CAI e MTB: il mio pensiero !

capataz

Biker superioris
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Parma
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Rocky Mountain Altitude Rally
Grazie a entrambi per il supporto.
Sono sicuro che nel CAI e fuori ci siano tante persone interessate a trovare un punto di riferimento per la pratica della MTB in un contesto "socializzante" nonchè di grande tradizione e competenza come il CAI. Quindi spero che accesa la fiamma presto il fuoco cominci a bruciare (spero solo di non scottarmi:smile:).

Sono ancora abbastanza incredulo del fatto, per esempio, che dopo 20 anni e più che la MTB è praticata in Italia, un genitore non sappia a chi rivolgersi per avviare il proprio figlio alla pratica di questo meraviglioso sport. In questi ultimi mesi, semplicemente grazie alla visibilità del mio piccolo sito amatoriale, sono stato bombardato di richieste di genitori o di ragazzi alle prime armi che non sapevano dove andare per cominciare. Ebbene credo che nel tempo il CAI possa diventare questo punto di riferimento. Perchè ha tradizione, è diffuso capillarmente nel territorio, ha la cultura dell'insegnamento e non spinge all'agonismo a tutti i costi.

Intanto mi sto studiando un pò di materiale "ufficiale" dal sito mtbcai.it e cercando di captare sui siti di altre sezioni che già praticano la MTB qualche informazione in più (regolamento gite ecc.)
Poi non mancherò di rompervi le pelotas direttamente

Pier
 

maxgastone

Biker spectacularis
17/10/05
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Novi Ligure (AL)
maxgastaldi.wordpress.com
Grazie a entrambi per il supporto.
Sono sicuro che nel CAI e fuori ci siano tante persone interessate a trovare un punto di riferimento per la pratica della MTB in un contesto "socializzante" nonchè di grande tradizione e competenza come il CAI. Quindi spero che accesa la fiamma presto il fuoco cominci a bruciare (spero solo di non scottarmi:smile:).

Sono ancora abbastanza incredulo del fatto, per esempio, che dopo 20 anni e più che la MTB è praticata in Italia, un genitore non sappia a chi rivolgersi per avviare il proprio figlio alla pratica di questo meraviglioso sport. In questi ultimi mesi, semplicemente grazie alla visibilità del mio piccolo sito amatoriale, sono stato bombardato di richieste di genitori o di ragazzi alle prime armi che non sapevano dove andare per cominciare. Ebbene credo che nel tempo il CAI possa diventare questo punto di riferimento. Perchè ha tradizione, è diffuso capillarmente nel territorio, ha la cultura dell'insegnamento e non spinge all'agonismo a tutti i costi.

Intanto mi sto studiando un pò di materiale "ufficiale" dal sito mtbcai.it e cercando di captare sui siti di altre sezioni che già praticano la MTB qualche informazione in più (regolamento gite ecc.)
Poi non mancherò di rompervi le pelotas direttamente

Pier
Perchè non vieni al raduno nazionale? In fondo non è lontano la zona di Chiavari da casa tua... vieni al sabato e prima di cena ti chiarisci un pò le idee... :celopiùg:

ps. il cai l'agonismo proprio non lo digerisce... e questo uno dei lati meravigliosi! però durante le gite un pò di menaggio c'è sempre :smile:
ps. se riesci a mettere in piedi qualcosa nel CAI si potrebbe fare una gita insieme alle 5 terre... così ci si trova a metà strada
 

capataz

Biker superioris
12/5/03
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Perchè non vieni al raduno nazionale? In fondo non è lontano la zona di Chiavari da casa tua... vieni al sabato e prima di cena ti chiarisci un pò le idee... :celopiùg:

...
ps. se riesci a mettere in piedi qualcosa nel CAI si potrebbe fare una gita insieme alle 5 terre... così ci si trova a metà strada
Sto pensando di venire infatti almeno al convegno.

