CAI e MTB: il mio pensiero !

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DR_Balfa

Biker grossissimus
Scusa Gianluca, il mio intervento è nato dalle considerazioni che ho potuto fare sia per quello che si vede dall'esterno (web), sia per quella che è la mia esperienza nei confronti delle ASD. Non mi sembra il caso di ricominciare con la storia dei tempi del CAI. Per quello che è la mia esperienza con persone che vanno in mtb associati ad un'ASD, non riesco a capire che cosa debba avere da guadgnarci il CAI, non è solo una questione di andare veloci o piano, è proprio un altro modo di intendere la cosa.

e la banalità che siamo sempre gli stessi?

e poi io sono per una totale apertura del cai verso le altre associazioni poi sono punti di vista.
 

Little Eagle

Biker superis
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non per intromettermi nel dialogo tra climbiker e balfa, ma mi verrebbe da dire che: luogo che vai, usanza che trovi.
A mio modesto parere, il Cicoloescursionismo CAI deve avere una propria identità di base - se non ce l'ha ancora andrebbe ricercata e definita, non per ingabbiare un certo modo di pensare e di fare ma per indicare una linea (o un'area) attorno alla quale la gente possa o meno riconscersi, condividendone i principi.
Solo dopo possiamo confrontarci con altre associazioni. Il nostro ruolo non è di fare la sintesi delle esigenze di mercato per attirare adepti: non siamo una società a scopo di lucro che deve far profitti aumentando il numero di soci.
Tuttavia è fondamentale il dialogo e la collaborazione con l'esterno. Qui entrano in gioco le singole persone: quanto più uno è abile nella diplomazia e incontra persone aperte al dialogo, tanto più si possono instaurare forme di collaborazione proficue per tutti. Laddove invece ci sono solo pregiudizi o atteggiamenti di superiorità nei confronti degli altri, non ci sono speranze.
Questo vale soprattutto al nostro interno: vedi l'esempio della SAT.
Ogni sezione in definitiva sente le proprie esigenze, in base al territorio, alla personalità e dedizione di chi ci lavora, all'ambiente naturale e umano che la circonda.
E' giusto comunque confrontarsi anche su questi temi, perché ogni singola esperienza condivisa è un valore aggiunto che arricchisce tutti gli altri.
 

DR_Balfa

Biker grossissimus
Noi non dobbiamo fare profitto ma dobbiamo fare che il nostro modo di andare in bici sia compreso e attuato.
In fin dei conti la cosa principale per noi è che lamontagna non è un mezzo ma un fine si va "in montagna in bici" e non "in bici in montagna" che secondo me sono due cose ben diverse. Poi che sia bello scendere un singletrack, fare due salti, ecc. ovvero che ci sia divertimento anche nel "Gesto" questo è vero anche nello scialpinismo nell'alpinismo ecc.

Ora se si trova un'altra associazione che condivide le tue scelte perché non unire le forze? A noi permetterà di avere un calendario più nutrito senza snaturare l'attività, a loro verrà fornita la nostra conoscenza della montagna e permetterà la scoperta di luoghi dove la "montagna" è predominante.

Poi io resto un profondo assertore, ma questo è un mio personale punto di vista, del confronto e non dell'autorefernziarsi... "...l'ha detto il CAI..." ma chi è il CAI se non si confronta con il resot del mondo? guardiamo cosa accade per l'ambientalismo o il pseudoambientalismo chiamano legambiente, wwf e altre associazione che spesso con la montagna centrano nulla e non il CAI perché? in fin dei conti ha una sua struttura (che spesso lascia a desiderare....) come la TAM ma non ci si fila nessuno... perché non facciamo politica? può essere ma spesso la visione che c'è fuori dal CAI sulla nostra assaciazione non è quella che si ha all'interno... e questo è un problema. Perché secondo me non si deve pubblicare solo sulla rivista o sullo scarpone? perché mi sono sbattuto per avere mezza pagina sul raduno nazionale su tuttoMTB e ora sulla settimana dell'escursionsimo? perché se aspetti che siano gli altri a venire da te oggi quando ci sono tantissime associazioni che si fanno pubblicità che non hanno le beghe e la burocrazia del cai ecc. allora hai perso la guerra in partenza.

Non so se si è capita la mia visione che non è per forza di cose quella corretta e vincente ma è un semplice punto di vista.

