Ciauz!
Ieri con il dindo siamo andati in quel del triangolo a farci la traversata della dorsale.
Il santo protettore dei mountain bikers ci ha assistito fin dal mattino, regalandoci una giornata davvero meravigliosa: cieli sgombri e temperature gradevoli (con picchi di 15°C nel primo pomeriggio).
Salita
Arriviamo a Como e parcheggiamo proprio di fronte alla funicolare, cosa che ci costerà oltre 10 euro di parchimetro, ma pazienza.
Saliamo sulla funicolare insieme ad altri due giovani bikers, con delle bici non proprio giovani: colori fosforescenti e forche rigide!
Arrivati a Brunate cominciamo a salire, seguendo l'ottima traccia del roadbook (
http://itinerari.mtb-forum.it/tours/view/691http://itinerari.mtb-forum.it/tours/view/691)
La salita procede bene, fra paesaggi spettacolari e rifugi chiusi.
Passiamo dal mitico sentiero dei faggi, sul quale percorriamo un meraviglio single track fra saliscendi magnifici.
Giungiamo quindi al rifugio Riella, unico rifugio che abbiamo trovato aperto. Dopo le foto di rito, decidiamo di farci fare un panozzo con salame, che però decidiamo di gustare prima della discesa finale, accontentandoci quindi della classica barretta, divorata osservando il panorama. E' in questo momento che mi rendo conto della piccola tragedia che stavo vivendo: la mia
sacca idrica aveva la valvola aperta e stava perdendo liquido prezioso! Per fortuna me ne sono accorto sufficientemente in tempo per non rimanere completamente a secco.
Nel mentre ci raggiungono i due giovani bikers incrociati a Brunate, che ci danno un lieve distacco.
Ripartiamo e ci ritroviamo quindi fuori dai boschi. A questo punto il fondo comincia a diventare pesante, causa "effetto colla" del fango non completamente asciutto. La salita alla vetta del monte San Primo è quindi piuttosto dura: il meteo continua a graziarci, regalando un sole caldo, ma le
ruote sono pesanti e fatichiamo non poco. Non paghi della stanchezza, poco prima di salire ai ripetitori, facciamo una deviazione fuori sentiero, sulla destra, di un centinaio di metri, in modo da arrivare ad un costone dove si può ammirare un bel panorama.
Rientrati in traccia, raggiungiamo la vetta di San Primo e ci regaliamo una pausa divorando il panino col salame, che ormai era entrato nei miei sogni già da qualche km. A questo punto mi rendo conto che la mia sacca idrica è vuota, ma grazie al buon dindo posso almeno bere un po' di succo.
Discesa
La discesa presenta qualche difficoltà inziale: sotto San Primo il fondo è erboso, ma con piccoli avvallamenti (diciamo buche) e molti sassi. Con la frontina da XC si fatica non poco e la stanchezza accumulata negli ultimi km di salita fa il resto, costringendomi a parecchi passaggi a spinta.
Si continua a scendere, nei pressi di una cascina andiamo fuori traccia di qualche metro, ma recuperiamo subito (lo stesso punto l'ho visto in uno dei video postati l'altro giorno).
Ricominciano quindi i passaggi nei boschi. Arrivamo nei pressi di un altro rifugio o forse di una cascina (Marta?), dove la traccia punta in mezzo al bosco, ma fatichiamo non poco a trovarla a causa del manto di foglie che rendeva irriconoscibile track e ostacoli. Alla fine però lo agganciamo e iniziamo a scendere.
A questo punto non c'è molto da dire, perché il fogliame e l'umido ha reso non poco difficile la nostra discesa. La parte delle gradinate l'abbiamo fatta in gran parte a spinta, perché con le front e quel tipo di fondo era davvero un azzardo provare a scenderle. Nei km finali abbiamo avuto anche qualche problema con le colate di asfalto laterali per le ruote delle auto: il fogliame le aveva nascoste e ad un certo punto ci siamo ritrovati in mezzo ad un canale di pietre senza la possibilità di risalire agevolmente ai lati. Abbiamo ballato un bel po'!
Ritorno
Il vero momento epic-ride è stato l'arrivo a Bellagio. Fuori dai sentieri, abbiamo deciso che provare a prendere un traghetto era rischioso
, quindi abbiamo piegato a sud e ci siamo messi a pedalare.
Il buon dindo ha fatto il passo e all'inizio sembrava andare bene. Le medie erano buone, soprattutto nei pezzi in piano, ma ad un certo punto i famosi sali-scendi anticipati dal kikko hanno fatto il loro ingresso nella nostra "scampagnata". Nei pressi di Nesso io ho cominciato ad avere allucinazioni a tema religioso e ho cominciato a pensare che l'orrido di Nesso fosse in realtà una bestia che si nutre di triangolisti lariani sfiniti. Facciamo quindi una pausa, molto breve dato che il buio si apprestava, e ripartiamo.
Riusciamo a godere del tramonto sul lago e percorriamo gli ultimi km per inerzia.
Arriviamo a Como quasi con il buio totale, sfiniti, ma felici.
Oggi, contrariamente a quanto avevo ipotizzato, mi fa male solo il sedere
Per le foto, magari posto qualcosa nei prossimi giorni.