Punt ...non solo piacenza.......

windfed

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Oggi Denavolo....sentieri perfetti...forse i ragazzi del Trebbiawheels hanno insegnato ai cinghiali come fare manutenzione e trail building..
Quello che di solito è un percorso noioso e arcinoto...oggi mi sembrava superdivertente ad ogni passaggio. Effetto QUARANTEXIT.
20200509_101525.jpg

20200509_095627.jpg
Per le foto ARTISTICHE....sono negato.
C'è a fuoco TUTTO tranne il soggetto principale..
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miciolo

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DINAVOLO (PC)

Stamattina di buon ora (alle 10:45) con Ila si decide di spostarci in quel di Rallio di Montechiaro per provare a macinare un pò di salita sui trail del Monte Dinavolo.

Dopo aver compilato 4 autocertificazioni ( 2 a testa x l'andata e x il ritorno in auto) togliamo la polvere alle Genius ferme ormai da + di 2 mesi.

Breve saluto a distanza agli zii in quel di Rallio e si parte sui trail di casa.

Subito notiamo che i reggisella FOX ora funzionano perfettamente, con il caldo sono spariti tutti i difetti che ci hanno fatto dannare quest'inverno.

Subito la bella salita sino a Gattavera passando x Ca' Donnino:

Danny MacAskill dei poveri con sullo sfondo la Pietra Parcellara:



Sullo sfondo la Val Trebbia:



A Chiulano cambiamo valle e passiamo in Val Nure:



Noi ci siamo fermati, ma la natura no, la primavera è esplosa:



Decidiamo di seguire tranquilli single trail utilizzati in precedenti Raduni di Emergency che tagliano il Monte Castagnolo:



All'improvviso troviamo catene e cartello a delimitare ed a vietare l'accesso al sentiero che dopo una rampa mortale su prato porta a delle case che credo si chiamino Casa Burrone.
Non so da quando siano state messe le catene perchè è da parecchio tempo che non si passava di lì.
Noi siamo passati lo stesso, però il messaggio è chiaro:



Su asfalto raggiungiamo Mandrola, da dove parte la simpatica salita al Monte Dinavolo:





Questo pezzo che sta facendo Ila è veramente duro, anche se non sembra:



e siamo in cima:



Su le protezioni ed ora la bella discesa:











uno sguardo anche al Monte Pillerone, dall'altro lato della Valle dove credo che oggi non sia sofferta la solitudine!!:



Raggiungiamo la Ila mobile dopo 20 km e 700 mt D+ che, visto lo stato attuale di forma, sono proprio quello che ci voleva.

Una nota sui sentieri che si sono mantenuti perfettamente agibili. :yeah!::yeah!:
 

miciolo

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MONTE ARMELIO (PC)

Il Monte Armelio, un rilievo di 900 mt sulla dx orografica della media Val Trebbia nel Piacentino, costituisce sempre un bel banco di prova per testare l'avvicinamento alla normalità dopo la "reclusione" di questi ultimi mesi.
La bassa quota non deve trarre in inganno; se si raggiunge la croce in vetta, come abbiamo fatto noi, si trovano scenari da Montagna Vera.

Partiamo stamattina da Perino su dure sterrate in direzione Monte Armelio, nella foto sulla dx di Ila:



I colori della primavera in Val Trebbia:



E' da un po' che non passiamo da queste parti; cosa è rimasto della pineta dopo il passaggio della tempesta Vaia nell'autunno 2018:



Lassù si intravede la croce in cima al Monte Armelio:



Breve spallata tra le rocce:



e siamo in cima:



le anse del Trebbia:



su le protezioni e ci catapultiamo giù per la discesa.



La prima parte è molto panoramica in ambiente lunare dove la roccia la fa da padrone e la traccia da seguire si vede a malapena:















Una volta arrivati sul pistino ritorniamo nella civiltà. I numerosi segni delle gomme tassellate dimostrano che i biker che lo utilizzano per allenarsi non sono pochi.









Arriviamo giù con il nostro passo tranquillo interrotto dalle foto senza avere la possibilità della classica birretta e panino in quanto le attività che saranno in grado di riaprire lo faranno da lunedì prox.