Per fare qualcosa alle 5 terre molto volentieri.
 

tato

Biker serius
22/3/03
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Sottoscrivo appieno le osservazioni di Capataz. Per le mie 2 figlie ho cercato un gruppo dove poetrle far pedalare in compegnia di coetenee (tra 7 e 9 anni). Ma nella zona ho trovato solo club orientati all'agonismo: allenamento, maglietta sponsorizzata e garetta alla domenica. Pur non rifiutando totalmente l'approccio agonistico, mi piacerebbe che i bambini crescessero sposando soprattutto il (nuovo) approccio cicloalpinistico del MTBCAI. Anche io sto meditando di creare un gruppo MTB nella sottosezione CAI locale e mi piacerebbe creare anche un gruppo "giovanile". Purtroppo impegni personali mi hanno impedito di partecipare al raduno varesino, ma farò il possibile per esserci a Borzonasca.
Avete esperienze di scuole di MTB create nell'ambito di gruppi CAI?
 

maxgastone

Biker spectacularis
17/10/05
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Avete esperienze di scuole di MTB create nell'ambito di gruppi CAI?
I ragazzi di Chieri e dei cai di Torino stanno per organizzare il primo corso intersezionale di MTB, mentre lo scorso anno Chieri ha fatto il suo primo corso... Se vieni a Borzonasca potrai chiedere direttamente lumi a Marco :celopiùg:

ps. ti quoto sul discorso bimbi = divertimento... la fase agonistica che sia una loro scelta e non un'imposizione della squadra agonistica. In ogni caso non troveranno mai (se non in rare eccezioni) in quegli ambienti qualcuno che gli insegni qualcosa: sia a livello tecnico che a livello ambientale (IMHO)
 

maxgastone

Biker spectacularis
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io a Chieti sto provando a far partire un gruppo genitori-figli tra i 6 e i 10 anni ... :-)
Bravo :celopiùg:

Domani salta ma qui sono 2 settimane che piove :-( il fango arriva alle orecchie
Che sfiga... per ora dalle mie parti il fango è ancora dormiente :medita:, però il clima è da castagne.

Oggi ho girato senza neanche vedere una battuta di cinghiale :nunsacci:... strano
 

bicincittacosenza

Biker serius
3/2/08
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cosenza
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Anche a Cosenza uno dei propositi principali del Gruppo è quello di costituire una sezione "Giovanissimi" con escursioni su tracciati didattici appositamente studiati; consapevoli del fatto che ogni itinerario, in montagna, cela immagini, ambienti, occasioni e situazioni per insegnare tanto ai giovani, abbiamo già predisposto un facile percorso che abbiamo chiamato "BIMBIMBIKE"; percorso questa estate con mio figlio ed altri ragazzi tra 8 ed 11 anni, mi trovo ora pressato da richieste di genitori "afflitti" dai propri figli che vogliono tornarci !

Ma per far tutto ci vorrebbe tanto, tantissimo tempo.......
 

tato

Biker serius
22/3/03
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Una lettera dall'ultimo numero dello Scarpone:
"Pedalatori -
.....Tutto bene se, alle volte, non si venisse scossi, da un cupo sferragliare estraneo all'ambiente, da uno sfiorare improvviso che ci coglie alle spalle, dall'arrivo di uno sciame di pedalatori super accessoriati. Meglio sarebbe se le bici si limitassero alle piste ciclabili, o ci fossero dei sentieri mtb a loro riservati. invece è sempre più diffusa una strana innaturale commistione ciclopedonale. E poi, .... perchè non raggiungere tale cima a piedi come sempre hanno fatto generazioni di soci CAI? Un modo a mio modesto avviso, più in sintonia con la "filosofia CAI". Se no, le scalate del prossimo Giro d'Italia le curerebbe "Lo Scarpone" e non la rosea."

