è si proprio così:
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Paolo Alberati: "Due parole a proposito della mia esclusione dai Mondiali Marathon"
Abbiamo ricevuto questa lettera di Paolo Alberati che pubblichiamo integralmente. Crediamo che nonostante l'amarezza, Alberati abbia espresso dei concetti in modo preciso, garbato ed educato come da sempre è solito fare. Per questo motivo riteniamo opportuno pubblicarla, assicurando che daremo lo spazio ad una eventuale replica ufficiale della Federazione se riterrà opportuno farla.
Tanti auguri agli azzurri ma io sono molto dispiaciuto di non esserci.
Queste mie parole per raccontarvi perché, come comparso in alcuni articoli giornalistici dei giorni scorsi, non nascondo la mia amarezza e sorpresa dopo l'esclusione dai Mondiali Marathon di Villabassa, sentimenti che ritengo siano più che giustificati.
E qui ve ne spiegherò direttamente le ragioni.
Da sempre ho saputo, e il Settore Tecnico Fuoristrada della nostra Federazione ce l'ha sempre riconfermato, che le prove del Marathon Tour sono valide come "vetrina" di selezione per i campionati mondiali di specialità. Come del resto lo sono gli Internazionali d'Italia per le prove iridate di Cross Country.
E' per questo che ho chiesto alla mia società, già da inizio anno, di partecipare alle quattro prove in programma per mettermi in evidenza, insieme ai miei compagni di squadra.
Ebbene: al termine delle quattro prove, pur avendo saltata la prima di proposito (la Gran Fondo del Montello in aprile) poiché nel mese di aprile avevamo deciso con il Team di risparmiare energie in vista del luglio mondiale, sono sesto in classifica, quinto degli italiani.
Ora ai Mondiali però sono stati convocati (con pieno merito comunque) il 1°, il 2°, il 3° il 4°, il 4° a pari merito non poteva essere convocato perché russo, il 6° sono io (e quindi a casa...), convocati il 7°, il 9°, l'11° e dulcis in fundo il 23°. L'8° e il 10° sono colombiani e quindi non di pertinenza italiana.
In più nei dodici convocati ci sono quattro che in classifica non compaiono per nulla. Niente da dire sui loro meriti che giustificano pienamente la loro convocazione (stiamo parlando di campioni come Simoni, De Bertolis etc...), ma resta il fatto che il sesto della classifica Top Class Marathon sta a casa.
In questa stagione oltre al ranking Marathon Tour, sono secondo nel circuito Windtex (il Giro d'Italia della Mtb) dietro al russo Moukhine, Trofeo che ho già vinto due volte in carriera. Nel 2008 ho già vinto due belle corse e tanti sono stati i piazzamenti. Nel 2006 ho corso da azzurro un europeo ed un mondiale (quello di Bourg d'Oisans) e credo di essermi sempre comportato bene sia con gli avversari che con i compagni di squadra e di nazionale, dimostrandomi sempre attaccato alla maglia azzurra. Nel 2007 poi, nonstante un infortunio che pesantemente mi ha limitato, ho concluso la classifica finale della Coppa del Mondo Marathon in 12ma posizione. E posso ritenere la Dolomiti Superbike la mia gara del cuore: due anni fa vi sono giunto 4°, e negli anni ho collezionato anche un 5°, un 8° ed un 9° assoluto su sei partecipazioni.
Ho 35 anni, tra pochi giorni nascerà il mio piccolo Edoardo, so di essere un ragazzo maturo oltre che un valido atleta: questo Mondiale (corso da protagonista! perché preparato a modino) sarebbe stata la classica cicliegina sulla torta della mia carriera.
Però il mio Ct Pallhuber stavolta penso abbia fatto davvero un numero: è riuscito a trovare in Italia 12 "maratoneti" migliori di me!
Con tutto il rispetto per gli altri ragazzi: questo mi sorprende.
Anche se più sotto vi spiegherò come Hubi si è dimostrato alla fine corretto e Uomo nei miei confronti.
A proposito del ranking marathon Tour vedete da soli sotto la situazione:
La Federazione, il settore tecnico Mtb in particolare, invece da parte sua ha fatto ancor meglio, realizzando il miracolo di scontentare non solo un biker, ma tutti quelli che aspiravano, con diritto, alla partecipazione a questo mondiale in Italia.
Il regolamento internazionale Uci infatti recita che ai Mondiali di specialità Marathon la nazione organizzatrice può far partecipare 25 uomini e 25 donne.
