Opinione La magia dell'esplorazione in MTB

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Cüny
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..vengo fuori da quasi 30 anni di alpinismo e 20 di snowboardalpinismo..anni fa ho incontrato una famigliola che seguendo il navigatore pretendeva di seguire una linea di cresta infattibile anziche un sentiero che prevedeva perder 200mt in discesa ...normalmente in percorsi estivi nelle mie zone(le marittime)poco sopra i rifugi non si incontra molta gente se non chi e veramente appassionato..in inverno le cose invece son cambiate..lo scialpinismo ha preso molte persone e negli ultimi 4 anni e diventato difficile far una gita e trovarsi solo in cima..a rigor di logica porta maggior sicurezza:se capita qualcosa comunque non si e soli ed e piu facile far intervenir i soccorsi...Non discrimino il fatto di caricare tracce gpx e trovarsi in piu persone a dar lo stesso trail...come dicevo,l'inconveniente e dietro l angolo,dalla ruota forata al farsi male e il non sentirsi soli e gia gran cosa(nn tanto per la ruota forata ma...).Di sentieri e di montagna reputo che c e ne sia per tutti..e se proprio si vuol restar soli,c e anche di quello..
L altra faccia della medaglia?
...trovar gente con le elettriche a zonzo per i trail che non sanno coma scendere...e giustamente pesando qualche kg,puo diventar un problema..(per loro s intende ..)
 

Mauro-TS

Biker d'acqua dulza
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Sono molto combattuto tra essere felice di trovare le tracce ready_to_use (che poi non lo sono davvero mai!) e scontento all'idea che chiunque senza un minimo di conoscenza del territorio e totalmente impreparato percorra delle perle che i pionieri con le marzocchi z1 e le gazza da 2.8 hanno scoperto in totale anonimato 20 anni prima a suon di "bastoni nei denti" e formative ravanate olimpioniche. In ogni caso magia zero. Ma é l'evoluzione e alla fine qualcosa di buono la condivisione delle tracce porta cmq.
L'esplorazione classica mtb (cartina e sentieri) rispetto ad altre discipline (vedi ski touring, alpine climbing, scrambler ecc) ha la peculiarità che alla fine sei sempre sul sentiero... quindi é una esplorazione píú o meno "controllata"... dove il rischio é maggiormente soggettivo. É piú facile provarci perché tutto sommato le variabili sono relativamente poche. Come dice qualcuno sopra nello skialp se non sai leggere BENE un report valanghe/ non pianifichi e non sai come/dove e quando muoverti... la probabilità di tornare alla cività in un sacco di plastica é alta.

E poi ci sono i tour con la bici lontano da casa in zone remote... dove se ti capita qualcosa e non sai come gestire gli imprevisti a casa non ci torni. Credo che quella sia la nuova frontiera dell'esplorazione: della magia vera! Alzando l'asticella poi ci sono quelli che portano la bici oltre il concetto di itinerario per bici... e quelli sono uno sparuto numero di riders precursori che stanno rivoluzionando ulteriormente il concetto di esplorazione mtb. Io li guardo con tanta ammirazione.
La prima parte che hai scritto mi ha portato indietro vent'anni e fatto venire la pelle d'oca :maremmac: :smile:(grande Z1)
Ma non è che è cambiato molto adesso. Sulle gambe porto gli sfregi dei rovi che ho calpestato ieri alla ricerca di un vecchio sentiero abbandonato (del resto non poteva andare altrimenti).

Anch'io nutro un sentimento contrastante riguardo alla condivisione delle tracce. Se da un lato ne apprezzo la disponibilità quando vado in zone che non conosco, dall'atro mi girano quando qualcuno condivide tracce locali conosciute da pochi che, per strane somme di circostanze, vedono passare la frequentazione da 10 a bikers a settimana a 100 e più, devastando i trail e creando casini con altri utenti dei sentieri o dei nuclei di montagna.

Anche la montagna sta diventando un bene di consumo che, come in altri contesti, non può fare astrazione da consumatori poco rispettosi o semplicemente ignari delle sue regole.
Che sia MTB, skialp, arrampicata o altro, poco cambia. È una questione di approccio; che necessita di consapevolezza del proprio impatto sul territorio, sugli altri utenti e su chi ci deve venire a cercare/salvare. Consapevolezza che dovrebbe generare rispetto e responsabilità.

Ecco, bastavano queste ultime due parole e avrei potuto evitare di scrivere tutto il resto :roll:
 
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amadvance

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Anch'io nutro un sentimento contrastante riguardo alla condivisione delle tracce. Se da un lato ne apprezzo la disponibilità quando vado in zone che non conosco, dall'atro mi girano quando qualcuno condivide tracce locali conosciute da pochi
Io ho invece l'idea opposta. Anzi, trovo fastidioso l'atteggiamento elitario di tenere "segrete" alcune tracce per riservarle a pochi (non sto parlando di te @Mauro-TS , ma in generale).

Più tracce sono condivise, maggiore è la possibilità di scelta e meno affollamento ci sarà sul singolo percorso. Inoltre, se la condivisione è accompagnata da informazioni oggettive sulla difficoltà, si riduce anche il rischio di incidenti, in quanto si sa a cosa si va incontro.

