Nuova legge regionale sullo sci...e sulla mtb!

Salgomasudo

Biker grossissimus
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Salgo: se e' vero che il GPS aiuta l'individuazione dei percorsi e quindi alla loro fruizione anche -forse- massiva, e' anche vero che per rovinare dei boschi e fare i "gadani" non c'e' bisogno del GPS... !
(sulla MTB ci sono ormai parecchi libri, siti di percorsi, etc.etc.)

Vorrei solo ricordare che comunque la scelta CAI in merito, e' stata ed e' per la georeferenziazione con GPS dei percorsi. E questo accade sia in ambito CAI MTB LPV (x ora solo nella ns.zona - http://www.mtbcai.it/itinerari-ele.asp) che -per l'escursionismo-, come CAI Centrale. Leggo proprio una ultimissima notizia sulla Rivista del CAI che riporta di un nuovo Portale dei Sentieri Italiani sviluppato dal CAI Regione Lombardia in accordo con la Regione Lombardia (e per ora da cosa ho visto alimentato solo per quella regione), che -a quanto si evince- consentira' di essere "alimentato" in maniera controllata e strutturata, dagli stessi utenti (presumibilmente un minimo esperti in materia) del CAI ! (http://www.chartaitinerum.org).
Ricordo anche che in ambito LPV era stata diffusa e incoraggiata a livello delle singole Sezioni una attivita' appunto di definizione Catasto Sentieri con le identificazioni delle aree di competenza, ma onestamente dovrei chiedere a che punto sia. Sicuro non avevo sentito parlare di 'discriminare' tra sentieri esclusivi per l'escursionismo per pedoni da quello con bikes...

Ho letto anche io l'articolo sulla rivista e proprio perchè ritengo che sia un rischio inserire tutti i percorsi nella rete del catasto preferisco lasciare a chi se ne è assunto l'onere (ed a chi ne trae i relativi onori) fare il censimento di tutte la rete sentieristica regionale.
Infatti nell'ipotesi di applicazione rigorosa della norma, cioè quella volta a vietare la percorrenza in tutta la rete sentieristica al di fuori degli itinerari stabiliti, tutto ciò che non è censito è di libera percorrenza, quindi nel dubbio preferisco non essere proprio io con la mia traccia GPS a dare "informazioni" a chi un domani potrebbe utilizzarle contro il mio interesse.

Chiaramente questa è la mia opinione, che ciascuno può condividere o meno, ma ripeto nel dubbio preferisco lasciare che il fattore tempo giochi a mio favore (un operatore professionale con il suo GPS ci metterà il dovuto tempo prima di essere riuscito a fare il censimento di tutti i sentieri, una comunità di appassionati che utilizza i momenti della propria passione anche per contribuire alla redazione del catasto sentieri ridurrà esponenzialmente tale tempo) e che l'approssimazione delle rilevazioni fatte "professionalmente" contribuisca ulteriormente alla mia libera fruizione delle montagne.
 

Happykiller

Biker pazzescus
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Infatti nell'ipotesi di applicazione rigorosa della norma, cioè quella volta a vietare la percorrenza in tutta la rete sentieristica al di fuori degli itinerari stabiliti, tutto ciò che non è censito è di libera percorrenza, quindi nel dubbio preferisco non essere proprio io con la mia traccia GPS a dare "informazioni" a chi un domani potrebbe utilizzarle contro il mio interesse.
uhm... non credo che funzioni così. Cioé se un itinerario viene riconosciuto come ciclopedonale, che ci sia il divieto per i sentieri non censiti o no, quello sarà cmq percorribile. Quindi di certo non ci si rema contro, fornendo questi dati, non credi?
Altro discorso sarebbe se i sentieri censiti fossero di esclusiva pertinenza pedonale e questo potrebbe avvenire se chi effettua il censimento non è un biker.
Non so se mi spiego. Mi pare che la tua paura sia l'inverso di quanto possa capitare.
Insomma, credo che i percorsi forniti dai bikers siano presi dal Grande Cartomante (:loll: soggetto poi incaricato di aggiornare la cartografia) come ciclabili di default, proprio perché il fornitore è proprio qualcuno che l'ha già percorso in bici.
Se il Grande Cartomante designerà un esperto per rimappare i sentieri, si avranno due risultati: pochi sentieri ben censiti; molti di questi saranno reputati erroneamente non ciclabili, poiché rilevati da "occhi senza ruote". Questo significherebbe che oltre a rischiare di non poter percorrere i sentieri non censiti, si rischia di non aver nemmeno la possibilità di passare su tutti quelli censiti, non tanto per rischi di conflittualità con il traffico pedonale, ma per imperizia ciclistica di chi fa il rilievo. Sarebbe paradossale!

