News Cabina della funivia del Mottarone precipita

  • Orbea lancia la nuova Rise, la sua ebike leggera che ha fatto discutere tantissimo i nostri lettori. Io e Stefano abbiamo avuto modo di provarla in anteprima a Terlago, da oggi la potete toccare con mano al Bike Festival di Riva del Garda.
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oblomov

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cube stereo 160 race (2017)
il paragone fra la funivia manomessa e i ristoranti aperti nonostante i divieti per il covid è ridicolo e qualunquista.

prendere il covid non significa morire: in italia la letalità è al 3,5% circa fra gli uomini e al 2,5% circa fra le donne.
(inoltre sappiamo tutti che quasi il 60% dei morti totali si è verificato nella fascia di età sopra gli 80 anni, infatti nelle fasce di età sotto i 60 anni la letalità è al massimo allo 0,6%; così come sappiamo che una grandissima quota dei morti era affetta da due o più patologie)

ho la sensazione che schiantarsi con una cabina della funivia abbia un tasso di letalità appena appena più alto rispetto a quello del covid...

ovvio che sia i ristoratori che quelli della funivia hanno infranto delle norme, ma la pericolosità delle due condotte è assolutamente non paragonabile. tant'è che la condotta dei ristoratori è punibile con sanzione amministrativa pecuniaria (ed eventuale chiusura dell'attività per qualche giorno), mentre quella dei soggetti coinvolti nella caduta della cabina è punibile con la reclusione fino a 10 anni.
 

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Biker nirvanensus
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In effetti, se il paragone fosse stato con chi, per velocizzare la produzione, tollera che vengano tolti i controlli di sicurezza ai macchinari a cui lavorano persone (vedere Luana di Prato) che rischiano di lasciarci la pelle, sarebbe stato più calzante.
 

Sailman

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"Il nostro paese con questo e i passati governi ha erogato sostegni importanti: dati Inps parlano di oltre 2 miliardi e 700 milioni di cassa integrazione" e molti sono arrivati ad aziende "che non hanno avuto alcuna flessione di fatturato durante la pandemia. Forse se questo operatore avesse avuto ristori di altra natura, se avesse avuto ristori chi ha avuto vistose diminuzione di entrate, forse avremmo 14 morte in meno". Lo ha detto il presidente della Commissione parlamentare Antimafia Nicola Morra a Sky. "Piango 14 vite umane che si sarebbero potete salvare", ha concluso."
Allora d'ora in poi la cassa integrazione sparisce e si dà solo alle aziende in sofferenza per il COVID???
Ma a parte ciò:
Giustificare un attentato alla vita con motivi economici
Strumentalizzare una tragedia per attaccare l'avversario politico.
Sono due cose altamente meschine, che questo nicola morra ha messo insieme in 4 righe di retorica: complimenti.
 
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oblomov

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Allora d'ora in poi la cassa integrazione sparisce e si dà solo alle aziende in sofferenza per il COVID???
Ma a parte ciò:
Giustificare un attentato alla vita con motivi economici
Strumentalizzare una tragedia per attaccare l'avversario politico.
Sono due cose altamente meschine, che questo nicola morra ha messo insieme in 4 righe di retorica: complimenti.

non entro nel merito, faccio solo una precisazione: morra dice "questo e passati governi" e a sostegno di due passati governi, cioè conte 1 e 2, c'era pure lui in quanto eletto con il movimento 5 stelle (mentre nel 2021 ne è uscito), quindi non credo stesse strumentalizzando per questioni politiche.
 

MauroPS

Biker acciaccatus
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il paragone fra la funivia manomessa e i ristoranti aperti nonostante i divieti per il covid è ridicolo e qualunquista.

prendere il covid non significa morire: in italia la letalità è al 3,5% circa fra gli uomini e al 2,5% circa fra le donne.
(inoltre sappiamo tutti che quasi il 60% dei morti totali si è verificato nella fascia di età sopra gli 80 anni, infatti nelle fasce di età sotto i 60 anni la letalità è al massimo allo 0,6%; così come sappiamo che una grandissima quota dei morti era affetta da due o più patologie)

ho la sensazione che schiantarsi con una cabina della funivia abbia un tasso di letalità appena appena più alto rispetto a quello del covid...