Ciao

@Little Eagle non è un discorso a due ma è una più ampia riflessione, le mie risposte sono potute sembrar a volte scortesi e telegrafiche ma non era mia intenzione è un periodo forse non proprio facile :-(
 

climbiker

Biker superioris
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non per intromettermi nel dialogo tra climbiker e balfa, ma mi verrebbe da dire che: luogo che vai, usanza che trovi.
A mio modesto parere, il Cicoloescursionismo CAI deve avere una propria identità di base - se non ce l'ha ancora andrebbe ricercata e definita, non per ingabbiare un certo modo di pensare e di fare ma per indicare una linea (o un'area) attorno alla quale la gente possa o meno riconscersi, condividendone i principi.
Solo dopo possiamo confrontarci con altre associazioni. Il nostro ruolo non è di fare la sintesi delle esigenze di mercato per attirare adepti: non siamo una società a scopo di lucro che deve far profitti aumentando il numero di soci.
Tuttavia è fondamentale il dialogo e la collaborazione con l'esterno. Qui entrano in gioco le singole persone: quanto più uno è abile nella diplomazia e incontra persone aperte al dialogo, tanto più si possono instaurare forme di collaborazione proficue per tutti. Laddove invece ci sono solo pregiudizi o atteggiamenti di superiorità nei confronti degli altri, non ci sono speranze.
Questo vale soprattutto al nostro interno: vedi l'esempio della SAT.
Ogni sezione in definitiva sente le proprie esigenze, in base al territorio, alla personalità e dedizione di chi ci lavora, all'ambiente naturale e umano che la circonda.
E' giusto comunque confrontarsi anche su questi temi, perché ogni singola esperienza condivisa è un valore aggiunto che arricchisce tutti gli altri.

Grazie per il contributo, condivido quello che dici e spero che ce ne siano anche da altri.

Perché secondo me non si deve pubblicare solo sulla rivista o sullo scarpone? perché mi sono sbattuto per avere mezza pagina sul raduno nazionale su tuttoMTB e ora sulla settimana dell'escursionsimo? perché se aspetti che siano gli altri a venire da te oggi quando ci sono tantissime associazioni che si fanno pubblicità che non hanno le beghe e la burocrazia del cai ecc. allora hai perso la guerra in partenza.

Gianluca, io non ho capito di quale guerra parli, comunque secondo me, avere mezza pagina su tuttoMTB oppure no, non cambia praticamente niente. Sono daccordo sulla necessità di confrontarsi, ma non a qualsiasi costo. Il problema che ho sollevato inizialmente, nasce dalla mia sensazione che tra CAI e ASD la differenza sia enorme e che per, condividere qualcosa, è necessario che ci siano regole chiare e precise, se poi per te questa è burocrazia, per me è garanzia (o speranza) di lavorare nel modo migliore.
Penso che, malgrado i vari riconoscimenti in sede ufficiale, la nostra presenza nel CAI abbia ancora bisogno di una consolidazione più forte e che quindi, prima di avventurarci in confronti e collaborazioni con quelli che attualmente all'interno del CAI vengo considerati (spesso giustamente) come totalmente estranei alla nostra filosofia, sarebbe meglio creare delle solide e credibili basi tra di noi.
 

DR_Balfa

Biker grossissimus
Caro ClimBiker,

intanto un giorno potremmo incontrarci e berci una birra insieme visto che io tutti i giorni sono a Tortoreto :-), anche perché dai confronti personali e da differenti idee si cresce insieme.

Allora io ho vissuto la storia della MTB nel cai da anni quando provai ad orgnaizzare nella mia sezione le prime uscite in MTB quando la Bici da Montagna era ancora rigida (si vedevano le primissime front) e le varie associazioni extracai non esistevano ancora. Risultato? la sede centrale emana tramite lo scarpone un comunicato in cui ribadisce che la Mountain Bike NON rientra nelle attività CAI e che NON è coperta da assicurazione e quindi a tutti gli effetti NON può essere proposta ai soci.

Bene cosa è accaduto? si è creato un vuoto che molte ASD hanno coperto e ora lavorano sul territorio molto meglio di noi.

Noi abbiamo discusso anni, ci siamo battuti con la SAT, si fa di tutto e cosa accade? a Pesaro durante il convegno nazionale della TAM i "saggi" dicono che la MTB è dannosa per il territorio tanto quanto una moto o un Quad (prova a cercare gli atti del convegno e vedrai) questa genialata viene di nuovo proposta sulla scarpone, cosa accade che se non sei un biker (quanto è brutto questo termine) convinto che il CAI si possa cambiare e che sia giusto rimanere nel CAI mandi tutti a "cacare" (passami il termine) e te ne vai in una ASD.

