Premesso che non mi sembra sia semplicissimo, per i comuni mortali, assumere costantemente un elevato apporto proteico rispettando al contempo un limite calorico totale ed una eventuale ripartizione dei nutrienti , dove però i 2g/kg, anche 2.5 volendo sarebbero da riferirsi quasi sempre alla massa magra e non al peso totale (si raggiungo parametri superiori solo in contesti di discipline pesistiche, body building etc).
I parametri delle "vecchie" diete mediterranee, che avevano una componente proteica troppo bassa a discapito di troppi carboidrati hanno creato una abitudine alimentare tendenzialmente "ipo proteica" e di tenore calorico piuttosto elevato, contemporaneamente nella "spesa comune" mangiare proteine è assai piu costoso che abbuffarsi di carboidrati e grassi insaturi (vedi obesità nei territori più poveri o le differenze tra sud e nord italia in termini di abitudini alimentari e tendenze al sovrappeso)
Non ci sono reali evidenze mediche che apporti di proteine anche di 2g/kg per massa totale siano di per se dannose per il fegato o il metabolismo in generale nel breve o nel lungo termine, piuttosto rimane difficile bilanciare correttamente un elevato apporto di proteine in alimentazione e pasti anche in funzione di allenamento o sport che possano richiedere un certo supporto glicemico.
Esistono correnti "esagerate" e tendenziosi guru di alimentazioni iperproteiche o addirittura quasi prive di carboidrati, come le cosiddette paleo diete, che ritornano al concetto che l'uomo aveva maggiore longevità nelle epoche in cui era prevalentemente carnivoro e fruttivoro (cacciatori/cavernicoli) che quando passò all'alimentazione ricca di carboidrati e farinacei (coltivatore, insediamenti sedentari).
Secondo alcune opinioni (io mi riferisco al Biasci) la scelta di ricorrere come principale fonte energetica addizionale alle proteine con maggiore o minore quota di carboidrati rispetto ai lipidi è molto soggettiva e legata ai singoli comportamenti metabolici, premesso che comunque i carboidrati garantiscono una superiore e più veloce disponibilità energetica, per cui sarebbero più indicati in attività di tipo aerobico o di alta intensità.
Bisogna valutare che non è facile anche bilanciare il fattore dietetico rivolto alla riduzione o mantenimento di peso, con un fabbisogno energetico adeguato per uno sport ad alto dispendio come la mtb senza rischiare di "bruciare" massa magra durante le fasi di contenimento calorico o di eccedere con alimentazioni da "abbuffata" seguendo al fame post uscita. A sua volta la mtb assume diverse caratteristiche piu o meno aerobiche, ma spesso in discipline tipo AM/Enduro, si svolgono attività prevalentemente anaerobiche ad alta intensità ripetute nel tempo (battiti mediamente sopra la soglia aerobica nelle salite, e dicreta intensità di lavoro anche in discesa), considerando questi fattori è ancora piu difficile orientarsi verso una corretta alimentazione pre/post uscita. Da un lato il riferimento a sport come ciclismo tradizionale non corrisponde esattamente al tipo di esercizio areobico/fisico della mtb (minore costanza, più "sbalzi"; frequenti soglie anaerobiche) e quindi al tipo di alimentazione e consumo calorico necessario, dall'altro anche riferimento a sport "statici" come il body bulding tradizionale non porterebbe a una soluzione ottimale, bisogna capire quale sia il giusto mix di lavoro e fabbisogno in funzione delle abitudini dei singoli, tutto molto soggettivo e poco schematizzabile a mio avviso.