Made in China - viaggio dietro le quinte

Tc70

Entomobiker
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Provincia di Bs
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Bike
Picola ma carattarastica...
A mio modesto parere è che i cinesi hanno una cultura del lavoro completamente diversa dalla nostra,noi che abbiamo dimenticato quella cultura appena dopo le lotte sindacali 70niane e con il sorgere del benessere 80niano...ora che purtroppo la crisi c'è e di lavoro no,ci danno fastidio,ma la crisi arriverà prima o poi anche li,perchè se il ricco Occidente diventa povero nel ricco Oriente non si produrrà più e ci sarà crisi globale per tutti
In Italia abbiamo dei produttori e artigiani tra i più bravi al mondo ad assemblare biciclette,il problema è che costa comprare,perchè anche loro hanno costi,spese e devon pur mangiare.
In Italia un operaio medio non si accontenta più di un piatto di minestra mangiata magari sul lavoro,d'altronde chi lo farebbe,vedrete che fra tot anni anche il cinese non si accontenterà più di un piattino di riso....
E dopo l'OT,la mia richiesta è di sapere perchè i cinesi non vengono qui da noi (Europa) a produrre,cosi sulle bici non ci sarebbe la gravante dei dazi doganali,d'altronde lo fanno già con divani e vestiti,visto che ci han fottuto in tutto,facciamo almeno in modo di risparmiare qualcosa,,,sbaglio:nunsacci::celopiùg:...buon viaggio e molta invidia....
 

roby31

Biker serius
26/4/11
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Morro D'Oro
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Mi piacerebbe sapere i marchi che producono con propri stabilimenti in Cina e chi usa il terzista?
Inoltre, quali sono i propri marchi dei terzisti che producono anche per i grandi marchi?
I materiali utilizzati sono di stessa qualità di queli prodotti fuori dalla Cina/Taipei/Taiwan?
Esistono norme locali tipo quelli CE in Europa?

Grazie e buon viaggio.
 

sembola

Moderatur cartesiano
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Moderatur
27/2/03
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Siena
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Bike
una nera e l'altra pure
Il "piattino di riso" è ormai una favola.
In primo luogo il lavoro in Cina è pagato una risata rispetto ai nostri standard, ma anche il costo della vita è completamente differente.
Secondariamente il costo del lavoro nel nostro settore non è l'elemento più importante, perchè le bici sono il risultato di lavorazioni ad bassa intensità di manodopera che richiedono pochi lavoratori ma preparati, manodopera che costa sempre e comunque di più di quella generica e che soprattutto non si può improvvisare.

Che anche l'operaio cinese arrivi a chiedere diritti è possibile, ma almeno finchè esisterà un serbatoio di centinaia di milioni di persone disposte ad abbandonare una povertà assoluta in campagna per raggiungere anche una parvenza di miglioramento la vedo dura: senza contare che stiamo parlando di un paese totalitario, il che consente margini di intervento impensabili da noi (e aggiungo, per fortuna).

Infine, se i cinesi venissero a produrre qui a) non lo potrebbero fare come a casa loro, perchè le normative sulla sicurezza e sull' ambiente le dovrebbero rispettare e b) il "risparmio" residuo sarebbe mangiato dalla catena distributiva: perchè vendere una bici a 100 quando puoi venderla a 200?
 

Matt82SV

Biker novus
1/5/10
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Savona
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una domandina semplice semplice... la qualità dei materiali delle tecnologie impiegate e del costo effettivo di ciò che viene prodotto giustifica un prezzo così elevato sul mercato europeo o siamo sempre quelli che lo prendono nel .........?
 

bikebikebikebike

Biker novus
6/10/09
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barletta
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Ciao, tutti i telai scott e specialized sono prodotti d ANNI in cina, nella regione di shenzen dove producono scarpe e accessori per bici.
sarebbe interessante verificare se usano materiali certificati, visto che specialized quest'anno ha avuto molte rotture di telai nella zona movimento centrale.

