Il sentiero naturale, spesso, ha una storia.
Quasi tutti quelli che esistono in valle rappresentano l'antica viabilità di collegamento tra le borgate e/o alpeggi presenti a diverse quote sulla montagna.
E' un patrimonio e si sta perdendo, perchè con l'abbandono di molte realtà dedite all'agricoltura montana tanti sentieri stanno scomparendo soffocati dalla vegetazione e dai danni che gli eventi meteorici causano ad ogni manufatto umano.
Già il sentiero è spesso un manufatto umano così come lo sono le architetture spontanee, o i piloni votivi ed ogni altra traccia lasciata dagli antichi abitanti delle terre alte.
Sono favorevole a tutti gli interventi manutentivi e primo tra tutti quello di ripristino degli scoli utili a regimare le acque piovane che sono spesso la prima causa di danneggiamento del fondo prima di motociclisti e bikers.
Le polemiche sull'uso del soffiatore per pulire sono sterili come il blaterare di tutti quelli che sostengono che le mandrie in monticazione facciano più danni del turismo... sono posizioni integraliste assurde che non tengono conto della storia, o meglio, finiscono per travisarla nell'idealizzazione di un pensiero orrifico come quello del non poter toccare il rametto in quanto visto come dissacrazione del suolo sacro.
Bisogna fare dei distinguo e magari fare lo sforzo di mettersi nei panni di coloro che, con dura fatica, hanno costruito i muretti a secco o posato la lastricata di una mulattiera di montagna. Gli interventi manutentivi sono sempre utili e persino in ambito dei più fervidi assertori della conservazione integrale e filologica in tema di restauro (di beni architettonici e/o artistici) sono sempre ben visti.
Il rimaneggiamento per trasformare una mulattiera in un pistino per scendere a cannone è altrettanto sbagliato che il principio di non toccare i rami perchè "sacralmente depositati dalla natura sul terreno".
I sentieri sono poi realtà variabili che molto cambiano al cambiare delle stagioni ed al variare degli andamenti metereologici, spesso finiscono per avere un'anima anche loro, ma il bello sta anche nel saperne cogliere le sfumature di carattere che si percepiscono ogni volta che si ripercorre un itinerario noto. Snaturare significa appianare le capacità di variazione metereologica di un sito, si toglie una placca di roccia, si accumula un po' di terra e finisce che le differenze tra freddo/caldo/asciutto/bagnato/nevoso si appianano, non scompaiono ma sono meno percepibili, il sentiero, in qualche modo si asfalta. Questo è sbagliato perchè se da un lato rende più sicuro l'uso dall'altro tende ad ammazzarne l'anima di cui prima ho detto.
Personalmente apprezzo molto i riordini fatti dalla squadra di operai forestali della bassa val di Susa, tra cui c'è Vincenzo che dopo aver letto sul forum un po' di miei scritti non manca mai di informarmi delle novità e delle ultime tracce ripristinate. Loro lo fanno per mestiere e senza il secondo fine di renderli percorribili alla bici piuttosto col pedone, essendo però degli amanti della montagna ci si rende conto in fretta che i sentieri, dopo che sono passati loro, ritornano a lucido tanto da poterne cogliere aspetti singolari del tracciato originale che magari avevi perso fino a quel momento. Ci si rende conto che è un lavoro fatto con passione (oserei dire con amore) e per questo non è mai al di sopra delle righe...è ben fatto e basta.
Sta agli utenti, pedoni o ciclisti che siano, comprendere il significato e le ragioni della sussistenza di un sentiero naturale...e nel percorrere antichi percorsi creati per altri usi ci sta anche di dover fare qualche metro a piedi di fronte a qualche passaggio troppo duro per noi.