Ora chiariamo una cosa è vero che le ASD sono teoricamente "agonistiche" ma se guardi bene e con attenzione sono invece associazioni che non avendo un riferimento e un modo di organizzarsi e soprattutto "assicurarsi" hanno trovato un vuoto legislativo e si sono create le ASDche in realtà non sono agonisti ma persone che amano andare in bici a passeggio (poi ci sono anche quelle strettamente corsaiole). Molto probabilmente queste persone se il CAI l'avesse permesso 15 anni fa avrebbero fatto lo stesso nel CAI anche perché spesso sono persone che sono o erano all'interno delle varie sezioni.

Quindi il primo punto era fare accettare la MTB come attività del CAI e su questo i ragazzi del convengo LPV sono stati bravissimi, peccato che grazie a chi "comanda" questa associazione ci sono voluti 20 anni se non di più di discussioni.

Come sempre ricordiamoci csa è accaduto per l'arrampicata in falesia, il CAI ha detto no è nata la FASI ha coperto il vuoto che c'era e il CAI ha perso immagine, soci, ecc.

Poi non capisco perché nella MTB il CAI si oppone alle gare e poi organizza gare di scialpinismo, organizzava gare di corsa in montagna ecc. o si è coerenti e si fa quello che hanno fatto le associazioni di lingua tedesca uscendo dall'UIAA perché contrarie a qualsiasi forma di competizione in montagna o si è coerenti nell'altro verso e si accetta tutto. Che divverenza c'é tra una gara di scialpinismo e una di superenduro ad esempio?

Uso degli impianti se vado a scalare il corno piccolo prendo la seggiovia se decido di scendere uno dei valloni sotto l'impiato di campo imperatore devo salire a pedali... insomma o si è coerenti SEMPRE o si fa una figura meschina.

Difficoltà tecniche, perché non posso andare in posti tecnicamete difficili in fin dei conti in alpinismo si fa, altrimenti non avrebbe senso una volta trovata la via logica di salita cercarne altre più difficili.

Discorso Bikepark, premesso che io non ci sono mai andato e non so se mai ci andrò (probabilmente come cresce mio figlio lo farò), io non capisco il problema se ci vuoi andare ci vai altrimenti no. Io non ci organizzerei un'escursione del CAI ma un corso molto probabilmente si, è un po' come la falesia i rischi sono "controllati", prima di portare uno su una via di roccia in montagna lo porti in falesia, prima di fare escursioni difficili lo porti in bikepark. semplice? o no?

Che tipo di MTB si deve fare nel CAI? non lo so io ti dico quella che faccio io o che mi piacerebbe fare, poi non tutti sono favorevoli ma iocredo che ci sia spazio per tutti, la MTB si è evoluta quello che oggi chiamamo ALL Mountain (che più si avvicina a mio parere allo spirito del CAI) una volta forse era al limite del Freeride come difficoltà. Secondo me nel CAI posso convivere varie anime la MTB non è fatta di un solo modo di andare ma credo che l'unica reale cosa che deve accumunarci tutti è che la MTB NON è il fine ma il mezzo. Poi se io preferisoco la discesa alla salita o viceversa è un discorso diverso, ma il fine resta la scoperta dei luoghi, il piacere di stare in montagna senza guardare il cronometro il cardiofrequenzimentro o la difficoltà tecnica pura.

Ecco di che "guerra" parlo quella della coerenza all'interno di un'associazione che ha molto da dare ma ha anche molto da apprendere, nonostante il suo abbondante secolo di vita il CAI ha ancora da imparare soprattutto ha da imparare che i tempi cambiamo, che le attività in montagna che una volta erano "scientifiche" poi di ricchi turisti inglesi ora sono alla portata di tutti ma le persone ora vogliono anhce divertisi per andare in montagna spesso non è necessario alzarsi alle 5:00 e mettere pesanti scarponi di cuoio ma ti puoi svegliare alle 10 andare a fare una semplice passeggiata con le scarpe da tennis (non metto i sandali altrimenti mi picchiano) certo se vuoi salire sul bianco devi arrivarci correttamente preparato. Ma guarda con attenzione quali gite sociali portano grandi numeri.

Spero di non averti tediato, e mi scuso con tutti se il mio pensiero non è chiaro.
Un chiarimento dovuto questa è la mia visione o almeno in parte ed è quella che porto avanti all'interno del gruppo di lavoro del CAI, poi ci sono molte altre visioni :-) tutte giuste e ben accette.