La rivista non replica.
Vorrei commentare questa lettera cercando di mantenere un approccio costruttivo e non di facile polemica.
Il disagio per la convivenza escursionista a piedi-mtbiker c'è ed è alimentato sia dal comportamento scorretto ed arrogante di una minoranza dei praticanti del nostro sport, tanto quanto da un rifiuto preconcetto di accettare la pratica di "nuovi" modi di vivere la montagna. Nel contempo ho sempre odiato le segregazioni come proposto dal lettore: percorsi a piedi vs. percorsi in bici. Ciò porta a divieti e divieti portano conflitti. Usiamo i divieti per proteggere la montagna da una fruizione/sfruttamento non compatibile con la "filosofia CAI" e dimostriamo, noi bikers del CAI, che la convivenza è possibile ed anzi arricchisce la montagna che entrambi gli "schieramenti" amano. Il dialogo e la tolleranza pagano sempre. Su questo tema ritengo importante che la Commissione per il Cicloescursionismo prenda l'iniziativa per perseguire un piano di comunicazione continuo e mirato che dimostri la compatibilità della MTB con le altre pratiche escursionistiche del CAI e nel contempo ne stigmatizzi gli abusi. E se Commissione ufficiale, usi i canali ufficiali.

Interessante è infine l'associazione MTB-Ciclismo agonistico (nella chiusura della lettera dedicata al giro d'Italia).
L'intolleranza verso l'agonismo ciclistico trova facile coltura presso il CAI (ma poi qualcuno mi deve spiegare perchè si dedica sempre una mezza pagina della Rivista all'arrampicata sportiva a maggior ragione indoor o su parete artificiale...). Non penso si debba stigmatizzare l'agonismo tout court. Ci sono spazi, luoghi e momenti dove l'agonismo è bello da vedere e praticare. Ma penso che srebbe più facile fare accettare la MTB se si enfatizzasse che lo spirito originario del rampichino è fondato sulla scoperta ed esplorazione della natura piuttosto che sulla prioritaria ricerca della velocità e della prestazione (tanto più tipico del ciclismo su strada).
 

marzia

Modera_i_tour?
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sondrio
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Ma penso che srebbe più facile fare accettare la MTB se si enfatizzasse che lo spirito originario del rampichino è fondato sulla scoperta ed esplorazione della natura piuttosto che sulla prioritaria ricerca della velocità e della prestazione (tanto più tipico del ciclismo su strada).

sono d'accordo su molti punti,
ovviamente lo "spirito originario del rampichino" può anche mutare, essere basato sull'agonismo, sulla ricerca della prestazione o quant'altro, senza necessariamente avere delle accezioni negative o minor dignità....voglio dire: come chi va in falesia ad arrampicare è forse più amante del gesto tecnico che dell'ambiente di montagna in sè, ci sta anche che il mtbiker abbia ugual passione per il movimento "fine a sè stesso"..
 

DR_Balfa

Biker grossissimus
Allora il mio punto di vista è ormai noto, ho anche già discusso con Cavallaro che è il presidente delle CCE (commissione centrale escursionismo) a cui la MTB è stata "rifilata", e con l'amica Miranda presidente nazionale TAM (tutela ambiente montano) cercando di scardinare quelli che sono i preconcetti sulla MTB presenti nel CAI.

Agonismo, il CAI per anni ha appoggiato lo sviluppo di impianti di risalita per lo sci alpino e le sue gare, appoggio ancora, come la UIAA, le gare di arrampicata sportiva e scialpinismo (lo scialpinismo race sta allo scialpinismo come una gara di XC sta all'escursionismo), le gare di corsa in montagna ecc.

Tra le altre cose l'appoggio della UIAA all'agonismo ha portato l'uscita dei club di lingua tedesca dalla stessa (polemica ancora non rientrata a quanto ne so).

La MTB viene associata alle moto nella maggior parte dei casi, basta leggere il risultato dello studio dei "saggi" su i mezzi meccanici in montagna...

Io sono contrario alla ghettizzazione di qualsiasi attività in montagna, i divieti mettiamoli se abbiamo realmente qualcosa da tutelare, ma soprattutto educhiamo le persone al rispetto delle montagna, che vadano a piedi, in bici, con gli sci,le ciaspole ecc..

