Bellissimo week end. Sabato da leoni, domenica da scìopat!
Sabato in bici da corsa: un bel girone tra Molinetto, loc. Happy Bike, Salò, Navazzo, Valvestino, Molino di Bollone.....
, dove abbiamo visto le macchine parcheggiate dei freeriders. Abbiamo sempre mantenuto una andatura piuttosto elevata, un po' per via dell'entusiasmo di pedalare la mia nuova bici da corsa, un po' perché siamo dei bistiù.
Dario poi, mi fa fare delle varianti con pendenze da MTB, che scìopat!
Da Molino per il meravigioso paesino di Persone, è dura, ripida. Poi l'arrivo a Capovalle, un tratto di discesa tanto per rendersi conto che la strada per Rio Secco è ancora innevata e si prosegue per Idro. Da qui siamo risaliti per Valledrane e al passo, deviato per Treviso bresciano, poi per Eno. Poi Vobarno e Roè. È abbastanza presto quindi mi viene l'idea di passare a salutare Milzo. È a casa e in un baleno siamo da lui. Un buon caffé ed una chiacchierata, sempre piacevole stare in compagnia di Paolo. È come nuovo e presto ritornerà a pedalare in nostra compagnia.
Di lì a Molinetto ci sono 5 minuti di strada. Un giro da 135Km e un po' di dislivello. La prima cifra dovrebbe essere un 2 poi non si sa.
Solo che non ho più forze in corpo e ci vuole la merenda a pane e marmellata gentilmente offerta da Elena per rimettermi in piedi. La prossima volta devo portarmi qualche cosa di più sostanzioso da mangiare.
Domani - domenica - MTB.
Ormai è Dario a programmare le uscite. Io lo aiuto suggerendogli il sentiero 75 sul lago d'Idro, al resto pensa lui.
Ponte Caffaro, Bocca Cocca, sperando che il sentiero sia pulito dalla neve, poi il 75, discesa a ponte franato, risalita a Bocca Caplone e poi discesa dal 444. Una robetta insomma...
Pronti attenti via. Vito ha voluto provare il caffélatex nelle
ruote della panda, e per via di una spinina di rosa ci chiama per comunicarci che non riesce a venire. L'assenza di Vito ed Elena non è accettabile. Wilmer sfodera la sua auto e li si va a prendere. Il viaggio è lungo, ma in audi si gode ad ogni curva, con il motore che rugge e l'assetto ribassato. Mi sento un vero uomo: Dario sailor trema sul sedile del passeggero e si aggrappa.
Parcheggiamo, ci prepariamo ed iniziamo a pedalare. Trik trak e la
catena si apre. È nuova; sono le magie della configurazione a corona singola da super enduro, che costringe la catena a lavorare tutta storta, è il progresso, il futuro, la moda, il figo. Ho dimenticato il cappellino a ore 2, cazzo.
Bondone, una colazione nel bar di paese, con un'essere metà donna-metà gallina che strilla come una matta. Non riesco a sentire le parole del Vito seduto al tavolo con me. Dario continua a buregare ed è pallido: prova con una pozione al succo di mela, ma non funziona. Continuamo comunque a pedalare e a salire. Io ho il solito dolore al ginocchio che va e viene e più ho male, più spingo per farlo tacere.
Dario è spossato, visibilmente indebolito e malatino. Ostis, l'è soen mà l'acqua e l'è semper malàt! Ma che om! Dai mangia la barretta lemon super orange power mega energy indu culo che ti passa. Siete pronti allo scatto del felino? Niente.
A Bocca Cocca ci si arriva quasi senza toccare la neve, solo gli ultimi metri. È una fortuna perché il sentiero è meraviglioso. L'eccitazione è alta, il 75 è aereo, con qualche tratto pedalabile, direi la maggior parte e qualche strappetto da fare a piedi, trascurabile. Mi diverto come un matto e vorrei che fosse così anche per Dario, invece lo vedo sempre più giù di tono. Neppure la barretta lemon super orange power mega energy indu culo ha funzionato. Come se non bastasse picchia il ginocchio contro il manubrio e con la botta si lacera una recente ferita appena rimarginata. Oggi forse sarebbe stato meglio un viaggetto a Lourdes.
Stringe i denti e prosegue.
A Bocca di Val decidiamo di scendere nella Valle della Setta che arriva a Bondone. Il primo tratto è su sentiero, divertente e sincero. Poi diventa un'inutile strada. Che noia. A Bondone troviamo un bel sentiero che dal Paese scende fino a valle: è tracciato giallo e bianco. Un ragazzo ci dà indicazioni e, guardando la mia bici da super e duro e la mia faccia da freerider sfigato, mi dice: con quel setup sei un ganzo, manzo! Se andate di lì, c'è un sentiero che fa per te, ripido al punto giusto, con i drops, i landings. Solo vacci piano con i table top perché ci sono i fili dell'alta tensione.
Booom! Giù a bomba e poco dopo sento uno scoppio. È la ruota posteriore che si è dechappata e sbarbatta. Mi avevano avvisato di andarci piano con i landings e non ho voluto seguire i consigli di chi è più dechappato di me. Mi carico la bici in spalla e faccio il resto di corsa, tanto per distruggermi un po'.
Vito ed Elena amano la compagnia di casi disperati come noi: amano coccolarli, viziarli, vezzeggiarli. Siamo di nuovo ospiti, a cena. Cucina semplice, sincera, ottimissima, quella che ti riscalda il cuore e ti riempie la pancia. GRAZIE!!!
Dario! Ripigliati che sabato si va in bici da corsa!!!
Lessinia BdB road!!! Che sia!
Alla prossima