Il modo in cui approcci un sentiero in un bike park non è quello con cui ne approcci uno in Appennino. Sui sentieri naturali non hai salti (quasi mai), se li ha non li hai "sicuri" (alberi sul landing...), non hai caratteristiche "artificiali" (curve raccordate etc), non puoi avere alcuna informazione sullo stato del terreno se non dopo esserci passato, e soprattutto non sai cosa puoi trovare dietro alla curva. Tutte queste problematiche fanno sì che a parità di "voglia di portare le ossa intere a casa", il limite su un sentiero naturale deve essere molto più basso rispetto ad un percorso in larga parte artificiale, manutenuto e riservato alle bici.
Se in bike park devo avere le stesse cautele che ho (giustamente, sia chiaro) in Appennino, che lo pago a fare il pass?
Mi sfugge perchè chi invoca che ognuno faccia il proprio dovere al meglio sarebbe un "carabiniere".
Detto questo, un bike park "a pago" è un'attività economica. Se non è sostenibile, al punto da non potersi permettere una manciata di cartelli, non può prendere scorciatoie a danno della sicurezza delle persone: nè di chi paga il pass nè soprattutto di chi non lo paga (il pedone che finisce per aria su un sentiero non tabellato avrebbe giustamente qualcosa da ridire).
Evidentemente sei disposto a barattare la possibilità di avere un bikepark purchessia vicino a casa con la sicurezza delle persone. Io la penso diversamente.