buon viaggio e buon 2012
 

samuelgol

Bürgermeister des Waldes
17/7/07
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Bozen
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Methanol
Mi piacerebbe sapere da chi ha visto dall'interno molte altre fabbriche italiane ed europee, quali differenze coglie nella tecnologia dei macchinari, nelle condizioni di lavoro di chi è lì, nei controlli di qualità dei prodotti, nei volumi di produzione.........
La colpa è solo dell'Occidente, se la fabbrica del pianeta è diventata la Cina. Inutile dire "non voglio essere comandato da questi qui", se questa è una scelta fatta proprio da chi adesso recrimina. Troppo tardi. E troppo facile, dato che il motivo per cui si sono spostate le produzioni lì è per risparmiare e tirar fuori più profitto.
.................
Non sono molto d'accordo su questo. La scelta di farne la fabbrica del pianeta deriva si dai produttori che hanno dislocato lì le loro produzioni, ma non parlerei di colpa dell'occidente.Inevitabile che il produttore cerchi di massimizzare il guadagno riducendo il proprio costo per poter ridurre il prezzo di vendita mantenendo inalterato il margine moltiplicandolo, per giunta, con un volume di vendita ben maggiore. Parlerei di ovvia ed ineluttabile conseguenza: conseguenza di dare dei diritti ai lavoratori, a cominciare da quello di essere trattati umanamente, proseguendo per quello di essere pagati un minimo, di avere un orario decente, di non essere licenziato senza motivo dall'oggi al domani, di lavorare in un luogo che rispetta o dovrebbe degli standard di sicurezza ecc.ecc. tutte conquiste essenziali in un paese civile, a volte esasperate forse, ma che comunque hanno un costo che il produttore riversa poi sul prodotto e quindi sul consumatore.
Questo stando a quello che si racconta della Cina. Tu che avrai la fortuna di andarci, se te lo permetteranno (altro possibile luogo comune di come ci descrivono la Cina), potrai darci un'idea anche di tutto ciò se vorrai. o-o
 

karne

Biker extra
14/8/09
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NOVARA
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questo viaggio è propio interessante,grande idea diretur !
aspetto con impazienza il 9 gennaio per aggiornamenti...

oltre alle bike sarebbe interessante vedere anche le aziende produttrici di scarpe,caschi e abbigliamento

insomma facciamo noi i conti in tasca a "loro" una volta tanto

ciao
 

Andrea 1979

Biker novus
23/12/11
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Colonnella (TE)
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Da quello che ho capito leggendo il forum gemello dei bitumari esistono vare combinazioni. Ovvero si và dal prodotto ingegnerizzato in occidente e prodotto in esclusiva in cina, al prodotto ingegnerizzatto, realizzato e commercializzato tutto in cina. Con tutte le sfumature nel mezzo.
Leggetevi questo tread "bitumaro" per una idea.
http://www.bdc-forum.it/showthread.php?t=121666

Chi affida la produzione (anche sotto la propria stretta sorveglianza) a terzisti cinesi è pienamente consapevole che lo stesso prodotto in qualche modo potrebbe essere reimmesso nel mercato in maniera più o meno clandestina (per chi produce li elettrodomestici), ormai è la prassi!
Fortunatamente sono ancora MOLTO lontani dall'essere capaci di progettare e realizzare prodotti ""innovativi"" ma stanno crescendo e soprattutto... lo stanno facendo a nostre spese!

Nel settore elettronica di consumo esistono parecchi esempi di terzisti che hanno fatto il salto della barricata: Samsung, Acer ecc...
la stessa Foxconn (l'azienda che costruisce Iphone e Ipad) con quasi 1mln di dipendenti prima o poi acquisirà il know-how per poter pensare di camminare da sola ma certamente non riuscirà mai a superare il maestro!
 

gancio

Biker superis
4/12/08
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lodi
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Bike
MDE Damper-Radon pro 29
Così forse riuscirete a scoprire dal produttore al consumatore dov!è il ricarico maggiore per tentare di saltare
la sanguisuga.
 