ovvio che sia i ristoratori che quelli della funivia hanno infranto delle norme, ma la pericolosità delle due condotte è assolutamente non paragonabile. tant'è che la condotta dei ristoratori è punibile con sanzione amministrativa pecuniaria (ed eventuale chiusura dell'attività per qualche giorno), mentre quella dei soggetti coinvolti nella caduta della cabina è punibile con la reclusione fino a 10 anni.
non devi fare confronti altrettanto ridicoli e qualunquisti però...
il confronto lo devi fare sulle funivie manomesse, le corse fatte e le persone morte. secondo me siamo ben sotto il 2,5%.

ma il discorso che fate finta di non capire è un altro: le regole in Italia si infrangono senza farsi troppi problemi, è una questione del tutto culturale e da certe risposte a questo thread direi che è anche abbastanza trasversale.
 

oblomov

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non devi fare confronti altrettanto ridicoli e qualunquisti però...
il confronto lo devi fare sulle funivie manomesse, le corse fatte e le persone morte. secondo me siamo ben sotto il 2,5%.

ma il discorso che fate finta di non capire è un altro: le regole in Italia si infrangono senza farsi troppi problemi, è una questione del tutto culturale e da certe risposte a questo thread direi che è anche abbastanza trasversale.

ovvio che il confronto è ridicolo e qualunquista, perché è fatto in risposta all'affermazione ridicola e qualunquista dell'articolo.
per quanto ridicolo, lo farei così:
andare al ristorante aperto nonostante i divieti = andare su una funivia manomessa
prendere il covid al ristorante aperto etc = avere un incidente su una funivia manomessa
morire o sopravvivere per il covid preso al ristorante etc = morire o sopravvivere all'incidente sulla funivia manomessa.

anche senza fare i conti, continuo a pensare che il tasso di letalità sia infinitamente più alto sulla funivia manomessa.

ma c'è una distinzione fondamentale da non dimenticare: andare in un ristorante aperto nonostante i divieti per il covid significa fare consapevolmente una cosa vietata, mentre prendere una funivia regolarmente aperta è del tutto lecito.

detto questo, smetterei di parlare di ristoranti. ;-)



sul secondo paragrafo sono d'accordo, ma l'articolo forza e distorce il concetto. sbagliato infrangere le regole, certo; chiunque di noi l'ha fatto, probabilmente anche l'autore dell'articolo, solo che pochissimi di noi hanno morti sulla coscienza (spero nessuno li abbia).
 

oblomov

Biker ciceronis
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@oblomov come già dissi è uno spreco di tempo e di byte

e boh, in generale provo a ragionare ed essere costruttivo, poi a seconda dei casi mi arrendo...

d'altronde sono intervenuto solo su quel paragone coi ristoranti che alla fine è poco importante nella discussione, quindi ognuno la pensi come vuole, amen.
 

MauroPS

Biker acciaccatus
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sul secondo paragrafo sono d'accordo, ma l'articolo forza e distorce il concetto. sbagliato infrangere le regole, certo; chiunque di noi l'ha fatto, probabilmente anche l'autore dell'articolo, solo che pochissimi di noi hanno morti sulla coscienza (spero nessuno li abbia).
spero davvero che pochissimi di noi abbiano morti sulla coscienza, perché conosco un paio di no mask e "il covid è tutto un complotto" che hanno ucciso accidentalmente gli anziani genitori. ma poi basta smanettare in auto col cellulare per rispondere ai messaggi guidando per ammazzare qualcuno o renderlo invalido. e pure la regola c'è, in auto non si usa il cellulare con le mani e una buona percentuale lo fa lo stesso.

io sono convinto che se le regole ci sono, vadano seguite. se sono stupide vanno seguite lo stesso e poi cambiate.
se ognuno sceglie quali seguire e quali no non ne veniamo fuori.
 

ottomilainsu

Biker assatanatus
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Seriamente? Cominciamo nel dire che le aziende che costruiscono quasi tutte le funivie nel mondo sono 3, e già da qui si capisce che gli standard di sicurezza sono piuttosto simili ovunque.

Secondo, questa è una prova del freno di emergenza del 1988 (!) a Sölden, Austria.