Quanti escursionisti "tagliano" i sentieri per accorciare o velocizzare il percorso? Quanti camminano fuori sentiero rovinando prati di alta quota, ecc.

Poi sulla modernizzazione del CAI... bhe quando mi hanno visto alla sede centrale hanno detto finalmente un giovane... peccato che abbia più di 40 anni :-)
 

sembola

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Una lettera dall'ultimo numero dello Scarpone:
"Pedalatori -
.....Tutto bene se, alle volte, non si venisse scossi, da un cupo sferragliare estraneo all'ambiente, da uno sfiorare improvviso che ci coglie alle spalle, dall'arrivo di uno sciame di pedalatori super accessoriati. Meglio sarebbe se le bici si limitassero alle piste ciclabili, o ci fossero dei sentieri mtb a loro riservati. invece è sempre più diffusa una strana innaturale commistione ciclopedonale. E poi, .... perchè non raggiungere tale cima a piedi come sempre hanno fatto generazioni di soci CAI? Un modo a mio modesto avviso, più in sintonia con la "filosofia CAI". Se no, le scalate del prossimo Giro d'Italia le curerebbe "Lo Scarpone" e non la rosea."

La rivista non replica.
Vorrei commentare questa lettera cercando di mantenere un approccio costruttivo e non di facile polemica.
Il disagio per la convivenza escursionista a piedi-mtbiker c'è ed è alimentato sia dal comportamento scorretto ed arrogante di una minoranza dei praticanti del nostro sport, tanto quanto da un rifiuto preconcetto di accettare la pratica di "nuovi" modi di vivere la montagna. Nel contempo ho sempre odiato le segregazioni come proposto dal lettore: percorsi a piedi vs. percorsi in bici. Ciò porta a divieti e divieti portano conflitti. Usiamo i divieti per proteggere la montagna da una fruizione/sfruttamento non compatibile con la "filosofia CAI" e dimostriamo, noi bikers del CAI, che la convivenza è possibile ed anzi arricchisce la montagna che entrambi gli "schieramenti" amano. Il dialogo e la tolleranza pagano sempre. Su questo tema ritengo importante che la Commissione per il Cicloescursionismo prenda l'iniziativa per perseguire un piano di comunicazione continuo e mirato che dimostri la compatibilità della MTB con le altre pratiche escursionistiche del CAI e nel contempo ne stigmatizzi gli abusi. E se Commissione ufficiale, usi i canali ufficiali.

Interessante è infine l'associazione MTB-Ciclismo agonistico (nella chiusura della lettera dedicata al giro d'Italia).
L'intolleranza verso l'agonismo ciclistico trova facile coltura presso il CAI (ma poi qualcuno mi deve spiegare perchè si dedica sempre una mezza pagina della Rivista all'arrampicata sportiva a maggior ragione indoor o su parete artificiale...). Non penso si debba stigmatizzare l'agonismo tout court. Ci sono spazi, luoghi e momenti dove l'agonismo è bello da vedere e praticare. Ma penso che srebbe più facile fare accettare la MTB se si enfatizzasse che lo spirito originario del rampichino è fondato sulla scoperta ed esplorazione della natura piuttosto che sulla prioritaria ricerca della velocità e della prestazione (tanto più tipico del ciclismo su strada).

Mi sembra un'analisi molto sensata. Sarebbe una perfetta lettera di risposta...
 

tato

Biker serius
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Sembola,
la tentazione ieri sera di prendere penna e scrivere c'è stata.
Ma riflettendo (mentre correvo con i bastoncini da Nordic Walking... mmm se mi avessero visto i bocia, che avrebbero detto di questa pericolosa innovazione?) con le mie deboli ed annebbiate meningi mi sorge un dubbio. Se abbiamo una Commissione ufficiale, perchè non delegare alla stessa una risposta "ufficiale" che "aiuti" il CAI a prendere posizione su questo tema? Insomma la MTB è tollerata, assimilata o addirittura sostenuta dal CAI? Se invece dell'iniziativa del singolo si intraprendessero delle iniziative di gruppo?
Sfruttare l'incontro di Borzonasca per discuterne?
 