multistesco

Biker cesareus
2/6/09
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porto santa venere ora vibo marina
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trek slash 9.8 - Trek procaliber 9.8 sl - pepino CHP 388
il bello o meglio il peggio che stà prendendo il fenomeno globalizzazione, per quelli come me è che molte cose made in italy che possiamo acquistare da piccole realtà su internet, costano poco più o in molti casi meno di una cosa griffata di qualità globale inferiore prodotta nel far east e marchiata da una fantomatica ditta italiana ma se continua l'andazzo attuale la situzione cambierà perchè (come ho fatto con la precedente bici da corsa) molti si stanno dotando di proprie linee di vendita on line bypassando tutto
 

tettabeta

Biker dantescus
5/9/03
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Oleggio
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A mio modesto parere è che i cinesi hanno una cultura del lavoro completamente diversa dalla nostra,noi che abbiamo dimenticato quella cultura appena dopo le lotte sindacali 70niane e con il sorgere del benessere 80niano...ora che purtroppo la crisi c'è e di lavoro no,ci danno fastidio,ma la crisi arriverà prima o poi anche li,perchè se il ricco Occidente diventa povero nel ricco Oriente non si produrrà più e ci sarà crisi globale per tutti
In Italia abbiamo dei produttori e artigiani tra i più bravi al mondo ad assemblare biciclette,il problema è che costa comprare,perchè anche loro hanno costi,spese e devon pur mangiare.
In Italia un operaio medio non si accontenta più di un piatto di minestra mangiata magari sul lavoro,d'altronde chi lo farebbe,vedrete che fra tot anni anche il cinese non si accontenterà più di un piattino di riso....
E dopo l'OT,la mia richiesta è di sapere perchè i cinesi non vengono qui da noi (Europa) a produrre,cosi sulle bici non ci sarebbe la gravante dei dazi doganali,d'altronde lo fanno già con divani e vestiti,visto che ci han fottuto in tutto,facciamo almeno in modo di risparmiare qualcosa,,,sbaglio:nunsacci::celopiùg:...buon viaggio e molta invidia....

Mah.

1) Lavoreresti per 1.5 Euro/ora ?

1bis) I cinesi non hanno la cultura del lavoro, semmai quella dello sfruttamento. Se mai ci sia stata quella "cultura" in Italia, sono ben felice che sia stata dimenticata. Che poi il sindacato abbia fatto sfracelli e' tutto un altro paio di maniche.

2) I cinesi che vengono qui da noi ci sono gia', con le stesse regole che ci sono in Cina, peccato che chi dovrebbe controllare... lo fa solo sporadicamente. La casistica e' ampia, soprattutto dove la manodopera e' importante (es.: tessile/abbigliamento/arredamento/agricoltura)

3) Chi conosco e lavora in ambito "office" in cina, mi riferisce di yuppismo @ppalla, educazione zero e stronzaggine a livelli di guardia. Non centra fava, ma tant'e'.

4) In ambito industriale: se compri il componente cinese solitamente spendi il 30% ma sai che durera' il 20% di un componente serio. Le cose stanno lentamente migliorando... ma piano piano. Es.: cusinetti, guide lineari etc... le tolleranze sono un'utopia (per i cinesi) :-).

5) Non sono i cinesi in primis che ci hanno fottuto. Siamo noi e i nostri politici (a Roma e a Bruxelles) che gli han fatto la pappa pronta.

6) omissis

7) Oramai non sono piu' i cinesi il problema. Oramai si parla di Vietnam (meccanica), Cambogia (scarpe), Thailandia (elettronica), Sri Lanka (abbigliamento).

8) E' universalmente noto che i cinesi mancano di inventiva e sopperiscono comprandola, copiandola oppure rubandola. Quindi: dal viaggio in Cina di Marco (portati una scorta di fermenti lattici :-)) non i aspetto rutilanti novita' tecnologiche che non siano originate altrove.

Argh
(o )Beta
 

StenOlympia

Biker superis
10/3/09
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everest
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non condivido l'idea che se l'occidente è povero allora l'oriente non venderà. cosa gliene può fregare ai cinesi e agli indiani, miliardi di persone, se italiani,francesi,tedeschi, DUE GATTI per loro, non comprano ?
 
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ciciu

Biker superioris
Chissà che il nostro caro Diretur non emuli il suo grande omonimo e come Marco Polo ritorni dalla Cina schiarito oltre le sue più rosee aspettative .