Trovati i sentieri perfetti, un paio di passaggi nella parte alta sono belli tosti
....ma si può farli anche a piedi :il-saggi:
Se avessimo preso prima le Genius che abbiamo ora, forse avrei qualche costola incriccata di meno!!! ;-)
 

miciolo

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SANT'AGOSTINO TRAIL - VAL TREBBIA (PC)

Oggi ritorniamo in Val Trebbia, in modalità explo, alla ricerca di nuovi trail.

Con noi c'è @alby.pc , a cui sono giunte voci di nuove tracce che scendono dal versante di Coli in alternativa al conosciuto CAI 159.

....NON RESTA CHE ANDARE A CERCARLE!!!

Lo start è da Piancasale, ma si può partire tranquillamente anche da Bobbio.

La risalita è tutta su asfalto con pendenze pedalabili e con pochissime auto sino al Santuario di Sant'Agostino.





Vicino ad un piazzale utilizzato per il taglio della legna troviamo l'inizio di un trail che, a parte qualche ravanata, ci riporterà nella zona del Campeggio di Bobbio perdendo circa 800 mt di dislivello.

Si comincia con alcune parti ripide ed in contro-pendenza ma sempre super flow:

















Alcuni tratti sono anche su crinale:









per poi ritornare nel bosco:



Dobbiamo fare i complimenti a chi si è preso la briga, durante questa pandemia, di aprire questi nuovi sentieri che potrebbero costituire un'alternativa per chi trova il CAI 159 troppo tecnico e scassato, pur non conoscendone lo stato attuale.

Grazie ad Alby x l'idea :celopiùg:
 

windfed

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Oggi Perino-Pradovera.
Salita in andata quasi tutta su asfalto...ma il panorama è cmq molto bello.
Dall'Angelone, inizia il ritorno in discesa.
Ci sono vari sentieri per il rientro, ho scelto quello con il recinto dei cavalli...da evitare col bagnato.
Il resto è...tanta pietra...o si ama...o si ama.
Ho fatto qualche EXPLO involontaria... Non passavo di qui da anni... e sono bravissimo a perdermi...
Scusate x la ebike...sempre tanta ammirazione x chi va in ..MTB. 20200524_101034.jpg 20200524_162539.jpg 20200524_102734.jpg 20200524_105557.jpg 20200524_103406.jpg 20200524_102808.jpg
 

miciolo

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scusate la mia ignoranza SENTIERISTICA.... il CAI 159 è forse quello che scende da Fontana verso RIO FOLLINO e termina poco lontano dal ponte gobbo? :nunsacci:
Il CAI 159 solitamente lo prendiamo da sopra a Coli ed è condiviso con le moto che lo utilizzano in salita. Credo che inizi dalle creste del Monte Sant'Agostino x terminare nei pressi del Ponte Gobbo.
Da non farsi assolutamente con il bagnato in quanto le rocce diventano saponette.
È uno dei sentieri + complicati, parecchio gradonato e a volte con parecchio smosso (se sono passate le moto).
In alcuni punti tende a chiudersi e si possono lasciare lembi di pelle su spine e rovi!!
Comunque ormai noi lo lasciamo ai giovani!!!
 
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OM RUS & MARCHETTI TRAIL

Altro giro nella Contea Monfaggiana (area Bobbio in Val Trebbia) e altro regalo.

Ieri abbiamo tralasciato una nuova traccia che scende a Piancasale di cui abbiamo visto un breve video inviatoci dal Monfa ( @tafano74 ) qui sul forum.
Il video si riferisce ad una nuova discesa chiamata MARCHETTI TRAIL in onore del " benefattore" che l'ha creata.
Oggi io ed Ila la vogliamo recuperare e alle ore 12 in punto ci presentiamo nel paesino di Piancasale dove ormai siamo cittadini onorari!!

Scaricate le bici ci aspettano 6 km di asfalto sino ad Arelli da dove parte il bel traverso che porta all'OM RUS.











come le capre!!



a centinaia di metri di distanza qualcuno ci osserva:



classica foto:



e via x l'OM RUS:









Terminato l'OM RUS solitamente ci portiamo su un altro must della zona il BHT.
....ma non oggi!!!