Ciao
Gianluca
 

climbiker

Biker superioris
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Gianluca detto DR_BALFA,
hai tirato fuori talmente tanti argomenti che mi ci vorrebbe ben più di una birra per risponderti!
Comunque, cercando di sintetizzare, e poi magari cambiamo argomento, forse ho potuto dare l'impressione di essere uno di quei bacchettoni del CAI a cui non va bene mai niente. Non è così. Sono pienamente daccordo con molte delle cose che dici, ma io sono arrivato alla mtb nel CAI molto più di recente, proveniendo da una Scuola di Alpinismo della quale faccio ancora parte, dove ancora molti non riescono a capire bene, malgrado i miei sforzi, che cosa c'entra la mtb con il CAI. La mia esperienza personale in mtb, fatta prima fuori e poi dentro il CAI, che sicuramente non è confrontabile con la tua o quella di tutti gli altri che frequentano questo topic (in effetti io sono solo 3 anni che vado in bici in modo serio), mi ha portato però a comprendere subito che tra il CAI e il resto la differenza fosse grossa. Sicuramente la mia esperienza è limitata a quello che mi sono trovato intorno ed ha contribuito a creare la mia diffidenza nei confronti sia delle ASD che di altri. Per questo che chiedevo a tutti quelli che hanno più esperienza di me se il CAI potesse affidare con tranquillità la propria attività a persone completamente estranee all'associazione. E' ovvio che quando subentrano conoscenze personali e reciproca stima il problema non sussiste, però come ho già detto in precedenza, visto dal di fuori più che una collaborazione sembra a volte una semplice delega. Su questo tu mi hai già risposto e probabilmente nessun altro ha conoscenza di situazioni di cui valga la pena parlare.
Mi piacerebbe risponderti anche sulla FASI e il CAI ma andrei OT e quindi rimando alla prima occasione "live".
Cambiando discorso, questa settimana iniziamo il nostro seminario di formazione per ACS. Volevo chiedere, in particolare a gli amici del LPV, se i titolati CAI di altre discipline hanno qualche agevolazione. Se volete dare un'occhiata al programma, lo trovate qui:
http://www.caiascoli.it/

Ciao. Enrico.
 

DR_Balfa

Biker grossissimus
Gianluca detto DR_BALFA,
hai tirato fuori talmente tanti argomenti che mi ci vorrebbe ben più di una birra per risponderti!
Comunque, cercando di sintetizzare, e poi magari cambiamo argomento, forse ho potuto dare l'impressione di essere uno di quei bacchettoni del CAI a cui non va bene mai niente. Non è così. Sono pienamente daccordo con molte delle cose che dici, ma io sono arrivato alla mtb nel CAI molto più di recente, proveniendo da una Scuola di Alpinismo della quale faccio ancora parte, dove ancora molti non riescono a capire bene, malgrado i miei sforzi, che cosa c'entra la mtb con il CAI. La mia esperienza personale in mtb, fatta prima fuori e poi dentro il CAI, che sicuramente non è confrontabile con la tua o quella di tutti gli altri che frequentano questo topic (in effetti io sono solo 3 anni che vado in bici in modo serio), mi ha portato però a comprendere subito che tra il CAI e il resto la differenza fosse grossa. Sicuramente la mia esperienza è limitata a quello che mi sono trovato intorno ed ha contribuito a creare la mia diffidenza nei confronti sia delle ASD che di altri. Per questo che chiedevo a tutti quelli che hanno più esperienza di me se il CAI potesse affidare con tranquillità la propria attività a persone completamente estranee all'associazione. E' ovvio che quando subentrano conoscenze personali e reciproca stima il problema non sussiste, però come ho già detto in precedenza, visto dal di fuori più che una collaborazione sembra a volte una semplice delega. Su questo tu mi hai già risposto e probabilmente nessun altro ha conoscenza di situazioni di cui valga la pena parlare.
Mi piacerebbe risponderti anche sulla FASI e il CAI ma andrei OT e quindi rimando alla prima occasione "live".
Cambiando discorso, questa settimana iniziamo il nostro seminario di formazione per ACS. Volevo chiedere, in particolare a gli amici del LPV, se i titolati CAI di altre discipline hanno qualche agevolazione. Se volete dare un'occhiata al programma, lo trovate qui:
http://www.caiascoli.it/

Ciao. Enrico.

