.......mettere giù una lettera e domandare al nostro direttur di divulgarla a tutti gli iscritti con la richiesta di inviarla al sindaco e in provincia???
starà pensando alle sue vigne...........ma secondo voi il nostro beniamino francesco moser può avere voce in capitolo??--------
propongo critical mass sullo scanuppia
starà pensando alle sue vigne
propongo critical mass sullo scanuppia
per una critical-scanuppia mi fiondo anch'io!
ho letto anch'io la notozia sul giornale locale l'Adige. Pazzesco.... a parer mio se era così pericolosa bastava vietarla solo in discesa, mi sorgono certe domande:
Per i pedoni non è pericolosa?
I bikers che salgono sono più facilmente investibili dei pedoni?
Per quattro (seconde) case bisognava chiudere una delle più belle in grado di difficoltà salite d'europa?
Chi lo dice quest'estate ai tedeschi e turisti vari che si può salire solo in Jeep?
Per i pedoni non è pericolosa?
I bikers che salgono sono più facilmente investibili dei pedoni?
Per quattro (seconde) case bisognava chiudere una delle più belle in grado di difficoltà salite d'europa?
Chi lo dice quest'estate ai tedeschi e turisti vari che si può salire solo in Jeep?
E poi scrivono:"Ulteriore preoccupazione all'interno dell'amministrazione è il rispetto della fauna..." e lasciano passare le jeep. Non ci sono mai stato su quella salita. E' sempre stato il mio sogno. Questa primavera ci andrò sicuro!!!
quando siamo saliti quest'estate con andrea,luca,giuliano e scrat abbiamo incontrato delle jeep che scendevano...una mi affianca e mi dice..ma sai che e' vietato salire...lo guardo allibito...e gli dico ma come e voi cosa ci fate? e lui mi risponde che aveva il permesso ma che fastidio gli posso dare io in bicicletta quando scendevano con jeep che magari avevano fatto l'ultimo controllo dei gas di scarico nell'85???? 
per la Riconquista anche anarchica io ci sono!e magari avverto anche prima quelli del comune!
okkupiamo malga palazzo!
ma che fastidio gli posso dare io in bicicletta quando scendevano con jeep che magari avevano fatto l'ultimo controllo dei gas di scarico nell'85???? per la Riconquista anche anarchica io ci sono!e magari avverto anche prima quelli del comune! okkupiamo malga palazzo!
........ ti dirò di più ........quando siamo saliti quest'estate con andrea,luca,giuliano e scrat abbiamo incontrato delle jeep che scendevano...una mi affianca e mi dice..ma sai che e' vietato salire...lo guardo allibito...e gli dico ma come e voi cosa ci fate? e lui mi risponde che aveva il permesso
era il 27 settembe ........ nell'articolo tratto da "L'Adige" si legge che la delibera, pur avendo effetto con decorrenza 01.01.2009, è di ottobre 2008 .........
io non sono un investigatore privato ma mi sono abituato a credere che le coincidenze, se pur possibili, sono normalmente improbabili ....... a questo punto direi che se ci ricordiamo esattamente qual'era l'auto guidata da quel signore cui ti riferisci tu, sappiamo anche chi ringraziare per questo altrimenti inspiegabile divieto ........
P.S. non per essere sovversivo ma ho coniato pure un motto:
"occupiamo il Palazzo(*) per liberar Malga Palazzo"
(*) palazzo comunale 
C'è un articolo oggi (29-01-09) riguardante sempre questo argomento ma visto dall'opposizione in comune. Non mi ricordo il nome ma tra l'altro quest'uomo era anche un ciclista. Ha detto che è assurda una cosa del genere. E che il sindaco l'ha fatta passare senza nemmeno esporla. Di nascosto. Se non è mafia di qualche ricco che ha la villa questa?!? Adesso è il momento di farsi sentire
«Assurdo il divieto alle bici»
Chi è che danneggia maggiormente l'ambiente del monte Scanuppia, i fuoristrada dei residenti o le mountain bike degli appassionati? A porsi questa domanda è Fiorenzo Ceccato, consigliere di minoranza a Besenello, ex sindaco del paese nonché ex campione regionale di ciclismo.