Scendiamo qualche centinaio di mt lineari e riconosciamo l'imbocco del nuovo trail visto nel video.
Anche questo trail l'abbiamo trovato molto divertente e molto scorrevole.





ci sono un paio di curve che a prima vista sono un po' ostiche ma dopo un paio di volte si portano a casa:



il tutto condito da qualche ripido e qualche passaggio a sorpresa:









Il trail termina su una sterrata che ti porta direttamente a Piancasale.

Il Monfa nel suo video ha battezzato questa nuova traccia MARCHETTI TRAIL in onore di colui che l'ha creata e anche noi gli facciamo i complimenti x la lavorata e x il bel risultato ottenuto. :}}}:
 

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Il CAI 159 solitamente lo prendiamo da sopra a Coli ed è condiviso con le moto che lo utilizzano in salita. Credo che inizi dalle creste del Monte Sant'Agostino x terminare nei pressi del Ponte Gobbo.
Da non farsi assolutamente con il bagnato in quanto le rocce diventano saponette.
È uno dei sentieri + complicati, parecchio gradonato e a volte con parecchio smosso (se sono passate le moto).
In alcuni punti tende a chiudersi e si possono lasciare lembi di pelle su spine e rovi!!
Comunque ormai noi lo lasciamo ai giovani!!!
Si.... è lui.
Negli anni 80 quando facevo gare in moto era un incubo in salita... specie col bagnato..
 
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DAL PASSO DELLO ZOVALLO (PC/PR)

L'itinerario oggetto di questo foto-report non è lungo (circa 26 km) ma i 1300 mt di D+ a fine giro si fanno sentire.

Si pedala e si spinge sempre in quota, non si scende mai sotto i 1300 mt sino a raggiungere i 1804 mt del Monte Maggiorasca (la cima + alta dell'Appennino Ligure).

Lo start, come da titolo, è dal Passo dello Zovallo al confine tra le province di Parma e Piacenza.

Subito un bel sentiero ci conduce al Lago Nero, situato sul fondo di una conca di origine glaciale a 1.540 mt in Alta Val Nure.



Dopo un breve tratto con bici a spinta arriviamo alle pendici del Monte Bue con le sue fioriture:



Dal Monte Bue scendiamo per poi risalire sul vicino Monte Maggiorasca:











Alle spalle le invadenti antenne:



Sullo sfondo tutte le montagne di Parma con le caratteristiche cimette del Monte Tomarlo:



Alterniamo tratti in faggeta a belle radure in direzione della Rocca del Prete:



fotografi in action (sul bordo di una bella parete verticale):



Sulla Rocca del Prete:



Scendiamo a Prato Cipolla dove alleggeriamo i nostri zaini :



... e giù sul bel sentiero in direzione Fontana gelata:





Risalita verso Passo Crociglia:



Breve discesa in direzione Ciapa Liscia:





ed entriamo nell'anfiteatro della Ciapa Liscia:





foto-ricordo, ben distanziati, sotto la sorgente di acqua gelida che nasce dalla parete della Ciapa Liscia:



nel frattempo il meteo cambia ed una leggera pioggerella ci fa compagnia rendendo ancora + lugubre il paesaggio in Val Tribolata:





Ora intensa ma breve risalita verso il Groppo Rosso (con mtb tutta a spinta, con e-mtb qualche tratto in + lo si pedala). ... comunque sono circa 20/25 minuti.

Il Groppo Rosso, con i suoi 1597 mt, domina con le sue pareti strapiombanti Santo Stefano d'Aveto in territorio ligure ed è uno dei posti + panoramici della zona:







In programma c'era anche la risalita al vicino Monte Roncalla ma il meteo incerto e l'acido lattico accumulato ci hanno spinto verso un + tranquillo rientro via Rifugio Astass:



.....logicamente poi è uscito il sole ma va bene così!!:


Questo itinerario è indicato agli amanti della montagna con spirito di esplorazione.
Pur essendo uno dei giri + "ciclabili" in zona ci sono molti tratti a spinta ripagati dalla bellezza dei luoghi visitati.