Caro Enrico,

io non sono assolutamente bravo in bici mi piace divertirmi non amo le competizioni e a causa dello scarso allenamento preferisco la discesa alla salita (almeno se spingo fatico meno :-)).

Il CAI NON PUO' e NON DEVE affidare con tranquillità la propria attività a persone completamente estranee all'associazione, si può callaborare ma con basi comuni ma con la presenza di tutti sempre, semplicemnte modificando le responsabilità di chi si deve fare le ricognizioni le verifiche ecc. ma la base "ideologica DEVE ESSERE COMUNE.

Speriamo di vederci con una birra in mano al più presto :-)

Ciao
 

maxgastone

Biker spectacularis
17/10/05
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maxgastaldi.wordpress.com
Cambiando discorso, questa settimana iniziamo il nostro seminario di formazione per ACS. Volevo chiedere, in particolare a gli amici del LPV, se i titolati CAI di altre discipline hanno qualche agevolazione. Se volete dare un'occhiata al programma, lo trovate qui:
http://www.caiascoli.it/

Ciao. Enrico.
L'unica agevolazione che hanno i titolati in seno cai è il poter sottoscrivere l'assicurazione, assicurazione che è stata estesa anche agli istruttori sezionali di alpinismo (gli ex aiuto istruttori)... per noi poveri AC LPV (e si spera che in futuro arrivino AC anche dalle altre regioni) l'unica speranza è l'essere riconosciuti come figura... stesso discorso per gli ACS (che penso siano gli accompagnatori sezionali giusto?)

Intanto io sarò a Roma questo WE come appoggio, insieme a Lavezzo (anzi io a dire il vero sarò il suo aiuto :smile:), per il locale minicorso di accompagnatore di mtb (cicloescursionismo come parola, permettetemi il termine, mi fa schifo)... chissà se pioverà anche là :nunsacci:
 

tato

Biker serius
22/3/03
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Le osservazioni di Gianluca rispecchiano totalmente il mio pensiero. La sua interessante risposta mi ha fatto riflettere: per la mia esperienza legata al mondo della MTB nella realtà locale, penso che il biker sia soprattutto un "animale" che pedala con una certa dose di individualismo. Pochi aderiscono a club ed associazioni formali e nella stragrande maggioranza dei casi essi sono agonisti che cercano nel club supporto alla pratica competitiva. La maggior parte dei biker pedalano per associazione spontanea, ed il forum su cui scriviamo è uno splendido esempio di catalizzatore per questo mondo. Il biker che più si avvicina all'escursionismo è un perfetto esempio di questo pedalatore fuori dai ranghi associazionistici.
Penso che il CAI possa trovare più simpatizzanti tra queste file di cani sciolti che nei club federali o similari, coi quali rimane sempre importante confrontarsi.
Il problema è come il CAI è visto da questa popolazione cicloanarcoide. Io come biker dal lontano '89 non ho mai pensato fino ad un anno fa al CAI come ad un attore a cui far riferimento per pedalare. E non vedo tra la gente che pedala sui miei stessi sentieri molti altri che pensano al CAI come portatore di proposte nel settore MTB.
Un campagna per farsi (ri)conoscere nel mondo della MTB, piuttosto che solo in quello autoreferenziante del CAI potrebbe battere varie strade:

  1. Uso del forum
  2. Articoli sulle riviste specializzate
  3. Palinatura dei percorsi segnalando i riferimenti del CAI locale a cui far riferimento per chi volesse aggregarsi
  4. Collaborazione con i negozi specializzati
  5. Attività promozionale nelle scuole (per catturare i genitori!!! Non scherzo... ho trovato più papà-biker alle feste scolastiche e alle gite FIAB per i bambini che nel CAI)
Concordo con Little Eagle che sia necessario definire prima quale sia il messaggio per quella che potremmo chiamare impropriamente una "campagna promozionale" (ed ovviamente essere riconosciuti nel CAI come gruppo coerente con la missione sociale). Il pericolo è che, anche se condividiamo il fine escursionistico con la nostra potenziale "clientela" esterna, se non ci abituiamo a parlare la lingua dei biker invece che quella del CAI, il messaggio non arriva....

