Odio i tornantini stretti, se posso evito i sentieri che li contengono, piuttosto preferisco pedalare in salita
Tendenzialmente entro nel tornante giro e faccio derapare il posteriore,quando ci sono rocce o ostacoli alti al centro del tornante,invece, li faccio in modo trialistico.il noose press lo vedo più adatto a tornanti di media pendenza e difficoltà,sui tornanti estremi(come pendenza e strettezza) mi sembra difficile da applicare.come li affrontate?
1. con una sola mossa? noose press con ruota ant che tiene il filo interno della curva e ruota post che si sposta per aria verso l'esterno del tornante... come una derapata aerea.
2. con due mosse: doppia oscillazione trialistica su ruota ant - ruota post? si fa la curva finché si riesce a girare, poi A) noose press per spostare la ruota post con ruota ant ferma sulla fine del bordo ext del tornante, B) impennatina riallineante e rilancio (cioé A. punto il muso e sposto il qlo, B. punto il qlo e sposto il muso)
3. scendo e faccio 'sto hazzo di tornantino a piedi?
4. hollata 180? non l'ho messa in sondaggio perché non l'ho mai vista fare...
5. rotolando? in alcuni casi sembra un modo sistematico di affrontare i tornantini (SteHighRoller docet), ma non credo sia una scelta meditata...
in Val Vigezzo... il Montenero si può fare senza noose press... ma l'altro (andando dritto alla fontana), chiamato Highroller, che ha tutti quei tornantini in cui non si riesce a salire abbastanza prima, né si può tagliare più di 10cm... come li fai? neanche con una small si riescono a fare con entrambe le ruote a terra. Derapare sui lastroni di pietra con i gradini su un singletrack largo una spanna e mezza non è poi la manovra che viene più spontanea.ma opzione anticipo?io salgo il più possibile prima della curva in modo che appena ci entro sono già girato.... ma i nose press sono troppo statici mi sembra di tornare all' epoca del trial
useresti questa tecnica per scendere dalla tromba delle scale?Io non ho votato perchè non ho trovato il mio metodo (quando mi riesce e non devo scendere a piedi): piego la bici puntando l'interno della curva; blocco il posteriore e con il pedale esterno alla curva bello impiantato spingo verso il basso, il piede interno a sfiorare il terreno (così se si chiude troppo e la bici cade dò una bella pedata a terra) la bici in derapata si gira e poi via verso nuovi orizzonti....... non sò come si chiami questa tecnica, me l'ha insegnata una freeriders (grande willupo) al gran sasso........
grandeeeo-oo-o..io uso una tecnica carioca, tutta fantasia insomma, di solito mi va bene un buon 50% di volte... per l'altra metà bastano le protezioni di solito...
mi sa quello vale per tutti..io uso una tecnica carioca, tutta fantasia insomma, di solito mi va bene un buon 50% di volte... per l'altra metà bastano le protezioni di solito...
in derapata si riescono a fare tornanti anche estremi(tipo caprazoppa),un amico che ha fatto la scuola di bruno zanchi,mi ha detto che lui consigliava di farli il più possibile in questo modo perchè questa tecnica è più sicura(capottoni).Io quando riesco a coordinarmi nel modo giusto li faccio così e devo dire che è una bella sensazione di sicurezza,se no li faccio in modo trialistico che dà la sensazione di essere sempre a un pelo dal capottone.beh, dove ci sono radici viscide e bastarde, la derapata viene anche se non vuoi farla... l'importante è riuscire a galleggiare con la ruota davanti, metterla dove vuoi, derapare e scaricare il posteriore in uscita di curva prima che le radici ti facciano chiudere un 360... per uscire pulito dritto sul sentiero.
Ma dove non si può derapare...
no certo su tornanti di sola roccia bisogna andare di precisione,ma su quelli di terra anche strettissimi e a forte pendenza l'ideale sarebbe derapare.Ci vuole una gran coordinazionea,a me viene bene 50% delle volte,però quando riesci ti ritrovi perfettamente dritto in un attimo.già, ma la derapata presuppone che il sentiero si downhillabile... ripeto... faresti le rampe delle scale di un condomino derapando? io non sono in grado.