Eccomi.
Mi fa piacere che ci sia gente che abbia voglia di discutere argomentando le risposte e contribuendo positivamente alla discussione.
Prendo tutte le vostre critiche come spunto per migliorare il mio punto di vista e per imparare a farmi prendere un po' meno dall'agitazione quando scrivo (a cosa servirebbero i vecchietti sennò??
)
Per quanto mi riguarda il discorso sui prodotti a km0 è un'altro mondo che sebbene abbia importanti risvolti nel discorso si o no nucleare necesiterebbe di un analisi economica che non sono in grado di affrontare.
Mi soffermo di nuovo sul concetto, come ha detto kikhit, di "sapere collettivo". Io parlerei di "coscienza collettiva" in questo specifico caso. Quale è la volontà della popolazione in termini energetici? I cittadini italiani sono disposti a cambiare (badate, cambiare non rinunciare) alle proprie abitudini in modo da arrivare a dipendere solo da fonti di energia che non implichino scarti dannosi?
Ribadisco che la domanda "vuoi tu il nucleare?" è la domanda SBAGLIATA da fare agli italiani. Tanta gente per insicurezza o perchè non si è informata risponderebbe NO, e questo è PERICOLOSO perchè quella non è la sua volontà! E' una sua interpretazione del "ho sentito dire che".
La scheda dovrebbe chiedere "hai la VOLONTA' di non dover dipendere da energie la cui produzione prevede scarti nocivi?"
Se la risposta fosse "SI": allora il nucleare sarebbe quasi certamente la soluzione più contro la volontà del cittadino. E io, da fisico, mi impegnerei al massimo delle mie capacità per rendere sempre più efficienti i sistemi di produzione di energia ad emissioni zero. Perchè diciamocelo...l'energia solare gli fa una pi**a all'efficienza della fissione...
Se la risposta fosse "NO": allora credo che non si potrebbe fare altro che mettere nelle mani di un gruppo di scienziati la costruzioni di centrali nucleari il più velocemente possibile. Dal canto mio porrei tutte le mie capacità al servizio della messa in massima sicurezza di tutti gli impianti di produzione e stoccaggio. Tuttavia continuerei a lavorare per trovare un alternativa.
Credo sia questa la differenza sostanziale.
Se la popolazione scegliesse di voler cambiare implicherebbe che lo Stato si ponesse anima e corpo per rispettare questa volontà, con sacrifici per i singoli che inizialmente saranno grandi, ma che nel futuro verranno ripagati dalla certezza di non aver paura di accendere una lampadina.
Ma la domanda "vuoi il nucleare?" è fine a sè stessa e facilmente strumentalizzabile.
Se a questo punto mi è permesso dire la mia, credo che se si facesse questo tipo di sondaggio verrebbe fuori che in realtà (a parte una frazione) la popolazione sta tanto bene con le piazze di tutta Italia illuminate da lampade alogene alle 3 del mattino o computer di uffici inutilmente accesi 24h su 24.
Spero di sbagliarmi.
L'alternativa al nucleare c'è. Ma la popolazione deve sapere che l'alternativa prevede un cambiamento che, come tutti i cambiamenti, è FATICOSO.
Spero di aver reso più chiaro il concetto del perchè la scelta del nucleare ora come ora non può essere messa nelle mani dell'Italia intera.
@Kikhit:
spero che 5 anni di filosofia e storia studiati al liceo (studiato veramente...quanto ho odiato quella prof non puoi immaginarlo) mi diano strumenti, quantomeno, sufficienti per avere coscienza di causa su quello che dico