Che ne dite, ad esempio, di abolire un pò di sigle più confacenti alle Forze Armate o a un ministero kafkiano? ACS: e che vuol dire? Un biker poco avvezzo ai misteri del politburo CAI mi si spaventa, come quando inizia a navigare in cai.it!!! Quanto al "cicloescursionismo", non ho vissuto il probabile lungo travagliato parto terminologico, ma a me viene più da pensare ad una bella bici con copertoncini da 700 e con le borse da cicloturismo con la quale placidamente pedalare lungo le alzaie dei fiumi.... il ciclismo ha una matrice terminologica diversa da quella alpinistica, e le diverse accezioni del termine "escursionismo" ne sono un esempio.
Una pratica nuova (per il CAI) come la MTB potrebbe dare un segnale di svolta: nuovo linguaggio, nuova agilità organizzativa, nuovi canali di comunicazione... per comunicare gioia del pedalare nella natura, con semplicità e immediatezza.
 

monorotula

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..Quanto al "cicloescursionismo", non ho vissuto il probabile lungo travagliato parto terminologico, ma a me viene più da pensare ad una bella bici con copertoncini da 700 e con le borse da cicloturismo con la quale placidamente pedalare lungo le alzaie dei fiumi.......

L'ho vissuto io; e com'è facile intuire, si è ritenuto di avere così un ostacolo in meno nel raggiungere lo status di attività istituzionale. Io sono sempre stato favorevole; è vero che di primo acchito può far venire in mente la bici con le borse, ma quello è cicloturismo, il cicloescursionismo è in effetti quello che facciamo, e che dovremmo fare.
 

climbiker

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L'unica agevolazione che hanno i titolati in seno cai è il poter sottoscrivere l'assicurazione, assicurazione che è stata estesa anche agli istruttori sezionali di alpinismo (gli ex aiuto istruttori)... per noi poveri AC LPV (e si spera che in futuro arrivino AC anche dalle altre regioni) l'unica speranza è l'essere riconosciuti come figura... stesso discorso per gli ACS (che penso siano gli accompagnatori sezionali giusto?)

Intanto io sarò a Roma questo WE come appoggio, insieme a Lavezzo (anzi io a dire il vero sarò il suo aiuto :smile:), per il locale minicorso di accompagnatore di mtb (cicloescursionismo come parola, permettetemi il termine, mi fa schifo)... chissà se pioverà anche là :nunsacci:

Si, ACS sta per accompagnatore di cicloescursionismo sezionale.
Chiedevo questo perchè ci sono degli argomenti nel seminario che sono una ripetizione per chi è già titolato come Istruttore di Alpinismo o di Scialpinismo, per esempio orientamento, metereologia,cartografia, ecc. e occupano anche diverse ore di lezione. Avendo un po' di problemi di tempo, legati ai miei orari di lavoro, mi chiedevo se delle lezioni mi potessero essere abbuonte. Voi del nord-ovest come fate?
 

maxgastone

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Si, ACS sta per accompagnatore di cicloescursionismo sezionale.
Chiedevo questo perchè ci sono degli argomenti nel seminario che sono una ripetizione per chi è già titolato come Istruttore di Alpinismo o di Scialpinismo, per esempio orientamento, metereologia,cartografia, ecc. e occupano anche diverse ore di lezione. Avendo un po' di problemi di tempo, legati ai miei orari di lavoro, mi chiedevo se delle lezioni mi potessero essere abbuonte. Voi del nord-ovest come fate?
Tendenzialmente si rifanno anche perchè vengono incastrate in mezzo ad altre lezioni... proprio nel prossimo corso formativo avremo un ISA nei corsisti ma fino ad ora non ha sollevato queste problematiche...

Chiedo a Marco cosa ne pensa...
 

Little Eagle

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...Quanto al "cicloescursionismo", non ho vissuto il probabile lungo travagliato parto terminologico, ma a me viene più da pensare ad una bella bici con copertoncini da 700 e con le borse da cicloturismo con la quale placidamente pedalare lungo le alzaie dei fiumi.... il ciclismo ha una matrice terminologica diversa da quella alpinistica, e le diverse accezioni del termine "escursionismo" ne sono un esempio.
Una pratica nuova (per il CAI) come la MTB potrebbe dare un segnale di svolta: nuovo linguaggio, nuova agilità organizzativa, nuovi canali di comunicazione... per comunicare gioia del pedalare nella natura, con semplicità e immediatezza.


Purtroppo il parto terminologico l'abbiamo vissuto in Piemonte: quando l'Assemblea dell'allora Convegno LPV discusse l'approvazione dell'attività impose questo termine (su espressa richiesta della commissione scuole di alpinismo e scialpinismo). L'importante è che sia passata la sostanza.
Poi anche a me non è mai piaciuto "cicloescursionismo", ma tant'è.
 

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