News Pedone su pista per MTB fa cadere biker: condannato

sembola

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secondo me chi scende a cannone sui bike park PRETENDENDO di avere pista libera sia da biker che da pedoni sono esattamente gli stessi che lo PRETENDONO quando scendono su trail naturali..
Ma anche no.
Se vado in bike park, ci vado proprio per trovare sentieri e situazioni che su un sentiero naturale non sono possibili e per poter scendere in sicurezza. Se no, appunto, vado in Appennino.


purtroppo questo genere di biker sono quelli che fanno solo male al nostro sport.. che fanno odiare i biker da tutti e che stanno facendo mettere divieti alle bici sempre in più posti.. e far chiudere trail area..
Se una trail area "a pago" non è in grado di tabellare, manutenere, gestire i rapporti con le autorità ed i proprietari è giusto che chiuda.

se vi trovate il nonno 70enne che per cercare funghi ha sconfinato per 20 metri nel bike park.. potete anche trovare da discutere e fare querela.. e avere ragione e vincere la causa..
poi però l'anno dopo il 70 enne che in quella montagna ci è nato, che abita a fianco al bike park.. che magari ha dato il terreno in concessione.. che è amico del sindaco.. poi si stufa.. toglie la concessione.. e fa chiudere tutta la baracca..

vivi e lascia vivere.. e soprattutto in bici.. state rilassati..
Insomma, la logica mafiosa che tanto bene ha fatto alla nostra Italia. Avanti così.
 

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Mah.. la gente tira dritto agli stop e ai semafori rossi.. e voi pensate di risolvere tutto con 2 cartelli messi da qualche parte..
su un area montuosa boschiva di svariati ettari.. con persone di tutte le età e nazionalità che ci bazzicano..

Siete molto molto ottimisti..
Il mondo non è perfetto, e di conseguenza la soluzione perfetta non esiste.
Nel caso specifico, un pedone che gira per i fatti suoi potrai sempre incontrarlo (così come chi si ferma in piena traiettoria perché ha visto un fungo). Però se fai le cose a modo, hai già fatto passi avanti.
Se tu mi metti dei cartelli chiari che mi dicono, come Gandalf con il Balrog, che io pedone non posso passare, vedo di non passarci. Qualcuno lo farà? Pazienza, ma intanto sarà 1 o 2 su 100 anxiché 50, e a tal punto si inizierà a valutare anche la sua responsabilità.
Se non mi dici niente, come faccio a saperlo?
Corollario: ovviamente mi devi dare delle alternative sensate, ben segnalate e percorribili. Il cartello posticcio "saltare la staccionata" perché qualche imbecille ha blindato un sentiero CAI manco fosse Alcatraz per il suo maneggio NON esiste, e infatti la prossima volta che passo di lì ci vado col tronchese.

Per lo stesso motivo, mi aspetto che un gestore una ricognizione dei suoi sentieri prima dell'apertura mattutina la faccia, così come la faccia (o inviti all'estrema prudenza i primi a scendere) dopo ogni qualsiasi evento che possa alterare lo stato delle vie.
Esempio: se passa un temporale con un bel downburst a 100 km/h, magari un'occhiatina per controllare che non abbia giocato a bowling con gli alberi ce la darei. Ovviamente questo non si applica su un sentiero in aperta natura perché lì sono cavoli miei accertarmi che le condizioni di sicurezza siano ancora esistenti.

Il tutto sta a tal punto nel valutare correttamente e celermente qualsiasi eventuale denuncia, e qui cominciano i problemi.
 

sembola

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ma è cosi, l'incidente è avvenuto a circa 10 metri dal termine del trail, dove c'era un cartello di divieto pedoni con scritto "biker only", ma a quanto pare la gente vuole due metri di muro e tornelli di controllo!
In Italia, dove una enorme fetta della popolazione non comprende neppure l'italiano, è difficile sostenere che un cartello in inglese sia il massimo che si poteva fare. Guarda caso nella foto che ho postato ieri (Beringen è nelle Fiandre, precisamente nel Limburgo ) le avvertenze sono sì in inglese, ma prima in olandese.