BESENELLO - Chi è che danneggia maggiormente l'ambiente del monte Scanuppia, i fuoristrada dei residenti o le mountain bike degli appassionati? A porsi questa domanda è Fiorenzo Ceccato, consigliere di minoranza a Besenello, ex sindaco del paese nonché ex campione regionale di ciclismo. «Sono molti di più - afferma Ceccato - quelli che salgono a raccogliere funghi con la moto o facendosi accompagnare in macchina dai residenti di chi monta in sella. Perché in questo caso il sindaco non tira in ballo l'ambiente?». La pericolosità della strada cementata sopra Besenello non è in dubbio ma, ragiona l'ex sindaco, i rischi esistono sempre, non solo quando i residenti incrociano le bici ma a maggior ragione quando sulle muraglie al 45% di pendenza si incontrano due auto. «Secondo me qualche residente che ha un buon peso in Comune - spiega Ceccato - si è lamentato per aver incontrato una bicicletta sulla salita della Scanuppia e subito il sindaco ha provveduto ad emettere l'ordinanza di chiusura. Poi non sono così tanti quelli che sono in grado di affrontare quest'impresa ciclistica». I motivi di sicurezza e di tutela dell'ambiente addotti da Carmen Manfrini per spiegare l'improvvisa esclusione delle due ruote, secondo Ceccato sono quindi abbastanza vulnerabili. «Lo spazio occupato da una bici sulla carreggiata e la sua velocità non si discostano di molto da quelle di un pedone. Non vorrei che tutto ciò nascondesse altre motivazioni. Chi sale in bici infatti al momento del bisogno può benissimo fermarsi ed accostare. Finora comunque non mi risulta che si sia mai fatto male qualcuno sulla strada». Inoltre, prosegue il consigliere di opposizione, prima che l'accesso alla strada fosse regolamentato, chi saliva in bici sul monte Scanuppia lo faceva a proprio rischio e pericolo. Ora che il Comune ha introdotto il regime delle autorizzazioni, la responsabilità per ogni incidente ricade sull'amministrazione stessa. «Un'altra cosa che non concepisco è che il sindaco abbia emesso l'ordinanza senza nemmeno accennare alla questione in consiglio. Non c'era tutta questa urgenza e l'atto unilaterale mi sembra sbagliato» conclude Ceccato.
Nei prossimi giorni mi informo presso il comune (con la massima educazione) a quanto ammonterebbe la multa se ignorassi il divieto
Mitico, magari va a finire che la scanucia non è neppure una strada e si può fare solo a piedi in bici o a dorso di mulo. Chi semina vento raccoglie tempesta!
ho chiesto ad un mio amico carabiniere... tra minimi e massimi, più o meno se deriva da ordinanze, ecc... dovrebbe essere attorno ai 50....
Il problema non è la multa in se'.
Il vero guaio è che se qualcuno delle forza dell'ordine ti becca durante la salita, magari riesci ad evitare la multa, o magari la paghi (e visto la stima del valore della sanzione, non sarebbe la fine del mondo), ma di sicuro ti rispedisce a valle; probabilmente ti controlla pure in modo che non sali in MTB. A me che mi faccio 600 km. circa di auto per venire a fare lo Scanuppia, essere rimandato indietro mi scoccerebbe veramente tanto.
Stesso discorso per tutti i bikers che non sono del posto.
E' pure vero che è improbabile ma comunque possibile che le forze dell'ordine arrivino fin lassù: non dimentichiamo che il tempo medio di ascesa si aggira intorno ad 1h. 30' e che eventuali vigili chiamati dai residenti (che abbiamo già capito non essere benevoli con i bikers) avrebbero tutto il tempo di arrivare a bordo di un fuoristrada e fermare il biker di turno.