Quindi, a non collaborare, rischiamo di vederci segregati su pochissimi sentieri... una percentuale ridotta di quelli censiti, cioé un quantitativo infinitesimo di quelli esistenti. Più sono quelli presentati come ciclabili, più ne avremo da percorrere se la legge fosse irragionevolmente restrittiva.

vietare la percorrenza in tutta la rete sentieristica al di fuori degli itinerari stabiliti
non significa
tutto ciò che non è censito è di libera percorrenza
bensì il contrario.
Ci auguriamo tutti che non sia così. Ma se lo fosse... non facciamoci trovare completamente impreparati, lasciando a loro anche la definizione di quali sentieri sono ciclabili e quali no. :celopiùg:

Poi, più siamo collaborativi e più lasceranno spazio e tempo per il censimento, consentendoci di fatto (in un primo tempo... prorogabile) di andare dove ci pare, in cambio di un rilievo del territorio.
Noi forniamo un servizio, loro ci appoggiano in questo; noi otteniamo buona parte della nostra libertà ed infine il nostro rilievo ci torna utile, oltre a guadagnare il rispetto di chi in origine ci voleva segregare su pochi larghi piani doubletrack.
Dobbiamo iniziare noi questo circolo virtuoso.
Non è così demenziale come idea, o no?!

Se noi ci mostriamo disponibili e collaborativi, mostriamo di condividere l'amore per la montagna con gli escursionisti a piedi, il divieto in realtà non verrà mai posto né sui sentieri censiti, né su quelli sconosciuti.
 

Danybiker88

Redazione
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Ho letto anche io l'articolo sulla rivista e proprio perchè ritengo che sia un rischio inserire tutti i percorsi nella rete del catasto preferisco lasciare a chi se ne è assunto l'onere (ed a chi ne trae i relativi onori) fare il censimento di tutte la rete sentieristica regionale.
Infatti nell'ipotesi di applicazione rigorosa della norma, cioè quella volta a vietare la percorrenza in tutta la rete sentieristica al di fuori degli itinerari stabiliti, tutto ciò che non è censito è di libera percorrenza, quindi nel dubbio preferisco non essere proprio io con la mia traccia GPS a dare "informazioni" a chi un domani potrebbe utilizzarle contro il mio interesse.

Chiaramente questa è la mia opinione, che ciascuno può condividere o meno, ma ripeto nel dubbio preferisco lasciare che il fattore tempo giochi a mio favore (un operatore professionale con il suo GPS ci metterà il dovuto tempo prima di essere riuscito a fare il censimento di tutti i sentieri, una comunità di appassionati che utilizza i momenti della propria passione anche per contribuire alla redazione del catasto sentieri ridurrà esponenzialmente tale tempo) e che l'approssimazione delle rilevazioni fatte "professionalmente" contribuisca ulteriormente alla mia libera fruizione delle montagne.

Su questo sono pienamente d'accordo.
Vista la situazione attuale delle cose, mi pare assolutamente controproducente aiutare la mappatura dei sentieri, se come sembra non potremo girare sui sentieri mappati. A questo punto meglio tenerci ben stretti i sentieri che abbiamo scoperto grazie ad esplorazioni e tentativi, spesso non segnati su nessuna cartina.

E' un po un controsenso, perchè una cartografia più completa e dettagliata andrebbe a vantaggio di tutti i fruitori della montagna, ma se il rischio è di venire ripagati per il lavoro di mappatura, con la chiusura dei sentieri alle MTB allora non vedo perchè dovremmo aiutarli.
 