OOOO Finalmente! 10 minuti di applausi!
io intendo esattamente questo.

quando vado in mtb penso sempre di essere OSPITE.. di un bosco, di un sentiero, di una trail area, di un bike park.. q

In una trail area o bike park a pagamento non sei ospite, sei un utente/cliente. Ma detto questo, il pagare è un elemento in più nella scala delle responsabilità, quando organizzi sei sempre responsabile entro certi limiti. Esattamente come se non si vuole rischiare di farsi male l'unica e non andare in bici, se non si vuole rischiare di essere ritenuti responsabili per un proprio errore l'unica è non intraprendere certe attività. Per il resto esistono le assicurazioni.

Altrimenti domani vengo con venti persone a fare tiro con l'arco accanto alla tua finestra di casa. Poi se qualcuno ti infilza, senza fare tante storie, eh, chè è uno sport olimpico e dovresti ringraziare che c'è chi organizza queste cose...:pirletto:
 

sembola

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:pirletto:
la sicurezza in un bike park deriva dal fatto che non mi troverò un ramo ad altezza testa dietro una curva cieca, non che possano prevedere che un pirla ignora i divieti con tanto di cartello e risale un trail.

Di nuovo, nessuno chiede che il gestore IMPEDISCA fisicamente il conflitto d'uso.

Ma che ci si siano dei conflitti d'uso, specialmente in un'area ad alta frequentazione turistica , è del tutto prevedibile. Ed è doveroso che il gestore faccia quello che è RAGIONEVOLE per impedirlo.
 
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lorenzom89

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Ma anche no.
Se vado in bike park, ci vado proprio per trovare sentieri e situazioni che su un sentiero naturale non sono possibili e per poter scendere in sicurezza. Se no, appunto, vado in Appennino.



Se una trail area "a pago" non è in grado di tabellare, manutenere, gestire i rapporti con le autorità ed i proprietari è giusto che chiuda.


Insomma, la logica mafiosa che tanto bene ha fatto alla nostra Italia. Avanti così.
niente non ci siamo.. :mrgreen: mi dispiace ma abbiamo visioni diametralmente opposte..

quello che scrivi per me è pura follia..

"se vado in bike park ci vado proprio per scendere in sicurezza.. se no vado in appennino" un puro controsenso.. pura follia.. le mie ossa io le voglio intere sia che giro in bike park sia che giro in appennino.. il modo con cui approccio il sentiero è esattamente lo stesso.. e dovrebbe essere lo stesso anche per te..

"se una trail area non riesce.. è giusto che chiuda"
scusa ma sei un carabiniere o un biker? ma non sarebbe meglio magari adattarsi.. o ancora meglio fare proposte migliorative o fare gruppo coi gestori per dare consigli e provare a cambiare le cose?

"logica mafiosa"
ma di cosa stai parlando?? ma tu pensi che tutto l'universo giri intorno alla mtb?? nelle comunità montane alcuni hanno piacere che girino le mtb.. ma ce ne sono altrettanti che starebbero benone anche senza.. se la mtb inizia a creare troppi problemi come questioni normative, legali, contenziosi, querele ecc.. si fa poi anche presto a chiudere e vietare tutto.. in quelle zone possono vivere bene tranquillamente anche senza biker ultra gasati che scendono sentendosi Richie Rude in gara..
 

sembola

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Aggiungo un'altra considerazione.

nel caso specifico il biker non ha querelato il bike park ma l'incauto pedone, che lì non doveva esserci. Ma questo non impedisce che, in linea di teoria, il bike park venga chiamato in causa dal pedone appunto sostenendo mancanze nella segnaletica.

Per cui il biker non dice una parola contro il bike park, ma questo viene lo stesso chiamato in causa.

L'unico modo perchè il bike park non debba difendersi è cercare di fare le cose per bene.
 

reddummies

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In Italia, dove una enorme fetta della popolazione non comprende neppure l'italiano, è difficile sostenere che un cartello in inglese sia il massimo che si poteva fare. Guarda caso nella foto che ho postato ieri (Beringen è nelle Fiandre, precisamente nel Limburgo ) le avvertenze sono sì in inglese, ma prima in olandese.



In una trail area o bike park a pagamento non sei ospite, sei un utente/cliente. Ma detto questo, il pagare è un elemento in più nella scala delle responsabilità, quando organizzi sei sempre responsabile entro certi limiti. Esattamente come se non si vuole rischiare di farsi male l'unica e non andare in bici, se non si vuole rischiare di essere ritenuti responsabili per un proprio errore l'unica è non intraprendere certe attività. Per il resto esistono le assicurazioni.