Molto improbabile che ci vadano e ancor + se chiamate pechè qualcuno ha visto passare un ciclista (sempre che non muoia a metà per infarto miocardico
). Scusa ho una curiosità, ma pechè ti fai 600km per fare scanupia? Io la prima volta ci sono salito nel 1989 (con il 26/28) e ho capito che avrei fatto molti ma molti altri sentieri e strade + belli dal giorno successivo, poi dpo un paio d'anni presi una bici con il 26/32 e la rifeci un altro paio di volte, infine 22/32 e la feci per (credevo) l'ultima volta; però quest'anno la farò almeno una volta perche ci vuole per festeggiare il ventennio a cavallo del millennio 89-09 (e come diceva il grande albertone "maccarone me provoghi? E io te distruggo!") ma solo perchè è sottocasa non so se farei comunque 600km.
Ci ho visto gente che è venuta a farla dalla Repubblica Ceca .........Molto improbabile che ci vadano e ancor + se chiamate pechè qualcuno ha visto passare un ciclista (sempre che non muoia a metà per infarto miocardico
Perchè mi faccio 600 chilometri? ...... il perchè non te lo so dire con certezza .......... una serie di motivi, credo:
- sfida
- impresa
- follia
- masochismo
Ti posso solo dire che tornarmene a casa dopo averla fatta è una gran bella soddisfazione .......... anche se mi aspettano tre ore abbondanti di auto .........
Ho fatto ancor più chilometri per andare a fare la Rampilonga .......... se domani dovessi scegliere di partire di casa per affrontare la Scanuppia o per partecipare alla Rampilonga ........ credo che sceglierei la prima.
Ti sei risposto da solo! Se la rifai ancora dopo vent'anni e dopo averla fatta più volte, la risposta è proprio quella di Albertone!Molto improbabile che ci vadano e ancor + se chiamate pechè qualcuno ha visto passare un ciclista (sempre che non muoia a metà per infarto miocardico
Lettere al direttore
Non chiudiamo la «Scanuppia» alle bici
25/01/2009 09:19
Vorrei rivolgermi al sindaco di Besenello. Ho visto con una stretta al cuore che la «Scanuppia» è stata chiusa alle biciclette. Sono uno di quelli che l'ha scoperta, e fatta, l'hanno scorso (prima dell'articolo sull'Adige non sapevo neanche che esistesse). Aggiungo la mia testimonianza su quanto sia unica l'esperienza di portare a termine quei chilometri durissimi, e di come, fatta una volta quella grande fatica, ti venga presto (non proprio subito) il desiderio di poterla ripetere. Dico «poterla», fare ancora, poiché tutto deve essere al meglio: allenamento, condizioni fisiche e motivazione. Parlo di ciclisti «normalmente dotati» non di atleti di alto livello e di «farla», pedalando dal primo all'ultimo metro, non trascinandosi avanti su e giù dalla bici tanto per poter raccontare di essere arrivato in cima. Certo comprendo il disagio di chi lì ha la casa, quando, sulle rampe più impegnative, trovano la strada occupata da uno o più di noi che avanziamo alla moviola magari caparbiamente ostinati a non voler metter giù piede per cedere il passo. La invito a cercare il modo di conciliare entrambe le esigenze, se possibile, magari consentendo il transito alle biciclette almeno parzialmente (un paio di mattine la settimana, per esempio).
Enzo Gianotti
Con una rete di oltre 400 chilometri di piste ciclabili «protette» e oltre un milione di passaggi l'anni, il Trentino si sta configurando come la più innovativa area italiana per le due ruote, e per il turismo e il tempo libero sano ed ecologico. Le piste ciclabili sono uno dei nostri fiori all'occhiello a livello europee, anche se ancora molto deve essere fatto, sia in termini di percorsi che di servizi, che di cultura della bicicletta e dell'accoglienza del turista delle due ruote. Anche noi abbiamo appreso (e dato notizia) con dispiacere del provvedimento deciso dal Comune di Besenello di chiusura alle biciclette della mitica «Scanuppia» per le proteste dei residenti. Vi sono comprensibili ragioni, anche di sicurezza, che stanno alla base della decisione, e la preoccupazione dell'amministrazione di doversi assumere delle responsabilità gravose. Ma la «Scanuppia» è ormai un simbolo di portata europea del Trentino «paradiso delle biciclette». Non si può lasciarla chiusa alle biciclette. E difatti il tam tam su internet è già cominciato, con sicure ricadute negative per chi l'aveva inserita come supremo trofeo della propria vacanza ciclistica in Trentino. L'appello è quindi che il Comune possa ritornare sui suoi passi, magari anche grazie ad un intervento provinciale di messa in sicurezza dei punti più delicati, o di affiancamento alla strada di un percorso ciclabile. Sarebbe veramente un peccato perdere la «Scanuppia» per sempre.