Io dedico buona parte del mio tempo all'esplorazione, e non mi faccio problemi nel mappare nuovi sentieri su OpenStreetMap o pubblicare tracce per MTB.
 
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Mauro-TS

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Io ho invece l'idea opposta. Anzi, trovo fastidioso l'atteggiamento elitario di tenere "segrete" alcune tracce per riservarle a pochi (non sto parlando di te @Mauro-TS , ma in generale).

Più tracce sono condivise, maggiore è la possibilità di scelta e meno affollamento ci sarà sul singolo percorso. Inoltre, se la condivisione è accompagnata da informazioni oggettive sulla difficoltà, si riduce anche il rischio di incidenti, in quanto si sa a cosa si va incontro.

Io dedico buona parte del mio tempo all'esplorazione, e non mi faccio problemi nel mappare nuovi sentieri su OpenStreetMap o pubblicare tracce per MTB.
Potrei essere d'accordo se la condivisione fosse come qualche anno fa... più virtuosa, con responsabilità e rispetto. Ma la tendenza oggi ha preso un'altra piega.

Se avessi letto anche il resto del mio post capiresti che, dove la montagna sta diventando un BENE DI CONSUMO, la condivisione può mandare a pu**ane un trail che alcuni locals (rispettosi) hanno recuperato da un sentiero in disuso o poco frequentato, per semplice aumento esponenziale della frequentazione. E non è elitarismo, ma semplicemente proteggere il territorio da afflussi di massa, dove la massa non può che fare danni.

È successo in alcuni casi qui da noi in Ticino, a seguito della pubblicazione di alcune tracce particolarmente belle. Le hanno notate i redattori di una nota rivista (che pubblica anche tracce online) della Svizzera tedesca e durante i week-end primaverili/autunnali le frequentazione è esplosa (con tanto di furgonate organizzate ... alias: bene di consumo).
Qual'è stato il risultato? Sentieri tritati (qualcuno direbbe "shredded" ma qui s'intende veramente devastati), e villeggianti dei monti attraversati piuttosto contrariati (per non dire inca**ati).

Si sono divertiti come matti, e del nostro bel Ticino ancora ne parlano con entusiasmo... ma ora i trail chi li sistema? E come andiamo a spiegare ai villeggianti quando passiamo noi locals che non c'entriamo nulla?
Tu una soluzione ce l'avresti?
 

marco

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Potrei essere d'accordo se la condivisione fosse come qualche anno fa... più virtuosa, con responsabilità e rispetto. Ma la tendenza oggi ha preso un'altra piega.

Se avessi letto anche il resto del mio post capiresti che, dove la montagna sta diventando un BENE DI CONSUMO, la condivisione può mandare a pu**ane un trail che alcuni locals (rispettosi) hanno recuperato da un sentiero in disuso o poco frequentato, per semplice aumento esponenziale della frequentazione. E non è elitarismo, ma semplicemente proteggere il territorio da afflussi di massa, dove la massa non può che fare danni.

È successo in alcuni casi qui da noi in Ticino, a seguito della pubblicazione di alcune tracce particolarmente belle. Le hanno notate i redattori di una nota rivista (che pubblica anche tracce online) della Svizzera tedesca e durante i week-end primaverili/autunnali le frequentazione è esplosa (con tanto di furgonate organizzate ... alias: bene di consumo).
Qual'è stato il risultato? Sentieri tritati (qualcuno direbbe "shredded" ma qui s'intende veramente devastati), e villeggianti dei monti attraversati piuttosto contrariati (per non dire inca**ati).

Si sono divertiti come matti, e del nostro bel Ticino ancora ne parlano con entusiasmo... ma ora i trail chi li sistema? E come andiamo a spiegare ai villeggianti quando passiamo noi locals che non c'entriamo nulla?
Tu una soluzione ce l'avresti?

Ciao Mauro,

ho ben presente l'effetto "Ride", anche in altri posti (Piz Umbrail).
Se però la condivisione di una traccia porta turisti e soldi ad una regione, non vedo perché non prendere la palla al balzo e sistemare i sentieri con tanti passaggi. La gente torna, porta ancora più soldi, e tutti son contenti. Vedi anche Finale Ligure.
Per raggiungere il passo Umbrail anni fa c'era solo un autopostale con 5 ganci dietro.
Oggi:

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Tu una soluzione ce l'avresti?
Soluzioni ce ne sono diverse: se un tracciato attira molti turisti non dovrebbe essere un problema per gli enti preposti farsene carico, ovvero affidare ufficialmente la gestione a qualche soggetto competente. Se è invece un tracciato frequentato anche da molti pedoni la soluzione è ovviamente vietarlo alle bici, quantomeno nei week end. La terza soluzione è lasciare andare il tracciato al suo destino, una volta disfatto calerà anche il numero di bikers interessati.
 

Mauro-TS

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Certo @marco sono d'accordo nei casi dove diventa economicamente sostenibile e l'indotto compensa (e si spera vada oltre) i costi di manutenzione. Putroppo non è sempre il caso, anche perché un certo tipo di turismo da mordi-e-fuggi lascia ben poco indotto.