Terzo: se credi a quello scritto sui giornali da gente che prende 10€ al pezzo e che domenica scriveva che si era rotta la fune portante, sem a post
La questione della maggiore o minore sicurezza di un impianto dello stesso tipo in nazioni con regole diverse non è certo riducibile al discorso semplicistico della presenza o meno del freno.
Prendiamo comunque l'esempio delle funivie e del freno sulla portante.
In Italia il freno è obbligatorio.
In Francia non è previsto.
Ma in Francia è vietato l'uso delle teste fuse per l'ancoraggio della traente.
Di conseguenza la fune traente è un anello unico unito per impalmatura e ammorsato al carrello della cabina.
In Italia abbiamo due semianelli, detti "motore" e "zavorra", ancorati ai carrelli, con teste fuse o altro sistema.
La testa fusa non è ispezionabile con i metodi non distruttivi usuali, perciò il freno sulla portante è un complemento indispensabile per assicurare che la cabina non precipiti in caso di cedimento della traente. Le stesse teste fuse hanno una scadenza, ogni cinque anni vanno rifatte.
In teoria quindi in Francia la traente non ha il punto debole costituito dalle teste fuse, perciò è molto meno probabile una sua rottura imprevista perché l'intera fune è verificabile con i metodi di indagine magnetoinduttiva. Pertanto il freno sulla portante è ritenuto non necessario.
Però... se, come accaduto al Boè, un qualsiasi elemento dell'anello trattivo dovesse cedere e causare la rottura della traente, saremmo nelle stesse condizioni, in Francia.
In Italia è bastata una "manomissione", in realtà del tutto lecita a determinate condizioni, per togliere l'elemento di sicurezza che avrebbe evitato il disastro.
Il punto è sempre lo stesso: gli impianti sono progettati e costruiti secondo le norme in vigore e in grado di garantire che la probabilità di incidente sia la più bassa possibile.
Chi li gestisce e li mantiene deve rispettare le norme, se non lo fa la sicurezza degrada e l'incidente ha maggior probabilità di accadere.
Se ci pensiamo, è così in ogni campo, anche per le nostre bici. Se siamo dei cialtroni e non facciamo manutenzione ai freni, o ci affidiamo "ammiocuggino" come si dice di solito, beh, non meravigliamoci se poi nel momento topico non frena.
 

oblomov

Biker ciceronis
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spero davvero che pochissimi di noi abbiano morti sulla coscienza, perché conosco un paio di no mask e "il covid è tutto un complotto" che hanno ucciso accidentalmente gli anziani genitori. ma poi basta smanettare in auto col cellulare per rispondere ai messaggi guidando per ammazzare qualcuno o renderlo invalido. e pure la regola c'è, in auto non si usa il cellulare con le mani e una buona percentuale lo fa lo stesso.

io sono convinto che se le regole ci sono, vadano seguite. se sono stupide vanno seguite lo stesso e poi cambiate.
se ognuno sceglie quali seguire e quali no non ne veniamo fuori.

anche io penso che in linea di principio le regole vadano rispettate, ma non sempre le ho rispettate (e credo di non essere il solo). per dire, basta superare di 10kmh orari il limite di velocità per infrangere la legge...

credo però che debba esistere, oltre alle regole, la coscienza, la responsabilità, quel qualcosa che fa capire la differenza fra appunto superare di 10kmh il limite di velocità, magari su una strada a sei corsie vuota, e disattivare dispositivi di sicurezza che servono a salvare la vita alle persone.
 
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AlexV

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Al TG1, e confermato da Funivie.org, hanno mostrato il punto in cui la fune traente si è rotta.
Ha ceduto la testa fusa.
A questo punto è chiaro che cosa ha determinato il disastro.
Ora la parola passa a giudici, avvocati e periti delle parti.
Quindi a questo punto dovranno appurare se è stata regolarmente sostituita e che controlli visivi sono stati fatti immagino
 

ottomilainsu

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Quindi a questo punto dovranno appurare se è stata regolarmente sostituita e che controlli visivi sono stati fatti immagino
La testa fusa era ancora nel periodo di validità, sarebbe scaduta tra 5 mesi. Per legge in Italia vanno rifatte ogni 5 anni.
Mi viene da pensare che speravano di poter arrivare alla scadenza della sostituzione e fare contestualmente la riparazione del circuito dei freni.
 