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Danybiker88

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uhm... non credo che funzioni così. Cioé se un itinerario viene riconosciuto come ciclopedonale, che ci sia il divieto per i sentieri non censiti o no, quello sarà cmq percorribile. Quindi di certo non ci si rema contro, fornendo questi dati, non credi?
Altro discorso sarebbe se i sentieri censiti fossero di esclusiva pertinenza pedonale e questo potrebbe avvenire se chi effettua il censimento non è un biker.
Non so se mi spiego. Mi pare che la tua paura sia l'inverso di quanto possa capitare.
Insomma, credo che i percorsi forniti dai bikers siano presi dal Grande Cartomante (:loll: soggetto poi incaricato di aggiornare la cartografia) come ciclabili di default, proprio perché il fornitore è proprio qualcuno che l'ha già percorso in bici.
Se il Grande Cartomante designerà un esperto per rimappare i sentieri, si avranno due risultati: pochi sentieri ben censiti; molti di questi saranno reputati erroneamente non ciclabili, poiché rilevati da "occhi senza ruote". Questo significherebbe che oltre a rischiare di non poter percorrere i sentieri non censiti, si rischia di non aver nemmeno la possibilità di passare su tutti quelli censiti, non tanto per rischi di conflittualità con il traffico pedonale, ma per imperizia ciclistica di chi fa il rilievo. Sarebbe paradossale!

Questa è la teoria, bisogna vedere poi come potranno agire in pratica.
La mia paura è che per prima cosa venga realizzata la "completa" (che non sarà mai completa al 100%) mappatura dei sentieri. Si sovrappongono le tracce GPS e si crea un catasto dei sentieri. Fin qui tutto bene, il problema è come verranno scelti questi percorsi.
Questa scelte può avvenire in diversi modi:
- consultando personaggi competenti che sanno cosa vuol dire andare in MTB e che non reputano la MTB una bici da corsa che va su strade sterrate;
- una scelta fatta a tavolino, magari delegando ai comuni (che specie quelli più piccoli non hanno neppur eidea di cosa significhi andare in MTB) o a persone incompetenti.
La grossa paura è appunto chi sceglierà i percorsi percorribili e da questo dipenderà la nostra libertà di andare per boschi.
Il problema di questa legge è che ci devono dire dove possiamo passare e non dove non possiamo passare. Pertanto se per ragioni burocratiche, di ritardi, per mancanza di fondi, o semplicemente per disinteresse un comune o chi per esso non selezionerà i percorsi consentiti, noi non potremo più girare.

Il tuo discorso vale da un punto di vista teorico, bisogna vedere se chi realizzerà la mappatura sarà lo stesso a scegliere i percorsi consentiti e se nello scegliere terrà in considerazione il criterio "questo itinerario è stato tracciato da bikers, allora segnamolo come ciclopedonale". Non è assolutamente detto.
Insomma fornire le tracce die nostri giri può essere un arma a doppio taglio.

Quindi, a non collaborare, rischiamo di vederci segregati su pochissimi sentieri... una percentuale ridotta di quelli censiti, cioé un quantitativo infinitesimo di quelli esistenti. Più sono quelli presentati come ciclabili, più ne avremo da percorrere se la legge fosse irragionevolmente restrittiva.


non significa

bensì il contrario.
Ci auguriamo tutti che non sia così. Ma se lo fosse... non facciamoci trovare completamente impreparati, lasciando a loro anche la definizione di quali sentieri sono ciclabili e quali no. :celopiùg:

Poi, più siamo collaborativi e più lasceranno spazio e tempo per il censimento, consentendoci di fatto (in un primo tempo... prorogabile) di andare dove ci pare, in cambio di un rilievo del territorio.
Noi forniamo un servizio, loro ci appoggiano in questo; noi otteniamo buona parte della nostra libertà ed infine il nostro rilievo ci torna utile, oltre a guadagnare il rispetto di chi in origine ci voleva segregare su pochi larghi piani doubletrack.
Dobbiamo iniziare noi questo circolo virtuoso.
Non è così demenziale come idea, o no?!

Se noi ci mostriamo disponibili e collaborativi, mostriamo di condividere l'amore per la montagna con gli escursionisti a piedi, il divieto in realtà non verrà mai posto né sui sentieri censiti, né su quelli sconosciuti.

Ad oggi la legge dice che sui sentieri censiti sarà consentito il transito delle MTB in ambito di itinerari ciclopedonali. Per cui sui sentieri non censiti, rimane la libera percorrenza.
Per questo ha assolutamente senso il ragionamento "più sentieri non saranno censiti, piu percorsi potremmo girare liberamente".
 

