Ciao Miur
Ti ringrazio per il tuo contributo critico e mi spiace di questo primo impatto con lutilizzo sul terreno del nostro lavoro. Le tue parole mi danno lo spunto per una riflessione, che non vuole suonare come una scusa o un mea culpa ma vuole essere linizio di un confronto, che mi permetta di comprendere come migliorare per un eventuale futuro lavoro.
Premetto di essere un pedalatore come tanti e lungi da me lintenzione di sottostimare le difficoltà degli itinerari che ho proposto per apparire agli occhi di chi li percorre un manico, se così è sembrato me ne scuso. Anzi ci tengo a precisare che il motore che mi ha spinto in questo lavoro è stato esclusivamente la passione per le mie montagne e la bicicletta, con il desiderio di vedere più persone a pedalare e sudare su questi sentieri. Lidea che coloro che acquistano la guida e vengono a pedalare prendano delle badilate con il rischio che non tornino, mi rattrista proprio perché il mio obbiettivo era esattamente quello opposto. Anche per questo sono molto attento a questo tipo di osservazioni e critiche.
Veniamo alla questione difficoltà degli itinerari. Questo aspetto è stata la croce di tutto il lavoro. Con Fiore, Claudio e Marzia ne abbiamo dibattuto a lungo e pur avendo cercato di darci degli standard, la soggettività di ciascuno gioca sempre una parte fondamentale. Non ti dico poi quando alla fine abbiamo rivisto tutti gli itinerari mettendo in ordine stile, difficoltà tecnica e difficoltà atletica. Come ha già detto Claudio è stato un casino perché molte sono le variabili legate non solo alla preparazione del biker ma alle caratteristiche del mezzo usato, fermo restando che le condizioni oggettive siano ottimali. Già qui mi dici che le condizioni non erano ottime, in autunno/inverno lo strato di foglie copre ogni asperità aumentando le difficoltà nella guida, poi se non ho capito male hanno pure tagliato il bosco e vi siete trovati parecchia ramaglia sul sentiero. Effettivamente ciò non aiuta anzi può rendere tutto decisamente difficile.
Quando parliamo di difficoltà tecnica, questa viene valutata in relazione a tutto litinerario salite comprese, si è quindi cercato di dare un valore che rappresenti mediamente tutto il tracciato e può succedere che ci siano brevi sezioni più impegnative. Tu parli della salita al Curò, secondo il nostro criterio tecnicamente è decisamente impegnativa, non tanto per la discesa che, pur dandoti una bella frullata di braccia, si fa sempre in sella ma per la salita che se fatta in sella presenta sezioni decisamente tecniche e difficili.
Entrando nel merito della proposta n° 51 Sulle pendici del Misma come ogni itinerario è stato frutto non solo di lunghe pedalate, ma anche di tanti pensieri. Mentre pedalavo e tracciavo mi chiedevo costantemente se quel sentiero sarebbe stato proponibile o meno e come avrei potuto classificarlo, facendo però attenzione a non proporre semplicemente percorsi già conosciuti e battutti, ma cercando di inserire tratti nuovi e poco conosciuti o combinazioni di salite e discese inusuali.
Sarebbe stato semplice in zona Misma riproporre la classica discesa di Santa Maria di Misma o le più brevi e tranquille discese di Pradale e della Carezzola, tracciati che si trovano in rete o sulle vecchie
guide. Come dico nelle note introduttive del 51 ho riassemblato due giri e ho detto che la difficoltà tecnica è leggermente più alta della media lungo la prima discesa, proprio lungo il sentiero 539. Mentre confezionavo il percorso sono stato più volte tentato di togliere questa prima discesa, ma mi spiaceva non citarla perché ci son parecchio affezionato, indicando però la possibilità di evitarla e giunti alla Pratolina svoltare a sinistra e abbreviare e semplificare lanello, evitando la discesa a Cornale e la risalita a Spersiglio. Tornando alla difficoltà tecnica le salite, essendo su asfalto, non presentano difficoltà, mentre la seconda disegna semplice e la terza scorrevole e divertente, solo nella prima ci sono brevi sezioni ripide e con rocce affioranti. Anche per questo, su 26 km dellintero percorso, ritenevo equilibrato dare un impegno basso/medio, evidenziando una maggiore difficoltà sulla prima discesa.
Ora leggendo il tuo commento mi sono dato del somaro, perché trattandosi di un itinerario stile crosscountry avrei forse dovuto mettere limpegno tecnico eslusivamente medio, evidenziando meglio che lungo la prima discesa si sarebbero incontrate le maggiori difficoltà.
Spero tanto che il tuo giudizio sul nostro lavoro non sia fermi alla badilatapresa e mi auguro che tu ci metta nuovamente alla prova. E se torni Sulle pendici del Misma prova a tagliare la prima discesa e dirigiti perso il Roccolone e Pradale, vedrai che ti divertirai un sacco e forse alla fine della Carezzola, magari penserai: ma quel balengo del Mau, non poteva metterci ancora qualche metro in più su un single-trail sconosciuto?
Fammi sapere come va la prossima uscita e buone pedalate.
mau