Il bello è il brutto del carbonio ( il brutto direi)

  • Siete di quelli che, quando comincia a fare freddo, mettono la bici in garage e vanno in letargo, sdivanandosi fino alla primavera? Quest’anno avrete un motivo in più per tenervi in forma, e cioè la nostra prima Winter Cup, che prende il via il 15 novembre 2024 e si conclude il 15 marzo 2025.
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Vins213

Biker poeticus
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ex Salsa Bucksaw carbon set 26, 27.5+, 29
...questo non si è nemmeno schiantato contro un albero :scassat:

Vedi l'allegato 592750
detta così vale meno di 0...come si è aperta quella zona? peso del rider? reggisella inserito alla giusta altezza?

già che è francese mi sta sulle balle, ma così sembra una rottura dopo un drop (o comunque una sollecitazione) con tutto il peso caricato sulla sella (magari pure alta o tutta estesa)
 
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Barons

~ BEER & NCLT ~
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Green Marino
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Blackmouse78

Geronto-biker Albionicus
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Dirò una ovvietà, ma quella del materiale è solo una tra le innumerevoli scelte nella progettazione di un telaio.

Alla fine il fatto che un telaio sia durevole ed esente da difetti secondo me dipende nettamente di più dalla qualità del progetto nella sua interezza e da quanto si investe in controllo qualità che dalla sola scelta del materiale.

Quello che è un fatto è che il carbonio ha il vantaggio di pesare meno (a parità di spessore, chiaramente) e lo svantaggio di far alzare il prezzo del prodotto.

Personalmente se guardo bici orientate alla discesa, dove mezzo chilo in più o in meno non fa una differenza abissale tendo a preferire l'alluminio e pensare a migliorare l'allestimento con quello che si risparmia non scegliendo il carbonio.

Al contrario se considero una bici da pedalare a lungo e per tanto dislivello preferisco l'idea di un telaio più leggero, a scapito magari della componentistica.

Poi ci sono produttori tipo MDE o Commencal che fanno solo alluminio, ma il motivo non è che il carbonio "si rompe" o che l'alluminio "va meglio" su una bici con orientamento più gravity.
E' solo per avere più facilità nel modificare agilmente i progetti dei telai, cosa che col carbonio è una rogna, e praticamente esclusiva di chi può ammortizzare il processo e gli stampi, facendo numeri fuori portata di produttori relativamente piccoli.

Escludere o preferire un materiale a prescindere da tutto il resto secondo me è una scelta lecita, per carità, ma del tutto emotiva e non razionale.
Gli esempi tipo "ma al mio amico si è rotto questo telaio xxx" ci sono in ogni gruppo di biker e per ogni materiale, e per i motivi più disparati.

Io personalmente ho visto più crepe nell'alluminio, ma so che è perchè sono ormai un fossile e negli anni in cui ero più attivo di carbonio in giro se ne vedeva poco, e solo su roba tirata da XC, che non è mai stato il mio mondo. In ogni modo la mia esperienza di singolo non vuol dire granchè e non scelgo su questa base.
 

Boro

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La differenza fra acciaio e alluminio è la progettazione, con l'acciaio, se lo fai con un punto di fatica sufficientemente alto può essere eterno, salvo corrosione.
Con l'alluminio è solo questione di numero di cicli, presto o tardi crepa.
 

albatros_la

Biker marathonensis
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La differenza fra acciaio e alluminio è la progettazione, con l'acciaio, se lo fai con un punto di fatica sufficientemente alto può essere eterno, salvo corrosione.
Con l'alluminio è solo questione di numero di cicli, presto o tardi crepa.
Sì, ma dipende quanto tardi. Klein si è costruito una fama su questo aspetto applicato al mondo delle bici quando ancora i telai erano solo ed esclusivamente in acciaio. Quello che si sa è che un telaio in lega metallica può durare dai 20 ai 40 mila km circa a seconda di come è stato progettato, prodotto e utilizzato. C'è da chiedersi quanti oggi lo utilizzino per una simile percorrenza prima di farlo diventare la bici per andare a prendere il pane, o comunque prima di disfarsene, senza contare l'obsolescenza legata agli standard che cambiano.
 

ant

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Santa Cruz HT "Orangina" - KTM Scarp prestige "scarpetta"
Sì, ma dipende quanto tardi. Klein si è costruito una fama su questo aspetto applicato al mondo delle bici quando ancora i telai erano solo ed esclusivamente in acciaio. Quello che si sa è che un telaio in lega metallica può durare dai 20 ai 40 mila km circa a seconda di come è stato progettato, prodotto e utilizzato. C'è da chiedersi quanti oggi lo utilizzino per una simile percorrenza prima di farlo diventare la bici per andare a prendere il pane, o comunque prima di disfarsene, senza contare l'obsolescenza legata agli standard che cambiano.