Salgomasudo

Biker grossissimus
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Questa è la teoria, bisogna vedere poi come potranno agire in pratica.
La mia paura è che per prima cosa venga realizzata la "completa" (che non sarà mai completa al 100%) mappatura dei sentieri. Si sovrappongono le tracce GPS e si crea un catasto dei sentieri. Una volta creato il catasto, vengono scelti i percorsi percorribili alle MTB. Questa scelte può avvenire benissimo a tavolino, può essere delegata ai comuni (che oltre a non avere le competenze necessarie, non è neppure detto che lo facciano). Il problema è che ci devono dire dove passare e non dove non passare. E se non ci dicono dove possiamo andare, noi non possiamo andarci.



Ad oggi la legge dice ce sui sentieri censiti sarà consentito il transito delle MTB in ambito di itinerari ciclopedonali. Per cui sui sentieri non censiti, rimane la libera percorrenza.

Concordo con questa lettura.
 

Tano

Biker tremendus
Off Topic.
Anche un po' per sdrammatizzare questa seria situazione...
Un avvocato in bici è come un avvocato su un'autoveicolo: anche se non sa guidare in ogni caso saprà bel sfruttare il suo sapere per avere sempre ragione nel caso fosse necessario.
EHEHEHEHHH
 

Happykiller

Biker pazzescus
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Il tuo discorso vale da un punto di vista teorico, bisogna vedere se chi realizzerà la mappatura sarà lo stesso a scegliere i percorsi consentiti e se nello scegliere terrà in considerazione il criterio "questo itinerario è stato tracciato da bikers, allora segnamolo come ciclopedonale". Non è assolutamente detto.
Insomma fornire le tracce die nostri giri può essere un arma a doppio taglio.
La porremo come condizione.
Noi ci renderemo disponibili a fornire tracciature gps esplicitamente di percorsi escursionistici ciclopedonali, non di sentieri e basta.

Questo ovviamente verrebbe proposto solo nel caso in cui la legge volesse essere (mal)corretta, specificando che fuori dai sentieri censiti in bici non si va.
In caso contrario, concordo che può essere opportuno tenerci il segreto... ihih
 

rooby-doo

Biker forumensus
7/8/03
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Ai margini di Côni in via Trullallero
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Graziella
Ad oggi la legge dice che sui sentieri censiti sarà consentito il transito delle MTB in ambito di itinerari ciclopedonali.
Per cui sui sentieri non censiti, rimane la libera percorrenza.
Per questo ha assolutamente senso il ragionamento "più sentieri non saranno censiti, piu percorsi potremmo girare liberamente".


Mi piace questo ragionamento...
infatti, tanto per far l'avvocato del diavolo (non me ne voglia Salgo),
non vorrei che tutto sto interessamento da parte dei bikers non andasse a innescare in qualche "mente legislativa eccelsa" l'idea che i sentieri di montagna siano infestati di biciclette (che disturbano/danneggiano) e che i bikers siano consapevoli di aver la coda di paglia.

Ribadisco quanto si respira in ambito provinciale qui a Cuneo: al momento non si pensa ad una limitazione sulla rete sentieristica esistente. Semmai il rischio può venire dai singoli sindaci sollecitato da qualche elettore "inkakkiato".
In primis questa legge farà bene agli utenti dei bikepark: a noi non resta che comportarci con un minimo di intelligenza quando incrociamo altri utenti della montagna: e questo vale sia per i cicloescursionisti che per gli scafandrati dei furgoni.
 
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Biker serius
14/9/06
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Venaria
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Ciao,
ieri ho avuto occasione di parlare -molto- velocemente con Marco Lavezzo (Presidente Commissione Interregionale Cicloescursionismo in mountain bike LPV, ovverosia in short CAI MTB http://www.mtbcai.it/) in merito alla nuova Legge Regionale.

In breve:
Marco ha avuto occasione di parlare con Gino Geninatti (presidente CAI Piemonte) che in merito gli ha riferito che:

- il CAI (Piemonte) INTENDE far parte a pieno titolo del tavolo di lavoro che la Regione Piemonte ha/ha messo in piedi per l'attuazione delle attivita' che dalla legge di fatto scaturiscono (io leggo Censimento sentieristica)
- il CAI (in generale), E' l'attore identificato per l'attivita' di censimento della Sentieristica (e come poteva essere diversamente, giacche' ragionando ora in termini Nazionali, con oltre 500000 iscritti in tutta Italia, -quale- altro soggetto privato, oltre ai militari -forse-, avrebbe potuto prendersi in carico una attivita' che comporta un lavoro cosi' capillare...?!).
Al momento difatti a Lui non risulta che altri soggetti siano stati attivati per tale attivita', magari qualche altra attivita' di consulenza associata, ma NON il referente e responsabile principale, anche se ovviamenrte i meriti saranno poi dei politici...