DR_Balfa

Biker grossissimus
Sembola,
la tentazione ieri sera di prendere penna e scrivere c'è stata.
Ma riflettendo (mentre correvo con i bastoncini da Nordic Walking... mmm se mi avessero visto i bocia, che avrebbero detto di questa pericolosa innovazione?) con le mie deboli ed annebbiate meningi mi sorge un dubbio. Se abbiamo una Commissione ufficiale, perchè non delegare alla stessa una risposta "ufficiale" che "aiuti" il CAI a prendere posizione su questo tema? Insomma la MTB è tollerata, assimilata o addirittura sostenuta dal CAI? Se invece dell'iniziativa del singolo si intraprendessero delle iniziative di gruppo?
Sfruttare l'incontro di Borzonasca per discuterne?

La risposta ufficiale ha un suo senso ma deve essere sostenuta da tente risposte della base... a mio parere :-)
 

sembola

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Sembola,
la tentazione ieri sera di prendere penna e scrivere c'è stata.
Ma riflettendo (mentre correvo con i bastoncini da Nordic Walking... mmm se mi avessero visto i bocia, che avrebbero detto di questa pericolosa innovazione?) con le mie deboli ed annebbiate meningi mi sorge un dubbio. Se abbiamo una Commissione ufficiale, perchè non delegare alla stessa una risposta "ufficiale" che "aiuti" il CAI a prendere posizione su questo tema? Insomma la MTB è tollerata, assimilata o addirittura sostenuta dal CAI? Se invece dell'iniziativa del singolo si intraprendessero delle iniziative di gruppo?
Sfruttare l'incontro di Borzonasca per discuterne?

Per me occorre invece farsi sentire, come soci che pagano una tessera e si riconoscono nei principi del CAI enunciati nello statuto. E che io credo fermamente di rispettare quando vado in montagna in bici.
Onestamente sono un po' pessimista: dubito che l'accettazione formale della mtb all' interno del CAI sia condivisa dalla base tradizionalista, che infatti scrive lettere di questo tipo.
Per me è vitale farsi sentire.
 

maxgastone

Biker spectacularis
17/10/05
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Novi Ligure (AL)
maxgastaldi.wordpress.com
Per me occorre invece farsi sentire, come soci che pagano una tessera e si riconoscono nei principi del CAI enunciati nello statuto. E che io credo fermamente di rispettare quando vado in montagna in bici.
Onestamente sono un po' pessimista: dubito che l'accettazione formale della mtb all' interno del CAI sia condivisa dalla base tradizionalista, che infatti scrive lettere di questo tipo.
Per me è vitale farsi sentire.
Le cariatidi sono dure da combattere... ma prima o poi capitoleranno!

Intanto ora nel gruppo regionali riconosciuti ci sono anche i Lombardi... e vista la velocità con cui sono stati accettati i "radicali" iniziano a tremare. Tra l'altro Salsa (presidente CAI) ora che sta andando verso la fine del mandato qualche sassolino se lo vuole togliere...

speriamo solo che non succeda come nell'arrampicata sportiva: lì hanno rotto tanto le pelotas che c'è stato l'aventino con la formazione della FASI :fantasm:
 

Musty

Biker paradisiacus
Per me occorre invece farsi sentire, come soci che pagano una tessera e si riconoscono nei principi del CAI enunciati nello statuto. E che io credo fermamente di rispettare quando vado in montagna in bici.
Onestamente sono un po' pessimista: dubito che l'accettazione formale della mtb all' interno del CAI sia condivisa dalla base tradizionalista, che infatti scrive lettere di questo tipo.
Per me è vitale farsi sentire.

Mi trovi perfettamente daccordo
Sono pessimista come te e ti dico con assoluta certezza che ce ne sono di conservatori e pure troppi!

Ma l'importante è farsi sentire, tutti, e col tempo (ce ne vorrà tanto) le cose cambieranno ma se nessuno si fa mai sentire nulla cambierà, mai!
 

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