(vedi sotto)
Consapevoli di questa norma, negli anni scorsi sempre applicata, molti di noi, io per primo, hanno costruito una stagione di sacrifici (come per esempio sobbarcarsi la trasferta di Coppa Marathon in Turchia - 14mo all'arrivo - per ottenere punti nel Ranking Uci per partire davanti al Mondiale o effettuare diverse ricognizioni sul percorso nei mesi scorsi o allenarsi... con tanta passione e determinazione solo per questo appuntamento!), certi di potersi poi iscrivere, in caso di mancata e giustificata convocazione, al "nostro" mondiale in Italia in quanto comunquer meritevoli di partecipare poiché tra i primi nella classifica italiana.
Il nostro settore tecnico Fuoristrada è andato però stavolta davvero "fuoristrada". In quanto aveva già deciso da dicembre scorso (per suoi motivi che non sto qui a spiegare, sennò ci sarebbe da adirarsi troppo... perché non riguardano né il sottoscritto né tanti altri atleti "a norma") che al mondiale avrebbe portato solo i convocati in nazionale (12 uomini più 6 donne, quindi 18 invece di 50!!!).
Salvo non comunicarlo alle società né agli atleti!
Quindi, tutti ignari, abbiamo saputo della decisione solo al momento della tentata iscrizione, un mese fa. Iscrizione andata a vuoto e sacrifici buttati al vento.
Ciò vuol dire comunque che al "nostro" mondiale in Italia gli spettatori o tifosi potranno assistere alla cosa un po' "strana" di veder passare 30 maglie francesi, o 30 atleti olandesi, o 30 belgi. Ma solo 17-18 italiani...
Di sicuro gli atleti convocati dalle nazionali sono i più accreditati a risultati migliori, ma se il regolamento Uci per i mondiali marathon è favorevole ad una partecipazione allargata, perché noi italiani ci siamo voluti dare la zappa sui piedi?
Mi era già successo al mondiale corso in Francia da convocato di vedere oltre 40 maglie francesi in gara e questa cosa non mi era affatto sembrata assurda...
Ora forse capite meglio il mio stato d'animo diciamo "turbato".
Rispetto assolutamente il valore dei dodici ragazzi convocati per la corsa, come me anche loro hanno tutti sacrificato un anno o forse più della loro vita per inseguire questo sogno.
Ma rispetto anche le scelte del mio Ct Pallhuber che è una persona seria e preparata e sicuramente avrà fatto le sue consideraziioni.
Per la verità Hubi si è dimostrato anche sensibile ed umano, richiamandomi dopo che io l'avevo cercato per manifestare le mie ragioni, ed esprimendomi il suo dispiacere per la mia mancata partecipazione alla corsa.
Io apprezzo la sua telefonata e sono rattristato per il suo dispiacere... ma di fatto altri atleti corrono al mio posto ed io sabato sarò ai bordi a guardare la gara!
Anzi, la gara magari non la guarderò proprio, visto che pur tifando azzurri, un po' mi brucerà non essere lì a lottare con loro. Per la verità a Villabassa ci sono già da lunedì... diciamo che mi ero programmato già da tempo in maniera "costruttiva...", ma sì, sabato sicuramente me ne andrò con la mia Valeria e con il nostro pancione a fare due passi nei prati della Val Pusteria e non ai margini della corsa.
Scaricherò così la mia tensione, ma ciò non toglie la mia amarezza di fronte ad una situazione che nei miei confronti mi sembra ingiusta, né spiegabile.
Io perlomeno grandi spiegazioni non ne ho avute.
Come avrete visto preferisco lasciare spazio ad una presa di coscienza col sorriso piuttosto che alle polemiche, non è il mio ciclismo quello delle dietrologie e delle polemiche. Non è ciclismo quello e non fa bene a nessuno. Come d'altra parte non fa bene nemmeno però ricevere ingiuste delusioni, come qui vi ho spiegato.
Quello che invece mi chiede il mio ciclismo, quello del cuore, è di reagire correndo domenica la Dolomiti Superbike con il rispetto per questa fantastica corsa e per Kurt Ploner amico organizzatore, di me stesso come atleta e delle persone e degli allenatori che mi sono state vicine nel mio fantastico (anche se inutile) percorso di avvicinamento al Mondiale mancato. Debbo rispetto anche al mio gruppo sportivo Team Felt international ed ai miei sponsor tutti che mi permettono di lavorare in questo bellissimo sport, ma mi retribuiscono non per essere deluso ma per fare il mio lavoro con il sorriso ed entusiasmo.
A tutti gli sportivi di cuore auguro di divertirsi con il ciclismo e non avere mai delusioni dal proprio sport come la mia.
E semmai succede... di ripartire con più slancio di prima!
Io ci proverò.
Con amicizia
Paolo Alberati
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Mi dispiace veramente