- e' stato anticipato a Marco che in detti sentieri censiti, sara' presente oltre al cartello dell'omino a piedi anche quello per la MTB (!!), quindi NESSUNO potra' dirci che di li' non possiamo passare.

Consentitemi di ritenere questa gia' una buona notizia, perche' va da se' che:
- se il CAI ha 'assimilato' la MTB come pratica facente parte a tutti gli effetti dell'escursionismo -->>

OVVIAMENTE il CAI (il CAI vuol dire che poi gli operativi che saranno chiamati a dare una mano dalle Sezioni............. saremo noi, non dei politici !!), beh, secondo Voi, faremo chiudere dei sentieri alle MTB ?!?! Ovviamente Parchi e zone speciali protette a parte e sempre secondo i criteri CAI e non del buon cicloescursionismo...)
:}}}:

In ultimo, Vi segnalo anche questo link che -comunque- gia' anticipava in un passo di questo accordo, che il CAI stava gia' ponendo le proprie basi di intesa con la Regione...
http://www.diariodelweb.it/Articolo/Regioni/?d=20080505&id=25700

Direi che... si puo' gia'..... moderatamente brindare !!

o-oo-o
 
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Biker pazzescus
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rimane il dubbio su quelli non censiti...
Se si potesse andare cmq dappertutto (censiti e non), non c'era bisogno una legge per dire che non cambia nulla.
L'unica notizia positiva, che non dovrebbe essere neanche così eccezionale in un Paese civile e democratico (ahahah :-(), è che l'escursionismo è escursionismo sia a piedi nudi, sia con gli scarponi, sia con la bici.
E non è la legge che stabilisce questa parità, come magari poteva essere opportuno, onde evitare dispute inutili, ma un "semplice" allargamento della visuale dei capi supremi del CAI. Ottima cosa, ok... ma mi vien da dire <ci mancherebbe altro!>
Ma visto che il buon senso non è la consuetudine qui da noi... va bene... applaudiamo questo traguardo come una grande conquista.

Anche per stabilire la "necessità" di un censimento dei sentieri non serviva una legge, bastava un atto molto meno pomposo. Una delega al CAI, in collaborazione con la Forestale...
I Comuni e i Parchi penso che con le leggi già in vigore avessero già gli strumenti per poter proibire il transito di certi mezzi su certi sentieri e strade.
Insomma, al di là delle giuste regole per i bikepark, il resto della legge rimane un bel mistero...
 

ApoBike

Biker serius
14/9/06
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rimane il dubbio su quelli non censiti...
Se si potesse andare cmq dappertutto (censiti e non), non c'era bisogno una legge per dire che non cambia nulla.
...................................
Insomma, al di là delle giuste regole per i bikepark, il resto della legge rimane un bel mistero...

Quoto in pieno, come ci sia finito qui -dentro a questa legge- il ciloescursionismo, partendo dalla regolamentazione della sicurezza delle e sulle piste da sci (anche utilizzate come bike-parks d'estate), proprio non si capisce! E' molto probabile che i legislatori semplicemente non ne sappiano un tubazzo di cosa voglia dire andare in montagna e probabilmente qualcuno di essi ha bisbigliato in giro che in genere si parla/regolamenta poco di MTB al di fuori delle gare, e... vai, mettiamo qualche articoletto sibillino buttato li', tanto per agitare un po' le acque... ! Prova della incompetenza ne e' il fatto che le racchette da neve non siano comtemplate nella Legge stessa. Sentito di quel gruppo di 4 ciaspolatori di cui 1 (mi pare) ci ha lasciato le penne in trentino scorso w.end ?
Di Leggi in Italia ce ne sono anche troppe, basterebbe applicarle davvero e sanzionare sul serio ! Laddove proprio ne mancasse una, usare il buon senso e non 10 pesi e 80 misure !! che paese...
 

