Eccomi.
Mi fa piacere che ci sia gente che abbia voglia di discutere argomentando le risposte e contribuendo positivamente alla discussione.
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Ecco, questo è già un argomentare che trovo più accettabile rispetto al tuo primo intervento... ma l'importante è chiarirsi. L'ho tagliato per evitare di fare un post chilometrico.
Tanto per scoprire le carte, nell'87 io avevo messo la crocetta sul si per le centrali nucleari (o no, non ricordo come era formulata la domanda, comunque le centrali le volevo) ed ero disposto ad averne una a Carovigno, ad una sessantina di km da casa (Nardò)... ma eravamo negli anni '80, guardavo DriveIn e DJ Television, avevo il mito dello scienziato che fa le cose per bene ed avevo una discreta fiducia nella scienza e nella tecnologia, oltre a qualche anno in meno di te.
Poi ho visto un po' meglio come funziona il mondo ed ho capito che dappertutto, e forse particolarmente in Italia, l'interesse economico fa passare in secondo piano le misure di sicurezza. Ho visto che le certificazioni volontarie (ISO 9001, ISO 14000, ecc...) sono volontarie nel senso che il certificato paga il certificatore... e lascio immaginare quanti sono i casi di certificazione negata. Ho scoperto che la normativa europea prevede per gli impianti di incener... ops, volevo dire termovalorizzazione, dei controlli per pochi giorni all'anno con preavviso al gestore dell'impianto di almeno 15 giorni... e anche qui, se non rientri nei margini in queste condizioni sei proprio un gran pirlotto. Ho scoperto che l'inceneritore al Gerbido dovrà avere un camino alto abbastanza da non far fermare gran parte dei fumi sulla collina di Moncalieri... ma se i fumi, come sosteneva Calgaro (medico e vice sindaco di Torino), non sono dannosi perché filtrati completamente, dove sarebbe il problema se si fermassero sulla collina di Moncalieri?
Alla luce di questo, per quanto sia ancora convinto che è possibile avere centrali a fissione tecnicamente sicure, ho cambiato idea sull'averle installate sul territorio ed in particolare "in my backyard" (ad avercelo il giardino!).
Quindi, oltre all'analisi se tutto va bene, vorrei avere un'informazione completa sui rischi se il gestore lima troppo sulle misure di sicurezza. Cosa può succedere se si costruiscono pale eoliche che si rompono con un vento troppo forte a causa di un risparmio eccessivo nei materiali? Cosa può succedere se fonde il nocciolo di una centrale a fissione perché il gestore ha tagliato i costi?
Torno a ripetere che secondo me, però, il problema è un altro. Se si chiede agli italiani se vogliono spendere per installare pannelli solari (anche solo solare termico, non necessariamente fotovoltaico) allora tutti diranno "NO". Se invece si propone di dirottare i fondi destinati al nucleare per far fare degli investimenti sul solare, geotermico, eolico, ecc... per la produzione distribuita di energia... senza trascurare l'isolamento termico per ridurre la richiesta di energia... allora forse i "NO" sarebbero molti meno e tanti si farebbero i conti sul ritorno dell'investimento in un impianto di generazione autonomo accoppiato ad una sostanziale ristrutturazione.
Io credo che, a parte una minoranza strutturale di ebeti, la maggioranza abbia molta più capacità di scelta di quanto si voglia far credere, basta che abbia le informazioni corrette.
Credo che molti vorrebbero comprare cibi biologici e produzioni locali banalmente perché sono più buoni da mangiare e poi, incidentalmente, hanno una distribuzione dei ricavi più etica e fanno bene alla salute. Non lo fanno perché costano uno sproposito rispetto alla produzione industriale... ed i prezzi non scendono perché poca gente compra biologico (anche se in corso Regina al sabato ci sono code piuttosto lunghe alle casse). Non so come abbiano fatto, ma in Spagna la differenza di costo tra cibi biologici e cibi "normali" è molto più ridotta e molta più gente mangia biologico e produzioni locali. Il fatto che in Spagna, come in Francia e, parzialmente, in Irlanda, nei supermercati siano molto più rare le provenienze della frutta da paesi stranieri rispetto all'Italia mi fa sospettare che ci sia qualcosa dietro. Di nuovo, se invece di finanziare il ponte sullo stretto e la TAV, si sovvenzionassero le produzioni locali in modo da innescare un ciclo virtuoso di minor prezzo al consumo e maggior consumo, magari togliendo agevolazioni alla grande distribuzione (che, sia chiaro, non è il demonio)... allora magari comprare a km 0 non sarebbe più un grande sacrificio.
Certo che quasi tutti vorrebbero avere le piazze illuminate 24 ore su 24 ed i computer accesi sempre, perché non sanno quanto costa. Facciamo sapere quanto costa questo (sia in termini economici che energetici) e vediamo quanti preferibbero le piazze illuminate ad un risparmio diretto nel portafogli.
Certo, tutto questo andrebbe a toccare interessi economici non trascurabili. E qui torniamo al "money makes the world go round", in particolare al fatto che la ricchezza ha una sua legge di gravitazione universale per cui le particelle di ricchezza tendono ad attrarsi ed a creare ammassi sempre più grandi... lasciando tra gli ammassi degli spazi sterminati di vuoto e povertà. Pensare a mega impianti mi fa pensare che dietro un impianto c'è un gestore che si arricchisce a scapito della "massa". Pensare a impianti piccoli e distribuiti è sicuramente meno efficiente, ma corrisponderebbe ad una redistribuzione della ricchezza per cui non ci sarebbe il gestore straricco, ma neppure il poveraccio. A livello globale la media sarebbe, probabilmente, più bassa, però non ci sarebbero le code della distribuzione con gli straricchi e gli strapoveri... insomma, mediamente mangeremmo tutti un terzo di pollo ma non ci sarebbe chi ne mangia uno intero e neppure chi resta a digiuno.
Da quello che ne sapevo io, il compito di un GOVERNO dovrebbe essere appunto di GOVERNARE l'evoluzione e l'organizzazione sociale secondo principi che derivano dalla cultura umanistica ed applicando tecniche che derivano dalla cultura scientifica... sogno, vero? Beh, a quasi 43 anni mi piace continuare a sognare.