Ciao,
credo che Superskinny facesse riferimento alla "sensibilità" delle persone.
Mi ricordo di un appello lanciato dal Sindaco di Finale Ligure dopo una settimana di piogge monsoniche, invitava a non andare a girare sui sentieri per non rovinarli e vanificare il lavoro fatto fino a quel momento.
Credo che la stessa "sensibilità" si dovrebbe avere per tutto il territorio.
Come ho scritto in precedenza, per me è importante rendere coscienti i fruitori del sentiero che solchi,buche,rovi ed altro non si sistemano da soli.
Come? Bella domanda.
Questo perché nella quotidiana abitudine sono aspetti che vengono forse dati per scontati, soprattutto se non si vede/incontra persone sul sentiero a fare manutenzione e/o non si prova con mano.
Facendo un discorso più in generale, per me bisogna responsabilizzare di più le persone, fargli capire di trattare il territorio come se fosse
casa loro, una loro proprietà.
Se si dice/pensa/crede/definisce un territorio come "sentieri di casa", credo che oltre alle parole si debbano fare anche i fatti.
A casa mia non butto per terra la carta, ho
cura della mia roba, se non altro perché se rompo qualcosa poi mi tocca aggiustarla o peggio ricomprarla, e se la prima volta sono stato maldestro, alla seconda ci sto più che attento.
Io poi sono un idealista e penso che l'unione fa la forza.
Se 2/3 persone adottassero un sentiero e vi dedicassero 4 ore al mese(1h al weekend, 2h ogni 2 weekend), anche solo per spazzare le foglie o tagliare i rovi e tappare qualche buca, credo che i sentieri sarebbero in uno stato migliore e meglio fruibili per tutti.
Le persone stesse sapendo/conoscendo la fatica ed il lavoro che c'è nel mantenere un sentiero, apprezzerebbero e rispetterebbero di più il territorio.
Trattare/liquidare questi "discorsi" come vecchie diatribe o figli di leggi farlocche, non credo che serva a migliorare e/o cambiare le cose.