Condivido. Posso dire, però, che le cose stanno cambiando in meglio. Mio suocero é stato presidente del parco nazionale della Maiella dal '95 al 2002, con un periodo anche di direttore f.f., e ne abbiamo parlato spesso di queste cose. Lui, ad esempio, é ancora convinto che i parchi devono assolvere all'unico compito previsto per legge che é la tutela dell'ambiente (legge quadro sui parchi). Quando si parla delle altre opportunità fornite da un parco é diffidente.
Fino a 10 anni fa era difficilissimo trovare aperture verso attività che non avessero a che fare con la tutela. Inizialmente sulla Maiella a proposito di turismo, oltre alla rete sentieristica, fatta più per impedire l'accesso "libero" che per una fruizione con finalità ricreative, si inventarono gli ostelli del parco. Un flop clamoroso, ma che andava bene cosí. Si trattava di strutture dislocate sul territorio, di proprietà dell'ente e affidate ai comuni e, quindi, alle cooperative. Una
catena lunghissima che non ha prodotto risultati, se non dove sono stati istituiti i centri scientifici finalizzati allo studio e alla salvaguardia. Era impensabile per una cooperativa coltivare opportunità economiche gestendo ciò che praticamente era un dormitorio, senza poter offrire qualcosa di alternativo. Guai a parlare di MTB, rafting, canoa ecc.
Oggi le cose sono cambiate. Molti dirigenti sono scelti chiedendo loro maggiore flessibilità e buon senso. É stato capito quanto sia importante il turismo anche per i luoghi deputati alla protezione degli ecosistemi. L'aver attirato un pubblico eterogeneo, però, espone a dei rischi perché non tutti si comportano bene, ma se ci sono dei divieti vanno rispettati, perché é molto meglio oggi rispetto a qualche decennio fa, quando ad ogni richiesta la risposta era NO.
Per tutelare tutti gli utenti che si comportano bene, bisogna esercitare delle sanzioni rigorose perché ormai le regole ci sono. Io sono fiducioso e molto positivo che si imboccherá la strada giusta.
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