Purtroppo è già da molto tempo che nell'editoria cartacea delle pubblicazioni periodiche il prezzo di copertina non copre i costi complessivi di produzione... e se ciò accade per i quotidiani (spesso foraggiati da contributi statali - vuoi per l'appartenenza ad un partito, vuoi per altre ragioni fra le più amene), è ancor più vero per le riviste di settore (o di nicchia). Quando spendo 4 o 5 euro per una rivista, so già a priori che dentro vi troverò tanta pubblicità. E so anche che la "linea editoriale" scoraggerà (se non censurerà) ogni argomento o parere che in qualche modo metta in cattiva luce uno degli inserzionisti; e mi aspetto anche che eventuali recensioni (o semplici considerazioni) negative verso un brand, vadano ad infierire su chi non è inserzionista della testata; in questi casi, addirittura, si potrebbe verificare un'amplificazione della connotazione negativa delle opinioni.
D'altra parte, se io fossi un inserzionista, non vedrei di buon occhio articoli pubblicati contro di me sulla rivista che "sovvenziono". E cambierei (o minaccerei di cambiare) testata dove farmi pubblicità. Non sarebbe un mio diritto farlo? Il punto è che vedendosi ridotti gli investimenti pubblicitari, la rivista rischierebbe di non uscire più in edicola... Quindi la linea editoriale verrebbe "naturalmente" spinta a mettere in buona luce gli inserzionisti, a scapito dell'imparzialità degli articoli (per la qual cosa molti lettori - ma non noi - non hanno una particolare sensibilità; anzi, se posso sbilanciarmi, arrivo a dire che alcuni leggono una rivista X proprio perchè esalta il marchio Y e getta fango sul marchio Z...).
Rimanendo sul cartaceo e non strettamente in ambito ciclistico, ho ricordo di alcuni passati esperimenti editoriali (cui ho peraltro partecipato) basati su formule come l'azionariato diffuso, nati per cercare di dare risposta a questa legittima e fondamentale esigenza di trasparenza a 360 gradi dell'informazione pubblicata. Molti sono terminati in malo modo, altri sopravvivono, ma solo perchè hanno un pubblico di lettori/finanziatori sufficientemente adeguato.
Sinceramente non credo che in ambito MTB sia facile realizzare qualcosa di simile: occorrono i numeri e la MTB - per come la intendiamo noi - è secondo me troppo di nicchia rispetto all'intero mercato delle 26''. Tuttavia non credo che sia impossibile (e qui passerei la palla all'imprenditore che NON c'è in me :)
Spostandomi su "fronte internet", credo che in linea di massima valgano le stesse considerazioni fatte per i media cartacei, con la differenza che la pubblicazione su internet può essere di diversi ordini di grandezza più semplice ed economica: per esempio può non richiedere ingenti capitali allo startup (se non una smisurata e continua passione per ciò che si sta realizzando - non ho dati in mano, ma credo che la gestione di questo sito richieda circa 1 gg/u al dì, non briciole..), quindi potenzialmente - e sottolineo potenzialmente - i contenuti internet sarebbero più indipendenti ed obiettivi.
Ribadendo il fatto che io considero normale (leggi: la prassi) che la situazione sia quella descritta e dato per scontato che io non possa far nulla per rovesciarla, non ho che da difendermi diversificando quanto più possibile le mie fonti di informazione. Ciò accade per la TV (che per la verità non vedo più da un annetto, e - incredibile! - sto sopravvivendo) come per i quotidiani, così come su internet. E riguarda argomenti politici, di cronaca, culturali e... tecnico-ludici come la mtb. Per intenderci: quando voglio informarmi su un fatto di politica, non mi fermo solo sul sito A, ma vado anche sul sito B; e spesso sul sito C. Su ogni sito mi aspetto di trovare informazioni differenti: ne faccio il massimo comun divisore e, in qualche modo, mi convinco di essere riuscito a strappare una verità sufficientemente attendibile o quanto più scremata da interferenze ideologiche o opportunistiche o partigiane.
Poichè non voglio essere bannato per
offtopicità, mi permetto di fare quest'ultima osservazione. Dopo aver seguito tutto il thread...
a) ...mi sono andato a rileggere:
- l'editoriale di MB World
- l'elenco di post di MTB-Forum più votati dai lettori (pubblicato da Marco qualche commento fa)
b) ... e mi sono ricordato del forum:
- le splendide foto pubblicate
- i reportage di viaggio che mi hanno portato.. in viaggio
- le procedure da
officina (spurgo
freni, sag, ecc) arricchite dall'esperienza personale di centinaia di utenti...
...e mi dico che quell'editoriale meritava solo di essere trascurato per la sua inconsistenza.
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E intanto il sito del meteo non vuol farmi contento per sabato... forse perchè si debba al contrario passarlo a spendere in un centro commerciale?? Vado a spulciarmi chi sono gli inserzionisti....