Questo vale anche per il carbonio. Ho in garage una santa carbon da enduro 26" che utilizzava saltuariamente mio figlio in park, di anni 14 (la bici, non il ragazzino).
Il telaio non ha un problema, nonostante gli anni. Ma dubito che tra tutti e tre i proprietari abbia percorso più di 10000 km.
Ed è una bici appunto destinata a diventare "bici del pane" ormai.
Credo che quasi nessuno porti a fine vita utile i telai
 
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franico30

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Ciampino
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Domenica scorsa, cerchio carbonio di compagnio di uscita.... Ci sono dei graffi vicino la crepa ma lui non ricorda di avere sbattuto..... Peraltro è uno che in discesa è un bradipo azzoppato!
Di recente si era fatto tensionare i raggi ed era a dire il vero ancora un po' storta la ruota quindi il lavoro non era stato fatto bene.... Chissà!
 

Maiella

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Maiella/Abruzzo
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Black Forest Pro/Whistler Pro by Focus
Per lavoro mi occupo di fusione e trattamento termico dei metalli. Non lavoro per il settore ciclistico, ma il comportamento dei metalli é più o meno lo stesso: si cercano determinate caratteristiche meccaniche per resistere alle sollecitazioni.
Nel caso dell'alluminio la lavorazione può avvenire per pressofusione o per colata. Ed é qui che agisce principalmente l'aspetto progettuale circa gli stampi da realizzare, che restituiranno la forma del telaio con le sue geometrie. In questo contesto non si determina la durata del materiale perché sia la pressofusione che la colata non sono fattori per determinare la qualità esecutiva.
Invece é fondamentala la ricetta, ossia l'aggiunta di altri materiali metallici alla base di alluminio, che servono a determinare le caratteristiche meccaniche richieste; é altresì fondamentale il processo di degasaggio dell'alluminio fuso con insuflaggio di azoto per evitare nella solidificazione che si possano creare dei vuoti all'interno della struttura e per eliminare le scorie (procesdo che comunque va verificato con strumentazione specifica tipo raggi x sul prodotto solidificato).
Successivamente si effettua un controllo esterno con liquido penetrante per verificare che la superficie sia integra e non possa innescare cricche.
Infine si affettua un trattamento termico in immersione.
Non conosco il processo a cui viene sottoposto l'alluminio dei telai delle bici, ma immagino che ricetta (ossia aggiunta di altri metalli alla base di alluminio) e degasaggio, verifica liquidi penetranti, vengono eseguiti allo stesso modo.
Da quanto scritto sopra posso affermare che quando un telaio in alluminio si rompe, ciò é dovuto essenzialmente a un processo errato, a qualcosa che non ha funzionato nella batteria di lavorazione. A tutto ciò si aggiunge l'importanza dei controlli. Ad esempio la temperatura ottimale per effettuare degasaggio e pulizia scorie é compresa tra i 720 e i 750 gradi, quella di lavorazione effettiva é più bassa. Altro fattore notevole é la quantità di silicio che serve a dare fluidità all'alluminio fuso che va in percentuale in base al peso totale dell'alluminio che si vuole fondere (valori tabellari: ogni tot. quintali di alluminio si aggiunge il cortispettivo di silicio).
Ci sarebbero altre cose da aggiungere, ma quanto scritto può rendere l'idea di come la rottura di un telaio non sempre é dovuto a fattori di utilizzo (anzi quasi mai), ma piuttosto a qualche falla nel processo produttivo.
Un telaio in alluminio ben lavorato e sottoposto all'uso che ne può fare un biker é praticamente eterno.
 

Classifica generale Winter Cup 2024

Classifica giornaliera dislivello positivo