Ormai sono passati giorni dall'esperienza della C2C ed il mio silenzio la dice tutta sul turbinio di scene, immagini, parole, emozioni che mi girano vorticosamente in testa; l'affollamento è tale da non riuscire ad articolare frasi di senso compiuto da scrivere su questo forum a giusta testimonianza della meravigliosa esperienza che una trentina di biker, la mia bici ed un pezzo di Sicilia mi hanno saputo regalare nell'arco di 3 giorni che rimarranno per me indimenticabili...
Non sono in grado di fare ordine, solo schegge impazzite mi affollano il cervello...
Siate buoni e non fate troppo caso alle mie parole in libertà. Ringrazio tutti i compagni di avventura e gli organizzatori che hanno reso possibile la C2C. Spero diventi un appuntamento fisso e che ad esso se ne aggiungano altri.
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Non sono in grado di fare ordine, solo schegge impazzite mi affollano il cervello...
stazione dei treni di Palermo, tante bike, la mia bici, borse e borsoni riempiono un vagone: Palermo Agrigento solo andata perché il ritorno sarà un'altra cosa. le storie narrate dal poeta Orazio mi affascinano, ma altri pensieri mi ottundono la mente... nel buio della notte il treno ci divide poi un urlo di gioia ci riunisce. hanno pensato a tutto, cena e notte, ma è notte insonne: l'emozione per ciò che sarà domani o l'invidia per il rumoroso sonno di fierottolo che beatamente dorme? oppure il rimuginare su qualcosa che alla fine mi trascina in bagno e poi uscendo mi sento sollevato... ma non c'è tempo di spiegare è già il domani e si parte. le energie ci sono e la strada pure. la strada è di asfalto, tanto riposante asfalto. ma è una trappola perché poi chiederà il conto. possibile che su trenta solo una donna? all'improvviso un paesaggio lunare, prima le montagne le salivo ora ci sono dentro e mi sembro un alieno vestito di bianco. prima ciclista poi contorsionista, prima la luce poi il buio, prima il caldo poi il freddo, prima il metallico rumore delle pedalate poi il silenzio più muto e poi di nuovo il rumore, ma era fame. non c'è tempo, è tardi, si susseguono quindi paesaggi su paesaggi, salite su salite. fontane d'acqua uguale fermata e fortunatamente ce ne sono tante. l'asfalto è traditore se sfianca e stanca come lo sterrato; allora due catene son troppe per una bici oppure Orazio il nero ed il giallo sempre davanti a me mi fanno stancare. ma finalmente acqua fredda, ma è misera gioia se è sempre vertiginosa salita, se mancano "solo 200 metri" al meritato riposo dell'affaticato guerriero, che furono per alcuni promessi in lunghezza, per altri in comoda discesa, per altri, a ragione, in salita, ma per tutti in ilarità: che ben vengano quindi i 200 metri di risa. l'appello viene chiamato al tramonto: le forze? assenti ingiustificate!! ed allora 200 metri di passione che tutti sopportiamo fino al meritato riposo, dove oro e pini danno i loro frutti. non ho voglia di lottare contro i mulini a vento ed alla stanchezza e mi arrendo di fronte all'imperatore Caio ed al suo Messere. non sono il solo ad essere stanco: le acque di una piscina che dovevano esser agitate a più non posso e prese ostaggio per chissà quanto tempo da orde di ciclisti improvvisatisi bagnanti rimangono invece increspate solo dal vento. ma con mio grande stupore nuovo vigore subentra a tanta stanchezza: che tremendo e potente incantesimo è questo se dopo aver rilassato le membra in un confortevole giaciglio ed averle rifocillate esse sembrano aver lasciato nell'oblio tanta stanchezza!! si parte allora e fu subito discesa ma non troppa. la gioia va presa a piccole dosi, ecco perché la discesa dura sempre meno della salita. e che salita se lo scopo è far visita, lassù in alto dove nasce, al vento. di nuovo le forze fisiche lasciano il posto alle forze della volontà: i colori cambiano ma funzionano sempre da traino e così è di nuovo discesa, tanta da farne indigestione dopo tanta astinenza, verso paesaggi a me più noti. prima una fisarmonica di ciclisti per strada che si distanziano e si riavvicinano ed ora tanti ciclisti tutti assieme in un'unica tavolata. la promessa è mantenuta se per una ficuzziata in solitudine ne segue una in compagnia... mentre la tavola si va spopolando, complice la stanchezza che pian piano miete le sue vittime, un pensiero sfiora i commensali rimasti: ed il dessert? la risposta è "forse" e noi si tiene duro per il "forse si". si scopre poi che era un "forse no", ma arriva lo stesso!!! ed allora che bisogno c'è di lagnarsi e poi che colazione fai con 3 soldi? poi arriva l'ora di sperimentare nuove emozioni come quella di dormire sotto un tetto pieno di stelle, vere. il tanto temuto freddo non è arrivato e, fortuna, il sonno si. è già giorno, l'ultimo giorno, ed allora in poppa il vento e si parte... macché, gli altri partono ed io aspetto che Orazio sistemi la sua ruota. la poca Adrenalina che mi rimane in circolo nelle vene mi consigliano di non rimandare oltre la partenza perché sono lento, ma sono sordo e mi toccherà una sgambata che solo col senno di poi mi soddisferà. ormai i paesaggi mi sono noti, anche per averli fatti in bici. ora finalmente so di poter concludere con le mie forze questa folle traversata. immagine di me che tenta di invertire l'ordine di marcia di una bici ma non riesce ad imitare chi ne è capace. per gli altri immagine di un impedito che si ostina a fare cose che non gli competono. terza tappa troppo facile, meglio appesantirsi con qualche chilo di frutta gentilmente perché inconsciamente messa a disposizione dal proprietario in quel momento assente. ancora discesa e poi altri "200 metri" prima della sosta per il pranzo, tutti in salita naturalmente. ma è l'ultima vera salita, il tempo è poco e monte Cuccio e pizzo Manolfo rimarranno solo nei nostri sogni oltre che nel road book, così nella mia mente vince l'idea che la stanchezza non c'entra, è solo questione di tempo, se vilmente taccio ed acconsento. tanta strada senza cadere? no, il mio dna non ci sta e dopo aver seguito da vicino le acrobazie poetiche di Orazio abilmente eseguite con la sua bike giù per la fangaia, io mi esibisco in uno stonato sonetto che mi fa ruzzolare giù per terra. ecco adesso sto meglio, sono caduto e quindi ho dato. macché, non passeranno 2 ore che mi toccherà cadere 3 volte. non c'è tempo per leccarsi le ferite o convertirsi a passatempo più sicuri, subito in sella, Palermo è ormai vicina. il tempo rimasto è poco, la voglia di discutere sul percorso da scegliere per raggiungere l'agognata meta è tanta. basta che si arriva penso io, ma così non è per tutti. ma sono solo chiacchiere perché alla fine si arriva veramente a destinazione. visibili le lacrime di gioia di qualcuno. tutti siamo contenti perché a destino, ed integri come alla partenza. peccato che a molti tocca andar via subito, avrei volentieri fatto un giro in piazza, ma questo è quanto e solo non è la stessa cosa che in compagnia. saluti e baci a tutti. alla prossima e via, ognuno per la propria strada. do un senso al portapacchi che mi sono portato appresso per tanti chilometri, lo carico e me ne torno a casa, in bici!!!!
Siate buoni e non fate troppo caso alle mie parole in libertà. Ringrazio tutti i compagni di avventura e gli organizzatori che hanno reso possibile la C2C. Spero diventi un appuntamento fisso e che ad esso se ne aggiungano altri.
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