Ringraziamo Alby e Carlo che, pur dotati di mezzi + performanti dei nostri, si sono sciroppati gran parte delle salite a spinta.
....non so se x solidarietà o x timore di restare senza batteria :omertà: :bacetto:

Salutiamo anche Gigi che, in prox di Lago Nero, è dovuto rientrare anzitempo x un problema meccanico.

Tutte le foto della giornata sono QUI e QUI
 

miciolo

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ALTA VAL TOLLA (PC)

Altro giro escursionistico oggi in compagnia di Ila alla ricerca di nuove vedute del nostro Appennino in Alta Val Tolla o Val d'Arda.

Anche il giro di oggi non è un giro in bici ma un'escursione su sentieri che di ciclabile han ben poco.
Quindi un po' si pedala, un po' si spinge ed un po' si spalla. La ricompensa è il raggiungimento della cima e qualche scatto fotografico in luoghi che raramente hannno visto il passaggio di mtb.

Come prima ascesa ci tocca il Monte Menegosa (Menegora x i local) x noi inedito.
L'abbiamo fatto diverse volte d'inverno con le ciaspole ma mai in bici.

Inizialmente si sale tranquillamente:



sull'ultimo tratto un po' meno:



Il Monte Menegosa ha diverse cime, noi scegliamo la Cima Morfasso:



Sembra impossibile ma il sentiero diventa ciclabile tra prati e rocce:







pausa di ...riflessione:



e via!!!



il trail scorre in cresta:







diventando molto tecnico, con tratti a piedi:



e purtroppo ritorniamo nella "civiltà".
Ecco come è conciato il sentiero CAI grazie al passaggio di numerose moto enduro e trial:



Altra risalita di giornata sul Monte Lama, un gigantesco panettone erboso.
Si potrebbe salire da una via + lunga e ciclabile ma oggi si prende la direttissima:



Belle vedute sulla sottostante Val d'Arda:



la in fondo la Diga di Mignano:



ed anche il Monte Lama è raggiunto:



diversi cavalli al pascolo:



transitiamo anche per il Castellaccio:



pronti per l'ultima salita al Groppo di Gora:



una volta in cima non bisogna distrarsi, alla nostra destra pareti strapiombanti:





boschi a perdita d'occhio:



che percorriamo per rientrare alla Ila mobile:



Ila ha già adocchiato altri due monti in zona degni di ravanata e mi sa che ci torneremo presto!!
 

miciolo

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MONTE GIFARCO (GE)

oggi prima escursione fuori regione in terra ligure in Alta Val Trebbia.

Decidiamo di salire dopo 5 anni dall'ultima volta sul Monte Gifarco, una cimetta che con la sua altezza di di 1381 mt non dice nulla, ma salirci ha il suo perchè...

La via + breve prevede la partenza dall'abitato di Fontanaingorda, paesino ligure con fontane ovunque ma noi, che ne abbiamo :mrgreen:, partiamo da Gorreto, primo paese ligure dopo il confine di regione con la nostra Emilia.

La salita, via Rovegno, è la solita che facciamo transitando nel bel castagneto del percorso ginnico:



tralasciamo le belle discese che siamo soliti fare continuando a salire in boschi di faggi:





un po' pedalando e un po' spingendo arriviamo alle pendici della nostra meta di giornata.

X arrivare in cima al Monte Gifarco abbandoniamo le nostre bici e facciamo gli ultimi metri di dislivello a piedi complice anche uno stretto canalino infattibile con le bici in spalla.

Subito Ila si fionda in cima e nota che la spada nella roccia è ancora lì:



nessuno è riuscito a toglierla :nunsacci:



Siamo soli, sbafiamo i nostri panini godendoci il panorama che spazia su tutti i monti dell'Appennino Ligure, dal Monte Alfeo al Monte Lesima, s'intravede anche il Monte Maggiorasca "pedalato" la settimana scorsa.

Dopo 10 minuti leviamo le ancore in quanto alcuni escursionisti ci hanno raggiunti.