Altrimenti domani vengo con venti persone a fare tiro con l'arco accanto alla tua finestra di casa. Poi se qualcuno ti infilza, senza fare tante storie, eh, chè è uno sport olimpico e dovresti ringraziare che c'è chi organizza queste cose...:pirletto:
il cartello, oltre alla scritta, riporta il simbolo di un pedone con barra rossa di divieto, segnale universalmente riconosciuto direi.
 
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In Italia, dove una enorme fetta della popolazione non comprende neppure l'italiano, è difficile sostenere che un cartello in inglese sia il massimo che si poteva fare. Guarda caso nella foto che ho postato ieri (Beringen è nelle Fiandre, precisamente nel Limburgo ) le avvertenze sono sì in inglese, ma prima in olandese.



In una trail area o bike park a pagamento non sei ospite, sei un utente/cliente. Ma detto questo, il pagare è un elemento in più nella scala delle responsabilità, quando organizzi sei sempre responsabile entro certi limiti. Esattamente come se non si vuole rischiare di farsi male l'unica e non andare in bici, se non si vuole rischiare di essere ritenuti responsabili per un proprio errore l'unica è non intraprendere certe attività. Per il resto esistono le assicurazioni.

Altrimenti domani vengo con venti persone a fare tiro con l'arco accanto alla tua finestra di casa. Poi se qualcuno ti infilza, senza fare tante storie, eh, chè è uno sport olimpico e dovresti ringraziare che c'è chi organizza queste cose...:pirletto:
Mandami l'indirizzo, che mio figlio fatica sempre a trovare posti in cui allenarsi :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:
 

Pietro.68

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Aggiungo un'altra considerazione.

nel caso specifico il biker non ha querelato il bike park ma l'incauto pedone, che lì non doveva esserci. Ma questo non impedisce che, in linea di teoria, il bike park venga chiamato in causa dal pedone appunto sostenendo mancanze nella segnaletica.

Per cui il biker non dice una parola contro il bike park, ma questo viene lo stesso chiamato in causa.
E se non lo fa il biker lo fa sicuramente d'ufficio il magistrato. proprio perchè l'evento è accaduto in un luogo gestito da qualcuno che per giunta si fa anche pagare.
L'unico modo perchè il bike park non debba difendersi è cercare di fare le cose per bene.
Appunto.
 
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reddummies

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Aggiungo un'altra considerazione.

nel caso specifico il biker non ha querelato il bike park ma l'incauto pedone, che lì non doveva esserci. Ma questo non impedisce che, in linea di teoria, il bike park venga chiamato in causa dal pedone appunto sostenendo mancanze nella segnaletica.

Per cui il biker non dice una parola contro il bike park, ma questo viene lo stesso chiamato in causa.

L'unico modo perchè il bike park non debba difendersi è cercare di fare le cose per bene.
nel messaggio che ha scritto il ragazzo, dice che ha denunciato anche gli impianti e sta aspettando che rispondano alla querela.
 

Paoloderapage

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"se vado in bike park ci vado proprio per scendere in sicurezza.. se no vado in appennino" un puro controsenso.. pura follia.. le mie ossa io le voglio intere sia che giro in bike park sia che giro in appennino.. il modo con cui approccio il sentiero è esattamente lo stesso.. e dovrebbe essere lo stesso anche per te..
Quindi approcci un sentiero in park come uno natural in montagna? o sei fermo in park folle sui sentieri....
Il park serve proprio per girare più veloce con la tranquillità che il sentiero è mantenuto in sicurezza, non girerò al 110% come in gara magari al 95%...
In montagna si gira con ampio margine di sicurezza proprio perchè non ho nessuna garanzia, se anche in park devo tenermi margine perchè magari c'è gente a piedi o una passerella rotta non segnalata o un albero caduto dietro curva cieca allora che senso ha andare in park?
 