In un mondo andato ormai oltre la globalizzazione, sorrido con leggero dispiacere quando leggo dei connazionali scrivere del solito discorso : 'comprare italiano' . Andava fatto entro la prima metà degli anni novanta ( del secolo scorso !) . Siete ormai fuori tempo massimo : siamo anche troppo lontani dai tempi in cui si importava la sella e si stampava la scritta Italia in un piccolo capannone di periferia per conto terzi .
L'industrializzazione cosiddetta cinese è ben lungi dall'essere un entità astratta che mangia il nostro mercato . Come già scritto da altri, le produzioni si settorializzano in varie parti del comparto sino-asiatico . Ogni decennio che passa le aree geografiche più fruttuose cambiano e di pari passo comincia a crescere il tenore di vita dei suoi abitanti . Al punto in cui siamo , molti dei discorsi non riguardano neanche più la Cina , ma altri paesi asiatici . Considerate che già qualche anno fa i cinesi andavano a commerciare nei centri nord coreani prossimi al confine .
Figuriamoci , adesso che c'è un nuovo cambio al trono della dittatura di quel paese , chissà quale altra marcia potrà ingranare il mercato

Il costo del lavoro è stato un movente ed un alibi allo stesso tempo , del peccato comune che ci ha permesso, anche grazie al valore dell'euro nei confronti del dollaro (e lo yuan fisso con esso) , di mantenere il sistema sociale che proprio in questi ultimi anni si sta sgretolando sotto il suo peso .
La società cinese però in questi anni ha avuto anch'essa i suoi alti e bassi ,
La differenza è che loro sono programmatici e reattivi .
E siccome non glie ne frega di niente e di nessuno (generalmente parlando , è ovvio ; e contraddire questa affermazione è difficile perchè loro stessi che hanno sfrattato un milione e mezzo di persone per far spazio ad un lago dicono "è solo lo 0,1% della popolazione , è per il bene di tutti !") , si evolvono , si spostano e stanno diventando i padroni di tutto ; persino del nostro debito .
Il governo cinese sta lavorando da molti anni ormai per accaparrarsi le materie prime per il proprio sviluppo e l'unico problema che dovrà affrontare sarà che scavando in Africa per vendergli qualcosa , i poveri africani troveranno i nostri rifiuti tossici che i loro compaesani hanno fatto sotterrare .

Da molti anni ormai le aziende europee che combattono per mantenere le produzioni in casa , hanno notevoli difficoltà a pagare e molte volte anche a reperire le materie prime .
E non preoccupatevi che il mostro cinese scoppierà quando il mercato europeo sarà con l'acqua alla gola e non si compreranno più i loro prodotti . Perché loro avranno già cambiato strategia . Anzi , probabilmente l'hanno già cambiata .

Considerate pure che esistono in questo momento tanti cinesi ricchi , quanti europei vivi .

La società cinese non è né il problema , né la soluzione . La società cinese è ora , per così dire, l'ago della bilancia. Un ago talmente grande dal quale dobbiamo stare attenti dall'essere schiacciati . Dobbiamo bensì trarne spunti per un programma condiviso sul nostro futuro .
Dovremmo sopportarne il peso , certo, un domani , più che adesso .
Ma di sicuro non dovremo lasciarci schiacciare

Che dire Diretur ?
... aspettiamo il tuo Milione !

Un saluto a tutti ! vado a mangiarmi un bel cotechino con lenticchie , lavandomi poi il gargarozzo con una bella Menabrea (italiana) .

Buon 2012 !
 
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Tc70

Entomobiker
20/4/11
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Provincia di Bs
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Bike
Picola ma carattarastica...
Mah.

1) Lavoreresti per 1.5 Euro/ora ?

1bis) I cinesi non hanno la cultura del lavoro, semmai quella dello sfruttamento. Se mai ci sia stata quella "cultura" in Italia, sono ben felice che sia stata dimenticata. Che poi il sindacato abbia fatto sfracelli e' tutto un altro paio di maniche.

2) I cinesi che vengono qui da noi ci sono gia', con le stesse regole che ci sono in Cina, peccato che chi dovrebbe controllare... lo fa solo sporadicamente. La casistica e' ampia, soprattutto dove la manodopera e' importante (es.: tessile/abbigliamento/arredamento/agricoltura)

3) Chi conosco e lavora in ambito "office" in cina, mi riferisce di yuppismo @ppalla, educazione zero e stronzaggine a livelli di guardia. Non centra fava, ma tant'e'.