Breve tratto a ritroso e noto che nel malefico canalino, causa qualche kilo di troppo dovuto all'inattività dei mesi scorsi, fatico a passare:



Riprendiamo le nostre bici, ci bardiamo e siamo pronti per la bella discesa.
C'è di tutto, tratti flow, gradoni, sassaie, cavalli:











Arriviamo all'abitato di Casanova, breve salita sino alla Chiesetta appena dopo Pietranera e giù!!





Due parole sulla fauna del luogo:

bel ramarro (ligùr nel nostro dialetto) che non mi sembrava godesse di buona salute.
Preso e spostato al di fuori della sterrata su cui si trovava



questa invece mi ha fatto venire un colpo, mi ci sono fermato a 1/2 metro e non ha fatto una piega:



questa non l'ho spostata :il-saggi:

dopo cinque minuti lentamente se n'è andata:



e siccome siamo animalisti convinti un paio di ospiti li abbiamo portati anche a casa:

Zecca ad Ila su braccio e zecca anch'io su caviglia.

Dopo il giro guardatevi sempre, sono microscopiche e non si sentono!!!
 
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marco del lest

Tutto fuorché il bitume
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Altro giro escursionistico oggi in compagnia di Ila alla ricerca di nuove vedute del nostro Appennino in Alta Val Tolla o Val d'Arda.

Anche il giro di oggi non è un giro in bici ma un'escursione su sentieri che di ciclabile han ben poco.
Quindi un po' si pedala, un po' si spinge ed un po' si spalla. La ricompensa è il raggiungimento della cima e qualche scatto fotografico in luoghi che raramente hannno visto il passaggio di mtb.

Come prima ascesa ci tocca il Monte Menegosa (Menegora x i local) x noi inedito.
L'abbiamo fatto diverse volte d'inverno con le ciaspole ma mai in bici.

Inizialmente si sale tranquillamente:



sull'ultimo tratto un po' meno:



Il Monte Menegosa ha diverse cime, noi scegliamo la Cima Morfasso:



Sembra impossibile ma il sentiero diventa ciclabile tra prati e rocce:







pausa di ...riflessione:



e via!!!



il trail scorre in cresta:







diventando molto tecnico, con tratti a piedi:



e purtroppo ritorniamo nella "civiltà".
Ecco come è conciato il sentiero CAI grazie al passaggio di numerose moto enduro e trial:



Altra risalita di giornata sul Monte Lama, un gigantesco panettone erboso.
Si potrebbe salire da una via + lunga e ciclabile ma oggi si prende la direttissima:



Belle vedute sulla sottostante Val d'Arda:



la in fondo la Diga di Mignano:



ed anche il Monte Lama è raggiunto:



diversi cavalli al pascolo:



transitiamo anche per il Castellaccio:



pronti per l'ultima salita al Groppo di Gora:



una volta in cima non bisogna distrarsi, alla nostra destra pareti strapiombanti:





boschi a perdita d'occhio:



che percorriamo per rientrare alla Ila mobile:



Ila ha già adocchiato altri due monti in zona degni di ravanata e mi sa che ci torneremo presto!!
 

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ciao miciolo
il sentiero Passo S. Franca - Menegosa - bocchetta di M.Lama - Passo Linguadà è da parecchio tempo che viene arato e distrutto dai soliti enduristi anonimi (tra l'altro scarsi perchè si piantano anche sul piano...). Tempo fa con l'Unione Montana della Val Nure si era ventilata l'ipotesi di sistemarlo con un progetto analogo a quello del Lago Nero, ma si è deciso di lasciare perdere proprio per il problema delle moto e la Regione non ha intenzione di spendere soldi inutilmente sui sentieri battuti dagli enduristi.
Altra occasione persa per uno sviluppo del territorio alternativo all'enduro mordi e fuggi, ma d'altra parte quando proponi al comune (Farini) o ai privati di creare degli ostacoli permanenti al passaggio delle moto od "ai miei capi" di incrementare i controlli tutti accampano mille scuse, dal diritto di accesso al bosco del proprietario (che si ricorda di avere un bosco solo quando è ora di tagliarlo...) all'indotto di una o due motocavalcate all'anno (indotto per chi? ...) e per quanto riguarda la vigilanza... mi limito solo a fare presente che per un efficace controllo di quella zona occorre schiodare le chiappe dal land rover... e quindi ...
Qualche anno fa avevo postato un articolo sul blog della Val Tolla, magari ti può interessare
Ciao Marco
 
