(quote)Ci sono svariati modi di andare in mtb purtroppo ci sono alcuni che lo fanno in modo snaturato rovinando sentieri vedi 6 o 601 dove vedo io per lavoro (malghero)(e non mi parlate delle mucche e dei cavalli per favore o dei trattori nèèèèè perchè altrimenti nesuno e dico nessuno arriverebbe incima alla montagna), la montagna va vissutra va respirata e rispettata e purtroppo da parte (se pur da parte di pochi) non lo era! Non parlatemi di jeep etc... perchè quante volte bisogna intervenire in soccorso a qualcuno? Non negare mai l'aiuto a nessuno questo insegna la montagna insieme ad alre molteplici cose. Impariamo a rsipettare la montagna tutti non solo i pochi che scrivono qui troppo semplicie darci contro l'un l'altro....non andiamo a mille non andiamo a cento ricordiamoci che la montagna va vissuta sia in ascesa che in discesa se si cerca Adrenalina non è il luogo adatto! (quote)
Il problema del cattivo uso della risorsa "montagna", che spesso sfocia in maleducazione se non in veri e propri reati contro il patrimonio e le persone, esiste a tutti i livelli; da quando la montagna stessa è stata presa d'assalto dalle masse ogni settore (alpinismo, sci, trekking, turismo, ecc.) è diventato , in piccola parte (per fortuna !), contaminato da fruitori occasionali o da "fanatici del mordi e fuggi" che, sembra strano affermarlo, possono anche annidarsi in discipline specialistiche.
La MTB non fa eccezione e le lamentele di tanti "nostalgici" possono anche avere la loro giustificazione.
Diverso è dissentire da quelle forme di frequentazione della montagna stabilendo a priori che esse "non ti permettono di vivere nel giusto spirito quelle emozioni e quelle sensazioni che dovrebbero ispirare il vero socio CAI".
Io, come tanti altri, vivo le mie escursioni in MTB con una passione ed uno spirito interiore tale che, in poco tempo, mi ha permesso di amare di più la terra dove vivo, mi ha fatto scoprire un mondo diverso, fatto di cose semplici ma affascinanti se visto da questa nuova ottica.
Mi trovo alla perfezione con quanto descritto, spesso proprio sullo "Scarpone", da tanti appassionati di montagna, che raccontano con incredibile efficacia letteraria, un mondo fatto di natura, ambiente, storia e vicende personali vissute in un crogiuolo di emozioni nelle quali, spesso, riesco a calarmi pienamente anche se alla scala del mio piccolo mondo.
Rimango deluso, invece, quando sento dire che la MTB è solo uno "sport", che esercita "un'interferenza violenta" e che viene accettata in maniera troppo "acritica"; ma finchè ciò viene detto da un SATtino settantenne posso anche capirlo, ma quando il redattore risponde aprendo le braccia e fa appello all'indulgenza dettata dal gran numero di praticanti che, vestiti da Giro d'Italia, inondano ormai i sentieri alpini, mi vien voglia di dire:- Ma qui è il caso di cominciare a discutere seriamente di cosa significhi "escursionismo in MTB " -.
Credo sia doveroso da parte di ogni consesso regionale (mi riferisco a noi del Forum) inviare più di una lettera allo "Scarpone" dimostrandogli che tale argomento è frutto di discussione da parte di iscritti di tutta Italia e che ci sono ragioni implicite e molto sentite perchè tale attività non possa essere relegata al ruolo di "pomo della discordia" e basta.
Credo sia il caso che ogni ambito regionale (con motivazioni valide e sentite all'interno del proprio ambito) debba scrivere allo "Scarpone" per aprire magari un dibattito sul giornale stesso.
Io proporrei, magari, il cambio del nome: "Il Pedale"!!!