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marco

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La questione della maggiore o minore sicurezza di un impianto dello stesso tipo in nazioni con regole diverse non è certo riducibile al discorso semplicistico della presenza o meno del freno.
Prendiamo comunque l'esempio delle funivie e del freno sulla portante.
In Italia il freno è obbligatorio.
In Francia non è previsto.
Ma in Francia è vietato l'uso delle teste fuse per l'ancoraggio della traente.
Di conseguenza la fune traente è un anello unico unito per impalmatura e ammorsato al carrello della cabina.
In Italia abbiamo due semianelli, detti "motore" e "zavorra", ancorati ai carrelli, con teste fuse o altro sistema.
La testa fusa non è ispezionabile con i metodi non distruttivi usuali, perciò il freno sulla portante è un complemento indispensabile per assicurare che la cabina non precipiti in caso di cedimento della traente. Le stesse teste fuse hanno una scadenza, ogni cinque anni vanno rifatte.
In teoria quindi in Francia la traente non ha il punto debole costituito dalle teste fuse, perciò è molto meno probabile una sua rottura imprevista perché l'intera fune è verificabile con i metodi di indagine magnetoinduttiva. Pertanto il freno sulla portante è ritenuto non necessario.
Però... se, come accaduto al Boè, un qualsiasi elemento dell'anello trattivo dovesse cedere e causare la rottura della traente, saremmo nelle stesse condizioni, in Francia.
In Italia è bastata una "manomissione", in realtà del tutto lecita a determinate condizioni, per togliere l'elemento di sicurezza che avrebbe evitato il disastro.
Il punto è sempre lo stesso: gli impianti sono progettati e costruiti secondo le norme in vigore e in grado di garantire che la probabilità di incidente sia la più bassa possibile.
Chi li gestisce e li mantiene deve rispettare le norme, se non lo fa la sicurezza degrada e l'incidente ha maggior probabilità di accadere.
Se ci pensiamo, è così in ogni campo, anche per le nostre bici. Se siamo dei cialtroni e non facciamo manutenzione ai freni, o ci affidiamo "ammiocuggino" come si dice di solito, beh, non meravigliamoci se poi nel momento topico non frena.

interessante, e ben diverso dalle fanfaronate "abbiamo la normativa più severa al mondo".
Perché poi, stringi stringi, si arriva sempre al solito nodo: se il singolo se ne frega e ignora le norme per interesse egoistico e personale, puoi avere anche le tavole originali dei 10 comandamenti che non cambia purtroppo niente.
 

MauroPS

Biker acciaccatus
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nteressante, e ben diverso dalle fanfaronate "abbiamo la normativa più severa al mondo".
forse (anche) in questo caso ci vorrebbe una normativa europea uniforme per tutti, che sia davvero la normativa più severa al mondo.
Fermo restando che comportamenti superficiali o truffaldini possono compromettere anche la normativa migliore.
 

ottomilainsu

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interessante, e ben diverso dalle fanfaronate "abbiamo la normativa più severa al mondo".
Perché poi, stringi stringi, si arriva sempre al solito nodo: se il singolo se ne frega e ignora le norme per interesse egoistico e personale, puoi avere anche le tavole originali dei 10 comandamenti che non cambia purtroppo niente.
Beh, diciamo che è vero che abbiamo la normativa più severa.
Nel senso che è quella che prevede il maggior numero di dispositivi di controllo e sicurezza.
Il PLC di controllo è ridondato e con un terzo PLC di riserva in caso di guasto, e c'è sempre la possibilità di intervento manuale se tutti gli altri sistemi falliscono ma l'impianto è comunque azionabile (motore elettrico primario, motore idraulico di recupero, generatore di emergenza, carrello di soccorso)
Quando assemblavamo le stazioni delle seggiovie quadriposto ad agganciamento automatico, gli schemi elettrici, e quindi la sensoristica di controllo e il relativo posizionamento erano suddivisi nelle versioni Italia - Svizzera - Austria - Francia; nella versione Italia dovevamo montare tutto duplicato e simmetrico entrata/uscita, nelle altre versioni c'erano svariati sensori in meno. Quella francese era la più "povera" di controlli, fermo restando che la meccanica dell'impianto era sempre identica per tutti.
Ma poi tutto dipende dall'intelligenza di chi gestisce gli impianti...

Aggiungo che gli impianti venduti in altri Stati che non fossero CH/F/A, magari non dotati di una normativa nazionale specifica, venivano costruiti con le specifiche per l'Italia.
 
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