Little Eagle

Biker superis
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Nella definizione di escursionismo del CAI ("dimensione orizzontale dell'alpinismo, dove il viaggiatore è anche esploratore" - parole del PG Salsa) è implicito che tutto è consentito, salvo dove è necessario che sia vietato (per motivi ambientali o di sicurezza): altrimenti dove va a finire l'esplorazione? Chiaro che esplorazione non significa conquista: non abbiamo il diritto di distruggere quello che troviamo né di usarlo in esclusiva.
Se censiamo tutti i percorsi ciclabili, li mappiamo con gps, li segnaliamo con apposite paline ecc., al fine di individuare quello che è percorribile su basi storiche o di consuetudine, rischiamo di fossilizzare la situazione al momento attuale e precluderci la scoperta di nuovi sentieri o la possibilità di realizzare varianti.
Spero che i vertici regionali del CAI, quando andranno a interloquire in Regione, sappiano presentare una posizione conforme a quanto vanno predicando.
Chiaro che le chiusure e i divieti saranno tanto più invocati quante più situazioni negative ci saranno: mai come ora è importante che tutti i bikers, indipendentemente dalle specialità, abbiano/abbiamo la giusta sensibilità per non provocare atteggiamenti ostili nei nostri confronti.
 

Happykiller

Biker pazzescus
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mi auguro che insieme alla palina sia indicato anche un pallino nero o rosso o azzurro, se si ha intenzione di indicare tutti i percorsi comunemente ciclabili. Insomma, chi fa enduro vede la ciclabilità in modo differente rispetto al pedone che occasionalmente gira sulle piste ciclabili in mtb...
Quindi un'indicazione senza difficoltà indicata sarebbe opportuno apporla solo su percorsi molto facili, onde evitare che bikers inesperti si mettano nei guai, fidandosi delle "indicazioni apposite" generiche.
Per cui o si indica anche il livello (e stabilirne il grado oggettivamente sarà un altro bel problema) e si possono segnare anche i percorsi enduro un po' più che da pista ciclabile, oppure sarebbe irresponsabile dare per ciclabili (implicitamente a tutti i livelli) certi itinerari con qualche difficoltà.

Inoltre c'è da dire che un biker serio che fa cicloescursionismo, prima si documenta, studia il giro, POI esce in sella. Quindi i cartelli di ciclabilità in realtà possono servire solo a chi nn si prepara o in punti in cui c'è un groviglio di incroci. In ogni caso devono essere affissi solo su sentieri percorribili da qualunque biker, con tutte le implicazioni che ne conseguono.

Non dico che indicare i percorsi ciclabili sia stupido. In Svizzera ci sono e fanno sempre comodo. Ma sinceramente a chi compie esplorazioni e fa enduro, percorrerà solo il 5% dei percorsi facili facili.
Inoltre sarà plausibile che i percorsi facili e abbordabili siano anche piuttosto trafficati dai pedoni.

Insomma, l'iniziativa è ottima, ci toccherà marginalmente e soprattutto non aveva nessuna necessità d'essere soggetta ad una normazione di nessun genere.
 

Little Eagle

Biker superis
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Gia, personalmente non sono propenso a specificare sulla palina che quel sentiero è ciclabile o no.
Quello che per me non è ciclabile lo è per altri più bravi di me e viceversa.
Poi nessuno potrà mai vietarmi di portare la bici a spalle.
Quindi, altro che mettere anche l'indicazione della difficoltà! al di là del fatto che la scala proposta dal CAI si basa su parametri il più possibile oggettivi, dare delle classifiche è sempre soggettivo, per non dire delle variabili staglionali e meteoclimatiche.
Tuttavia occorre riconoscere che entrare nella segnaletica ufficiale con un simbolo apposito sarebbe un bel passo in avanti.
 

Salgomasudo

Biker grossissimus
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al di là del fatto che la scala proposta dal CAI si basa su parametri il più possibile oggettivi, dare delle classifiche è sempre soggettivo, per non dire delle variabili staglionali e meteoclimatiche.

o-o


Per quanto riguarda la segnaletica ritengo sia meglio che non venga apposta sui sentieri percorribili ma meglio mettere solo i divieti in quelli ove vigono.
Anche e soprattutto per un discorso di responsabilità legato al fatto che il principiante con la bici del supermercato vedendo l'indicazione percorso ciclabile rischia di finire su percorsi dove sono richieste preparazione fisica e tecnica con le logiche conseguenze in caso di incidente.

IMHO
meglio solo mettere i cartelli per evidenziare i divieti, dove verranno ritenuti opportuni, e lasciare alla responsabilità del singolo utente la scelta e la pianificazione del percorso da affrontare in bici.
 

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