Mi alzo che è ancora buio, ma il cielo è perfettamente sereno.
Alle 7:00 un allarmato sms del vetraio mi chiede info su tuoni e lampi che vede all'orizzonte: non vi preoccupate, rispondo, non vengono da qui!
Mi incammino con 8 minuti di ritardo sulla mia tabella di marcia, a metà percorso ne recupererò uno, all'arrivo a Carpegna altri cingue.
Il sole accarezza le cime degli alberi, disegnando lunghe ombre sul terreno.
Alla svolta del Monchino, la neve fa la sua comparsa ai miei occhi: è ben lontanta, ma so che la raggiungeremo più tardi.
Verso nord un compatto fronte nuvoloso fa capolino sopra colline e montagne. Il suo candore gareggia con quello della neve.
Mi sorpassa Cico, e poco dopo uno strombazzante vetraio con Contract che si sbraccia dal finestrino.
Arrivo a Carpegna che loro son pronti e, nonostante i foschi presagi di un indigeno, ci avviamo verso il Cippo.
La salita è impegnativa, ma al tempo stesso ammantata da un'atmosfera di magia. A due chilometri dalla vetta fa la sua comparsa la neve, che pedaliamo a fatica ma senza timore.
Al fontanile ci raggruppiamo, foto di rito e ripartenza; solo ora e fino alla vetta, saremo costretti a spingere un po'.
Sui prati sommitali il manto nevoso raggiunge i 20 cm. con punte fino a 40 nei punti ove si è maggiormente accumulata.
Un kite-surfer scorazza tra i fili spinati, accompagnato da un fedele amico scodinzolante.
Ora tocca a noi divertirci ed iniziamo la discesa con tranquillità,
La neve è compatta, quasi troppo, il vento sferzante, arriviamo al Trabocchino e ci tuffiamo sul 101.
Sempre tosto il sentiero, da bagnato lo è ancor di più.
Qualche leopardata, qualche piedino a terra, le urla di rimprovero del Contract ci accompagnano fino al termine, di nuovo nei pressi del Cippo.
La successiva parte sul sentiero delle pigne è più abbordabile e raggiungiamo Carpegna velocemente.
Saluto gli amici, che si concederanno un aperitivo al bare rientro tranquillamente al punto di partenza.
Giro molto breve, ma tanto, tanto godurioso.
Peccato.......