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il sentiero Passo S. Franca - Menegosa - bocchetta di M.Lama - Passo Linguadà è da parecchio tempo che viene arato e distrutto dai soliti enduristi anonimi (tra l'altro scarsi perchè si piantano anche sul piano...). Tempo fa con l'Unione Montana della Val Nure si era ventilata l'ipotesi di sistemarlo con un progetto analogo a quello del Lago Nero, ma si è deciso di lasciare perdere proprio per il problema delle moto e la Regione non ha intenzione di spendere soldi inutilmente sui sentieri battuti dagli enduristi.
Altra occasione persa per uno sviluppo del territorio alternativo all'enduro mordi e fuggi, ma d'altra parte quando proponi al comune (Farini) o ai privati di creare degli ostacoli permanenti al passaggio delle moto od "ai miei capi" di incrementare i controlli tutti accampano mille scuse, dal diritto di accesso al bosco del proprietario (che si ricorda di avere un bosco solo quando è ora di tagliarlo...) all'indotto di una o due motocavalcate all'anno (indotto per chi? ...) e per quanto riguarda la vigilanza... mi limito solo a fare presente che per un efficace controllo di quella zona occorre schiodare le chiappe dal land rover... e quindi ...
Qualche anno fa avevo postato un articolo sul blog della Val Tolla, magari ti può interessare
Ciao Marco

Ciao Marco,
innanzi tutto grazie x essere intervenuto su questi topic.
Purtroppo tutto quello che scrivi è vero. I sentieri del Lama/Menegosa sono un disastro, come Il CAI che scende dal Carevolo in direzione Mercatello o alcuni tratti della Stampa di Marsaglia.
....capisco che i sentieri sono di tutti ma basterebbe poco, ....almeno non andare con il bagnato.
Se poi si aggiunge l'incapacità di molti smanettoni l'impatto sui sentieri è devastante.
...speriamo nelle nuove generazioni!!

Claudio
 

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Ciao Marco,
innanzi tutto grazie x essere intervenuto su questi topic.
Purtroppo tutto quello che scrivi è vero. I sentieri del Lama/Menegosa sono un disastro, come Il CAI che scende dal Carevolo in direzione Mercatello o alcuni tratti della Stampa di Marsaglia.
....capisco che i sentieri sono di tutti ma basterebbe poco, ....almeno non andare con il bagnato.
Se poi si aggiunge l'incapacità di molti smanettoni l'impatto sui sentieri è devastante.
...speriamo nelle nuove generazioni!!

Claudio
Non sono in grado di prevedere i comportamenti delle nuove generazioni, però vedendo l'eta media degli enduristi che incontro, ritengo molto esigue le nuove generazioni. Forse mi sbaglio, ma credo che l'enduro, come molte altre passioni legate ai motori siano sul viale del tramonto, basta vedere gli incrementi di ebike che riscontriamo sui sentieri, rispetto alle moto, che sono piu o meno le stesse presenze negli ultimi anni. Inoltre ho la sensazione che nell'aria ci sia un sentire negativo verso tutto ciò che è inutilmente inquinante, inutile produttore di co2 o di rumori fastidiosi (con gli inevitabili eccessi ed isterismi). Penso anche che visto il n. di ebike che frequentano i sentieri ed il n. di enduristi che passano all'ebike, nasceranno ostitlità sempre maggiori tra ebiker e motociclisti, e l'esperienza mi insegna che non cè nessuno di più intransigente di un ex... verso i suoi ex compagni... Personalmente se fossi proprietario di una moto mi affretterei a venderla prima di un crollo dei prezzi.... Ma quste sono solo mie supposizioni:nunsacci::nunsacci::nunsacci: ... forse pedalo un po troppo da solo....
 
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