Si, e per questo la componentistica delle mtb sarà più pesante rispetto alle analoghe da bdc, un esmpio sono appunto le forcelle rigide, sulla bdc si arriva a fork da 260 gr, quelle da mtb si aggirano sul doppio del peso, e di conseguenza anche di robustezza. Insomma, se un progettista sa il fatto suo, lavorerà il carbonio in maniera che sia altrettanto duraturo di un alluminio ma con prestazioni superiori, è chiaro che i costi saranno ben altri.
il prob principale ripeto..è la continua ricerca dell estremizzazione per la riduzione dei pesi..sia per la leggerezza sia per il mercato che premia sempre quello piu a dieta..questo coinvolge tutti i materiali...dall acciaio all alluminio..al titanio..al carbonio o a qualsiasi materiale impiegato nel realizzare qualcosa.
ovviamente chi fà gare di livello se ne frega di quanti telai apre..
l amatore che spera di prendere un telaio definitivo spesso resta con l amaro in bocca, anche perchè la lavorazione del carbonio è una lavorazione MANUALE... non si stampa come i metalli, è oggettivamente una realizzazione passatemi il termine CASARECCIA...e impossibilitante nel realizzare diverse forme, e PRECISIONI.. i pezzi in carbonio non sono mai uguali agli altri.. e anche la qualità dei vari pezzi puo differenziarsi pur mantenendo la stessa lavorazione.
E soggetto a maggiori sorprese.. c è poco da fare. i metalli sono molto piu standard e controllabili.
Sono assolutamemte d'accordo con Alex65: il carbonio/composito nelle MTB non viene applicato con le stesse finalità e modalità delle BDC.
Ad esempio, in casa
Specialized a parità di modello di MTB la differenza di peso tra telaio in alluminio e telaio in carbonio corrisponde al massimo a mezzo Kg: in pratica si privilegiano le caratteristiche "fisiche" del carbonio e non la sua leggerezza.
Non dimentichiamo che si tratta di telai destinati a sollecitazioni tutt'altro che trascurabili e nemmeno tanto prevedibili in termini di "direzionalità".
In
formula uno, nelle bici da corsa e in tutte queste discipline "su strada" è facile prevedere come sarà il vettore forza al quale è sottoposto il telaio/componente e pertanto sarà possibile lavorare il carbonio in modo da sfruttare al massimo la sua rigidità strutturale (direzionale), combinata alla ricerca del miglior compromesso tra leggerezza e affidabilità: l'alettone di una monoposto da formula uno può sopportare spinte di molte tonnellate in verticale, ma basta la spinta di un paio di persone da dietro per mandarlo in pezzi. Senza contare che per loro è sufficiente che duri un solo gran premio, non l'intera stagione!
Nelle BDC le sollecitazioni arrivano dalla spinta sui pedali dell'atleta, combinato alla forza impressa sul manubrio, che spesso impone una sorta di torsione al telaio, ma al di là di qualche buca sull'asfalto, è difficile che si cimentino in salti, compressioni, spinte laterali o cose di questo tipo.
Nelle MTB, invece, succede di tutto ed il carbonio/composito è lavorato in modo tale da resistere a spinte da tutte le direzioni, a scapito della leggerezza. Il test di Santacruz (
http://www.pinkbike.com/video/243228/) dimostra abbastanza bene quanta differenza ci sia tra alluminio e carbonio.
Quindi, anche se c'è sempre una componente artigianale nella lavorazione del carbonio, i marchi più noti sottopongono la loro produzione a severi test di qualità e offrono garanzie pluriennali che sostituiscono senza tanti problemi eventuali telai rotti (a patto di aver rispettato le condizioni d'uso relative a svettamento del reggisella, ecc).