Converrai che è abbastanza triste: quando scendo, RALLENTO, saluto e colgo solo sguardi contrariati devo dire che la gioiosità dell'uscita ne risente parecchio.
Beh, io il problema lo riscontro prevalentemente dove la densità dei Freerider è eccessiva, legata anche alla disponibilità di impianti di risalita. Più raramente dove c'è elevata frequentazione di MTB pedalata (un esempio: Parco di Montevecchia - LC). Praticamente quasi mai nel restante 80% dell'arco (pre)alpino.
Occhio a vedere il problema dove non c'è ...
Quindi l'azione dei Bikers nel CAI dovrebbe essere orientata a far capire che la convivenza è possibile perchè raramente c'è conflitto. Siccome ciò che ha più riscontro ed eco sono i problemi, anche se eccezioni, tutti parliamo di quei conflitti sui sentieri che sono una minoranza. Facciamo capire al CAI che è più facile risolvere il problema dove realmente esiste, piuttosto che far rispettare improbabili divieti su tutto il territorio, anche dove si vede una MTB 1 volta al mese.... E siccome a differenza dello Utah qui c'è poco spazio per dividere il territorio in aree dedicate, pesreguirei questa politica SOLO dove necessario.
P.S.: mai provato a fermarti per scambiare 4 chiacchere col truce pedone che ti guarda in cagnesco? "Bella giornata eh? Visto che panorama dalla cima?...". Io mi diverto ogni tanto. Quando il "truce" capisce che sotto il caschetto c'è qualcuno che la montagna la conosce e capisce come (se non più di) lui, sai come cambia l'atteggiamento? Proviamo a farci percepire come persone integrate nel territorio e non solo come elettroni impazziti che sfrecciano nei sentieri, semplici palestre per le nostre evoluzioni.