Pietro.68

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Quindi approcci un sentiero in park come uno natural in montagna? o sei fermo in park folle sui sentieri....
Il park serve proprio per girare più veloce con la tranquillità che il sentiero è mantenuto in sicurezza, non girerò al 110% come in gara magari al 95%...
In montagna si gira con ampio margine di sicurezza proprio perchè non ho nessuna garanzia, se anche in park devo tenermi margine perchè magari c'è gente a piedi o una passerella rotta non segnalata o un albero caduto dietro curva cieca allora che senso ha andare in park?
Infatti secondo me lui in park non ci è proprio mai andatato!!!
 

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il cartello, oltre alla scritta, riporta il simbolo di un pedone con barra rossa di divieto, segnale universalmente riconosciuto direi.
Infatti, il cartello “Bike park only” (e non “only bikers”) è quanto di più ambiguo si possa immaginare. Devono davvero averla pensata a lungo per farla così male.
Credo poi che non sia a norma, proprio perché non in italiano, prima della seconda lingua, e senza l’icona dell’omino nel cerchio barrato.
I gestori possono essere stati chiamati in causa anche dal giudice stesso.
Però conosciamo così poco della faccenda che si rischia la mera speculazione.
 

lorenzom89

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comunque @sembola
https://paganella.net/photo/userupl...i vendita/Condizioni di Vendita 2022 2023.pdf

qui trovi le condizioni di vendita del biglietto del bike park paganella..

e l'unico punto che ho trovato riguardante le bici è questo:

31. I Bike Park e gli altri tracciati per mountain bike (anche condivisi) sono aperti solamente nel corso della stagione estiva, durante la quale è consentito il transito delle mountain bike, nel rispetto delle condizioni di vendita. Gli utenti utilizzatori dei tracciati prendono visione delle difficoltà degli stessi, indicate nella cartellonistica in loco e nel sito; dovranno inoltre affrontare i tracciati con adeguata preparazione e competenza, nonché con strumenti, attrezzatura e materiali adeguati alla difficoltà del tracciato. Regolamento disponibile su https://www.dolomitipaganellabike.com/it. Il comportamento scorretto sui tracciati o la violazione del suddetto regolamento può comportare la sospensione o il ritiro del pass. Durante la stagione invernale è vietato percorrere i tracciati dei Bike Park.

quindi non trovo scritto da nessuna parte che i gestori siano tenuti a garantire chissà quali condizioni di sicurezza o di tenere lontani pedoni o mucche o volpi..
come pensavo io le tue sono solo PRETESE.. ma la realtà delle cose è ben diversa..
 

sembola

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Il modo in cui approcci un sentiero in un bike park non è quello con cui ne approcci uno in Appennino. Sui sentieri naturali non hai salti (quasi mai), se li ha non li hai "sicuri" (alberi sul landing...), non hai caratteristiche "artificiali" (curve raccordate etc), non puoi avere alcuna informazione sullo stato del terreno se non dopo esserci passato, e soprattutto non sai cosa puoi trovare dietro alla curva. Tutte queste problematiche fanno sì che a parità di "voglia di portare le ossa intere a casa", il limite su un sentiero naturale deve essere molto più basso rispetto ad un percorso in larga parte artificiale, manutenuto e riservato alle bici.
Se in bike park devo avere le stesse cautele che ho (giustamente, sia chiaro) in Appennino, che lo pago a fare il pass?


"se una trail area non riesce.. è giusto che chiuda"
scusa ma sei un carabiniere o un biker? ma non sarebbe meglio magari adattarsi.. o ancora meglio fare proposte migliorative o fare gruppo coi gestori per dare consigli e provare a cambiare le cose?
Mi sfugge perchè chi invoca che ognuno faccia il proprio dovere al meglio sarebbe un "carabiniere".
Detto questo, un bike park "a pago" è un'attività economica. Se non è sostenibile, al punto da non potersi permettere una manciata di cartelli, non può prendere scorciatoie a danno della sicurezza delle persone: nè di chi paga il pass nè soprattutto di chi non lo paga (il pedone che finisce per aria su un sentiero non tabellato avrebbe giustamente qualcosa da ridire).


"logica mafiosa"
ma di cosa stai parlando?? ma tu pensi che tutto l'universo giri intorno alla mtb?? nelle comunità montane alcuni hanno piacere che girino le mtb.. ma ce ne sono altrettanti che starebbero benone anche senza.. se la mtb inizia a creare troppi problemi come questioni normative, legali, contenziosi, querele ecc.. si fa poi anche presto a chiudere e vietare tutto.. in quelle zone possono vivere bene tranquillamente anche senza biker ultra gasati che scendono sentendosi Richie Rude in gara..
Evidentemente sei disposto a barattare la possibilità di avere un bikepark purchessia vicino a casa con la sicurezza delle persone. Io la penso diversamente.
 