4) In ambito industriale: se compri il componente cinese solitamente spendi il 30% ma sai che durera' il 20% di un componente serio. Le cose stanno lentamente migliorando... ma piano piano. Es.: cusinetti, guide lineari etc... le tolleranze sono un'utopia (per i cinesi) :-).

5) Non sono i cinesi in primis che ci hanno fottuto. Siamo noi e i nostri politici (a Roma e a Bruxelles) che gli han fatto la pappa pronta.

6) omissis

7) Oramai non sono piu' i cinesi il problema. Oramai si parla di Vietnam (meccanica), Cambogia (scarpe), Thailandia (elettronica), Sri Lanka (abbigliamento).

8) E' universalmente noto che i cinesi mancano di inventiva e sopperiscono comprandola, copiandola oppure rubandola. Quindi: dal viaggio in Cina di Marco (portati una scorta di fermenti lattici :-)) non i aspetto rutilanti novita' tecnologiche che non siano originate altrove.

Argh
(o )Beta
1)Qui no ,ma se fossi in Cina e fossi cinese probabilmente si,anche perchè prova ad andare a vedere cosa ti danno qui in Italia i nostri aziendali ora,se va bene 5 euro all'ora e paragonando il carovita le cose si equivalgono,e sono gli stessi soldi che davano 20 anni fa,non è cambiato molto......io conosco qualche cinese e discutendo di questo la loro risposta è stata...'voi italiani vi lamentate sempre, soldi pochi,ma andate sempre in pizzeria,un dolorino 10 giorni di mutua,se il padrone (inteso come datore di lavoro),chiede di più voi non sempre lo date...noi cinesi non siamo cosi si lavora e basta e viviamo lo stesso...' come risposta francamente mi aveva basito,logico che non tutti siamo cosi in Italia,ma se diamo questa impressione ai cinesi non è che ci sorpassano ,ma ci stradoppiano....:celopiùg:
 

ciciu

Biker superioris
1)Qui no ,ma se fossi in Cina e fossi cinese probabilmente si,anche perchè prova ad andare a vedere cosa ti danno qui in Italia i nostri aziendali ora,se va bene 5 euro all'ora e paragonando il carovita le cose si equivalgono,e sono gli stessi soldi che davano 20 anni fa,non è cambiato molto......io conosco qualche cinese e discutendo di questo la loro risposta è stata...'voi italiani vi lamentate sempre, soldi pochi,ma andate sempre in pizzeria,un dolorino 10 giorni di mutua,se il padrone (inteso come datore di lavoro),chiede di più voi non sempre lo date...noi cinesi non siamo cosi si lavora e basta e viviamo lo stesso...' come risposta francamente mi aveva basito,logico che non tutti siamo cosi in Italia,ma se diamo questa impressione ai cinesi non è che ci sorpassano ,ma ci stradoppiano....:celopiùg:

Più che impressione è stata ed è una realtà . Qui ci sono aziende che hanno chiuso perché avevano raggiunto il 50% di assenza per malattia . Alla fine gli ex dipendenti accusavano i titolari di incompetenza per non essere riusciti a sopravvivere nel mercato della filatura e del tessile (sapete tutti in che condizione è il mercato del tessile italiano)
In un paese come il nostro, dove compravamo la materia prima cotone perchè non autoctona , la lavoravamo per ottenere il filato (con la metà dei macchinari non italiani), la facevamo colorare conto terzi , la esportavamo in un paese per tessere il demin , la spostavamo in nord africa per imbastire il prodotto ed alla fine la esportavamo di nuovo in altro paese Cee per le rifiniture del jeans .
I cinesi facevano tutto in un'unica località , anche in posti come le Mauritius , negli anni ottanta. Per poi vendere le fabbriche a quei pochi italiani che ancora erano rimasti nel mercato e dovevano investire per mantenere aperti un paio di capannoni con qualche decina di dipendenti qui da noi .

Se penso a quei tempi , noi pischelli ce la menavamo per comprare i 501, i grandi jeans americani , senza sapere che la Levis Strauss non produceva più nessun pantalone in patria dal 1987 . Era tutto spostato in Malesia .
 

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