Non sono un medico...per poter valutare un assorbimento del genere giunta ci vorrebbe un medico e una diagnostica per immagini ad hoc. Detto questo mi sembra molto poco probabile. L'ernia ha una componente infiammatoria...banalmente c'è una pressione su uno o più nervi e quindi a seconda di come va il processo infiammatorio (aumenta, diminuisce) cambia l'intensità del dolore. Il processo infiammatorio è legato per lo più a cause meccaniche (sforzi, postura...persino calzature sbagliate o fattori meterologici).
L'intervento le risolve solo in parte il problema (si toglie il punto di compressione non i fattori che l'hanno determinata) per questo non è una soluzione in senso assoluto ma solo l'ultima spiaggia (a seconda di quanto resisti e del rapporto benefici-rischi di un intervento che comunque non è una passeggiata).
Infine c'è da tener presente che il nervo è un sistema di trasmissione per cui le ernie, le compressioni discali o nervose in genere producono un dolore che non è necessariamente localizzato nel punto della compressione (vedi la mappa A.S.I.A. della società neurologica americana per la localizzazione dei distretti) per esempio...la compressione è L5 e senti dolore e/o debolezza allo stinco...Voglio dire che la variabilità del dolore puo' non essere indice di miglioramenti ma solo un fattore trasmissivo (diciamo così) legato alle fibre nervose e alle innervazioni coinvolte.
Anche se sul punto i medici sono divisi (tra interventisti e "pacifisti"
io continuo a pensare e ribadire che l'intervento è l'ultima spiaggia e comunque bisogna ricostruire intorno le condizioni di vita per limitare il danno in corso.
Non riesco a trovarlo ma l'anno scorso il New York Times pubblico proprio un articolo sull'inutilità dell'intervento...in termini di riduzioni dei sintomi (era una ricerca con una vasta casistica)...tutto ciò in un Paese dove l'intervento è quasi la prima opzione...
ciao a tutti