Per molti in una gara come il SRH lo spirito competitivo sta nel dimostrare qialcosa a se stesso senza doverlo dimostrare agli altri, nell'arrivare in fondo e mantenere lo stesso entusiasmo con cui si è pensato alla "gara" fino al giorno prima, lo stesso entusiasmo che ti ha fatto partire la mattina dopo essere stato mezz'ora sotto l'acqua, che ti ha fatto continuare dopo quasi un'ora di salita micidiale sotto l'acqua (a differenza di molti 'agonisti' che si sono ritirati, anche con tempi rispettabili, in cima al Dantercepies se non prima), che ti ha fatto rialzare dopo essere scivolato come tanti sui pratoni della prima discesa, che non ti ha fatto vergognare di aver camminato chilometri sull'Ornella, che ti ha fatto stringere i denti per arrivare in cima alla Val Duron quasi tutto in bici, che ti ha fatto percorrere gli ultimi 15 km con un sorriso perennemente stampato sulla faccia e che ti fa emozionare ad ascoltare il tuo nome quando transiti sotto lo striscione finale anche se sei arrivato dopo la banda.
Se si parte e si arriva, siamo tutti eroi, e non lo dico io...
Fra l'altro con un gruppo di amici lo scorso anno siamo saliti giovedi mattina e, alla faccia della preparazione agonistica, abbiamo girato in MTB tutti i giorni fino alla domenica pomeriggio, beccandoci anche una bella grandinata subito giovedi in Val lunga, portando le nostre bici (con un po' di funivia, che credete) sulle vette più alte del circondario al venerdi e godendoci la corrente del fiume di gente per il Sella Ronda Day, facendo la metà più dura del giro, alla domenica, sicuramente sono stati i 4 più bei giorni della mia lunga esperienza con la bici sui monti (e anche quelli con più km e dislivello).
Dove sta lo spirito competitivo per me? nel tornare l'anno dopo e trovare il modo di divertirsi ancora di più...