Per me 8 ore e 34 minuti per il lungo, forato due volte nella prima parte del percorso, ho fatto gli ultimi 60 km con uno squarcio nel pneumatico posteriore e la camera d'aria che faceva capolino... è andata di lusso.
Organizzazione impeccabile, ristori ottimi e abbondanti, punti pericolosi segnalati perfettamente. Tuttavia, almeno per quanto mi riguarda, il Sourasass non ha senso, non è possibile che debba spingere la bici per un'ora, si cammina troppo, il divertimento va a farsi benedire.
Mettete una salita dura finchè vi pare, ma che sia pedalabile... sul 35% con fondo dissestato, non pedala nessuno.
Sul Duron ho vissuto l'ora più brutta della mia vita, in 22 anni di bici non ho mai vissuto un'esperienza del genere. Il tempo inizia a peggiorare nell'ultimo km del Duron, la temperatura è scesa di 20 gradi nel giro di pochi minuti, ho iniziato a prendere pioggia battente appena passato il controllo cronometrico, poi grandine fittissima con 4°C di temperatura in discesa. Non vedevo niente, solo nubi nere e lampi intorno a me, non c'erano ripari, neanche un baito. Nel frattempo la grandine diventava sempre più fitta, mista pioggia fortissima. Ho messo i manicotti ma è stato come vuotare il Titanic con un secchiello. Il tizio che era con me piangeva, voleva fermarsi... gli ho detto tu sei matto, se ti fermi muori, abbiamo continuato a scendere, mossi più dalla disperazione che altro. La sensazione di vuoto che ho provato in quei momenti me la porterò dentro finchè campo. Ovunque guardassi, il nulla. Grandine, pioggia, rocce. Assenza totale di vita. La strada da seguire ce la siamo immaginata... una sassaia trasformata in un fiume in piena. A quattro km da Selva il
Garmin mi ha mollato, batteria k.o. per l'acqua. Poi mi hanno mollato le mani, non riuscivo più a cambiare nè a frenare. Non so come, ma ho superato gli ultimi saliscendi, pedalando agilissimo perchè era l'unico modo per scaldarmi. Battevo i denti. Quando ho visto le prime case di Selva, sullo sfondo, mi è venuto da piangere. L'ultimo sentiero non finiva mai. Poi la voce dello speaker e il traguardo, a ufficializzare il ritorno dall'aldilà.