Proprio così parafrasando Don Abbondio sabato eravamo andati in zona Palazzuolo per fare Lagune e anche stavolta abbiamo dovuto desistere. Infatti arrivati a Poggio dei Ronchi sembrava di stare in inghilterra con pioggia fitta e fine e freddo (13 gradi) io penso che sabato mattina abbia piovuto solo li in tutta italia noi alla nuvola di Fantozzi gli facciamo un baffo
Ma siccome siamo più duri del travertino nonostante tutto abbiamo inforcato le nostre bici e giusto il tempo di aspettare che smetteva e approfittando dell'ombrello datoci dalle piante del bosco siamo scesi al Molino dei Diacci da Capanna Marcone per il fosso dei pianacci. La discesa a parte il primo pezzo di stradone di : $ $ $: poi si immette nel fosso dei pianacci e diventa divertente e per di più in un bosco da favola
l'unico passaggio un po più hard soprattutto quando piove come oggi
il guado del rovigo al mulino dei diacci un posto bellissimo che nemmeno la pioggia e il tempo grigio riesce a scalfire
la cascata dell'abbraccio: era tanto che sognavamo di passarci in bici veramente senza parole
peccato che in alcuni punti i nostri manubrioni non ci passano
Risaliti ai Diacci ci dirigiamo al passo della sambuca passando sopra cannova ma la pioggia aumenta e decidiamo di aspettare coperti nel bosco sperando che smetta. dopo mezz'ora di attesa finalmente smette di piovere ma oramai abbiamo perso troppo tempo per fare il giro originale e quindi decidiamo di sacrificare Lagune e riprendere il giro previsto dalla discesa di Lozzole.
Fare Lozzole col mollo proprio ci mancava
ma invece alla fine è andata meglio di quanto si pensasse anzi.
qui il super passaggio fatto da Pablo l'altra volta divenuto foto del giorno veramente un gran passaggio
poi la variante di giornata con la deviazione sul 505 prima di arrivare alla chiesa di Lozzole. Veramente un bel sentiero con la prima parte molto aerea e anche leggermente esposta
poi si tuffa nel bosco
fino ad arrivare al fosso delle fogare in un ambiente da sfondo del desktop
arrivati alle fogare c'è da risalire fino a pian della faggia e al sentiero di cresta che porta ai prati piani ma il sentiero sebbene in alcuni punti bisogna scendere di sella e spingere è tecnico e divertente e poi tutto in single track
riguadagnata la cresta saliamo ai prati piani con ampie vedute sia sul crinale di lozzole appena fatto che si mostra in tutta la sua bellezza
che sul monte della colonna dall'altra parte
il sentiero è una bella sfida da fare in salita ma Pablo non ha problemi di sorta
ai prati piani c'è da provare la discesa del 531 e 531a fino a crespino che si presenta molto bene
ma fatta la prima parte e vedendo dall'alto l'altra non ci ispira molto e allora decidiamo di abortirla e di tornare indietro. A questo punto non ci resta che scendere per dove eravamo saliti e cioè per il 551 che si rileva molto divertente e veloce con numerosi salti naturali anche in sequenza tra loro.
Ma dopo il bivio per le fogare la gradita sorpresa: il sentiero si incazza prima con tornantini cazzuti intervallati da gradoni di tutto rispetto
e per giunta da fare piano piano perchè a destra degli stessi il sentiero finiva nel baratro
.
Poi continua con un'altra serie di tornantini in forte pendenza e molti dei quali da fare in nose press obbligatorio e infine l'ultima parte scorrevole anche se l'ultima parte prima di arrivare all'asfalto va giù su stradone.
Ritornati a Crespino pensavamo di averla sfangata e risalire a Prato all'albero in tutta tranquillità per l'asfalto chiaccherando tra di noi. Invece la ciliegina sulla torta: ci siamo imbattuti nella corsa podistica che fanno da quelle parti chiamata '100 km del passatore' una tragedia: macchine, moto e bici di ogni sorta (anche col cestino davanti
) in senso contrario che tagliavano le curve, podisti che ci venivano addosso pur di guadagnare 10 metri è stato un vero calvario arrivare fino alla colla e abbiamo rischiato di essere presi sotto in più di una occasione.
Alla fine però ce l'abbiamo fatta e alle 19,30 e con 2400 metri di dislivello siamo ritornati sani e salvi all'auto.
Comunque più ci andiamo e più ci rendiamo conto che la zona del mugello e questa in particolare sono veramente un bike paradise perchè riescono a unire la bellezza della zona con quella dei sentieri che forse, a causa del fatto che sono meno frequentati, risultano molto più selvaggi e tecnici di quelli romagnoli.
E anche per stavolta è tutto.
tutte le foto qui:
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