[email protected]
Non chiudiamo la «Scanuppia» alle bici
25/01/2009 09:19
Vorrei rivolgermi al sindaco di Besenello. Ho visto con una stretta al cuore che la «Scanuppia» è stata chiusa alle biciclette. Sono uno di quelli che l'ha scoperta, e fatta, l'hanno scorso (prima dell'articolo sull'Adige non sapevo neanche che esistesse). Aggiungo la mia testimonianza su quanto sia unica l'esperienza di portare a termine quei chilometri durissimi, e di come, fatta una volta quella grande fatica, ti venga presto (non proprio subito) il desiderio di poterla ripetere. Dico «poterla», fare ancora, poiché tutto deve essere al meglio: allenamento, condizioni fisiche e motivazione. Parlo di ciclisti «normalmente dotati» non di atleti di alto livello e di «farla», pedalando dal primo all'ultimo metro, non trascinandosi avanti su e giù dalla bici tanto per poter raccontare di essere arrivato in cima. Certo comprendo il disagio di chi lì ha la casa, quando, sulle rampe più impegnative, trovano la strada occupata da uno o più di noi che avanziamo alla moviola magari caparbiamente ostinati a non voler metter giù piede per cedere il passo. La invito a cercare il modo di conciliare entrambe le esigenze, se possibile, magari consentendo il transito alle biciclette almeno parzialmente (un paio di mattine la settimana, per esempio).
Enzo Gianotti
Con una rete di oltre 400 chilometri di piste ciclabili «protette» e oltre un milione di passaggi l'anni, il Trentino si sta configurando come la più innovativa area italiana per le due ruote, e per il turismo e il tempo libero sano ed ecologico. Le piste ciclabili sono uno dei nostri fiori all'occhiello a livello europee, anche se ancora molto deve essere fatto, sia in termini di percorsi che di servizi, che di cultura della bicicletta e dell'accoglienza del turista delle due ruote. Anche noi abbiamo appreso (e dato notizia) con dispiacere del provvedimento deciso dal Comune di Besenello di chiusura alle biciclette della mitica «Scanuppia» per le proteste dei residenti. Vi sono comprensibili ragioni, anche di sicurezza, che stanno alla base della decisione, e la preoccupazione dell'amministrazione di doversi assumere delle responsabilità gravose. Ma la «Scanuppia» è ormai un simbolo di portata europea del Trentino «paradiso delle biciclette». Non si può lasciarla chiusa alle biciclette. E difatti il tam tam su internet è già cominciato, con sicure ricadute negative per chi l'aveva inserita come supremo trofeo della propria vacanza ciclistica in Trentino. L'appello è quindi che il Comune possa ritornare sui suoi passi, magari anche grazie ad un intervento provinciale di messa in sicurezza dei punti più delicati, o di affiancamento alla strada di un percorso ciclabile. Sarebbe veramente un peccato perdere la «Scanuppia» per sempre.
[email protected]
si a chiocciola! Apprezzabili le intenzioni (forse), ma questo qui la scanupia non l'ha mai nemmeno vista (forse in pianta sulla cartina), questa benedetta (maledetta a questo punto) antica strada medievale da muli non ha neppure le misure e le pendenze per essere considerata strada e arriva il genio che ci vuol far correre la ciclabile a sbalzo a un milone di euro al km ...ma dove c....o è finito il buonsenso. Io l'ho fatta anche in macchina ed è veramente paurosa (forse perchè non guidavo io ma un forrestale) altro che pericolosa in bici.