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Sono due ambienti diversi. Il bike park è, o vorrebbe essere, un'area delimitata dedicata ad una specifica attività (in questo caso, discesa in MTB). Fondamentalmente è, o vuole essere, un parco giochi.
E' l'equivalente di un autodromo: se hai del sale in zucca in autodromo non vai per sfracellarti, però vai per divertirti e per fare cose che, se hai del sale in zucca, NON fai su una strada aperta al pubblico.
Per la stessa ragione, se non sei interessato a quel genere di attività, non vai normalmente in autodromo. Non è che, normalmente, ci vai con la Panda per girare a 40 all'ora come quando sei nel traffico per andare dal panettiere.
E' peraltro implicito che l'attività in autodromo comporti dei rischi, sia per il mezzo che si guida sia per se stessi, rischi che in teoria dovrebbero essere, sotto alcuni aspetti, maggiori di quelli che trovi su una strada aperta al pubblico (lasciamo stare poi cosa succede davvero sulle strade aperte al pubblico).
Per il tipo di attività svolta, però, in autodromo NON mi aspetto di trovare la vecchietta con il tutore che attraversa sulle strisce pedonali tirandosi dietro il carrellino della spesa, mentre sulla strada aperta al pubblico DEVO considerare quella possibilità.

Lo stesso, almeno a livello teorico, avviene in un bike park: fai una determinata attività a tuo rischio e pericolo, ma ti aspetti di farla senza che ci siano pericoli di un certo tipo che invece trovi su un sentiero di pubblico dominio.
Proprio perché il bike park è un'area riservata a una specifica disciplina puoi aspettarti di poter fare cose che su un sentiero normale NON dovresti assolutamente fare, non fosse altro perché dietro la curva può esserci qualsiasi cosa (o non esserci niente, se nottetempo il sentiero ha ceduto).

Per la loro natura e posizione però isolare del tutto un bike park non è cosa banale e, in diversi casi, non raccomandabile. Ciò non toglie che essere prolissi con gli avvisi e le delimitazioni, senza fare un carcere, sia opportuno. E gli avvisi devono essere chiari sia per me, escursionista esperto, sia per la famigliola con 3 figli + cane, magari che arriva da un altro stato.
 

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Credo poi che non sia a norma, proprio perché non in italiano, prima della seconda lingua, e senza l’icona dell’omino nel cerchio barrato.
I gestori possono essere stati chiamati in causa anche dal giudice stesso.
Però conosciamo così poco della faccenda che si rischia la mera speculazione.
ma i cartelli in paganella non sono cosi, allego link di una foto trovata su internet, per far capire di che cartelli stiamo parlando, e già nel periodo dell'incidente erano cosi.

https://www.italybikeadventures.net/fai-della-paganella-bear-trail-variante-bus-del-giaz/
 

sembola

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E se non lo fa il biker lo fa sicuramente d'ufficio il magistrato. proprio perchè l'evento è accaduto in un luogo gestito da qualcuno che per giunta si fa anche pagare.

Difficile che la Procura se ne interessi a meno che si sia configurato un reato abbastanza grave. Ma sarebbe cmq una questione penale e non civile, non mi risulta che esista una chiamata in causa "d'ufficio" nel civile .
 

reddummies

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Il park serve proprio per girare più veloce con la tranquillità che il sentiero è mantenuto in sicurezza, non girerò al 110% come in gara magari al 95%...
In montagna si gira con ampio margine di sicurezza proprio perchè non ho nessuna garanzia, se anche in park devo tenermi margine perchè magari c'è gente a piedi o una passerella rotta non segnalata o un albero caduto dietro curva cieca allora che senso ha andare in park?

Vi ricordate che un bike park, generalmente si trova sul pendio di una montagna? e che una sicurezza totale che non possa esserci nulla di pericoloso su di un trail è impossibile?
Boh, forse sono io che sono prima di tutto un frequentatore della montagna, e dopo un biker, ma in montagna la sicurezza la fa l'utilizzatore, non l'ambiente.
 
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