte intendono stare.