Non sono un esperto di marketing, ma cifre alla mano, ci sono trail/sentieri che per loro natura si erodono molto rapidamente e i costi di manutenzione non sono più sostenibili se promossi per il grande pubblico. Potrei farti alcuni esempi dell'effetto Ride. ;-)
 

Mauro-TS

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Soluzioni ce ne sono diverse: se un tracciato attira molti turisti non dovrebbe essere un problema per gli enti preposti farsene carico, ovvero affidare ufficialmente la gestione a qualche soggetto competente. Se è invece un tracciato frequentato anche da molti pedoni la soluzione è ovviamente vietarlo alle bici, quantomeno nei week end. La terza soluzione è lasciare andare il tracciato al suo destino, una volta disfatto calerà anche il numero di bikers interessati.
La prima è senz'altro una soluzione, ma non in tutti casi (vedi #92), le altre due le chiamo "conseguenze", per il locals in particolare.
 

marco

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Certo @marco sono d'accordo nei casi dove diventa economicamente sostenibile e l'indotto compensa (e si spera vada oltre) i costi di manutenzione. Putroppo non è sempre il caso, anche perché un certo tipo di turismo da mordi-e-fuggi lascia ben poco indotto.

Non sono un esperto di marketing, ma cifre alla mano, ci sono trail/sentieri che per loro natura si erodono molto rapidamente e i costi di manutenzione non sono più sostenibili se promossi per il grande pubblico. Potrei farti alcuni esempi dell'effetto Ride. ;-)

Da cosa nasce cosa, alla fine. Se l'offerta ricettiva di un posto non attira la gente, proprio l'arrivo di tanti biker può spronare i local ad andare nella direzione di un pubblico sportivo che non vuole il 5 stelle fronte lago, ma magari un bed&breakfast a prezzi accettabili.
Un weekend in Ticino uno Zurighese lo fa anche volentieri, basta vedere Locarno e Ascona in primavera e autunno quando di là fa freddo.
 

Mauro-TS

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Da cosa nasce cosa, alla fine. Se l'offerta ricettiva di un posto non attira la gente, proprio l'arrivo di tanti biker può spronare i local ad andare nella direzione di un pubblico sportivo che non vuole il 5 stelle fronte lago, ma magari un bed&breakfast a prezzi accettabili.
Un weekend in Ticino uno Zurighese lo fa anche volentieri, basta vedere Locarno e Ascona in primavera e autunno quando di là fa freddo.
Infatti è quello che viene fatto per i trail promossi per il grande pubblico e funziona spesso, ma non sempre.

Ma ti faccio l'esempio di una traccia che hai pubblicato anche tu e fortemente pubblicizzata da Ride (nella loro Top ten):
Monti della Gana - Agarone, discesa su sentiero 3km ca., pendeza media 22%, costo di sistemazione come trail ca. 250kCHF, costo di manutenzione ca. 30kCHF/anno.

A parte il fatto che Allegra lo ha definito non sostenibile, se calcoli anche l'ammortamento dell'investimento iniziale, capirai che servirà un sacco d'indotto soltanto in quella zona per compensare i costi. Tralasciando il fatto che attraversa due nuclei di montagna e quel sentiero è il loro unico accesso, anche in salita.
 

marco

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Infatti è quello che viene fatto per i trail promossi per il grande pubblico e funziona spesso, ma non sempre.

Ma ti faccio l'esempio di una traccia che hai pubblicato anche tu e fortemente pubblicizzata da Ride (nella loro Top ten):
Monti della Gana - Agarone, discesa su sentiero 3km ca., pendeza media 22%, costo di sistemazione come trail ca. 250kCHF, costo di manutenzione ca. 30kCHF/anno.

A parte il fatto che Allegra lo ha definito non sostenibile, se calcoli anche l'ammortamento dell'investimento iniziale, capirai che servirà un sacco d'indotto soltanto in quella zona per compensare i costi. Tralasciando il fatto che attraversa due nuclei di montagna e quel sentiero è il loro unico accesso, anche in salita.

sai che non l'ho mai fatto? Mi mandi la traccia? :mrgreen:
 
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Mauro-TS

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ahhh i Monti Motti. In effetti l'ho fatto solo 1 volta nel 2016, dopodiché ho lasciato perdere perché era sporco e non credevo che mai lo pulissero.
Tu avevi fatto il giro lungo (anche più bello ma che fanno in pochi) mentre la maggior parte svolta a dx al bivio. Ora hanno messo a pagamento il tratto di strada dal bivio in poi per i veicoli a motore... conseguenza di un'eccessiva frequentazione.
 

cessna

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Tu avevi fatto il giro lungo (anche più bello ma che fanno in pochi) mentre la maggior parte svolta a dx al bivio. Ora hanno messo a pagamento il tratto di strada dal bivio in poi per i veicoli a motore... conseguenza di un'eccessiva frequentazione.
Parlando di eccessiva frequentazione immaginatevi di partire per un solitario giro in quota e ritrovarvi qui:!:
Propongo il diretur come cubista:smile:
 
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