Sinceramente, ho l'impressione che tutto questo odio nei confronti di Marquez, sia dovuto
anche alla narrativa MEDiAtica.
E non c'è nulla di sportivo in questo.
Come in una curva allo stadio, dove la maggior parte della gente va a sfogare la propria frustrazione esistenziale, più che a seguire la partita.
Ad ogni modo, in riferimento all'altro pilota paladino della sportività e della correttezza in pista...., faccio mie le parole di Pedrosa:
“Io andavo in pista con l’intenzione di essere più veloce di tutti gli altri, Valentino lo faceva pensando, invece, a bloccare gli altri. A volte ti toglieva la pazienza: Casey Stoner c’è cascato e, spesso, c’è riuscito anche con me, tanto che ho dovuto cambiare mentalità”. Lo ha raccontato Dani Pedrosa, nella puntata a lui dedicata di Cuatro Tiempos, la serie di DAZN Spagna su quattro piloti che ormai hanno appeso il casco al chiodo: Martinez Aspar, Crivillè, Lorenzo e, appunto, Pedrosa.
Il piccolo samurai, parlando del Dottore di Tavullia, non ha usato toni polemici, ma ha spiegato quale è stata la vera rivoluzione portata da Rossi nel mondiale: il modo di fronteggiare gli avversari. Considerandoli più come nemici da fermare che come rivali da battere provando a essere migliori. “Riusciva a innervosirti – ha concluso Pedrosa – io ho dovuto cambiare approccio alle gare per non lasciare che questo accadesse e condizionasse i miei risultati”.
Le scorrettezze (o presunte tali) di Valentino Rossi tornano protagoniste nel documentario di DAZN Spagna con Jorge Martinez Aspar, Alex Crivillè, Jorge Lorenzo e Dani Pedrosa. Proprio l’ex pilota della Honda ha raccontato di aver dovuto cambiare strategia per non finire nel tritacarne...
Insomma, un pilota con una personalità fortemente disturbata.
Proprio quello che serviva allo show-business.
Non certo allo Sport del Motociclismo.
Ma continuiamo pure a sparare a zero sul Marquez che, a mio avviso, al netto delle porcate fatte in pista, ha avuto il grandissimo merito di impedire al 46 di vincere il "decimo titulo".